F. Sbaffoni, San Tommaso d'Aquino e l'influsso degli angeli (Edizioni Studio Domenicano)
San Tommaso d'Aquino e l'influsso ... - Google Libri
Illustrazione di G. Doré per il Paradiso perduto di J. Milton
Immagine tratta dal sito ETSU Home
F. Sbaffoni, San Tommaso d'Aquino e l'influsso degli angeli (Edizioni Studio Domenicano)
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Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 27-02-10 alle 00:36
"Tante aurore devono ancora splendere" (Ṛgveda)
Gli angeli sono presenti nelle religioni antiche. Gli etruschi gli hanno raffigurati nelle tombe, proprio come uomini alati. La civiltà e le religioni mesopotamiche li temevano e, allo stesso modo, li invocavano. Il re degli angeli nel mondo greco è Ermes Mercurio, il messaggero degli dei ("angelos" significa appunto "messaggero").
San Tommaso d'Aquino formalizza la loro esistenza approfondendone le diverse nature. Nel mondo teologico il Dottore Angelico muove diverse polemiche fino ad arrivare, dopo la morte , alla sua vera è propria condanna. Sapere cosa in realtà sono gli angeli - con le loro divisioni in Angeli, Arcangeli, Principati, Virtù, Potestà, Dominazioni, Troni, Cherubini e Serafini - è effettivamente difficile; la stessa teologia angelica è parecchie confusionaria.
Forse San Tommaso poteva parlare degli angeli perché coltivò felicemente l'alchimia ed ebbe così modo di provare esperienze trascendentali che lo portarono verso piani di conoscenza diversi dal comune e indubbiamente elevati.
Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 26-02-10 alle 23:21
UFO, Angeli ed esoterismo
UFO, contatto cosmico: messaggeri e ... - Google Libri
da UFO - Contatto cosmico
Messaggeri e messaggi dal cosmo
di R. Pinotti, Roma 1997.
"Tante aurore devono ancora splendere" (Ṛgveda)
I Fusus al Hikam (i sigilli della saggezza dei Profeti) di Ibn Arabi, per quel che ne so, non sono mai stati tradotti in italiano; ma possono essere letti in inglese qui.
Queste sono alcune frasi sugli angeli del primo sigillo, Adamo...
Gli angeli sono alcune delle facoltà di quella struttura che è la forma dell'universo, quella che i Sufi definiscono, nel loro vocabolario tecnico, come il Grande Uomo (al-Insân al-Kabîr), Gli angeli sono per Lui (il Grande Uomo) come le facoltà spirituali (rûhânî) e sensorie sono per l’organismo umano: ognuna di queste facoltà è velata da se stessa, e non vede nulla di quanto è superiore alla sua stessa essenza, per questo c’è nell’aspetto angelico un qualcosa che lo fa considerare degno di un grande riguardo e di un grado elevato con Allah.
…………………
Tutti i Nomi Divini contenuti nella forma divina (Adamo) appaiono in questo essere umano, che possiede il rango di vaso e sigillo di questa esistenza. È con lui che Allah mise alla prova gli angeli , ricordatelo bene! Allah ti ammonisce attraverso gli altri. Guarda dove inizia e dove finisce. Gli angeli non si resero conto di quello che implicava l'organismo del khalif, né si resero conto di cosa richiedesse la presenza della Verità 'l'ibâda (adorazione). Ognuno conosce solamente da Allah, quello che la sua essenza concede. Gli angeli non possiedono l'universalità di Adamo, e non capirono i Nomi Divini con cui fu favorito, ne’ come loda Allah e proclama la Sua purezza. Loro seppero solamente che Allah aveva nomi la cui conoscenza non li aveva contattati, così loro non possono lodarlo né potrebbero proclamare la Sua purezza attraverso questi nomi. Quello che noi menzionammo li superò e questo stato li sopraffece. Dissero di questo essere, "Perché poni ciò in uno che sarà la causa della sua stessa corruzione?" (20) questo solo argomento che manifestarono.
Cosa dissero riguardo ad Adamo è precisamente lo stato in cui si trovano rispetto ad Allah. Se non fosse stato che la loro natura era in accordo con Lui, non avrebbero potuto dire quello che dissero riguardo Adamo, "ed ancora loro non erano consapevoli". Se loro avessero veramente conosciuto se stessi, avrebbero saputo e avrebbero avuto possesso della conoscenza, sarebbe stati protetti e non avrebbero resistito disprezzando Adamo ed eccedendo così la loro richiesta di quello che loro possedettero del Suo encomio e la glorificazione. Adamo era in possesso di Nomi Divini che non avevano gli angeli, così che la lode e glorificazione che loro Gli rendevano non erano le stesse delle lodi e glorificazione che rendeva Adamo.
Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 28-02-10 alle 00:00
Quando pensiamo agli angeli, siamo tentati di dare loro un corpo. Possiamo comprendere le loro funzioni e il loro ruolo nei nostri confronti ma abbiamo bisogno di "visualizzare" in qualche modo la loro presenza. Questo è ciò che l'uomo ha sempre cercato di fare, fin dalle più antiche narrazioni bibliche, immaginando gli angeli con un aspetto adeguato al messaggio che dovevano comunicare. Tutto questo è avvenuto (e avviene) tramite l'impiego di simboli, gli stessi simboli che troviamo oggi nella figura angelica del nostro immaginario. Essenzialmente l'angelo è rappresentato con un corpo di giovane, con lineamenti delicati e androgini. I capelli biondi, gli occhi azzurri, la pelle chiara, la tunica candida, la cintura d'oro intendono evidenziare il rapporto con la luce, quella stessa luce che egli riceve dalle sfere superiori ed emana a sua volta alle sfere inferiori, realizzando così il collegamento tra Dio e l'uomo. Per evidenziarne l'essenza luminosa l'angelo è anche rappresentato con un'aureola che gli circonda il capo: è la rappresentazione simbolica dell'aura comune ad altre figure della spiritualità, non solo cristiana, e della mitologia (Cristo, Maria, i Santi, il Buddha ma anche Zeus, Apollo, Dioniso).
Guido Reni, San Michele arcangelo caccia Lucifero
L'elemento che tuttavia contraddistingue maggiormente l'angelo dall'uomo è la presenza delle ali. Nell'iconografia, l'angelo con le ali apparve tra il IV e il V secolo e la sua rappresentazione richiamava quella di esseri mitologici o di divinità pagane alate preesistenti (come la Nike). L'introduzione di questo elemento iconografico segnò l'abbandono definitivo dei modelli ebraici più antichi, di difficile interpretazione, che davano agli angeli l'aspetto di animali alati. Seguendo la tradizione neotestamentaria si poteva invece rappresentare l'angelo con sembianze umane. Già nel 197 Tertulliano scriveva: "Ogni spirito è alato; angeli e demoni lo sono e per questo in un attimo sono dovunque: la terra intera per loro è un unico luogo. Si crede che la velocità sia di natura divina, perché se ne ignora la sostanza". E ancora prima, nel Fedro di Platone, si riconosce nel piumaggio delle ali la forza di "trarre verso l'alto le cose pesanti, sollevandole fin dove la stirpe degli dei ha la propria dimora. Esso partecipa inoltre largamente della corporeità del divino".
Le ali evidenziano la posizione centrale dell'angelo tra lo spirito e la materia, tra il cielo e la terra. Indicano inoltre la rapidità con la quale il messaggero celeste conduce a Dio le preghiere degli uomini e agli uomini fa conoscere la Volontà di Dio. Oltre a sottolineare l'aspetto della "posizione" e del "movimento", le ali indicano anche la natura luminosa dell'angelo: avendo origine all'altezza del cuore, simboleggiano la provenienza spirituale della Luce (l'Amore) e posizionate all'altezza dalle scapole, nella parte posteriore del corpo, indicano la Volontà che conduce, guida, innalza. Dare all'angelo l'aspetto di un essere umano con le ali rivaluta anche la corporeità dell'uomo stesso e indica la possibilità di sollevarsi dal peso e dalla gravità della vita fisica.
José Camarón y Bononat, San Gabriele Arcangelo
Oltre a questi elementi, ricorrenti nelle raffigurazioni angeliche, l'iconografia cristiana ha poi utilizzato altri simboli per rappresentare gli angeli in base alle loro particolari funzioni. Abbiamo dunque l'introduzione della spada fiammeggiante e dell'armatura per identificare il condottiero delle milizie celesti, l'arcangelo Michele. Il giglio, simbolo della purezza, è associato all'arcangelo Gabriele e al suo ruolo di annunciatore, mentre il bastone da viaggio e il vaso della medicina in mano all'arcangelo Raffaele richiamano la narrazione biblica riferita a Tobia. E gli strumenti musicali suonati dagli angeli simboleggiano l'armonia della musica celeste e del creato.
Ultima modifica di Silvia; 27-02-10 alle 22:31
Perugino, L'arcangelo Raffaele con Tobia
In quasi tutte le tradizioni il principio animico, uranico, era rappresentato simbolicamente da esseri alati o da uccelli... che volano nell'aria, nello spazio atmosferico...
Mentre il principio terrestre, titanico... era simboleggiato solitamente con il serpente... che striscia sulla nuda terra...
Questa era, in un certo senso, la dualità fondamentale... Due realtà, o manifestazioni dell'essere supremo non manifesto... immanente e trascendente allo stesso tempo.
Interessante notare, ad esempio, come Quetzalcoatl, la divinità più importante per gli aztechi e le popolazioni del mesoamerica, fosse rappresentato appunto come un serpente piumato...
Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 03-03-10 alle 01:18
Segni particolari: "macchina da espansione razziale euro-siberiana" (Giò91)