Originariamente Scritto da
Tomás de Torquemada
Quanto mi piacciono queste risposte, che dimostrano competenza e sono piene di spunti... Grazie davvero...
Beh... Kennedy non era Gandhi o Francesco d'Assisi... Era fortemente animato dal senso della sfida verso l'URSS... Ma era una sfida diversa, complessa... sia perché trascendeva l'aspetto bellico e militare per estendersi al piano tecnologico, economico e perfino "ideologico"... sia, soprattutto, perché era una sfida che l'America kennedyana lanciava anche a se stessa... Questo fu il cammino che portò al trattato del 1963... e non credo che tale politica sarebbe stata particolarmente pericolosa... Almeno non fino a quando al Cremlino ci fosse stato Kruscev, uomo - in quel contesto - di grande apertura mentale e incline al dialogo... Le colpe per le quali fu, nel 1964, "dimesso" e posto sotto sorveglianza del KGB.
Con Cuba, dopo la Baia dei Porci e la vicenda dei missili, sul momento non poteva esserci grande margine... Quanto alla Cina, accusava proprio l'URSS di cedere all'imperialismo americano (critica mossa anche al filosovietico PCI) e figuriamoci...
Mah, guarda... Kennedy aveva idee grandi, derivate in parte dalla concezione ateniese di democrazia e in parte addirittura dal socialismo, di cui avvertiva in un certo qual modo il fascino... Promosse, dunque, diversi provvedimenti contro la segregazione (che, certo, era presente al Nord, eccome)... E' vero, tuttavia, che sul piano realizzativo la sua azione sembrò piuttosto tiepida rispetto ai propositi iniziali e fu anche accusato di incoerenza... In realtà si trattava di questioni non risolvibili dall'oggi al domani, tanto che sotto vari aspetti persistono ancora oggi.
L'ostilità al mondo industriale non era affatto un'"impressione"... Kennedy disprezzava gli affaristi, li chiamava "sons of pig" senza mandarle a dire... non in quanto tali, tuttavia, ma perché li accusava di tutelare i loro interessi privati a danno del popolo americano... A proposito dell'acciaio, il contrasto al quale accenni scoppiò per la decisione dei siderurgici di aumentarne il prezzo; li costrinse a tornare indietro nel giro di tre giorni. Ma soprattutto dovette nuocergli l'ostilità dei petrolieri, ai quali cercò di sottrarre numerosi privilegi (con provvedimenti che partono dal "Kennedy Act" del 1961 e che, peraltro, andavano contro i suoi interessi familiari).