TOPONIMI CELTICI DELLA CISALPINA.

Adrara -- Dréra (Sebino): dalla tribù celtica degli Atrebates.
Albino -- 'Lbì (Val Seriana): da alb-, "altura".
Almenno -- 'Lmèn (Valle Imagna): già Lemine, da lemmen, "bosco di olmi".
Ambivere -- Ambìer (Val San Martino): dalla tribù dei Galli Ambivareti.
Antegnate -- Antegnàt (Bassa): dal gentilizio latino Antinianus + suffisso -ate.

Arcene -- Àrsen (Media Pianura): dalla voce gallo-romana arx, "rocca".
Ardesio -- Ardés (Val Seriana): da una radice celtica col significato di "cupo, scuro".

Arzago -- Arsàgh (Gera d'Adda): da artius, "orso" + suffisso -aco.
Aviatico -- Aviàdech (Val Brembana): dalla radice av- che indica vicinanza a corsi d'acqua + suffisso -ico.

Azzano -- Sà (Contado): dal nome gallo-romano Attius.

Masciago-- (Bovisio-Masciago, Mb; Va). Prediali in -ācum dal NP lat. Maccius (C. Marcato), oppure dal NP celt. *Mascios, Mascius (P. Anreiter e U. Roider).
In Delamarre (2007) non è però riportato alcun NP gall. *Mascios o Mascius[1]. [III]
Milano-- Dal lat. Mediolanum (e Mediolanium, non continuato) < gall. Mediolanon (e Mediolanion). Attestato, in un’iscrizione della fine II-inizi I secolo a.C.,
l'ablativo Meśiolano [Piana Agostinetti. 1) Da medio- ‘medio, centrale’ + *-lānon (da cfr. con lat. plānum ‘piatto’), ʿcentro della pianaʾ (o ʿpiana di mezzoʾ);
è l'etimo meno valido poiché delle circa sessanta località attestate con lo stesso nome soprattutto nell'Europa occidentale, alcune sorgono su alture o

in luoghi decentrati. 2) Oppure da medio- + -lānon (cfr. a.irl. lán, cimr. llawn, br. leun ‘pieno’, tutti dal celt. *lāno- < ie. *pl̥no-), ʿcentro sacro,
centro di perfezioneʾ; è da ritenersi sinonimo di Medionemeton ‘santuario centrale’, nome di una località presso il Vallo di Antonino,
registrato nella Cosmografia ravennate.
Olonium-- (Gera Lario, Co). Se antico, forse dal gall. ollo- ʿgrandeʾ (cfr. Ugliacco e Olona). Se invece attestato solo dal Medioevo, come da Ausuciates s’è
ricostruito *Ausucium (cfr. Ossuccio), dall’etnonimo Aneuniates (il nome dei vicani, inciso sull’architrave di un tempietto dedicato a Giove Ottimo Massimo,
rinvenuta nel 1907 a Gera) si potrebbe risalire al nome del vicus: un gall. latz. *Aneunium (diventato *Anonium > *Alonium?[2]). *Aneunio- può darsi derivi
dal gall. *aneuno- ʿispiratoʾ (?), da *anauno- < *anəmno- < ie. *anə- ʿispirare, respirareʾ + suff. participiale -mno-; cfr. NP gall. Aneuno, Aneunicno e a.cimr.

anant ʿpoetiʾ (X. Delamarre).
Bagnatica --(bg) Bagnàdega (Contado): dal latino balnearia in riferimento alle antiche paludi circostanti + -ica.

Barbata --(bg) Barbada (Bassa): da tarba, "capitozzo".
Bariano --(bg) Barià (Media Pianura): l'antica Barra, "capanna".
Barzana --(bg) Barzana (Isola): da barga, "capanna".
Bedulita --(bg) Bedoléta (Valle Imagna): dal fitonimo celtico betulla.
Berbenno --(bg) Berbèn (Valle Imagna): da berg, "monte" e benna, "sommità".
Ossuccio-- (Co). Dial. ušǜč. Probabilmente da *Ausucium, cui corrisponde l’etnonimo Ausuciates documentato in un’iscrizione latina reperta in zona: Matronis et
Geniis Ausuciatium. Forse dal celt. *aus- ʿorecchioʾ+ suff. -uc-io- (ʿdalle grandi orecchieʾ?). O da *aus- ʿorecchioʾ, seguito dalla base *uci-, *uce-, *uc-
(ʿaguzzo, appuntitoʾ?) che si rileva nel teonimo Ucuetis e in Ucetia, NP e toponimo (X. Delamarre, P.-Y. Lambert).
Oulx-- (To). In occitano: Ors. Dall’ablativo plurale *Ulcis < NP gall. *Ulkos (attestato Ulcagnus), o piuttosto Uolcos, Uolcius < uolcos ʿfalcoʾ; oppure Ulicus
(< *u̯el- / u̯lei- ʿscegliereʾ). Attestazioni: Ulces (880), Ultes (IX sec.), de Ulcis (1050), in loco et fundo Ulce (1167), loco ubi dicitur Ulcium (1083).
Sàntena-- (To). Dal nome del rio Santina, oggi chiamato Banna. Da accostare all’etnonimo gall. Santones (D. Olivieri). Attestazioni: Santena (dal 1176), Santana (1182).
Senago-- (Mi). Dal NP di origine celtica Sen(n)us (o da Accenna) + il suff. prediale -ācus (G. D. Serra, D. Olivieri). Senus e Sennus, assieme a Senos, Senna, Sennius,
Senacus, Sennacius ecc., derivano dal gall. (e pan-celtico) *seno- ʿvecchio, anticoʾ. Attestazioni: Senacum, de Senaci (877), de Senago (1178), de Sennago (1181),
de Senago (1191), el locho da Senago (1346).
Seniga-- (Bs). Dal NP lat. Sennus o Accenna + il suff. aggettivale -īcus , -īca. (D. Olivieri). Cfr. però Senago
Soriso-- (No). Attestato Surixius dal 1180. Da Suricius (o Soricius secondo D. Olivieri) < NP lat. Suricus o Surius (A. Rossebastiano). Surius (non tanto Suricus)
potrebbe essere di origine celtica: cfr. Soriasco.
Sozzago-- (No). Dall’antroponimo romano Saecius o Satius seguito dal suff. prediale -acum (A. Rossebastiano). Non si può escludere una derivazione da NP gallico:
Satius [con Satia, Satio, Satinus e altri, forse da *sati- ʿsufficienza, ricchezzaʾ? (ʿtruppaʾ?); cfr. l’a.irl. sáith ʿsazietà, sufficienzaʾ, saith ʿricchezzaʾ,
saithe ʿsciame, truppa, gran numeroʾ], Seccius (con Secca, Seccus, Secco, Seccionius, da secco-, secca ʿ?ʾ) oppure *Secius [gall. Secios, da *seco-
(= sego- ʿforza, vigore; vittoriaʾ?)]. Attestazioni: Saciacum, Sazagum (840), Seciagum (1226).
Berzo --(bg) Bèrs (Val Cavallina): dal vocabolo gallo-romano bersium, "siepe" oppure dal celto-germanico berg, "monte".

Blello --(bg) Blèl (Val Brembana): dal teonimo Belanu, dio celtico della luce.
Boltiere --(bg) Boltér (Gera d'Adda): da balt-/bolt-, "palude".
Bottanuco --(bg) Botanüch (Isola): connessione col lemma ligure bodinkòs, "profondità".

Branzi -- Brans (Val Brembana): da bram, "pietra fallica".
Brembate -- Brembàt (Isola): dall'idronimo Brembo, vedi celtico brem-, "rimbombare" + -ate.

Brignano --(bg) Brignà (Gera d'Adda): dal nome gallo-romano Brennus, "corvo, capo".
Calcinate --(bg) Calsinàt (Media Pianura): dal nome gallo-romano Calcinus + -ate.
Calolzio -- Calóls (Val San Martino): dalla radice latina cal-, "sentiero" + suffisso idronimico -sio.

Calusco -- Calösch (Isola): da cal-, "sentiero" + suffisso ligure -usco affine ad -asco.

Capriate -- Cavriàt (Isola): dal nome latino Caprius + suffisso -ate.
Caravaggio --(bg) Careàs (Bassa): dal celtico karra, "macerie, mucchio di sassi".
Carenno -- Carèn (Val San Martino): dal celtico caro, "amico" + suffisso idronimico -en.

Carobbio -- Caròbe (Media Pianura): potrebbe significare "quadrivio" dal latino volgare, ma non si esclude una prima parte ricollegabile a carro
(lemma gallo-romano); la desinenza in -obbio potrebbe inoltre indicare un villaggio degli Orobi così come in Introbio, Ballabio, Robbiate,
nel Lecchese, e forse in Grassobbio, Zandobbio e Fiobbio.

Vertemate-- (Co). Dial. vertemà. Dal NP gall. *Vertamos + suff. prediale -ate. Vertamos (ʿsommitàʾ, ʿsuperiore, eccellenteʾ) è un superlativo in -tamo- formato sulla
preposizione uer- (<*uper- ʿsopraʾ); cfr. i NP gall. Uertomo-, Uertamica, uertamaca e l’etnonimo Vertamo-cori ʿtruppe eccellentiʾ (in Plinio, III, 124).
Attestato loco et fundo Vertemate (988).
Vidracco-- (To). Prediale in -ācus dal NP Veturus (gentilizio lat.) o Veturius [gall. o lat.], attraverso le forme *Vetur(i)acus > *Vedracus (A. Rossebastiano).
O piuttosto da un nome ligure *Vīturius (celtico *Vēturius), che coincide con l’etnonimo *Vīturii della Tavola di Polcevera: Viturius, Vituries, Veiturium,
Veturis, da una radice *u̯eit- + suff. -ur- (G. Petracco Sicardi). In effetti, da una radice ie. *u̯eit- < *u̯ei-, *u̯eiə- ʿtorcere, intrecciare, avvolgereʾ,
derivano, tra gli altri, il gall. *u̯ītu- ʿsalice, ramo di saliceʾ, l’a.irl. féith ʿfibraʾ (< *u̯eitis), il lat. vītis ʿviteʾ. Attestazioni: Videraco
(con ripristino vocalico errato ed oscillazione e / i nella prima sillaba) (1234), Vidraco (1239), Vidracchi e Vederati (1387)
Vobarno-- (Bs). Lat. Voberna, in iscrizione (forse apocrifo); dial. boàren. Presumibilmente dal gall. *vo-ber-no- < vo-bero- (letteralmente ʿsotto-sorgenteʾ)
ʿsorgente o ruscello nascosto da un boscoʾ e poi ʿboscoʾ, da *u(p)o-bhĕro- (ie. *bhĕr- ʿgorgogliareʾ, ʿribollireʾ). Cfr. in Francia vari idronimi e poleonimi
con Vabr-, Vavr-, Véur, Voivr- (con vo-bero- > va-bero-), a.irl. fobar ʿsorgente, ruscello sotterraneoʾ, br. gou(v)er, ʿruscelloʾ. Attestazioni: curte Buarni
(1183), plebs de Buarno (1200). → Bòrmida.
Zanano (Serezzo, Bs). Localmente Zènà; Zenate fino al 1300 (attestato zenat nel 1251). Dall’etnonimo Gennanates che ci è stato trasmesso da un’iscrizione latina:
Bitionis f(ilio) Gennanati viro suo (lapide su un muro di Palazzo Avogadro di Zanano)[7]. Nessuna certezza possa essere di origine celtica; varie le
interpretazioni, tutte congetturali (A. Falileyev). Forse è collegabile al gall. geno-, genno- ʿdiscendenza, famiglia.
Carona -- Caruna (Val Brembana): da kar-, "sasso" + suffisso -ona, che indica città, paese.

Carvico -- Carvìch (Isola): dal nome celtico Carvus, "cervo" + -ico.
Casirate -- Casiràt (Gera d'Adda): dal lemma casera + -ate.
Casnigo -- Casnìgh (Val Seriana): da casinicum, in cui spicca il prediale celtico -ico.

Cavernago -- Caernàgh (Contado): da carnach, "luogo sassoso".
Cazzano -- Cassà (Val Seriana): da cassus, "cerro".
Cenate -- Senàt (Contado): da caenum, "fango" + -ate.
Cerete -- Serét (Val Seriana): dalla radice ker-, "paese".
Chiuduno -- Ciüdü (Val Calepio): da cluto, "famoso" + -duno, che indica "fortezza".

Clanezzo -- Clenèss (Valle Imagna): forse connesso a clan "gruppo sociale all'interno della tribù"; da ricordare la presenza sul territorio
di un duno, una fortezza celtica collegata al culto solare.

Cornalba -- Cornalba (Val Serina): da corn, "rupe" e alb-, "altura".
Dalmine -- Dàlmen (Media Pianura): da almend, "pascolo, radura".
Entratico -- Entradèch (Sebino): anticamente Lantradico, "villaggio nell'antro".

Venaus-- (To). Da *Ven(n)avis, dall’etnonimo forse celt. *Ven(n)avii; oppure da *Vennales, forma aggettivale da accostare al NP ligure Venna, Vennu, agli etnonimi
Veneni (Val di Stura) e Vennones (Rezia) (G. D. Serra, D. Olivieri). Tutti questi nomi propri potrebbero essere di origine celtica, da *uen- ʿclan, famiglia,
gruppoʾ (forse da una base ie. *uen- ʿdesiderare, amare, volereʾ): *ueno-; *uena-; *ueni- (anche *uini-) ʿclan, famiglia, discendenzaʾ o ʿil parente, il membro
di un clanʾ. Cfr. l’a.irl. fine, l’a.br. guen ʿrazza, famigliaʾ, i NP Uenius, Uenia, Uenialius, Uenilla, Uenenia, Uenna, Uennonia, Uenostes, Uenu, Uenulus ecc.
Attestazioni: in Venavis in valle Segusina (739), Venalicius (1060), Venalius (1163), Venauz (1233).
Vercana-- (Co). Può essere accostato al teonimo gallico Vercana dell’iscrizione dedicatoria di Bad Betrich (Rheinland-Pfalz, Germania): De(a)e Vercan(a)e et Medun(a)e.
Cfr. i NP gall. Verca, Vercus, Vercius, Uerco (< uergo-, uerco- ʿlavoroʾ), l’a.br. guerg ʿefficaceʾ, l’a.irl. ferg ʿfuroreʾ, tutti dall’ie. *u̯erg- ʿfare, agireʾ.
Attestato comunia de Vercana et de Livo (1335).
Vernate-- (Mi). Avernade e Avernate in carte dell’XI sec. Forse dal celt. uerna ʿontanoʾ + suff. -āt- (D. Olivieri). Oppure dal NP antico Vernus + suff. aggettivale -āte
(G. Rohlfs). Vernus potrebbe essere gallico, da uerno- ʿontanoʾ oppure da *u(p)erno- < *u(p)er- ʿsuper-ʾ (X. Delamarre). Non è da escludersi una derivazione
dal NP Avernus (cfr. l’Averni documentato in un’iscrizione britannica). Attestazioni: Avernade (1010), Avernate (1098), Mussus de Vernate (1168),
Maldotti de Vernate (1182).
Vernone-- (Marentino, To). Dal celt. uerna ʿontanoʾ o dal NP gall. Vernus < uerno- ʿontanoʾ. → Vernate
Erve -- Èrv (Val San Martino): dalla tribù dei Galli Arvii.
Filago -- Filàgh (Isola): dal gentilizio latino Ofilianus + suffisso -aco.
Gandino -- Gandì (Val Seriana): da gand-, "frana".
Gaverina -- Gaerina (Val Cavallina): da gav-, "canalone".
Grumello -- Grömel (Val Calepio): dalla voce gallo-romana grumo che indica "collinette".

Lallio -- Lài (Contado): dalla radice celtica al- che indica "luogo pianeggiante".

Leffe -- Léf (Val Seriana): dal nome celto-germanico Leufo.
Levate -- Leàt (Media Pianura): da law-, un riferimento idrico.
Locatello -- Locadèl (Valle Imagna): da leukos, "bosco" + suffisso -ate.
Lovere -- Lóer (Sebino): connessione con louernos, "volpe".
Luzzana -- Lössana (Val Cavallina): anticamente Locosianica, da leukos, "bosco" + -ica.

Mapello -- Mapèl (Isola): da mapo, "ragazzo, figliolo".
Medolago -- Medolàgh (Isola): dal celtico medat, "catasta" + -aco.
Mornico -- Mürnìch (Media Pianura): dal latino Maurinus, + -ico.
Mozzanica -- Mossànega (Bassa): da mosanga, "luogo paludoso".
Mozzo -- Moss (Colli di Bergamo): dal nome gallo-romano Motius.

Torino-- Dal lat. medievale Taurinum (attestato dal 950) < Taurinus < Taurinos (accusativo plurale), forma abbreviata di Julia Augusta Taurinorum, nome assegnato
alla colonia romana in onore di Ottaviano. Taurinorum, vale a dire ʿdei Tauriniʾ, stirpe ritenuta “semigallica” da Tito Livio e ligure da Plinio e Strabone.
L’etnonimo, con il valore di ʿmontanariʾ, deriverebbe da *tauro- ʿmonteʾ, voce forse non ie. (per G. B. Pellegrini apparterrebbe allo strato non ie. del ligure)
+ suff. -īno-, presumibilmente latino o italico (G. Petracco Sicardi). P. De Bernardo Stempel attribuisce a Taurini il significato di ʿcoloro che sono

come toriʾ, dalla base celt. tauro-, ritenuta più antica della forma (con metatesi -ur- > -ru-) taruos ‘toro’ (cfr. Tarvisio e Treviso). Altre attestazioni:
Taurinos (Plinio, XIX, 23), Taurinis (Itinerario Antonino, 341, 1; anni 845, 880), Torino (1043).
Turate-- (Co). Dial. türàa. Dal gentilizio romano Turus o Tur(r)ius + il suff. -ate (G. Rohlfs). Turus e Tur(r)ius potrebbero essere NP di origine gallica, cfr.
Turriaco. La forma medievale Turao fa pensare a un possibile scambio -ate / -ato, se non a un originario -acus. Attestazioni: Turao (712), Girardus de Turiate
(1141), in loco Tuirate (1174).
Ugliacco-- Uliacco (Villareggia, To). Dial. ujè. Forse da *Olliacon < NP gall. Ollus (gall. ollo- ʿgrandeʾ) + suff. prediale *-ācon > lat. -ācum; cfr. a.irl.

oll ʿgrandeʾ, cimr. corn. br. oll ʿtuttoʾ, il poleonimo Oudun (Yonne) < Uldunum (875) < (forse) *Ollono-dunum ʿgrande fortezzaʾ (X. Delamarre).

Attestazione: homines Uliaci et Villaeregie (1399).
Usseaux-- (To). Dal celt. comune *ouxs-elo- > gall. uxello- ʿalto, elevatoʾ, a.br., cimr. uchel, a.irl. úasal ʿaltoʾ. Il toponimo potrebbe dunque indicare un ʿ
(luogo abitato posto) in altoʾ. Attestazioni: Uxellus (dal 1064), de Uxelis (1091), Uxellis (1098). Cfr. *Uxellodunum > Issoudun (Creuse, Indre),
Exoudun (Deux-Sèvres); Uxellus > Ussel (Corèze, Allier, Lot), Osselle (Doubs), Ussellum > Usseau (Deux-Sèvres) ecc. → Usseglio e anche Issiglio.
Usseglio-- (To). Dal celt. comune *ouxs-elo- > gall. uxello- ʿalto, elevatoʾ. Attestazioni: Uxellis (1188), Uxeillo e Useillo (1224), Uxello (1269). → Usseaux
Nembro -- Nèmber (Val Seriana): dal celtico nembren, "bosco sacro montano".
Palazzago -- Palassàgh (Val San Martino): dal latino palatius + -aco.
Palosco -- Palósch (Media Pianura): da latino palus, "palude" + suffisso ligure in -osco.

Parre -- Par (Val Seriana): l'antica Parra, "calderone, paiolo".
Pianico -- Piànech (Sebino): da piano + suffisso -ico.
Piario -- Pïer (Val Seriana): dalla voce gallo-romana plarium, "fondovalle".
Ranica -- Ranga (Colli di Bergamo): anticamente Larianica, da larus, "condottiero, capo" + -ica.

Ranzanico -- Ransanìch (Val Cavallina): anticamente Brançanico, da bram, "pietra fallica" e -ico.

Roncola -- Róncola (Valle Imagna): da ronc, "collina".
Rosciate -- Rossàt (Contado): dal gentilizio latino Roscius + -ate.
Rovetta -- Roèta (Val Seriana): da rava, "terreno franoso".
Sarnico -- Sàrnech (Sebino): dal gentilizio latino Sarnus/Sarnius + -ico.

Taggia-- (Im). Dal lat. Tavia, idronimo cui oggi corrisponde il torrente Argentina[3], alla cui foce è sorto l’abitato di Taggia. Toponimo di origine preromana,
oppure originatosi dal lat. tabula, con il significato di ʿestensione di terrenoʾ (G. Petracco Sicardi). X. Delamarre ritiene però sia derivato
dal celtico tauo- < tauso- ʿsilenzioso, tranquilloʾ (< ie. *taus-); cfr. l’a.irl. tó, tóe ʿsilenziosoʾ, il cimr. taw ʿsilenzioʾ; i NP gall. Tavus, Tavius, Tava,

e gli idronimi antichi Taua, Tauus, da cui gli attuali Tave, Thève (Francia), Tay (Scozia). A. Falileyev propone invece una formazione dalla radice tā-
ʿfondereʾ < ie. *teh2- ʿsciogliere, fondereʾ; cfr. a.br. tod- ʿfondereʾ, cimr. tawdd ʿfusoʾ. Attestazioni: Tavia fluvius (Itinerario Antonino, 503, 2), κάστρον Ταβία
(kástron Tabía) (Giorgio Ciprio), Tabia (IX sec., 963).
Terdobbiate-- (No). Dall’idronimo Tardubius, Tardublus, oggi Terdóppio, + suff. -ate lombardo-piemontese, aggiunto a nome di fiume (come in Brembate, Agognate...).
Attestazioni: Tardoblate (881), Terdublate (982), Terdoblate (911, 1022).
Seriate -- Seriàt (Contado): dall'idronimo Serio, vedi celtico sarius, "scorrere" + -ate.

Suisio -- Süis (Isola): dal nome gallo-romano Suiccius, "combattente, vincitore".

Telgate -- Telgàt (Val Calepio): dal teonimo celtico Telos, divinità delle acque + suffisso -ate.

Terno -- Téren (Isola): dal teonimo Taranis, riferito al dio celtico del tuono.
Treviolo -- Treviöl (Media Pianura): dalla radice celtica trev- che indica "villaggio
Sumirago-- (Va). Probabilmente da *Solimāriācum, prediale in -āco- da un gentilizio Solimarius < NP gall. *Solimāros, composto di soli- ʿ?ʾ e -māros ʿgrandeʾ; cfr.
i NP gall. Solimarus, Solimara e la stazione romana di Solimariaca (Itinerario Antonino, 385), oggi Saint-Élophe (Soulosse-sous-Saint-Élophe, Vosges).
Ma per D. Olivieri il toponimo, vista la documentazione medievale (Samoriacus...), risalirebbe piuttosto al prediale *Sameriacus, dal NP Samerius
[*Samerius o *Samarius, forse da samaro- ʿestivoʾ < samo- ʿestateʾ; cfr. l’idronimo antico Samăra ʿSommeʾ e ʿSambreʾ e il poleonimo Samaro-briva, attuale Amiens
(se non derivano da sāmo- ʿcalmoʾ)]. Attestazioni: Samoriacus (807), Semirago (848), Samoirago (850, 1155), Salmoirago, Samoriago (1158), de loco Samoyrago (1172),
Salmorago (XIII sec.), locho da Salmoyrago (1346).
Susa-- (To). Dal gall. (latz.) *Segusia ʿla forteʾ, ʿla potenteʾ (etnonimo Segusīni) < gall. sego- ʿforza, vigore, vittoriaʾ. Cfr. l’a.irl. seg ʿforzaʾ e
il toponimo Segouia ʿSegoviaʾ. Attestazioni: Segusio, Segusium, in Plinio [N. H. III, 123: Segusio (nominativo)], Ammiano Marcellino e iscrizioni antiche;
Σεγούσιον (Segoúsion) in Tolomeo, III, 1, 36; civitate Segusia (739), Secusia (888), Susa (961), Secuxia (1093), Segusia (1215).
Valgoglio -- Algòi (Val Seriana): dal nome celtico Goll.
Vercurago -- Ercüràgh (Val San Martino): dal nome gallo-romano Vercorius che significa "forte esercito".

Verdello -- Erdèl (Media Pianura): dal celtico uiredo, "uomo vero, giusto".
Vertova -- Erfà/Èrtoa (Val Seriana): da una radice celtica vert- connessa forse al nome Vertamos, "superiore".

Viadanica -- Viadànega (Bassa): dal gentilizio latino Vitellius + suffisso -ica.

Zanica -- Sanga (Contado): anticamente Vetianica, da Vettius, gentilizio latino + -ica.