Domani, a Padova, sesso gay in pubblico. La chiamano arte | L'intraprendente
Domani, a Padova, sesso gay in pubblico. La chiamano arteDue modelli omosessuali consumeranno un rapporto su un balcone del centro storico. L'ideatore della performance, l' "artista" Marco Chiurato, la vende come un modo per combattere l'omofobia. Omosessuali o etero che siate, la cosa migliore è trovarvi altro da fareSe Napoli è Gomorra, Padovacorrisponde a Sodoma. Domani sera nella città veneta duemodelli gay, completamente nudi, consumeranno unrapporto sessuale in pubblico, sul balcone di un palazzo storico del centro. L’esibizione pornografica rientra nel progetto «Hedonistic Corruption» dell’artista vicentino Marco Chiurato, che intende, parole sue, «rappresentare la forza dell’amore che libera dalle etichette che la società ci impone addosso». Così Remigio e Piergiorgio, i due protagonisti della performance omoerotica, si stringeranno fino a penetrarsi, esibendo le loro doti nel cortile interno di Palazzo Savonarola (proprio lui, il censore fiorentino dei costumi) in via Dante (uno che invece i sodomiti li mandava all’Inferno). L’ingresso è naturalmente proibito ai minori, ma consigliato ai guardoni, che certo si beeranno nell’assistere all’altrui amplesso, corredato peraltro di aspetti molto fetish, come i corpi maschili spalmati di albume d’uovo. Più che all’amore, insomma, sembrerà di prendere parte a una frittata. Ancora più divertente è il motivo addotto da Chiurato, per giustificare la provocazione. «Si tratta di un modo», ha detto, «per combattere l’omofobia e porre fine alle discriminazioni contro i gay». È risaputo, d’altronde: per scongiurare episodi di intolleranza, il modo migliore è fare sesso sui terrazzi, avvinghiarsi davanti ad almeno un centinaio di persone, rendere il privato pubblico, raggiungendo una sorta di orgasmo collettivo. E ci mancherebbe. Questa regola, tuttavia, vale solo per i gay. Se due eterosessuali osano fare sesso sul balcone o in una piazza, allora è atto osceno in luogo pubblico, gesto proibito e sanzionato dalla legge. Se lo fanno due gay, invece, allora è una forma d’arte, e peraltro con ricadute civili importanti, con un messaggio sociale forte.Quando giungono notizie simili, l’istinto immediato e serioso è quello di scandalizzarsi, di fare imoralisti. Allora uno deve sforzarsi di mettere da parte l’aspetto etico e le proprie convinzioni, fingendo che non sia così riprovevole che due persone si accoppino di fronte a una platea. Ma a quel punto uno la butta sull’aspetto estetico e inizia a chiedersi in primo luogo se tutto sia giustificato in nome dell’arte, e poi se quella sia davvero una forma d’arte. Quesito inevitabile, d’altronde, dal momento che lo stesso artista, Marco Chiurato, nel 2008 espose in una mostra un Cristo con il seno di donna e il pene in erezione. Era arte anche quella?Ma stavolta non vogliamo arrovellarci e disquisire sul significato di questa o quell’altra installazione né interrogarci sul rapporto tra forma e contenuto o tra mezzo e messaggio di un’opera d’arte né ammantare la pornografia di una maschera intellettuale, come ha fatto la curatrice dell’evento, Anna Eudosia Di Costanzo, che ha parlato di «rifiuto di un modello di sessualità perfetta, rispetto a cui ogni scarto sarebbe perversione». No, stavolta, vogliamo soltanto invitarvi a disertare l’appuntamento, a cercare un altro diversivo per l’inizio del weekend, che so, andare al mare, magari in una spiaggia di nudisti, oppure fare pratica di voyeurismo in modo un po’ più soft, spiando le coppiette che si appartano. Perché questo, dopo tutto, è l’evento di Padova: un esercizio maniacale come quello di Nino Manfredi in Vedo Nudo, che porta a credere che la vera libertà sia quella di curiosare nell’altrui intimità.
di Gianluca Veneziani
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