Vacilla il posto del cardinale de Aviz: a metterlo in difficoltà le suore Usa - Affaritaliani.it

Si è insediato da poco più di un anno (è stato nominato il 4 gennaio 2011), ma sulla sua permanenza in Curia cominciano ad esserci alcune perplessità. Certo è che sta affrontando un difficile argomento: ricondurre alla ragione (e all’ortodossia) le fin troppo progressiste suore della Leadership Conference of Women Religious, l’organizzazione che rappresenta l’80% delle 57.000 suore americane. E lui, il cardinale brasiliano Joao Braz de Aviz, classe 1947, dovrà ballare e non poco la samba tra le suore irriducibili e i malumori della Curia che avrebbero voluto da lui un intervento più marcato. Secondo i rumors raccolti da Affaritaliani Oltretevere, infatti, la “ribellione” delle religiose yankee potrebbe arrivare anche a spingere il Papa a scegliere un nuovo prefetto della la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Bocche cucite, per il momento, sul nome di un possibile successore: anche se c’è chi scherza dicendo: “Purché non sia un Legionario di Cristo”.
NON UN LEGIONARIO- Il riferimento ironico è al predecessore di Braz, l cardinale Franc Rodé che nel lontano luglio 2007, nel corso di un’omelia rivolta ai Legionari, lodò il loro fondatore padre Marcial Maciel, poi riconosciuto come pedofilo, tossicomane e padre di figli avuti da donne diverse e morto nel 2008. Il cardinal Rodé è stato un buon amico di Maciel, e già nel 2009 aveva cominciato a interessarsi alla LCWR, fino a quando la Congregazione per la Dottrina della Fede (nel frattempo chiamata a occuparsi dell’associazione sotto il profilo dottrinale), chiamata a intervenire, le accusò di essere lontane dalla dottrina della Chiesa su contraccezione, matrimoni omosessuali e le rimproverò di aver mostrato un certo lassismo verso l’aborto, sia pure apprezzando la grande attenzione verso i poveri.
LE SUORE RIBELLI- Quest’estate, dal 7 al 10 agosto, l’LCWR si è riunita (900 le delegate) a Saint Louis, nel Missouri, ed al termine della tre giorni hanno emesso una nota di risposta alla CDF: un testo nel quale si afferma la volontà di “aiutare a comporre le differenze che esistono tra la Chiesa Cattolica e creare spazi per un dialogo franco e onesto sulle questioni morali ed etiche più pressanti che riguardano la comunità globale”. Al termine della tre giorni le partecipanti, scrive la nota, hanno: “Riconosciuto che questo è un momento di sfide importanti per la Chiesa e il ruolo ufficiale della LCWR che rappresenta le religiose americane”, per cui “Hanno espresso l’auspicio di mantenere il ruolo dell’LCWR come rappresentante delle religiose americane nella Chiesa Cattolica. Mentre esprimono il forte disappunto per il report CDF, le delegate hanno proclamato la loro intenzione di utilizzare quest’opportunità per spiegare ai leader della Chiesa la missione, i valori e i principi dell’LCWR”.
L’INCONTRO CON L’IVIATO DELLA CDF- Non è tutto: “Le delegate hanno incaricato i rappresentanti LCWR ad avviare un dialogo con l’Arcivescovo Peter Sartain, delegato apostolico nominato dalla CDF per supervisionare l’LCWR. Si aspettano che un dialogo onesto e aperto porterà non solo ad aumentare la comprensione tra la Gerarchia e le suore, ma anche a creare maggiori possibilità per il laicato e, particolarmente per le donne, perché abbiano una voce nella Chiesa”. L’incontro con monsignor Sartain, tenutosi il 13 agosto, è stato interlocutorio ma le suore hanno espresso soddisfazione per il clima nel quale “sono state capaci di esprimere le loro preoccupazioni e sensazioni sul report CDF con grande apertura e onestà, e che monsignor Sartain ha ascoltato attentamente”. Un nuovo incontro è previsto per quest’autunno. Ma il mandato che la delegazione inviata a Sartain aveva ricevuto a Saint Louis, era stato chiaro: esprimere chiaramente il punto di vista LCWR, ossia che la vita consacrata, come viene vissuta dalle iscritte all’associazione americana, è “un’autentica espressione della vita consacrata e non dev’essere compromessa”. Una bella gatta da pelare.