Originariamente Scritto da
Giò91
Destra sionista e fascismo.
Il Revisionismo ebraico e il nazionalsocialismo
Ho già trattato dei rapporti tra Jabotinsky e il fascismo italiano e il nazismo tedesco (cfr. Per padre il diavolo. Un’introduzione al problema ebraico secondo la Tradizione cattolica, Milano, SEB, 2002, paagg. 313-346; e Sionismo e fondamentalismo, Controcorrente, Napoli, 2000, pagg. 113-123), ora che è uscito un interesante libro (Paolo Di Motoli, La destra sionista. Biografia di Vladimir Jabotinsky, Publishing, Milano, 2001), voglio porgere al lettore il succo di tale opera, che getta ancor più luce su un fenomeno poco conosciuto o volutamente misconosciuto.
“La matrice di destra del sionismo viene spesso ignorata... Bisogna però sottolineare che il movimento Herut, vittorioso nelle elezioni del 1977, si considera come la prosecuzione dell’Alleanza dei Sionisti Revisionisti fondata da Jabotinsky nell’aprile del 1925. Il programma di questo partito chiedeva la ‘revisione’ della polìtica sionista per un ritorno alla matrice herzliana del sionismo. Il primo gruppo di ferventi nazionalisti ebrei fu il movimento giovanile Betàr, fondato a Riga nel 1923... Questo movimento aveva certamente delle affinità con altri gruppi di nazionalisti europei: aveva uno spirito di corpo e un forte senso della disciplina...
È assai difficile studiando Jabotinsky trovare un aggettivo che da solo sia in grado di classificarlo: a volte si difendeva dalle accuse di fascismo definendosi liberale [alla maniera di Keynes, il quale ammetteva un intervento dello Stato nella cosa pubblica e nell’economia, più di Mises, di von Hayek e di Friedman, che vogliono il minimo di intervento statale], altre volte però si diceva un nazionalista ispirato da Garibaldi... Alcuni simpatizzanti sionisti lo ritengono un mazziniano di destra... Certamente molti scritti di Jabotinsky sulla razza, sul militarismo... possono farlo etichettare come leader parafascista” (13).
Il Di Motoli rileva che il padre di Biby Netanyau, Ben Zion, militava nel movimento, assai radicale e violento, Brit Ha’birionim (i briganti); “la parola fascismo non era assolutamente sgradita a questo gruppo di persone, ostìli alla democrazia... Ahimeìr [il fondatore del gruppo, nda] era un grande ammiratore di Mussolini” (14). Jabo era affascinato da Cavour, Garibaldi e Mazzini, da Mickiewicz e da Nietzsche.
Come Mazzini che diceva “noi faremo l’Italia anche alleandoci con il diavolo” (e così fu), Jabo era disposto ad allearsi con il demonio, che per lui era rappresentato dal peggior antisemita, per fondare lo Stato d’Israele. E questo princìpio lo portò a collaborare tatticamente con la Germania nazista, non per edificarla, ma per erigere lo Stato israeliano.
“L’omicidio polìtico era a suo giudizio un atto positivo, uccidere in nome di obiettivi pùbblici era lècito” (15).
Per quanto riguarda Avraham Stern, Di Motoli dice che: “mentre il movimento sionista decise di sostenere gli inglesi contro il nemico più feroce degli ebrei, cioè il nazismo, Stern pensava che gli sforzi dovessero dirigersi contro la potenza imperialista inglese. Il suo scopo era di liberare la terra d’Israele dai dominatori... I terroristi del gruppo Stern [o meglio Gang Stern] erano... i nuovi zeloti che uccidevano sia i romani che gli ebrei moderati [come è avvenuto con Ràbin, ucciso da un estremista di destra o uno zelota ebreo]. (...) In nome della guerra contro la pèrfida Albione pensava di allearsi con l’Italia fascista per instaurare uno stato corporativo e concedere ai fascisti una base militare ad Haifa. Molto più sconcertante fu il contatto preso da un militante del gruppo Stern... con due uomini del III Reich... risulta dai discorsi dei dirigenti dello Stato nazionalsocialista che una soluzione radicale [definitiva]della questione ebraica ìmplica una espulsione delle masse ebraiche dall’Europa... [una soluzione finale geografica e non fisica, ossia definitiva], ma non è realizzabile se non tràmite il trasferimento di queste masse in Palestina, in uno Stato ebraico... L’Organizzazione Militare Nazionale (NMO), conoscendo la posizione benèvola del governo del Reich verso l’attività sionista all’interno della Germania e i piani sionisti riguardanti l’emigrazione, stima che:
1) potrebbero esistere degli interessi comuni tra l’instaurazione in Europa di un ordine nuovo secondo la concezione tedesca e le reali aspirazioni del popolo ebraico...
2) Sarebbe possibile la cooperazione tra la nuova Germania e una rinnovata nazione ebraica,
3) la fondazione dello Stato ebraico su una base nazionale e totalitaria, legato con un trattato al Reich tedesco...
A condizione che siano riconosciute, dal governo tedesco, le aspirazioni nazionali del Movimento per la libertà d’Israele, l’Organizzazione Militare Nazionale (NMO) offre la sua partecipazione alla guerra a fianco della Germania’. (...)
Stern tendeva a sminuire i drammi vissuti dagli ebrei del ghetto, dicendo che non tutti morivano di stenti e il vivere tra ebrei senza gentili era un fattore positivo... ” (16).
I concetti di Nazione, Sangue, Razza, Nazionalismo anti- arabo, erano i pilastri della filosofia politica di Jabo (17), che si fondava su un rigido militarismo e un culto quasi liturgico delle parate e cerimonie militari (18).
Jean Claude Valla spiega che gli ebrei tedeschi dal 1930 sino al 1941, scesero tatticamente a patti col III Reich per fondare lo Stato d’Israele. Il 7 agosto del 1933 l’Agenzia ebraica e l’Organizzazione Sionista Mondiale si riunirono al Ministero dell’economia tedesco e firmarono con alti dignitari del Reich un patto di trasferimento dei beni degli ebrei tedeschi in Palestina che avrebbe garantito il loro espatrio e la fondazione di Israele. Ciò significa che Hitler desiderava una soluzione finale geografica pacifica e non fisica del problema ebraico in Germania. David Ben Gurion nel 1933 si augurava la vittoria di Hitler per poter aumentare il flusso d’immigrazione ebraica in Palestina, dato l’antisemismo hitleriano che desiderava espellere dalla Germania, possibilmente colle buone, gli ebrei. Tuttavia la Germania non voleva che si costituisse in Palestina uno Stato ebraico troppo forte, inoltre il III Reich a partire dal 1939, con l’inizio della seconda guerra mondiale, continuò la sua opera di emigrazione degli ebrei tedeschi ma di maniera“organizzata e forzata” (19). Da parte sionista Stern sino al 1941 mantenne dei contatti con il Reich, ma oramai la Wehrmarcht aveva intenzione di “assicurarsi il concorso degli Arabi nella lotta contro la Gran Bretagna” (20). Se poi nel 1944 Begin decretò la fine della tregua con l’Inghilterra, lo fece soprattutto in vista della libertà d’azione dei sionisti in Palestina e non per amicizia verso la Germania (21) che oramai era perdente e non interessava più ai sionisti i quali si erano uniti al Reich solo tatticamente e strumentalmente (e viceversa) per lasciare la Germania (desiderio principale del Reich) ed entrare in Palestina (desiderio primario dei sionisti).
Come si vede lo spirito risorgimental-fascista aveva impregnato di sè anche la destra sionista, che ora governa con Sharon in Israele, il quale è alleato - politicamente parlando - della destra italiana. I pensatori ai quali si rifà il nazionalismo di destra ebraico sono gli stessi che hanno ispirato i movimenti nazionalisti di destra in Europa e specialmente in Italia.
Il culto dello Stato, della Razza, del “Sangue e del Suolo” sono presenti in tutti i movimenti che mettono Cèsare o Israele al di sopra di Dio. Jabotinsky ne è la prova del nove (22).
da:
ISRAELE e MSI
-----------------------------
Questa vuole essere una discussione seria, non il solito cumulo di cazzate, perciò si astengano i cazzari.