Diplomazie politiche al lavoro in vista del ballottaggio che tra meno di due settimane deciderà il nuovo sindaco di Roma. Si dovrà decidere tassativamente entro domenica 2 alle 14 per annunciare possibili apparentamenti ufficiali e consentire la stampa delle schede elettorali corrette. L'obiettivo degli staff di Gianni Alemanno e Ignazio Marino è Alfio Marchini, l'ingegnere che con il suo 9,48% potrebbe esser determinante per le sorti del secondo turno elettorale. Ma le prime parole di Alfio Marchini sono state una doccia fredda per il sindaco uscente: "Ho promesso discontinuità ai miei elettori, Alemanno è stato deludente". Marchini ha aggiunto di battersi per una grande manutenzione della città. E a tutto tondo: fra gli obiettivi prioritati ha indicato la cultura, la promozione del turimo nel mondo, la lotta senza quartiere all'abusivismo, dai cartelloni pubblicitari alle bancarelle al trasporto pubblico. Ha poi parlato dello sviluppo dello sport, puntando su scuole e parrocche per farle diventare centri di eccellenza.

Ora, se Marchini scegliesse di apparentarsi ufficialmente con Marino e quest'ultimo vincesse, la coalizione del futuro sindaco dovrebbe fare posto tra i suoi scranni agli "eletti" dell'imprenditore che sarebbero 4, Marchini incluso: rispetto all'ipotesi di una vittoria "in solitaria" del chirurgo, dunque, il Pd perderebbe 2 seggi (passando da 19 a 17), la lista Marino ne perderebbe 1 (passando da 5 a 4), il Centro Democratico resterebbe senza il suo unico posto in aula e Sel invece manterrebbe i suoi 4 seggi. E invece, nell'ipotesi infatti che Marino vinca da solo, senza l'apparentamento ufficiale dell'imprenditore, la lista Marchini avrebbe un consigliere in meno, dunque 3 eletti. Se invece Marchini facesse un'improvvisa giravolta e si apparentasse con Alemanno e quest'ultimo vincesse, la futura coalizione di maggioranza dell'attuale sindaco dovrebbe "cedere" 6 seggi agli "eletti" di Marchini, ipotesi ghiotta per l'imprenditore, ma, al momento esclusa.

Ballottaggio, la scelta di Marchini "Alemanno deludente, ora discontinuità" - Roma - Repubblica.it