Milano - Tafferugli davanti al portone di palazzo Marino sede del Comune di Milano. Per tre volte forze dell'ordine e militanti e simpatizzanti del centro sociale Zam sgomberato oggi sono arrivati a contatto.
Gli antagonisti sono infatti arrivati in piazza della Scala in corteo. Circa 200 persone e si sono avvicinate minacciosamente all'ingresso del municipio presidiato e difeso da un nutrito cordone di agenti in tenuta anti sommossa.
I ragazzi hanno tentato 3 volte di sfondare il cordone, annunciando l'intenzione di «voler entrare per fare un'assemblea», venendo tutte e tre le volte respinti. Gli appartenenti al centro sociale Zam, sgomberato questa mattina dalla polizia a Milano, avevano promesso di manifestare davanti a Palazzo Marino. Subito dopo l'allontanamento da parte delle forze dell'ordine, i contestatori sono partiti questo pomeriggio da Porta Genova e hanno sfilato in corteo fino ad arrivare in piazza della Scala. Durante il tragitto non ci sono stati incidenti e la polizia riferisce soltanto dell'accensione di un paio di fumogeni. L'obiettivo dei manifestanti, come annunciato dai giovani dello Zam in via Olgiati, è quello di parlare col sindaco Giuliano Pisapia, che «ci deve spiegare cosa è successo oggi con l'ennesimo sgombero dopo che in campagna elettorale aveva fatto ben altre promesse».
Dopo gli iniziali momenti di tensione, culminati in alcuni tafferugli tra antagonisti e agenti delle forze dell'ordine, la situazione davanti a Palazzo Marino sede del comune di Milano, sembra tornata tranquilla. Il gruppo di ragazzi, arrivati in corteo per protestare contro lo sgombero oggi del centro sociale Zam, rimangono a distanza dal portone di ingresso del Municipio presidiato da un nutrito numero di agenti.
Incidenti anche in mattinata. Momenti di tensione anche durante lo sgombero del centro sociale autogestito, in via Olgiati. Questa mattina la polizia si è presentata con cinque camionette e agenti in tenuta antisommossa davanti all'ingresso del palazzo che ospita il centro sociale e che fino a 10 anni fa era sede di un'azienda di affettatrici. Per rallentare le operazioni delle forze dell'ordine è stata creata una sorta di barricata in strada composta da masserizie e suppellettili ai quali è stato dato fuoco. Le fiamme hanno reso necessario l'intervento dei vigili del fuoco, mentre gli agenti hanno sollevato di peso alcuni membri del collettivo che si sono sdraiati sull'asfalto per impedire lo sgombero.
Non c'è stato alcuno scontro fisico con gli uomini in divisa, che comunque sono stati oggetto di un lancio di oggetti da dietro la barriera. Una volta abbattuta la palizzata con una ruspa, la polizia è entrata nello stabile. Due occupanti sono saliti sul tetto dello Zam e hanno esposto uno striscione con la frase «Stay Zam, i sogni continuano», uno dei motti della comunità. La situazione era tornata alla normalità attorno alle 13, quando i due ragazzi sono scesi dal tetto e la struttura è stata definitivamente liberata, permettendo agli agenti di mettere in sicurezza lo stabile.
«È inaccettabile qualsiasi prepotenza e violenza». Così il sindaco di Milano, Giuliano Piasapia, risponde ai tafferugli avvenuti all'esterno di Palazzo Marino tra i giovani del centro sociale Zam e le forze dell'ordine. «La giunta di Milano -sottolinea il sindaco- ha sempre dimostrato la sua volontà di dialogare con tutti e di favorire la risoluzione dei problemi nell'ambito della legalità». «Per questo -sottolinea Piasapia- è inaccettabile qualsiasi prepotenza e violenza davanti alla sede del Comune, la casa di tutti i milanesi. Oltretutto -spiega il sindaco- proprio in quel momento dentro il Comune si stava svolgendo un incontro sul tema dell'acqua come bene comune, a dimostrazione dell'impegno di Milano su temi fondamentali per una equa distribuzione delle risorse e per la buona politica».