MEDICINA E MAGIA
Fin dalla sua comparsa sulla Terra, l'uomo ha capito che la propria posizione nel mondo non dipendeva solo dalla sua abilità e forza fisica, ma che al suo interno c'era una potenza interiore sottile, una volontà di superamento che trascendeva l'istinto, una sorta di energia fatta di intuizione, di un uso del pensiero ottimizzato ad affrontare meglio la vita. Così, accanto all'affinarsi delle tecniche manuali, all'acuirsi dei riflessi e dello spirito di osservazione, si aggiunse il potere di deduzione e l'arte di interpretare i segni. Occorreva capire il mondo, per meglio difendersi dallo stesso, quindi era necessario "codificarlo". Disegni, pitture parietali, sculture, tombe...sono le più remote testimonianze di un’arte magica: trasformando le caverne in santuari si simboleggiava un certo Ordine Universale, che consentisse di acquisire quella indispensabile sicurezza per poter affrontare la vita quotidiana. L'uomo iniziò anche molto presto a concepire una realtà esistenziale in un aldilà invisibile: la propria anima.
Alcuni individui si dimostrarono senz'altro più predisposti di altri a svolgere un ruolo di "mediatori" tra la terra e il Cielo, tra il visibile e l'invisibile, e ad essi venne affidato il potere di invocare, guarire, prevedere. Probabilmente dotati della capacità di far allontanare la paura e perfino i pericoli con danze, parole, suoni e gesti, erano personaggi rispettati e temuti all'interno del gruppo sociale. Non possiamo sapere con certezza se in alcune civiltà siano comparsi uomini "superdotati", provenienti da mitici continenti perduti, con un retaggio di conoscenze superiori, ma sicuramente possiamo dire che questi uomini (o donne) detenevano il potere di sanare e invocare forze benefiche e che erano certamente in grado anche di uccidere o di evocare le forze del male, qualora se ne fosse presentata la necessità. Questi sciamani godevano quindi di enorme considerazione tra i membri del nucleo di appartenenza, vivendo in costante contatto tra due mondi. Meditazione e digiuno prolungato, danze sfrenate, iperossigenazione, uso di sostanze allucinogene (per dirne alcuni) erano i mezzi che lo sciamano usava (e usa) per indurre in se stesso uno stato alterato di coscienza ed entrare così in comunicazione con "gli spiriti".
A un certo momento, a seconda della cultura prevalente, l'arte di curare crebbe in maniera separata dalla religione. Sia che si parli di medicina ortodossa che di guarigione "esoterica", l'origine comune è implicita e la più antica testimonianza di questo è da ritrovarsi con tutta probabilità nel caduceo, che i Greci definivano il "bastone di Esculapio" e che – modificato - è rimasto anche nella modernità come simbolo della medicina ufficiale.
Il serpente attorcigliato al bastone è sempre stato accettato come simbolo dell'arte medica: Egizi, Greci, Germani, Indiani del Nord e del Sud America se ne servivano a questo scopo. L'aspide sulla corona di Iside, il Serpente di Fuoco sull'insegna dei medici Assiri, il geroglifico del Serpente a Sonagli del Messico o del Brasile e l'Ofide sul Bastone Magico di Apollo, Esculapio ed Ippocrate significavano tutti la stessa cosa: il principio vitale occulto e della conoscenza che rendeva il possessore un essere dotato di poteri sovrannaturali. Anche il serafino bronzeo attorcigliato al bastone di Mosè pare possedesse il potere da ridare vita ai moribondi. Qual è questo principio occulto che rimanda a poteri di guarigione insiti nell'uomo stesso? E perché questi principi erano considerati tanto potenti da essere riservati a caste particolari di uomini o donne?
Originariamente questo simbolo della guarigione era costituito da due serpenti attorcigliati attorno ad un terzo serpente – alato - e tutte e tre le teste erano in contatto. Nell'India antica questo era il Tridente di Siva: l'asta centrale era Asvatta (l'Albero della Vita), e i due serpenti lo Spirito e la Materia; tutti e tre erano simboli di quelle energie del corpo umano che analizzeremo nella parte dedicata alla guarigione esoterica. In Occidente, con i secoli, questo emblema divenne noto come Caduceo di Mercurio. Il suo potere, seppur modificato nell'iconografia, fu cantato da tutti i poeti antichi.
Il Caduceo: a sinistra la versione occidentale, a destra quella orientale
I primi rudimenti della medicina risalgono a un tempo addirittura anteriore ad Ippocrate, a cui si dice si debba l’emblema del serpente attorcigliato al bastone. Questo perché si ritiene che la Medicina abbia raggiunto il suo massimo splendore nell'antica Grecia, anche se sappiamo quali fossero le tecniche avanzate già conosciute dagli Egiziani, ad esempio, ma anche nella Valle dell'Indo e del Fiume Giallo, in Cina, dove i re-saggi (o rishi, personaggi considerati altamente evoluti, eroi, dei) si dedicarono a quest' "arte" (tra le altre) 3.000 anni prima della venuta di Cristo.
Con la nascita delle prime grandi civiltà conosciute, attraversando rapidamente la storia, assistiamo al proliferare della magia, che divenne un'arte di cui facevano parte astrologi, indovini, guaritori, stregoni, tutti tenuti in massima considerazione. I Greci li chiameranno magòs, che significa sacerdote. I più antichi concetti di Medicina, le sue più antiche Tradizioni, sono inestricabilmente collegate ai concetti di Divinità, Astrologia e Misticismo, poichè tutte queste categorie rientravano nella sfera degli unici "scienziati" che la civiltà del tempo conosceva: i sacerdoti, appunto.
Nel corso dei secoli, la magia orientale proveniente dai caldei, dai persiani, dagli egizi e dagli ebrei si mescolò con le credenze dei greci e dei romani, a loro volta fusesi con quelle dei celti, dei germani, degli slavi e altri popoli secondo il continuo fluire e rifluire delle migrazioni e delle invasioni.
Dal sito duepassinelmistero