Sergio Ramelli
Scritto da Gabriele Adinolfi
Il giovane Sergio doveva subire una lezione: aveva osato sostenere in classe che il comunismo negava la libertà. Bisognava fargliela vedere a quel bugiardo! E fu così che un commando di Avanguardia Operaia composto in buona parte da studenti di medicina lo attese sotto casa il 13 marzo.
Venne massacrato, fatto a pezzi, lasciato agonizzante.
Una lunga, atroce agonia di ben sette settimane.
Il 28 aprile, il giorno prima che morisse, durante una manifestazione rossa il corteo sostò davanti a casa Ramelli e l'imbrattò di scritte di rivendicazione dell'aggressione, aggiungendovi l'ultimatum per il fratello: deve lasciare Milano nelle 48 ore.
Il 29 si concludeva l'agonia di Sergio. Come la notizia della sua morte giunse al consiglio comunale molti dei consiglieri scattarono in piedi battendo le mani: quel bastardo di un fascista alla fine ce l'aveva fatta a morire!
Ai suoi funerali quattro giovani che salutarono il feretro romanamente vennero denunciati per apologia di fascismo.
Giusto, bisogna dare una bella lezione di democrazia.
E bisogna finirla con i fascisti che non hanno diritto di parola. E poi perché mai dovrebbero avere quello di vivere?
Poi purtroppo quei bastardi tennero botta, non si lasciarono assassinare impunemente e riuscirono perfino a non farsi sconfiggere politicamente.
Per fortuna ora, soprattutto grazie al Presidente della Repubblica, un po' di sano antifascismo è ritornato e si potrà tornare ai tempi gloriosi dell'antifascismo militante che a chi osa criticare il sol dell'avvenire sa bene come rispondere per chiudergli definitivamente la bocca.
Enrico Pedenovi
Scritto da noreporter
Il 29 aprile 1976, a un anno dalla selvaggia uccisione di Sergio Ramelli, l'avvocato Enrico Pedenovi che si stava recando alla commemorazione venne assassinato con un colpo alla tempia da un commando neopartigiano di Prima Linea, composto da militanti del Cocorì.
In quegli anni uccidere un fascista non era reato.
Non era reato ma, come avrebbe detto Mario Tuti, si sarebbe presto scoperto che poteva essere pericoloso.
Intanto a caldo apparve una scritta sui muri che avrebbe indicato la via della riscossa
“Il 29 aprile gagliardetti al vento è morto un camerata ne nascono altri cento”.
Sergio Ramelli
Enrico Pedenovi