LA CRISI
Portogallo, il governo dell'austerity si sgretola
La migliore alunna di Bruxelles travolta dallo scandalo derivati. Proteste. Dimissioni. Ma il premier non molla.
di Giovanna Faggionato
(©Gettyimages)Portogallo, lo sciopero generale del 27 giugno.
La situazione del governo portoghese assomiglia a un verso del poeta Fernando Pessoa: «Un cadavere procrastinato che procrea». Da lunedì 1 luglio l'esecutivo di Lisbona ha iniziato a decomporsi, ma continua a mantenere le leve del comando. Il ministro delle Finanze, Vitor Gaspar, ex funzionario della Banca centrale europea divenuto il volto e l'artefice dell'austerity portoghese, ha dato le dimissioni sull'onda del malcontento popolare e di un brutto affare di derivati in perdita stipulati con le banche di investimento straniere.
LE DIMISSIONI INCROCIATE. Il premier conservatore Pedro Passos Coelho ha deciso subito di sostituirlo con Maria Luis Albuquerque, ex segretaria del Tesoro. Ma la nomina della amministratrice coinvolta nello stesso scandalo derivati e destinata comunque ad applicare le ricette pattuite con la troika in cambio del salvataggio da 78 miliardi accordato al Paese nel 2011, ha provocato le dimissioni del ministro degli Esteri Paulo Portas. «Una scelta non all’altezza del compito che l’attende», ha commentato Portas, giustificando l'addio al governo.
1,3 MILIARDI DA TROVARE. Coelho, però, resiste a tutto: allo sgretolamento progressivo della squadra di governo e anche della situazione economica, quando ci sono ancora 1,3 miliardi da trovare per rispettare i programmi pattuiti con Ue, Fmi e Bce. «Non mi dimetto. Non abbandonerò il Paese a se stesso», ha dichiarato con addosso le vesti del salvatore della patria. E il 3 luglio è quindi partito per Berlino per discutere dell'emergenza lavoro con la cancelliera tedesca Angela Merkel.
SIETE LICENZIATI. Intanto, però, la disoccupazione ha toccato il 17,3%, il 27 giugno i due principali sindacati Cgtp e Ugt hanno coinvolto nello sciopero generale contro le politiche del governo 5 milioni di persone bloccando il Paese. E alla notizia delle dimissioni di Portas, lo spread sui bond lusitani si è impennato e i collettivi di precari sono scesi nelle vie di Lisbona a gridare un solo slogan: «Siete licenziati».
Gaspar, il ministro mani di forbice travolto da malcontento e scandali
(© Gettyimages) Il primo ministro portoghesePedro Passos Coelho.
La crisi di governo è difficile da ricomporre, perché la strada è segnata dagli accordi con i creditori internazionali. Il Portogallo è da sempre il miglior alunno di Bruxelles e della commissione del connazionale José Manuel Barroso. E anche Gaspar è un uomo delle istituzioni europee: un economista arrivato da Francoforte senza alcuna esperienza politica alle spalle: l'esecutore del patto del diavolo firmato con la troika per salvare il Paese dal default. Dal giugno del 2011, quando Coelho è stato eletto primo ministro, il responsabile delle Finanze ha imposto a tappe forzate un vasto piano di tagli e nuove tasse.
RECESSIONE A -2,3%. Il programma è servito ad abbattere un deficit che nel 2010 raggiungeva il 10% del Pil. Tuttavia la cura da cavallo non è stata sufficiente a centrare gli obiettivi europei e ha portato il Paese in recessione per il terzo anno consecutivo. Per il 2013 si stima un calo del Pil del 2,3% e un disavanzo pari al 4,9% della ricchezza nazionale.
Ad aprile, inoltre, la Corte costituzionale ha ritenuto illegittimi i tagli sui congedi per malattia, i sussidi di disoccupazione e le pensioni del settore pubblico, imposti da Gaspar per essere in regola con il settimo esame di bilancio della Troika. Risultato: mentre le piazze si riempiono di proteste, Lisbona deve rastrellare ancora 1,3 miliardi di euro, cercando ancora qualcosa da tagliare.
La tensione sociale ha provocato nuovi dissidi nel governo. Con alcuni ministri, Portas in testa, desiderosi di prendere le distanze dalle misure lacrime e sangue del ministro delle Finanze.
LA BOMBA DERIVATI. Ma a travolgere il ministro mani di forbice è stata la bomba derivati. Nella pancia delle aziende dei trasporti di Lisbona e Porto erano infatti nascosti contratti derivati stipulati dall'ex governo socialista con le banche di investimento Santander e JpMorgan. Si trattava di contratti a rischio, in perdita di oltre 3 miliardi di euro.
Gaspar ha accusato le banche e detto di non conoscerne i rischi, ma il suo predecessore, l'ex ministro delle Finanze Fernando Teixeira dos Santos, lo ha pubblicamente sbugiardato, spiegando che la gestione dei contratti derivati era un punto compreso nel memorandum con la Troika.
Le ombre dei derivati anche sul nuovo ministro
(© Gettyimages) Maria Luisa Albuquerque e Pedro Passos Coelho.
Per l'uomo dell'austerity le dimissioni erano inevitabili. E il fallimento per l'Europa ancor più cocente. Eliminato Gaspar, però, nulla è risolto. Resta la crisi economica. E soprattutto quella politica. E rimangono pure le ombre sullo scandalo derivati. Anche la neo ministra Albuquerque, infatti, dichiarò di fronte alla commissione di inchiesta parlamentare sugli swap, che il governo precedente non li aveva informati del problema. Oggi quindi la sua versione vacilla.
LE RASSICURAZIONI DEL PRESIDENTE. Tanto che nel giorno della sua nomina, il presidente della Repubblica Aníbal Cavaco Silva è stato costretto a rimettersi alla scelta del primo ministro: «Mi ha garantito la massima correttezza».
Martedì 2 luglio il portavoce dell'opposizione socialista, João Ribeiro, ha chiesto le dimissioni in blocco del governo di centrodestra e il ritorno alle urne. Ma l'idea che il Paese abbia bisogno di una svolta politica non sembra toccare nessuno.
LA MISSIONE DI COELHO. Coelho sembra deciso ad andare dritto per la sua strada. E l'Unione europea anche. Nel giorno dello sciopero generale il primo ministro aveva dichiarato: «Il Paese ha bisogno di lavoro e rigore, non di scioperi». Oggi, allo stesso modo, parla di «missione da compiere», di «difesa dell'interesse del Paese» e definisce i capi di governo dell'Europa «baluardo di fiducia e tranquillità». Il commissario all'euro Olli Rehn ha già inviato una mail alla neo ministra per avvertirla: i tempi delle riforme vanno rispettati, con uguale determinazione. Come dire: il Paese ha bisogno di rigore, non di votare.
Mercoledì, 03 Luglio 2013
Portogallo, il governo dell'austerity si sgretola - POLITICA
i governi al guinzaglio della Troika cadranno giù come birilli !