Sta cosa farà venire più di un'ulcera a qualcuno.
Sta cosa farà venire più di un'ulcera a qualcuno.
sklöpp & kanù
Il piddino medio invocherà l'intervento della nato.
Il Silenzio per sua natura è perfetto , ogni discorso, per sua natura , è perfettibile .
Stop svizzero agli immigrati: la confusione regna sotto il cielo leghista | L'Indipendenza
Ieri sera, dopo il voto del referendum con cui gli svizzeri hanno deciso di porre un freno all’immigrazione, anche quella lavoratia dei cosiddetti frontalieri, in mezzo alla marea di commenti (ovviamente tutti osannanti quelli dei cosidetti euroscettici a cominciare dalla Le Pen a Wilderse a Farage), abbiamo letto queste dichiarazione abbastanza scontate di alcuni alti dirigenti leghisti. Vediamoli.
«Bene. Presto un referendum anche in Italia promosso dalla Lega». Così il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, commenta sua twitter l’esito del referendum sulla immigrazione in Svizzera.
«Dopo la Svizzera anche l’Italia dovrebbe dare un segnale deciso lasciando che siano i cittadini a decidere e non lanciare iniziative e segnali buonisti, come fa il governo Letta con ministri come Kyenge, con proposte dannose come Ius soli e la recente cancellazione del reato di immigrazione clandestina. La Lega Nord chiederà che anche in Italia sia fatto un referendum come in Svizzera»: così Massimo Bitonci, capogruppo della Lega Nord al Senato. «Qui da noi – aggiunge – non c’è più posto e lavoro per immigrati. Quindi prima i nostri milioni di disoccupati, esodati e giovani».
Fin qui, ripeto, tutto abbastanza prevedibile. Poi ci è venuto in mente che nei giorni scorsi c’era stata una presa di posizione, da parte di qualche altro esponente del Carroccio, che a memoria aveva auspicato un esito diverso del referendum rossocrociato. Così siamo andati a rovistare in rete e abbiamo trovato questo articolo pubblicato da La Stampa:
«Per colpa degli immigrati la nostra disoccupazione è aumentata, i treni sono sovraffollati, c’è troppa criminalità. Questa situazione non è più sostenibile. Basta con l’immigrazione di massa: bisogna reintrodurre le quote». Ma Roberto Maroni, ex segretario leghista e governatore lombardo, è contrario.
Certo, perché gli immigrati che «rubano i posti di lavoro» di cui sopra sono di Como, Sondrio, Lecco. E quelli stanchi della situazione, quelli che vogliono mettere un tetto all’immigrazione sono gli svizzeri. Domenica i cittadini elvetici andranno nelle urne e diranno la loro, rispondendo «sì» oppure «no» al referendum che chiede loro un quesito semplice che suona più o meno così: volete voi limitare il numero degli stranieri nel nostro Paese? L’ultimo sondaggio dice che, a oggi, solo il 43% degli svizzeri vorrebbe alzare le barriere alla frontiera. Ma il fronte opposto è cresciuto nettamente nelle ultime settimane e da qui a domenica potrebbe esserci il sorpasso. Nella Svizzera italiana gli anti-immigrati sono il 54%.
Il referendum, promosso dal partito di destra dell’Udc e dalla Lega dei Ticinesi, ha già avuto il parere contrario del governo, anche perché potrebbe creare seri problemi con l’Unione Europea. Metterebbe in discussione gli accordi raggiunti sulla libera circolazione delle persone, ma soprattutto – secondo il governo – «i danni per l’economia sarebbero ingenti». La pensa così anche Roberto Maroni, ex segretario del Carroccio. «La Svizzera non può considerare i lavoratori lombardi come dei topi. Sono dei lavoratori che operano oltre confine, hanno una dignità che va rispettata». Maroni parla soprattutto dei frontalieri, circa sessantamila lombardi che ogni giorno varcano il confine per andare a lavorare. Ai quali si aggiungo circa 500 mila italiani che risiedono in Svizzera.
Per la Lega Nord, dice Maroni, «si tratta di persone che svolgono la loro professione, rendendo un servizio alla società ticinese». Per la Lega dei Ticinesi questi lavoratori sono solo «un peso sulla nostra assistenza sociale». Per Maroni «senza questi lavoratori, di là non so cosa potrebbe accadere». Di là, a Nord. Padroni a casa vostra.
Ohibò, a parte la questione dei “ratti” del tutto condivisibile, Maroni in via preventiva s’era dunque dichiarato contrario al quesito posto dal referendum. Quindi, in definita, schierato su posizioni diverse da quelle assunte ieri da Salvini e Bitonci, a dimostrazione che sotto il cielo leghista in questo momento regna una certa confusione…
Su una cosa non vi è stata confusione alcuna.
In anni e anni di governo mai hanno proposto anche in itaglia il referendum popolare come quello svizzero.
E ora che casso ne parlano a fare?
Di un referendum utile solo a loro in campagna elettorale, ma assolutamente ininfluente, proposto dalla LN, non sappiamo proprio che farcene.
BASTA CON QUESTI BUFFONI CHE SANNO SOLO E SEMPRE PRENDERE PER IL CULO LA GENTE DEL NORD PER LE LORO SPORCHE CADREGHE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
e se non menzionassimo più l'allega d'abbozzi qui ?
Ti ho già risposto altre volte.
Sono i nostri primi nemici.
Finchè esisteranno.
Non possiamo non combatterli.
Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.
Lo Stato anti-educatore
Maurizio Blondet
Noi italiani, a forza di dire SÌ o di tacere, ci siamo messi sopra il collo uno Stato sempre più apertamente criminale, che per arraffare i soldi dalle nostre tasche onde pagare le molteplici Caste dei ricchi pubblici, non esita a rovinare il popolo fin dalle radici, ad avvelenarne il cuore. Prendiamo esempio dagli svizzeri, che non è la prima volta che sfidano le gabbie dei tabù perbene e dei poteri forti.
Ultima modifica di ventunsettembre; 11-02-14 alle 00:36
Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.
Loro italiani sono mafiosi.
Noi polentoni siamo beoti.
Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
Tacito, Agricola, 30/32.