Pagina 1 di 3 12 ... UltimaUltima
Risultati da 1 a 10 di 30
  1. #1
    Super Troll
    Data Registrazione
    26 Mar 2005
    Località
    Gubbio
    Messaggi
    52,134
     Likes dati
    5,904
     Like avuti
    8,205
    Mentioned
    933 Post(s)
    Tagged
    28 Thread(s)

    Predefinito Il genocidio armeno e il negazionismo turco

    Pochi forse lo sanno ma nella moderna Turchia che aspira ad entrare nell'unione europea il codice penale prevede diversi anni di carcere duro per il sempllice fatto di scrivere sul genocidio degli armeni genocidio che dopo novanta anni la Turchia continua ostinatamente a negare.
    Durante la prima guerra mondiale l'esercito Turco combatteva contro la Francia la Russia e L'Inghilterra e si era convinto che la sua piu grande minoranza interna cristiana (ovvero gli armeni di religione greco ortodossa che erano circa due milioni) potessero costituire una specie di quinta colonna interna che si alleasse con i nemici dell'Impero Turco. Tra il dicembre del '14 ed il febbraio del '15, il Comitato Centrale del partito Unione e Progresso, diretto dai medici Nazim e Behaeddine Chakir, decide la soppressione totale degli armeni. Vengono creati speciali battaglioni irregolari, detti tchété, in cui militano molti detenuti comuni appositamente liberati; essi hanno addirittura autorità sui governi ed i prefetti locali e quindi godono di un potere pressoché assoluto.
    Nella notte tra il 23 e il 24 aprile 1915 vennero eseguiti i primi arresti tra l'Žlite armena di Costantinopoli. L'operazione proseguì l'indomani e nei giorni seguenti. In un mese più di mille intellettuali armeni, tra cui giornalisti, scrittori, poeti e perfino delegati al Parlamento furono deportati verso l'interno dell'Anatolia e massacrati per strada.Questo però fu solo l'inizio di una vera e propria serie di deportazione di massa condotta scientificamente: le cosidette "marce della morte", che coinvolsero 1.200.000 persone trascinate verso il deserto,in cui centinaia di migliaia morirono di fame, malattia o sfinimento. Altre centinaia di migliaia furono massacrate dalla milizia curda e dall'esercito turco.
    Il numero degli armeni morti nel massacro è storicamente controverso. Fonti turche stimano il numero dei morti in 200.000, mentre quelle armene arrivano a 2.500.000. Talat Pasha, Gran Visir nel 1917-1918 e importante Giovane Turco, stima la cifra in 300.000 morti.
    Toynbee ritiene che i morti furono 600.000, come pure McCarthy. Gli storici stimano che la cifra vari fra i 500.000 e 2.000.000 di morti, ma il totale di 1.200.000/1.300.000 è quello più diffuso e comunemente accettato.

    Foto del 1915 di una fossa comune in cui erano stati ammassati i cadaveri delle vittime del genocidio

  2. #2
    Liberale
    Data Registrazione
    03 Apr 2009
    Messaggi
    3,613
     Likes dati
    11
     Like avuti
    59
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Riferimento: Il genocidio armeno e il negazionismo turco

    e c'è chi vuole la Turchia in Europa...mah

  3. #3
    .
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Messaggi
    15,485
     Likes dati
    1,827
     Like avuti
    4,710
    Mentioned
    28 Post(s)
    Tagged
    2 Thread(s)

    Predefinito Riferimento: Il genocidio armeno e il negazionismo turco

    A me non frega molto di mettermi a piangere per i genocidi, non sono un fan dei diritti umani.

    Comunque il negazionismo sullo sterminio armeno è un ottimo argomento che fa molta presa per escludere la Turchia dall'UE, ed evitare quindi che milioni di turchi diventino comunitari e possano immigrare tranquillamente in Europa.

  4. #4
    email non funzionante
    Data Registrazione
    30 Mar 2009
    Messaggi
    1,430
     Likes dati
    0
     Like avuti
    26
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Riferimento: Il genocidio armeno e il negazionismo turco

    Citazione Originariamente Scritto da dacrio Visualizza Messaggio
    e c'è chi vuole la Turchia in Europa...mah
    Io li caccerei pure dall'asia

  5. #5
    ...
    Data Registrazione
    30 Mar 2009
    Messaggi
    24,400
     Likes dati
    3,535
     Like avuti
    3,715
    Mentioned
    110 Post(s)
    Tagged
    3 Thread(s)

    Predefinito Riferimento: Il genocidio armeno e il negazionismo turco

    IL MASSACRO DI PERTAG


    Comunemente si intende che il genocidio armeno sia iniziato nel 1915 e terminato nel 1917-18, con uno strascico, legato all’ascesa al potere di Mustafà Kemal Atatürk, che si è protratto fino al 1923. E’ vero che ben prima di queste date vi erano stati altri massacri, più o meno estesi, e segnatamente quelli del 1895-96 e del 1909 in Cilicia, tanto che Vahakn Dadrian, sommo studioso del genocidio, afferma che lo sterminio degli armeni è stato attuato nel corso di vari secoli. Ma comunemente, parlando del genocidio, si intende il 1915. Però se i massacri precedenti questa data sono ampiamente noti e citati frequentemente anche da persone comuni, molti non sanno, o non ricordano o non citano il fatto che ben parecchi anni dopo il 1915 o il 1923 vi è stato un massacro di armeni in Turchia. Qui vogliamo citarne uno fra i poco conosciuti, e precisamente il pogrom del villaggio di Pertag presso Kharpert (attuale Elazig, in Armenia occidentale, oggi in Turchia orientale) che è avvenuto nel 1939; un quarto di secolo dopo il grande genocidio, quasi a voler dimostrare che la Turchia cambia, ma rimane sempre la stessa.

    Le notizie riguardanti questo pogrom sono state pubblicate più di vent’anni fa da un sacerdote, ora defunto, che si è firmato con lo pseudonimo di “testimone oculare”. L’autore, dopo una breve descrizione del villaggio, cede la parola ad una persona che definisce come testimone oculare. Non è noto chi sia quest’ultimo, ma nella successiva narrazione, parlando di se stesso afferma di non essere turco, ma di essere cristiano; indirettamente fa capire di non essere neppure armeno. Quasi sicuramente si tratta di un assiro, parente prossimo del sacerdote, poiché la madre di quest’ultimo era pure assira ed è noto che egli aveva ancora dei parenti a Kharpert.

    Ecco la narrazione vera e propria; a tratti è stata riassunta:


    Ti racconto la triste storia di ciò che avvenne ad un pugno di armeni a Pertag ed alla quale io fui testimone oculare. Dopo i massacri del 1915 a Pertag si erano raccolte 39 famiglie armene, che salvatesi dai massacri si erano raccolti sotto il monte nel loro quartiere semidiroccato e si occupavano dei loro mestieri: fabbri, stagnini, agricoltori. Nel 1939 mi recavo spesso a Pertag per il mio mestiere di tessitore. A volte il mio lavoro era tale per cui dovevo soggiornarvi alcuni giorni pernottando nelle case di amici. I poveri armeni vivevano nel terrore; non avevano i mezzi per allontanarsi da lì: Spesso mi proponevano di farli arrivare a Kharpert e da lì andare all’estero, senza insospettire i turchi. Fingendoli commercianti riuscii a portare a Kharpert sei famiglie e da l’, con i loro mezzi, si rifugiarono ad Aleppo. Poi non so dove finirono, ma sono contento che li liberai dall’inferno del terrore. Volevo liberarli tutti, ma si avvicinava la seconda guerra mondiale. Vivevamo giornate terribili che ci ricordavano il terrore del 1915.

    Nell’agosto del 1939, mi ricordo ero ancora a Pertag (….) Verso sera il sole stava tramontando dietro ai monti ed ilo mollah, dalla cima del minareto, invece di pregare Dio, fece risuonare il prologo di un progetto diabolico “Dio è grande… questa sera tutti gli armeni devono radunarsi nel caravanserraglio sotto il castello per essere coscritti. Chi non darà ascolto a questo mio appello e fino a domani mattina rimanga in casa o fugga, è stabilito che venga condannato a morte”. Questo diabolico appello, triste e pauroso, si diffuse a Pertag. (…..) In ogni casa c’era il terrore; nessuno dormì; pianti e singhiozzi; c’era tanta confusione. Alcuni dicevano: andiamo ed ubbidiamo all’ordine; altri affermavano che li avrebbero portati a morire. Prevedevano i giorni tristi del 1915 perciò in quella situazione confusa alcuni presero ciò che poterono delle loro cose e salirono sui monti di Dersim [1] . Altri, specialmente donne, chiamandosi a gruppi, il mattino si recarono nel caravanserraglio ove alcuni sanguinari turchi sorvegliavano, armati, vicino alla porta. Poveri armeni, sapevano che andavano al macello ed appena arrivati davanti alla porta del caravanserraglio, venivano accolti a colpi di bastone e depredati di tutto ciò che avevano.

    Anch’io passai insonne quella notte. Al mattino, appena albeggiò, uscii fuori. Le strade erano completamente deserte; non c’era l’abituale animazione di ogni giorno; c’erano soltanto alcuni poliziotti che non sapevano chi fossi io, mi credevano un commerciante turco, altrimenti mi avrebbero riservato il loro triste destino. Mi avvicinai ad un passante turco che conoscevo e gli chiesi: “Buon giorno, fratello, che cosa c’è oggi che la città è immobile” “Non lo sai, è venuto da Ankara l’ordine di uccidere, togliere di mezzo tutto ciò che c’è di armeni infedeli. Hanno cominciato ad aumentare nella nostra città e ad impadronirsi delle loro terre delle loro case; sulla piazza fanno dei buoni commerci, perciò in questi giorni dobbiamo liquidare il loro conto”. Poi trasse dalla cintura un pugnale, io trasalii, ma non volli fargli capire il mio turbamento e volli cambiar strada, ma il sanguinario turco aggiunse: “Vieni, io vado al caravanserraglio del castello; vediamo quanti armeni sono stati raccolti e che ordini impartirà il nostro sindaco Mustafà Alì efendì[2]”. Fui costretto a seguirlo per non fargli capire che ero cristiano. Quando giungemmo dinanzi al caravanserraglio vedemmo che altri turchi, armati di bastoni di coltelli, aspettavano gli ordini di Alì efendì. La piazza si riempiva sempre di più; i ragazzi del paese erano corsi lì per curiosità, ma non sapevano che cosa sarebbe accaduto e si chiedevano,”Che cosa c’è, compagno?”. Intervenivano gli adulti che erano al corrente della situazione e spiegavano ciò che doveva accadere “Dobbiamo uccidere gli armeni; questo è l’ordine di Ankara”. I poliziotti di guardia non permisero che entrassimo, ma da fuori si vedeva che molti armeni, per paura, erano andati lì e si erano raccolti in un angolo, silenziosi e con il terrore della morte sui loro volti. Alcuni piangevano, altri abbracciavano i loro piccini e li incoraggiavano dicendo “Non piangete, figli miei, non c’è nulla, ritorneremo ancora a casa”.

    Ad un tratto da una parte del paese si udì un trambusto ed il mio conoscente mi disse che stava arrivando il sindaco. Alì efendì era un uomo di 40 anni, dal volto scuro, con occhi belluini, una perfetta tigre venuta dalla foresta; negli occhi chiazze di sangue; con dei baffetti sottili, su un cavallo nero, una pistola alla cintola ed una lunga sciabola. Non veniva da solo, lo seguivano altri funzionari turchi, tutti armati, mentre erano preceduti da ragazzini turchi che, roteando dei bastoni correvano verso il caravanserraglio. Dio mio, dissi mentalmente, che giornate infernali, ci salveremo da questa terribile situazione? Questo è il segnale di un massacro. Tutto il mio corpo tremava. Anch’io, come gli altri, mi trovavo nella folla come spettatore. Quando giunse Alì efendì vi fu un grande silenzio. Egli, come un toro infuriato, scese dal cavallo e con passi vittoriosi si diresse verso il caravanserraglio seguito dalla folla, ma i guardiani, le armi in pugno, non permisero che essa proseguisse.Alì efendì entrò nel caravanserraglio. Tutt’intorno era buio; controllò tutti gli angoli, con un’occhiata contò i presenti: povere donne, ragazze e bambini, qualche uomo. La belva con una voce acuta e tonante disse:”Dove sono i vostri uomini” “Non lo sappiamo, efendì”, “Come non sapete; dove sono fuggiti, ditemelo subito”. Alì efendì gettò un fuoco di minacce sulle povere donne che, rattrappite, piangevano. Poi minacciosamente aggiunse:”Io so dove sono i vostri uomini; domani saranno qui” e roteando la spada uscì dal caravanserraglio.

    Immediatamente i boia si radunarono attorno ad Alì efendì attendendo i suoi ordini. Egli, con un tono trionfante disse “Ho visto gli infedeli, sono molto pochi quelli che obbedendo ai nostri ordini sono venuti qui, sono donne e ragazze; bisogna trovare anche i loro uomini e portarli qui, dopo di che metteremo in atto il nostro progetto”. Poi aggiunse “Quegli infedeli sono fuggiti sui monti, bisogna trovarli perciò vi autorizzo di salire sui monti e nelle valli e quando trovate uno di essi lo portate qui in catene”. La folla assecondò immediatamente il suo ordine ed i turchi, le spade in pugno, si sparpagliarono. Alì efendi, dopo aver dato ordini alle guardie, risalì a cavallo e ripartì verso il paese. Anch’io, terrorizzato, seguii la folla verso il villaggio. La folla si disperse, mentre i militari e la folla di turchi inferociti che li seguiva, a gruppi si diressero verso i monti sovrastanti Pertag, con la speranza di trovare un armeno sotto ogni roccia.

    Il giorno successivo, con il sangue alla testa, volevo liberarmi da questo terribile inferno e fare ritorno a Kharpert, ma fu impossibile poiché l’unico ponte sull’Eufrate era presidiato dai soldati e controllavano le strade verso Kharpert ed i villaggi vicini e chiunque tentasse di passare veniva scambiato per armeno e portato al caravanserraglio perciò stimai prudente restare a Pertag finché fosse passata quella tempesta. Il paese era immobile, non c'era andirivieni; che cosa potevo fare? Gran parte della giornata la trascorrevo in casa; le sere, con gran timore, uscivo per incontrare alcuni amici turchi e informarmi da essi sugli armeni raccolti nel caravanserraglio. “Amico, capiterà qualcosa agli armeni” ripeteva il mio amico turco.



    Due giorni dopo ci fu ancora trambusto in paese e le strade erano stipate. “Arrivano degli armeni” vociavano l’un l’altro; ed io mi diressi verso il centro per vedere ciò che accadeva. Una folla armata di spade gridando “infedeli”, roteando le spade correva verso il caravanserraglio. Dietro la folla degli armati sospingevano un gruppo di persone, armeni, che erano riusciti a prendere. Che vista dolente: centinaia di uomini ammanettati venivano sospinti, colpiti, dileggiati, minacciati e condotti nel caravanserraglio presso le loro mogli.. Potete immaginare i pianti delle donne e dei bambini che da due giorni in preda alla fame ed alla sete stavano per cadere come foglie ingiallite. Quella sera ritornai a casa con occhi lacrimanti. Il destino dei poveri armeni era chiaro, andavano verso la morte.

    Il giorno seguente Alì efendì chiamò in riunione i maggiorenti turchi e chiese il loro parere su come sradicare quel pugno di armeni dal paese. Molti proposero di condurli fuori dal paese e lì ucciderli; altri dissero di lasciarli liberi; i più belluini dissero che se gli armeni si fossero allontanati dal paese, la notizia si sarebbe diffusa agli infedeli europei che avrebbero messo alle strette il governo turco, perciò, disse il più cattivo fra di essi, la soluzione migliore è che concludiamo il tutto qui a Pertag.




    Qui finisce la narrazione del testimone oculare, ma il fatto stesso che un quarto di secolo dopo il genocidio vi sia stato un ulteriore massacro di armeni in Turchia dovrebbe indurre chiunque a chiedersi se il 1915 sia stato un avvenimento, per quanto tragico, ma isolato o non sia stato il punto culminante di una politica a dir poco ostile nei confronti degli armeni. E questa ostilità -piaccia o non piaccia, e sia politicamente non corretto affermarlo- è una costante non solo dello Stato turco, ma anche di un ampio strato della sua popolazione. Infatti dal 1915-1923 ad oggi vi è stato – e c’è tutt’ora- un atteggiamento di chiara inimicizia nei confronti degli armeni. Citiamo qualche esempio.

    Anni venti (del ventesimo secolo): requisizione dei beni e delle proprietà degli armeni con la legge dei “Beni abbandonati”. Espulsione di circa trentamila armeni residenti nelle province interne della Turchia.

    Anni trenta: massacro di Pertag.

    Anni quaranta: Chiamata alle armi di venti classi di armeni con l’intento, rientrato in extremis, di sopprimerli. Imposizione della “Tassa sulla ricchezza” ad armeni greci ed ebrei, con il chiaro intento di rovinarli economicamente. Costruzione del mausoleo in onore di Talat pascià (principale responsabile del genocidio).

    Anni cinquanta: pogrom contro armeni e greci di Costantinopoli. Attuazione del piano regolatore di Costantinopoli come pretesto per abbattere chiese od edifici pubblici armeni.

    Anni sessanta: Pogrom contro gli armeni di Varto (Regione di Mush, in Armenia occidentale, attuale Turchia orientale). Obbligo per tutte le scuole armene di avere un vice direttore di etnia turca.

    Anni settanta: Restrizioni alle iscrizioni di allievi armeni nella scuole armene. Chiusura del seminario armeno presso la suola di S. Croce a Scutari (Costantinopoli).

    Anni ottanta: Azioni terroristiche anti-armene in vari paesi della Diaspora. Preparazione dell’elenco di tutti gli armeni e discendenti di armeni residenti in tutte le località della Turchia. Conversione forzata all’Islam degli armeni del villaggio di Harent (Anatolia)

    Anni novanta: Espropriazione, con cavillosi pretesti legali, di immobili appartamenti alla comunità armena. Blocco del confine con l’Armenia. Minaccia di invadere l’Armenia. Minaccia di un nuovo genocidio. Onori di Stato alla salma di Enver pascià (fra i responsabili del genocidio).

    Anni duemila: Assassinio di Hrant Dink e insabbiamento del processo ai responsabili di questo delitto. Processo e condanna ad alcuni armeni(fra cui il figlio di Htant Dink) “rei” di aver usato il termine “genocidio”. Divieto, da parte del governo, di usare il termine “genocidio” a proposito dello sterminio di armeni. Pestaggi di armeni a Lione e Bruxelles da parte di facinorosi turchi sobillati dal loro governo.

    Questo è un breve elenco ove sono di più i fatti omessi che non quelli qui citati; tali e tanti sono gli atti di continue vessazioni anti-armene che non un articolo, ma un volume intero sarebbe necessario per citarli tutti.

    E poi vari diplomatici, politici, giornalisti ed intellettuali occidentali ci invitano al dialogo, a rappacificarci, a non pensare al passato, ma al futuro. Ma scusate, egregi signori, questi esempi qui sopra elencati sono l’oggi, non l’altro ieri e, stanti questi fatti, come si può ragionevolmente pensare che il domani sia differente dall’oggi?

    E’ vero, vi è stato anche un atto di buona volontà. E’ stata restaurata la chiesa di S. Croce ad Akhtamar, a spese del governo turco. Uno potrebbe dire: “Dopo tutte le ricchezze degli armeni che hanno incamerato con il genocidio, la spesa per il restauro, al confronto è un’inezia”. Comunque l’hanno restaurata. Peccato che non vi abbiano riposto la croce sulla sommità della cupola. Peccato che non l’abbiano restituita al culto. Peccato che non abbiano permesso, come chiesto dal patriarca armeno, di far celebrare una S. Messa almeno una volta all’anno.

    Perché l’hanno restaurata? La risposta ci è giunta qualche settimana fa allorquando nella chiesa restaurata – che fino a poco più di un secolo fa era sede patriarcale- è stata organizzata una sfilata di moda! Quindi perché è stata restaurata? Per ingraziarsi gli armeni o per umiliarli?

    http://www.italian.faithfreedom.org/....php?f=6&t=860

  6. #6
    email non funzionante
    Data Registrazione
    14 Apr 2009
    Messaggi
    1
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Riferimento: Il genocidio armeno e il negazionismo turco

    Francamente la posizione ufficiale turca mi pare a distanza quasi a cento anni dagli eventi illogica e contradditoria.
    La domanda che mi pongo é:
    perché Mustafa Kemal (che appunto é definito il padre della Nuova Turchia) non ha preso le distanze da questi eventi provocati durante l'impero ottomano?
    Lo stesso kemalismo stabiliva un nazionalismo interetnico (o meglio sovraetnico). in un'unione pacifica e rispettosa.
    Credo che i turchi non accettano di mettere in discussione Kemal e l'errore da lui commesso

  7. #7
    puttuio!
    Data Registrazione
    30 Mar 2009
    Messaggi
    2,991
     Likes dati
    50
     Like avuti
    121
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Riferimento: Il genocidio armeno e il negazionismo turco

    L'imitazione è la più sincera forma di adulazione.(Charles Caleb Colton)

  8. #8
    MaxRed
    Ospite

    Predefinito Riferimento: Il genocidio armeno e il negazionismo turco

    Ma chi li vuole i Turchi in Europa?

  9. #9
    Forumista esperto
    Data Registrazione
    30 Mar 2009
    Messaggi
    26,851
     Likes dati
    906
     Like avuti
    2,652
    Mentioned
    32 Post(s)
    Tagged
    5 Thread(s)

    Predefinito Riferimento: Il genocidio armeno e il negazionismo turco

    Citazione Originariamente Scritto da dacrio Visualizza Messaggio
    e c'è chi vuole la Turchia in Europa...mah
    Tra cui il tuo avatar:446:
    Perché l'unico tipo di rapporto che riusciva a concepire era di tipo feudale. Non aveva la minima idea di cosa fosse il cameratismo al quale anelava l'anima. (E. M. Forster)



  10. #10
    Forumista senior
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Messaggi
    2,940
     Likes dati
    0
     Like avuti
    10
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Riferimento: Il genocidio armeno e il negazionismo turco

    Citazione Originariamente Scritto da MaxRed Visualizza Messaggio
    Ma chi li vuole i Turchi in Europa?
    Meglio i turchi che i Romeni o i Polacchi. In Germania ci sono tanti turchi ma non hanno creato i problemi che stanno creando qui i romeni.Quanto ai Polacchi
    sono una disgrazia europea ( lo scrive anche Clausevitz nel suo " Della Guerra ").
    Casinisti e rompicoglioni etc. Del resto quando penso che ci siamo tirati dentro gli inglesi secolari nemici dell'Europa, fomentatori di guerra, inventori dei campi di streminio......etc.

 

 
Pagina 1 di 3 12 ... UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. Genocidio armeno: l'entità sionista sostiene il negazionismo turco
    Di Der Wehrwolf nel forum Etnonazionalismo
    Risposte: 11
    Ultimo Messaggio: 28-04-22, 14:38
  2. Risposte: 11
    Ultimo Messaggio: 16-06-20, 10:05
  3. Genocidio armeno: Israele sostiene il negazionismo turco
    Di Zefram_Cochrane nel forum Politica Estera
    Risposte: 87
    Ultimo Messaggio: 25-04-20, 23:58
  4. Genocidio Armeno
    Di Giov Europea nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 12-06-07, 11:00
  5. Genocidio Armeno
    Di Giov Europea nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 20-11-06, 23:39

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito