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  1. #1
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    Predefinito Pagare tanto i manager vuol dire buttare via i soldi

    Link Tank – La crisi del pay-for-performance


    Pagare tanto i manager vuol dire buttare via i soldi


    Amedeo Pugliese
    Più guadagnano e meno stanno pancia a terra per il bene dell’azienda. E in generale influiscono poco


    Jon Hamm, che interpreta il ruolo di Don Draper nella serie televisiva Mad Men
    12 shares40 shares1 sharestampapdf

    Dallo scorso febbraio la European Banking Authority (Eba) sta discutendo la possibilità di introdurre un tetto ai piani di stock option (1) per i manager dell’industria bancaria nei 27 paesi dell’Unione. L’accordo sembra essere prossimo nonostante l’opposizione dei rappresentanti degli executive bancari.
    In concreto l’Eba prevede di limitare il peso della remunerazione variabile per i manager fissando un tetto per le stock option pari al 100% della remunerazione fissa per compensi superiori a 500.000 euro. Il limite potrebbe al massimo raddoppiare (200%) nell’ipotesi in cui gli azionisti approvassero uno schema per la remunerazione differente.
    Come è facile immaginare, i manager accettano malvolentieri questa misura. Martin Wheatley – il capo della Financial Conduct Authority (agenzia che regola il settore dei servizi finanziari) – ha già paventato la possibilità di un incremento sostanziale della componente fissa della remunerazione dei manager per “compensare” i mancati introiti della parte variabile. In sostanza, i manager non intendono rinunciare alla loro remunerazione che potrebbe trasformarsi da variabile in fissa.
    La domanda di fondo resta: quanto è utile porre un limite alla remunerazione dei dirigenti? Per giudicare l’efficacia del tetto che intende imporre l’Eba è necessario analizzare le prime evidenze empiriche. Senza dover attendere tanto, appare evidente che la questione meriti una riflessione per valutare quali siano gli interessi in gioco e i potenziali rischi.
    Storicamente la teoria economica ha sostenuto il principio di pay-for-performance, secondo il quale gli incentivi monetari servono motivare gli agenti a fare meglio. Purtroppo l’evidenza empirica e una serie di aneddoti – specie nel periodo post crisi finanziaria del 2008 – non supportano appieno queste teorie.
    Infatti, se questa predizione fosse sempre corretta, i manager con incentivi finanziari più elevati avrebbero maggiore interesse a creare valore. Quindi, in teoria remunerazioni superiori dovrebbero riflettere una migliore performance aziendale – ma non sempre è così. “Pay without Performance” , il libro di Lucian Bebchuk e Jesse Fried, documenta ampiamente le distorsioni nella remunerazione dei manager, indicando tra le cause principali il potere incontrastato dei Ceo, a cui spesso si contrappongono board deboli (2).
    Negli ultimi anni numerosi studi aiutano a comprendere meglio le dinamiche dei meccanismi di remunerazione: come funzionano? In quali circostanze falliscono?
    Ricerche in psicologia, economia sperimentale e management aiutano a sfatare miti consolidati sul tema della remunerazione degli executives. Innanzitutto è fuorviante ritenere che un gruppo ristretto di manager sia il principale responsabile della performance di imprese enormi, impegnate in diverse linee di business e altrettante aree geografiche, e spesso soggette a forte regolamentazione; più frequentemente di quanto non si creda i risultati dipendono in realtà da variabili non necessariamente controllabili dai manager.
    Inoltre i numerosi lavori di Bruno Frey dimostrano che il meccanismo degli incentivi monetari non è efficace in tutte le circostanze: la motivazione intrinseca ed estrinseca sono entrambe rilevanti per migliorare la performance individuale – e soprattutto funzionano in maniera opposta. Gli incentivi monetari (estrinseci) sono meno rilevanti quando la funzione ricoperta è difficile o molto stimolante poiché il senso di realizzazione rappresenta già una importante remunerazione per l’individuo (motivazione intrinseca); viceversa lo diventano di più quando il lavoro è noioso e insoddisfacente.
    Infine, il ruolo simbolico della remunerazione e dello “status” dei top manager è spesso ignorato quando si cerca di comprendere le dinamiche ai vertici delle aziende. Oltre 15 anni di ricerca dimostrano che i meccanismi di nomina e remunerazione dei manager hanno una forte componente simbolica anziché riflettere unicamente il reale legame con la performance aziendale. In altri termini, vista l’accettazione sociale con cui si consente ai manager di ottenere guadagni notevolmente superiori a quelli di altri lavoratori, il compenso elevato diventa un “segnale” di appartenenza a un certo gruppo di potere: quello che Myles Mace nel 1972 definì con straordinaria efficacia Old Boys’ Club.
    Alla luce di questi studi, sorgono dubbi circa la necessità e sulla reale efficacia dei meccanismi di remunerazione largamente diffusi. Se da un lato bisogna stare attenti a liquidare le stock option come un meccanismo inefficace (ad esempio, nelle imprese imprenditoriali, come le start-up o quelle che operano nel settore dell’Ict il mix di remunerazione fissa, variabile ed equity, sembra garantire risultati migliori), dall’altro appare evidente che tali compensi possono talvolta rivelarsi eccessivi e immeritati.
    Come arginare questo problema? É percorribile una strada alternativa rispetto alla proposta recente dell’ Eba? Negli ultimi 18 mesi in Svizzera e in Australia – due democrazie liberali - hanno fatto scelte simili: incrementare il potere di vigilanza degli azionisti, riducendo simmetricamente il potere del CdA.
    A marzo in Svizzera un referendum votato da 68% dei cittadini ha attribuito agli azionisti un potere di veto sulla remunerazione dei propri manager (e del CdA). L’Australia si è spinta addirittura oltre introducendo – a partire dal 2012 – la two strikes rule una legge che consente al 25% degli azionisti (una minoranza dunque) di rigettare il piano di remunerazione dei top manager, seppur precedentemente approvato dal CdA. Nell’ipotesi di due ‘rifiuti’ consecutivi, il CdA stesso sarebbe sottoposto a un voto di fiducia con cui il 50% degli azionisti potrebbe licenziare l’intero consiglio.
    Infine, uno sguardo all’Italia: cosa succederebbe ai compensi dei manager bancari se fosse introdotto il tetto? A giudicare dalla struttura dei compensi degli amministratori delegati dei primi 10 istituti di credito (per totale dell’attivo al 31.12.2012), l’effetto sarebbe quasi nullo: infatti su un compenso medio percepito di 1,3 milioni, meno del 15% (circa 192.000 euro) sono stati erogati sotto forma di remunerazione variabile.Fonti: Relazioni sulle remunerazioni
    Qual è la scelta migliore dunque? È più efficace una regolamentazione hard, come imporre un tetto alla parte variabile dei compensi, sulla falsariga dell’Eba? Oppure si dovrebbero attribuire maggiori funzioni di controllo agli azionisti svuotando di potere i CdA? In realtà, come sembrano suggerire gli studi recenti, entrambe le soluzioni rischiano di essere inefficaci, almeno fin quando la sovrapposizione e la commistione tra (grandi) azionisti, i consiglieri di amministrazione e i manager sarà così estesa: si tratta rompere il “tetto di cristallo” prima, e poi si potrà parlare di regole efficaci.
    Note:
    (1) Le stock option rappresentano la componente variabile del compenso dei manager (bancari e non). Sono strutturate in modo da legare la remunerazione degli executives all’andamento del titolo o della performance aziendale (ROI, ROE o EBIT)
    (2) Più recentemente il lavoro di Bell e Van Reenen mostra che tra il 1979 e il 2007 i top manager bancari hanno fatto la parte del leone nel garantirsi i maggiori incrementi nelle paghe dei CEO del Regno Unito.
    Twitter: @ame2eet






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  2. #2
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    Predefinito Re: Pagare tanto i manager vuol dire buttare via i soldi

    Citazione Originariamente Scritto da dedelind Visualizza Messaggio
    La domanda di fondo resta: quanto è utile porre un limite alla remunerazione dei dirigenti?
    Il problema è l'utilità. Della (in)giustizia invece chi se ne frega.
    The weak crumble, are slaughtered and are erased from history while the strong, for good or for ill, survive. The strong are respected, and alliances are made with the strong, and in the end peace is made with the strong.

  3. #3
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    Predefinito Re: Pagare tanto i manager vuol dire buttare via i soldi

    Spagna e Italia in fallimento, ma i manager sono i più pagati

    14 giugno 2013
    Di L'indipendenza



    di CHRIS WILTON
    Soltanto un spillo, quest’oggi. Nonostante i tassi di disoccupazione e i dati macro dimostrino che Italia e Spagna siano tutt’altro che in salute (12% di senza lavoro nel vostro Paese, paggior dato da 36 anni e 27,16% in Spagna), gli amministratori delegati delle aziende di questi due Paesi sono i più pagati dell’eurozona. A confermarlo l’annuale sondaggio “Pay in Europe” della Federation of European Employers, dal quale si evince che l’ad di una multinazionale italiana guadagna mediamente 1.144 euro all’ora, mentre il suo collega spagnolo 946 euro. Accidenti, un po’ sconnesso dalla realtà economica, direi? Per fare un paragone, un amministratore delegato francese guadagna 655 euro all’ora, mentre uno tedesco 647 euro. In Olanda, il povero ad viene retribuito con soli 581 euro all’ora, in compenso c’è lo stipendio medio più alto dell’eurozona per i dipendenti. Trovo sacrosanto che chi guida aziende di un certo livello sia debitamente pagato, il problema è un altro: gli stipendi non andrebbero legati ai risultati?
    da L’indipendenza

  4. #4
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    Predefinito Re: Pagare tanto i manager vuol dire buttare via i soldi

    Io lo dico da tempo.

    Retribuzione bloccata a max 20 volte il minimo sindacale e stock options (o quote azionarie) limitate
    Vuoi una soluzione VERA alla Crisi Finanziaria ed al Debito Pubblico?

    NUOVA VERSIONE COMPLETATA :
    http://lukell.altervista.org/Unasolu...risiEsiste.pdf




  5. #5
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    Predefinito Re: Pagare tanto i manager vuol dire buttare via i soldi

    Citazione Originariamente Scritto da Hermes Visualizza Messaggio
    Il problema è l'utilità. Della (in)giustizia invece chi se ne frega.
    Infatti... e se e' un problema di utilita', come sappiamo, lasciamo che se la sbrighino i proprietari.

  6. #6
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    Predefinito Re: Pagare tanto i manager vuol dire buttare via i soldi

    Citazione Originariamente Scritto da dedelind Visualizza Messaggio
    Link Tank – La crisi del pay-for-performance


    Pagare tanto i manager vuol dire buttare via i soldi

    ....
    A me sti santoni del "come si gestisce un'impresa" mi fanno venire la pelle d'oca.
    Cioe' sentenziano si quanto bisogna pagare i manager degli altri... e invocano persino la regolamentazione. Ma una bella saccata di cacchi loro, no ????

    Io dico.
    1. sono cavoli degli azionisti se hanno voglia di buttare via i soldi.
    2. meglio per i nuovi entranti se le grandi imprese buttano via i soldi per manager inutili: piu' ricambio nel mercato, piu' mobilita' sociale.
    3. Se sti "studiosi" sono cosi bravi a fare impresa assumendo manager che prendono i soldi di un quadro, si accomodino.(solo che e' meno rischioso e forse piu' remunerativo pubblicare studi a cazzum... che buttarsi nella mischia, vero ?).

  7. #7
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    Predefinito Re: Pagare tanto i manager vuol dire buttare via i soldi

    Se i soldi sono del privato, di un'azienda privata, di una società privata vuol dire che il manager che guadagna tanto RENDE CERTAMENTE TANTO.

    Quindi non mi farei nessuno scrupolo morale, che trovo pure fuori luogo.

    Il punto sul quale forse non c'e' l'attenzione giusta è che molto spesso questi manager guidano aziende pubbliche, o a partecipazione statale, ed il loro stipendio nasce da altri fattori di macropolitica (chi favorisce, cosa gestisce, di chi è rappresentante, che obiettivi ha, quali equilibri politici/finanziari sta tutelando ecc....).

    Le aziende pubbliche, partecipate o private che vengono pagate in parte o totalmente dalla collettività, non dovrebbero avere manager con simili stipendi.

    Che gli stessi siano poi legati ad eventuali obiettivi, a mio avviso, non significa assolutamente niente.

    Il privato con i suoi soldi puo' pagare chiunque come gli pare. Gli altri assolutamente no. Imho.
    Ultima modifica di mad; 14-06-13 alle 11:00
    Per mia scelta di vita non rispondo a persone idiote, in mala fede, ottuse o volgari, omminicchi e provocatori, presuntuosi e gente senza palle, bugiardi, millantatori, incapaci e psicolabili.


  8. #8
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    Predefinito Re: Pagare tanto i manager vuol dire buttare via i soldi

    Citazione Originariamente Scritto da mad Visualizza Messaggio
    Se i soldi sono del privato, di un'azienda privata, di una società privata vuol dire che il manager che guadagna tanto RENDE CERTAMENTE TANTO.
    No, perchè nelle public companies ad azionariato diffuso i manager fanno quello che vogliono.

    Guarda come hanno conciato Telecom, o cos'era GM prima del fallimento e prima che Obama la rimettesse in sesto coi soldi pubblici.

    Leggete un po' più dilbert e un po' meno i testi di economia e gestione delle imprese, vi assicuro che vi potrebbe anche servire se mai un giorno metteste piede in azienda.
    Ultima modifica di Cale Yarborough; 14-06-13 alle 11:45
    Grandi buchi vengono scavati in segreto, dove i pori della terra dovrebbero bastare, e cose che dovrebbero strisciare hanno appreso a camminare.

  9. #9
    tanti dubbi e zero verità
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    Predefinito Re: Pagare tanto i manager vuol dire buttare via i soldi

    Citazione Originariamente Scritto da Cale Yarborough Visualizza Messaggio
    ... se mai un giorno metteste piede in azienda.
    .... Spero di non rimetterlo piu' ; ho già dato.

    Non credo che nelle public company i manager possano fare, come dici tu, "quello che vogliono".

    Ma non mi sembra la sede per mettermi a fare i soliti copia/incolla, i soliti "ma tu che ne sai... ma io sono un manager... ma esistono gli organi di controllo .... ma l'azionariato si divide in tante forme che possono decidere, modificare, condizionare e mettere lingua.... no non è vero...." ecc... ecc...

    Ribadisco la mia modesta opinione che qualsiasi società totalmente privata puo' pagare quanto vuole un manager. Al contrario il pubblico, o il partecipato, NO.
    Per mia scelta di vita non rispondo a persone idiote, in mala fede, ottuse o volgari, omminicchi e provocatori, presuntuosi e gente senza palle, bugiardi, millantatori, incapaci e psicolabili.


  10. #10
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    Predefinito Re: Pagare tanto i manager vuol dire buttare via i soldi

    Citazione Originariamente Scritto da mad Visualizza Messaggio
    Se i soldi sono del privato, di un'azienda privata, di una società privata vuol dire che il manager che guadagna tanto RENDE CERTAMENTE TANTO.

    Quindi non mi farei nessuno scrupolo morale, che trovo pure fuori luogo.

    Il punto sul quale forse non c'e' l'attenzione giusta è che molto spesso questi manager guidano aziende pubbliche, o a partecipazione statale, ed il loro stipendio nasce da altri fattori di macropolitica (chi favorisce, cosa gestisce, di chi è rappresentante, che obiettivi ha, quali equilibri politici/finanziari sta tutelando ecc....).

    Le aziende pubbliche, partecipate o private che vengono pagate in parte o totalmente dalla collettività, non dovrebbero avere manager con simili stipendi.

    Che gli stessi siano poi legati ad eventuali obiettivi, a mio avviso, non significa assolutamente niente.

    Il privato con i suoi soldi puo' pagare chiunque come gli pare. Gli altri assolutamente no. Imho.
    Se si decide di limitare gli stipendi dei manager pubblici rispetto a quanto i loro colleghi percepiscono nel mercato, lavorando per aziende private, l'unico risultato è di provocare la fuga verso il più remunerato settore privato da parte dei manager pubblici. A parità di condizioni intendo: in realtà si deve anche tener conto che i manager pubblici a parità di (scarso) rendimento scontano minori rischi di perdere il lavoro rispetto ai colleghi del privato (e questo tenderebbe a controbilanciare l'eventuale diminuzione di domanda di lavoro manageriale in aziende pubbliche causata dai tagli agli stipendi pubblici) . In verità solo il mercato può misurare la "giustezza" di uno stipendio, non la decisione arbitraria (= scollegata dall'effettiva domanda di prestazioni che il manager può offrire) di qualche politico/burocrate: perciò solo attraverso il Federalismo (e la concorrenza tra i servizi pubblici erogati dagli enti locali) i costi del settore pubblico possono essere sottratti all'irrazionalità che li caratterizza. L'irrazionalità del settore pubblico non sta nei sui costi eccessivi, ma nel suo voler prescindere dalle leggi del mercato: l'eccesso di costo de settore pubblico è eventualmente una conseguenza, e la distinzione non è peregrina a mio avviso perchè non si può escludere a priori che il mercato possa assegnare comunque un valore e un costo così elevati a certe funzioni, magari in presenza di elevata domanda e di scarsa offerta.
    Ultima modifica di Platone; 14-06-13 alle 12:41
    Possiamo perdonare un bambino quando ha paura del buio. La vera tragedia della vita è quando un uomo ha paura della luce.

 

 
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