La Svizzera con un referendum rende più difficile il diritto d’asilo10 giugno 2013Di Critica Libera Feed
La Svizzera ha deciso di regolare il diritto d’asilo, affinché questo non sia più il classico grimaldello tramite il quale ottenere lo status di rifugiato. Per farlo, è ricorsa al referendum con il quale è stato soppresso, in modo particolare, la possibilità di chiedere il diritto d’asilo per “obiezione di coscienza” presso le ambasciate svizzere e la possibilità di chiedere il diritto d’asilo per diserzione.
Ad approvare la nuova normativa, sono stati finora 9 cantoni su 23, ma i sondaggi parlano chiaro: il 79% della popolazione svizzera ha fortemente voluto questa regolamentazione più restrittiva, proprio per evitare abusi.
Naturalmente ci sono state proteste varie delle cosiddette associazioni umanitarie, che vedono la nuova norma come fumo negli occhi. Il problema però è che l’istituto, negli ultimi decenni, ha prodotto un flusso migratorio abnorme non più assorbile dal tessuto sociale dei paesi europei, creando molte tensioni e scontri sociali, degrado e discriminazioni di ogni genere, a volte a danno degli stessi rifugiati, altre volte a danno degli stessi europei (e svizzeri), costretti a sopprimere le loro usanze e la loro cultura per fare spazio a culture che, troppo spesso, contrastano con gli elementari diritti e libertà fondamentali faticosamente conquistati.
Un maggiore rigore e una maggiore selezione nella concessione del diritto d’asilo non sono certo contrari ai diritti umani. Tutt’altro, garantiscono che la richiesta rispecchi realmente il bisogno e non sia fatta per aggirare le norme (si presume più rigorose) sull’immigrazione, che tra le altre cose prevedono un lavoro e dunque una certa indipendenza economica, diversamente dal diritto d’asilo per il quale è normalmente previsto un sussidio di Stato.
Naturalmente la decisione svizzera avrà ripercussioni, soprattutto per l’Italia, visto che la stragrande maggioranza dei “rifugiati” arriva dal mare nostrum. A questo punto, attendiamoci parecchi stop alla frontiera svizzera. E se mai dovesse essere approvata la norma sullo ius soli voluta dalla Kyenge e dalla sinistra, aspettiamoci non solo un incremento dei flussi migratori, ma anche un incremento delle domande di diritto d’asilo nel nostro paese, con tutto quello che ne conseguirà in termini di sicurezza e igiene, tutela identitaria dell’italianità e tutela della nostra cultura. Forse anche il nostro paese dovrebbe rivedere la normativa sul diritto d’asilo in chiave più rigorosa, se non fosse che l’idea legislativa sarebbe tacciata di razzismo e xenofobia.
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da Critica Libera