'L'invidia non è mai morta' soleva dirmi mia madre.

Molti anni fa mi narrarono che dopo la nascita, per circa un anno e mezzo, passavo tutta la notte a piangere anziché dormire. (Forse ero addolorato per essermi reincarnato di nuovo?)
I miei genitori, dopo aver provato tutti i metodi canonici e aver consultato il medico di famiglia senza soluzione, non sapevano più cosa fare.
Mia nonna materna, la quale viveva con noi, depositaria delle credenze contadine di fine ottocento, sentenziò a quel punto che qualcuno potesse avermi fatto il malocchio. Per verificare la cosa decretò di aprire il materasso, all'epoca cucito a mano e imbottito di fibre naturali, per controllare se potesse ospitare materiali estranei che avrebbero confermato la sua tesi. In effetti vennero trovate granaglie, matasse di fili e altri elementi che non avrebbero dovuto esserci.
Aggiunse che secondo l'usanza queste estraneità dovevano essere bruciate a mezzanotte e colui che aveva perpetrato il maleficio si sarebbe presentato invocando perdono a seguito del il bruciore che provava.
Mio padre, che non era superstizioso ma affranto da quanto mi capitava, decise di provare a vedere cosa sarebbe successo ed effettuò quanto chiesto da mia nonna tenendo a portata di mano un coltello per eventualmente colpire il malvagio che se la prendeva con un neonato.
Non si presentò nessuno e io iniziai a dormire normalmente dopo la nascita di mio fratello...