Via libera al restauro del Colosseo targato Tod's. La sesta sezione del Consiglio di Stato ha infatti rigettato ilricorso del Codacons contro la sponsorizzazione affidata al gruppo di Diego Della Valle per un valore di 25 milioni di euro.
Dopo tre mesi e mezzo dall'ultima udienza (16 aprile), la sentenza respinge la richiesta dell'associazione dei consumatori guidata da Carlo Rienzi. La decisione dei giudici di Palazzo Spada dà dunque il via libera ai lavori di restauro dell'Anfiteatro Flavio. "Il Consiglio di Stato - si legge nella sentenza - in sede giurisdizionale (Sezione Sesta), definitivamente pronunciando, respinge il ricorso in appello indicato in epigrafe. Compensa le spese giudiziali. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa".
Così il Codacons appare al Consiglio di Stato "privo di legittimazione a ricorrere" sia dal punto di vista di associazione a tutela dell'ambiente, sia dal punto di vista di associazione di consumatori e utenti. E' questa la motivazione principale che ha portato i giudici di Palazzo Spada a rigettare l'appello presentato contro la sponsorizzazione del restauro del Colosseo da parte del gruppo Tod's. "La qualità di associazione di protezione ambientale non legittimava il Codacons al ricorso proposto in ordine alla sponsorizzazione del restauro del Colosseo".
La sentenza. Nella sentenza pubblicata oggi, che dà il via libera al restauro finanziato da Diego Della Valle con 25 milioni di euro, i giudici di Palazzo Spada ribadiscono di fatto l'illegittimità del Codacons a presentare il ricorso e spiegano che su questo punto le "considerazioni" presentate in appello da Carlo Rienzi, presidente dell'associazione, "appaiono comunque infondate". Sì perché se è vero che l'ambiente nella sua "nozione allargata" può essere inteso come "complesso dei valori che caratterizzano il territorio", e dunque anche i beni culturali (la sentenza cita anche l'articolo 9 della Costituzione), è altrettanto vero che "il sistema normativo vigente è fondato su una distinta scansione concettuale tra patrimonio culturale e ambiente". Più nello specifico, la sentenza dice che "un contratto di sponsorizzazione stipulato in vista del restauro di un bene culturale" rappresenta "un fatto che rientra nella funzione di tutela non dell'ambiente ma dei beni culturali. La qualità di associazione di protezione ambientale non legittimava quindi il Codacons - si legge nella sentenza - al ricorso proposto in ordine alla sponsorizzazione del restauro del Colosseo".
I giudici. Per quanto riguarda invece le ragioni che hanno portato il Codacons a ricorrere contro la sponsorizzazione Tod's del restauro, la sentenza spiega che "le considerazioni dell'appellante sono esposte in modo apodittico e non sono rapportate a specifici fattori di incongruità o illogicità del contratto di sponsorizzazione" su cui tra l'altro i giudici riconoscono "limiti di contestabilità" e "scelte sindacabili solo nei limiti". E ancora: "Secondo gli appellanti, infatti, la situazione legittimante invocata atterrebbe non a ragioni di controllo della spesa pubblica, ma alla 'genericità e ambiguità' di una sponsorizzazione". Non solo, perché secondo il Codacons il danno dato dalla sponsorizzazione veniva configurato, ricorda la VI sezione del Cds nella sentenza, "sotto il profilo della perdita di 'chance', per l'utente, di ottenere migliori condizioni di sponsorizzazione". Ebbene, per i giudici "tali circostanze non trovano alcun concreto riscontro nel caso di specie, tenuto conto dei contenuti dell'accordo. Una posizione legittimante non è d'altra parte ravvisabile, in ordine al perseguimento di una ipotetica (e del tutto indimostrata) ottimizzazione della qualità dei servizi e delle maggiori risorse che avrebbero potuto essere ottenute in sede di trattativa, essendo questi interessi generali della collettivita', oggetto di scelte di indirizzo e gestione discrezionale della pubblica amministrazione".
Camion bar. Ma il Consiglio di Stato dice la sua anche sulla presenza, accanto al Codacons, di alcune associazioni di categoria, quale quella dei camion-bar rappresentata anche dalla famiglia Tredicine che ha affiancato l'appello di Rienzi, perché "non è consentito che l'interesse dedotto in giudizio riguardi soltanto una parte delle categorie rappresentate, ponendosi in caso contrario configurante una situazione di conflitto di interessi dell'associazione stessa con alcuni dei soggetti rappresentati, o una non consentita sostituzione processuale".
Nuovo ricorso. "Questa decisione assurda offende il Colosseo prima ancora che il Codacons, e sarà impugnata in revocazione e in Cassazione per rifiuto di giurisdizione - afferma il Presidente Carlo Rienzi - E mentre i giudici del CdS bocciano il ricorso, per fortuna la Procura di Roma, che già ha aperto un procedimento sulla sponsorizzazione a seguito di un nostro esposto, esamina la richiesta del Codacons di sequestrare la concessione dei lavori al gruppo Tod's, dopo che i diritti d'uso sul monumento sono magicamente passati dai due anni oltre il termine dei lavori agli attuali 20 anni".
Repubblica.it