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    Predefinito E la protesta inizia a salire (Abruzzo)

    Non siamo spariti, non è certo l'estate che ci ferma. Anzi. Oggi vi proproniamo un articolo molto interessante (Fonte:Primadanoi). Leggetelo e vedete il video tratto da Youdem.tv. A voi la parola cari amici.
    L’AQUILA. Continuano le manifestazioni di protesta dei comitati spontanei preoccupati, nonostante le promesse e i proclami positivi del premier Berlusconi.Quello che fa paura è l’inverno e c’è una certezza che aleggia tra i componenti del comitato: le case in costruzione non saranno sufficienti a far ritornare a L’Aquila e nei proprio comuni di appartenenza tutti gli sfollati entro la fine dell’anno.Ieri pomeriggio una cinquantina di attivisti aquilani del comitato 3.32 si sono recati recata fuori ai cantieri di Cese di Preturo ad attendere l'arrivo del presidente del Consiglio. Il premier avrebbe dovuto fare tappa lì per l'apposizione delle bandiere tricolori sopra i tetti completati delle case in costruzione.«Siamo andati lì per smascherare l'inganno mediatico», hanno raccontato gli attivisti, «che vuole far credere agli italiani che a settembre tutti noi sfollati avremo un posto nelle c.a.s.e. In realtà come confermato dai dati della stessa protezione civile a settembre saranno disponibili solo 4.000 posti letto».«Visto che a settembre si è detto che si vuole smantellare le tendopoli e riportare qui i cittadini che vivono sulla costa, dove si pensa di mandarli?», si domandano oggi gli attivisti. «A questa domanda», raccontano, «non ha saputo rispondere neanche il presidente Chiodi in mattinata. Come suo solito invece, il presidente del Consiglio, ha evitato le contestazioni, e la bandiera l'ha portata a Bazzano, guardandosi bene dal metter piede a Cese di Preturo, seppure la contestazione come sempre era assolutamente pacifica ed ironica».A quel punto i contestatori si sono recati fuori al Dicomac, dove Berlusconi era atteso per una conferenza stampa.«Quando abbiamo cercato di aprire degli striscioni», raccontano i ragazzi, «fuori all'ingresso della caserma è arrivato un numero spropositato di agenti di polizia, in borghese e in assetto antisommossa, sostenendo che lì fuori vige il divieto di manifestazione. Dopo esser stati identificati uno ad uno, abbiamo ottenuto il consenso ad aprire gli striscioni. Tutto ciò fino al passaggio di Berlusconi e la sua troupe. A quel punto un agente in borghese ci ha strappato con violenza lo striscione (tenuto da alcune ragazze), dichiarando “qui decidiamo noi quello che si fa!”».Lo striscione diceva “dopo 4 mesi ancora nelle tende... è questo il vostro miracolo?”.«Ancora una volta», continuano gli attivisti, «si cerca di reprimere e celare il dissenso, trattando con violenza e mancanza di rispetto chi cerca di difendere il proprio territorio e i propri diritti, con dignità».

    Link: E la protesta inizia a salire


  2. #2
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    Predefinito Rif: E la protesta inizia a salire (Abruzzo)

    è vergognoso, impediscono agli sfollati illusi dal governo di manifestare



    Contestazioni dei Comitati presso la GdF di Coppito
    giovedì 30 luglio 2009
    in COMITATI CITTADINI
    Commenti: 5
    non valutato -


    L'Aquila, 30 Lug - Un gruppo di rappresentanti dei comitati nati spontaneamente dopo il terremoto sta manifestando fuori dalla caserma della Guardia di Finanza a Coppito contro il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in visita all’Aquila per la 19/a volta. Il gruppo di giovani, tra cui molti di colore, che hanno organizzato la contestazione a Cese di Preturo, dove il premier non è andato cambiando programma, ha esposto uno striscione nel quale si legge “Dopo quattro mesi ancora nelle tende: questo il vostro miracolo”. Dopo una serie di contatti con le forze dell’ordine, i rappresentanti dei Comitati spontanei nati dopo il terremoto, hanno deciso di continuare a protestare fuori la scuola sottufficiali della Guardia di Finanza a Coppito (L’Aquila).
    Il gruppo di giovani sta manifestando esponendo striscioni. “Le decisioni prese dall’alto - spiega Marco Sebastiani, del Comitato 332 - sono inadeguate. Bisogna parlare con la gente e programmare il futuro solo dopo aver ascoltate l’esigenze dei cittadini”. Sebastiani ha sottolineato che “ci pare assurdo che il presidente del Consiglio faccia solo incontri programmati ed eviti sistematicamente il confronto vero con chi non è d’accordo con lui”.
    “Siamo pacifici, lo abbiamo dimostrato più volte, non si capisce quindi il perché - ha concluso Sebastiani - il premier non possa parlare con noi”. I manifestanti hanno anche esposto un terzo striscione nel quale compare anche la scritta “Fuori gli sfruttatori, rete di soccorso popolare”. http://www.ilcapoluogo.com/e107_plug...?content.18286

  3. #3
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    Predefinito Rif: E la protesta inizia a salire (Abruzzo)

    Ecco perché all’Aquila non si ricostruisce
    Ecco perché all?Aquila non si ricostruisce - Europa

    Il Cavaliere di nuovo a Coppito, ma la ricostruzione è ancora in alto mare.
    Sale sul montacarichi e si fa portare sul tetto di una casa in costruzione dove scioglie il nastro che tiene chiusa una bandiera italiana. Il tricolore, una volta liberato, garrisce al vento, con accanto il volto sorridente del presidente del consiglio.
    Il palcoscenico è quello di Bazzano, una delle zone dove sorgeranno le tremila casette destinate ai terremotati aquilani. Attore protagonista, Silvio Berlusconi, che ieri è andato per un sopralluogo sui cantieri. Scena questa che è destinata a ripetersi spesso, visto che il premier ha fatto sapere che durante il mese di agosto almeno una volta a settimana si recherà in terra abruzzese per seguire i lavori.
    Ora, non è una novità il fatto che Berlusconi abbia puntato parecchie fiche politiche sulla gestione postterremoto.
    E di conseguenza sta mettendo in campo tutta la sua moral suasion nei confronti di Tremonti (che ha la cassa) e Bertolaso (che coordina il progetto) affinché i prefabbricati siano pronti il più presto possibile. I risultati del resto cominciano ad arrivare, visto che sui cantieri si lavora a ritmo serrato, fino a notte fonda, e probabilmente i tempi di consegna indicati, fra novembre e dicembre, saranno rispettati.
    Tuttavia l’ossessione, soprattutto mediatica, del premier per la costruzione delle casette cela un problema ben più grosso, che in autunno rischia di esplodere nelle mani del governo: la ricostruzione vera e propria dell’Aquila ancora non è partita e sconta ritardi importanti. Il primo segnale d’allarme l’ha lanciato un paio di giorni fa proprio Bertolaso, che si è chiesto come mai le domande per i contributi statali fossero ancora poche, due o tremila. Si tratta di quelle per accedere ai 10mila euro destinati a case che hanno pochi danni e che velocemente potrebbero essere di nuovo abitabili.
    Alla domanda ha risposto sconsolato il sindaco aquilano, Massimo Cialente, che ha spiegato come il governo e la protezione civile abbiano messo più di un paletto burocratico nelle procedure. In sostanza, sebbene l’ordinanza sia stata firmata il 25 maggio, tutti quei passaggi necessari per renderla operativa (come il tariffario e le linee guida) sono stati compiuti solo una settimana fa. Questo per le abitazioni danneggiate. Per quelle inagibili invece regna ancora l’incertezza, non è possibile presentare nessuna domanda. Il risultato è un centro storico aquilano paralizzato. Perché? Il problema principale è sempre lo stesso: i soldi. Cialente sostiene di aver ricevuto da pochi giorni solo 20 milioni a fronte dei 120 necessari. E mercoledì la maggioranza ha respinto l’emendamento al Dpef, presentato dai dem Lusi e Legnini, che intendeva mettere nel documento nero su bianco le cifre per l’Abruzzo per i prossimi quattro anni.
    Con la ricostruzione ancora in alto mare, allora per il governo diventa imprescindibile puntare sulle casette, che a regime daranno alloggi a 15mila persone. Ma cosa succederà agli altri 35mila sfollati meno fortunati? Il premier ieri ha annunciato che lo stato si farà carico di appartamenti sfitti e di villette per 11mila persone. Ne mancano però all’appello ancora 24mila. È qui che a Berlusconi viene in soccorso la sua proverbiale fantasia.
    Ad agosto verrà fatto un censimento fra gli aquilani, che potranno “scegliere” se andare nelle nuove casette, in uno degli appartamenti sfitti o in alternativa a casa di parenti o amici. In quest’ultimo caso, il governo darà un contributo mensile di 600 euro. Soldi che hanno tutta l’aria di essere il prezzo del silenzio per quello che si prospetta essere una ricostruzione lunga, complicata e senza fondi. Non a caso il premier ha trovato ad attenderlo a Coppito i comitati in piena contestazione.
    Gianni Del Vecchio

  4. #4
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    Predefinito Rif: E la protesta inizia a salire (Abruzzo)

    Terremoto, Berlusconi contestato:
    «Entro dicembre un tetto per 30mila»
    Terremoto, Berlusconi contestato: «Entro dicembre un tetto per 30mila» - Il Gazzettino
    «Stiamo compiendo - ha detto il premier - un'operazione
    unica al mondo. Un censimento per assegnare gli alloggi»
    [Aumenta la dimensione del testo] [Diminuisci la dimensione del testo] invia stampa
    Cantieri in Abruzzo
    L'AQUILA (30 luglio) - Un gruppo di rappresentanti dei comitati nati spontaneamente dopo il terremoto ha contestato fuori dalla caserma della Guardia di Finanza a Coppito il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in visita all'Aquila per la 19/a volta. Il gruppo di giovani, tra cui molti di colore, che hanno organizzato la contestazione a Cese di Preturo, dove il premier non è andato cambiando programma, ha esposto uno striscione nel quale si legge «Dopo quattro mesi ancora nelle tende: questo il vostro miracolo». «Le decisioni prese dall'alto - spiega Marco Sebastiani, del Comitato 332 - sono inadeguate. Bisogna parlare con la gente e programmare il futuro solo dopo aver ascoltate l'esigenze dei cittadini. Siamo pacifici, lo abbiamo dimostrato più volte, non si capisce quindi il perché - ha concluso Sebastiani - il premier non possa parlare con noi». I manifestanti hanno anche esposto un terzo striscione nel quale compare anche la scritta «Fuori gli sfruttatori, rete di soccorso popolare».

    Il premier capocantiere. Nel corso del suo sopralluogo Berlusconi ha visitato due costruzioni liberando due bandiere sui tetti delle palazzine: una della protezione civile, l'altra italiana. Il premier ha indossato i panni del capocantiere e si è divertito a scoprire il funzionamento di un montacarichi idraulico nel cantiere di Bazzano, frazione alle porte dell'Aquila. Finita la visita ha fatto il punto della situazione: «Entro il 30 novembre, e se ci sarà ritardo, speriamo di no, entro il 30 dicembre, 30mila persone colpite dal terremoto avranno un tetto. Si tratta di una operazione mai accaduta al mondo dopo l'uragano Katrina ci sono ancora le baraccopoli, dopo i terremoti in Cina le persone non sono state ancora sistemate. È una cosa straordinaria ho visitato le case e sono molto accoglienti». La gente da sistemare è tanta: «Abbiamo un numero impressionante di persone a cui dare un tetto» ha detto il premier commentando i dati.Sono 19.632 le persone che sono negli alberghi della costa, 9.636 quelle nelle case private. «Nelle 140 aree di ricovero - ha spiegato Berlusconi - ci sono 4.852 tende che ospitano complessivamente 20.348 persone». Il premier ha anche reso noto che sono già stati attivati 11 cantieri sui 19 previsti. Per «assegnare gli alloggi in costruzione» si farà un «censimento». Berlusconi ha sottolineato che «le schede» per il censimento sono «pronte e stampate» e «ciascuna famiglia» potrà fornire dettagli sul nucleo familiare e dare le proprie preferenze sul tipo di alloggio.

    Reperti all'esame della Procura. Giornata in laboratorio, per l'esame dei reperti sequestrati nelle case crollate, per i consulenti nominati dalla Procura della Repubblica dell'Aquila nell'ambito dell'inchiesta sul sisma che il 6 aprile ha colpito il capoluogo abruzzese. Il pool di consulenti sta lavorando nei luoghi segreti o comunque molto controllati dove sono stati riposti i materiali prelevati subito dopo il terremoto. Si tratta di reperti ritenuti importanti per spiegare se i crolli siano stati determinati dalla violenza del sisma oppure dal mancato rispetto delle norme sulla costruzione delle case. In particolare, i consulenti sono concentrati sull'esame dei reperti relativi alla Casa dello studente. Secondo fonti della Procura, oggi i consulenti esamineranno anche il materiale relativo agli altri casi più eclatanti legati ai crolli, come quello del palazzo in via XX Settembre 79, dove le vittime sono state nove.

    Chiodi: sì alla requisizione di case. «Anche io sono per la requisizione delle case sfitte, ma bisogna fare i conti con problemi oggettivi». Lo ha detto il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, rispondendo alla domanda sulla possibilità di avere alloggi per settembre rivoltagli dagli esponenti di alcuni comitati di cittadini, riuniti davanti alla sede dell'Emiciclo in occasione della seduta del Consiglio all'Aquila. «Avevamo negoziato con l'Ance la disponibilità per l'affitto di 3.000 appartamenti - ha spiegato Chiodi -, ma poi il processo si è arrestato: i prezzi sono saliti e le imprese hanno preferito mettere in vendita quegli stessi edifici. Stiamo ora puntando su un Fondo immobiliare con cui si potrà ovviare anche al problema del rimborso alla Cassa di risparmio».

    Fiom Cgil: 12mila fuori dal progetto Case. Gli alloggi del progetto C.A.S.E. previsti nei siti individuati sul territorio aquilano sono oggettivamente insufficienti: si stima che rimarranno esclusi dalle graduatorie di assegnazione circa 12 mila persone. A sostenerlo è la Fiom-Cgil provinciale dell'Aquila. «Numeri che fanno rabbrividire - si legge in una nota - dopo che gli sfollati sono stati illusi a suon di annunci in favore di telecamera privi di riscontro sulle carte ufficiali, le uniche che contano. È a causa di questi numeri, esigui per un verso ed esorbitanti dall'altro, che nascono la necessità e il compito meschino di stilare dei criteri di assegnazione per individuare, fra i 60 mila sfollati aquilani, coloro che hanno più diritto di altri di avere assegnato un alloggio». Secondo il sindacato «uno dei criteri proposti da alcuni consiglieri comunali, definisce lo stato di aquilanità di ciascun cittadino in base all'anzianità della residenza nel Comune». Più precisamente, secondo questo criterio, la priorità nell'assegnazione di un alloggio andrebbe al terremotato che è residente nel Comune dell'Aquila da almeno dieci o 15 anni, a discapito di chi lo è da minor tempo. «Sebbene ciò possa sembrare corretto in prima istanza, una riflessione più profonda porta presto a scoprire che in tal modo sono penalizzati coloro che più di recente hanno scelto di risiedere nel Comune dell'Aquila, che, per la maggior parte, sono lavoratori giovani, e con figli che frequentano le scuole aquilane».

  5. #5
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    Predefinito Rif: E la protesta inizia a salire (Abruzzo)

    "Lo striscione diceva “dopo 4 mesi ancora nelle tende... è questo il vostro miracolo?”

    Invitiamo i sé dicenti "attivisti" ad esporre i loro striscioni in Irpinia dove, nel 2000 a distanza di VENTI ANNI, la situazione era questa:

    http://www.repubblica.it/speciale/irpinia/irpi.html

    I comuni effettivamente colpiti erano relativamente pochi: qualche decina i disastrati, un centinaio i danneggiati in modo più o meno grave.

    Nel maggio dell'81 però un decreto dell'allora presidente del Consiglio Arnaldo Forlani classifica "gravemente danneggiati" (con un grado di distruzione dal 5 al 50 per cento del patrimonio edilizio) oltre 280 comuni: viene ricompresa tutta la provincia di Avellino, Napoli e la popolosissima area metropolitana, 55 comuni del salernitano, 34 del potentino.

    Risultano "gravemente danneggiati" anche 50 paesi in provincia di Benevento, 8 in provincia di Caserta, 9 in provincia di Matera. Sei mesi dopo, il disastro viene ulteriormente allargato sulla carta: altri 312 comuni sono considerati "danneggiati", 14 dei quali in Puglia, in provincia di Foggia.

    L'area colpita dal sisma muta ancora una volta: la punta più avanzata a nord diviene Teano, ai confini con il Lazio, la linea si chiude a sud con Sapri, sul golfo di Policastro, e a est con Ferrandina, nella piana che finisce sullo Jonio. Entrare o meno nella lista significa soprattutto essere o no destinatari di sontuosi contributi statali. Due intere regioni, la Campania e la Basilicata, e un pezzetto di una terza, la Puglia, risultano "terremotate":

    in totale i comuni ammessi alle provvidenze sono 687.
    Buffoni.
    Se hai la necessità di scegliere tra un uomo e un Kobra,
    preferisci chi striscia.
    E se ti serve un amico, trovati un cane.

  6. #6
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    Predefinito Rif: E la protesta inizia a salire (Abruzzo)

    MODELLO IRPINIA - Ecco il modello che è stato seguito per l’Irpinia.

    Per la ricostruzione delle aree della Campania e della Basilicata colpite dal terremoto del 23 novembre 1980, che provocò – secondo dati contenuti in atti parlamentari – 2.570 morti, 8.848 feriti e circa 300mila senzatetto, distribuiti in 687 comuni si è proceduto a tappe.

    In un primo tempo – con poteri straordinari affidati al commissario Giuseppe Zamberletti – furono approntate tendopoli e roulottopoli, si passò poi alla fase dei containers e, quindi, a quella dei prefabbricati.

    Solo successivamente si passò alla ricostruzione vera e propria del
    patrimonio abitativo. Nei giorni immediatamente successivi al sisma furono messi a disposizione dei terremotati alcune migliaia di tende da campo e fu fatto affluire da tutta Italia un consistente numero di roulottes per la primissima emergenza. Una settimana dopo l’evento sismico, l’Esercito approntò i campi container, gli ultimi smantellati appena qualche anno fa.

    Furono installati circa 11mila container e poi realizzati oltre 26mila prefabbricati che, ancora oggi, accolgono qualche famiglia.

    Con il passare dei mesi cominciò l’insediamento, nei pressi dei centri abitati andati distrutti, di prefabbricati leggeri nei quali trovò sistemazione la maggior parte dei senzatetto.

    Nel novembre del 1981ad un anno dal sismail Parlamento approvò la legge 219, con ampia delega agli enti locali, che prevedeva ingenti finanziamenti destinati non solo alla ricostruzione, ma anche allo sviluppo delle aree terremotate.

    Lo Stato ha complessivamente impiegato per lo sviluppo e la ricostruzione delle aree colpite dal sisma del 1980 circa 50mila miliardi di lire.

    Una valanga di quattrini, molti dei quali non sono certo serviti alla causa della Ricostruzione. Con quella cifra oggi l’Irpinia dovrebbe essere ipermoderna come Shangai.
    TERREMOTO ABRUZZO. RICOSTRUZIONE : QUESTO FU IL MODELLO IRPINIA www.irpinianelmondo.it



    RI - BUFFONI.
    Se hai la necessità di scegliere tra un uomo e un Kobra,
    preferisci chi striscia.
    E se ti serve un amico, trovati un cane.

  7. #7
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    Predefinito Rif: E la protesta inizia a salire (Abruzzo)

    Modello Belice ! A lavorare, ingrati !

  8. #8
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    Predefinito Rif: E la protesta inizia a salire (Abruzzo)

    Darei le case solo agli elettori di Cdx. Problema risolto.
    Se fossi intelligente capirei che i comunisti sono brave persone... Per fortuna sono una testa di cazzo e me ne vanto!

  9. #9
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    Predefinito Rif: E la protesta inizia a salire (Abruzzo)

    Agli abruzzesi non è la prima volta che qualcuno promette e non mantiene:



    ci avranno fatto il callo?

    Ocio che se protestate troppo arrivano manganellate anche per voi, come solito di questi tempi.

  10. #10
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    Predefinito Rif: E la protesta inizia a salire (Abruzzo)

    Citazione Originariamente Scritto da Malik Visualizza Messaggio
    Darei le case solo agli elettori di Cdx. Problema risolto.
    Basta mantenere le promesse fatte, o non fare promesse a tutti!

    Che triste questo tuo post.

 

 
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