ZIGGAIL :gluglu:Sforzi centripeti ve ne erano, come l'esempio della Lega Doganale, ovvero azioni che portavano ad una lenta coesione Nazionale. Vero che gli stati singoli più o meno reggevano così com'erano. Ma era chiaro che , in un ottica di blocchi nazionali/imperiali già ben definiti (Impero Austrungarico , Francia , Inghilterra) l'epoca dei "piccoli e divisi" era sinonimo di "piccoli e schiacciati"
D'altronde la stessa Inghilterra quando appoggiò economicamente i Saboia, lo fece per far creare una ulteriore "massa nazionale" contrapposta alla Francia, visto che all'epoca, (1860) la Cvande Cermania era ancora in fase di costruzione.
L'Italia nasce quindi anche come aderenza ad un comune destino manifesto che le permetta di sganciarsi (o quantomeno di trattare quasi alla pari) con le altre entità Nazionali di più antica Tradizione.
Veramente le ristrette cerchie intellettuali (dall'Alpi alla Sicilia) eran le stesse che operavano su vari campi appunto per un progetto unificatrice, inteso come contrapposto all'Austrungheria. Ovvio, il resto del popolino, più o meno se ne fregava. Che rivendicassero una identità Padana (ma non credo conoscessero il significato di questo termine , giacchè coniato dal Bossi, per definire una identità etnico politca) che rivendicassero tale identità , credo te lo sia inventato.
In ispecie in Lombardia, da dove provenivano più delle metà dei contingenti Garibaldini.
Vallo a chiedere a Dante e Machiavelli, se non esisteva un comune senso Italiano (con enormi differenze interne off course).
Il tutto è anche abbastanza semplice. Al di là di deliri etnici studiati a tavolino e frutto del positivismo ottocentesco, era semmai più connaturato al substrato collettivo, la forma mentis dell'universale (Imperiale e Cattolico) che ideuzze Volkisch venute solo secoli dopo.
Il che non vuol dire che il contadino della Valbrembana si sentisse fratello del contadino della Conca d'oro. Ma che indubbiamente esisteva un forte substrato comune, in primis Religioso, e a seguire "Popolare"