Sterga intesa alla Lelend, così come si sarebbe definita "Maddalena" a cui fa riferimento Lelend, ossia una fiorentina che sosteneva di essere di discendenza etrusca e di conoscere antichi rituali, presumibilmente autoctoni.
Sulla possibile ininterrotta trasmissione di riti dal paganesimo antico fino ad oggi, in Italia, si è discusso molto. Secondo me Lelend rappresenta un altro tassello in questo complesso mosaico e forse l'appennino tosco-emiliano e tosco-romagnolo, fino a tempi relativamente recenti (fine ottocento non è una data lontana) conservava ancora qualcosa di interessante.
Del resto il lago degli idoli sul monte Falterona non è lontano e le stesse Alpi Apuane, in un dirupo delle quali venne iniziato Reghini, pur non essendo appennino Tosco - Emiliano sono quasi contigue ad esso. Insomma sono zone interessanti, da questo punto di vista.
Io credo che le tradizioni stregonesche siano ancora diffuse in molte zone, e in qualsiasi angolo del mondo. Non credo ci siano distinzioni.
Tempo fa lessi di un'antropologa che voleva fare una ricerca seria (era in un libro di antropologia comunque, non su Libero o su un sito) e ancdò a fare le sue ricerche in un paesino dove ancora c'erano queste pratiche presso alcune famiglie, insomma era una cosa un po' nascosta ma comunque consolidata, che faceva parte della cultura locale. Si approssimò con molta sicumera, ma in breve tempo fu risucchiata dal clima e impazzì.
Di studiosi che si ergono a superuomini e superdonne che vogliono solo investigare senza coinvolgersi ce ne sono tanti, stare dentro le cose per studiarle e nello stesso tempo starne anche fuori per raccontarle non è facile.
Tutto questo per dire che mi sembra meno diffusa questa cosa delle streghe ai nostri tempi, ma non scomparsa del tutto. Io non escluderei insomma che esistano ancora fattucchiere e streghe, secondo il significato classico del termine.
Caro Trash, le tue dimore sono una miniera di oggetti strani...
Non che da me si scherzi, però sono tutti acquistati dal sottoscritto... mentre, se ho ben capito, quelli che ogni tanto ci mostri appartengono da tempo alla tua famiglia e si tramandano... molto più bello così...
Posto che il soggetto è una strega, il ritratto è meravigliosamente espressivo... il viso e l'aria insolita e inquietante, la postura, soprattutto la magrezza e il rapporto fra la testa e il busto rinviano al physique du rôle della fattucchiera... i cui canoni, evidentemente, erano conosciuti dal pittore.
L'abito in effetti è desueto se rapportato al 1922, ma come giustamente accennavi la cosa può spiegarsi in vari modi: un indumento "buono" ereditato dalla nonna e/o una parziale rielaborazione di fantasie o reminiscenze stratificate... In fondo non è un identikit poliziesco ma l'esito della descrizione di Pasquale al ritrattista, che poi ci avrà ulteriormente messo del suo...
A proposito, "Minghina" è un tradizionale nomignolo romagnolo... vero?
Quanto al toponimo, l'indicazione sembra molto precisa... può darsi che una montagna (o magari una collinetta, che spesso per il paese vicino diventa l'Everest) fosse popolarmente detta così e che se ne sia smarrita la memoria nel giro di qualche generazione (capita).... bisognerebbe indagare fra i più anziani, che potrebbero averne sentito parlare dai genitori.
Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 16-07-13 alle 00:42
"Tante aurore devono ancora splendere" (Ṛgveda)
Sì, "Minghì" è il diminutivo di Domenico e "Minghina" di Domenica (da "Menichina"), molto comune tra i nati in Romagna nel giorno del Signore.
Quanto a "Saltalamacchia" ho letto da qualche parte che è un sinonimo di "brigante", probabilmente finiti i tempi del Passatore avranno anche cambiato il nome al monte che dava rifugio ai briganti.
A chi non l'ha ancora letto consiglio questo libro famosissimo di Jules Michelet: "La strega". Molti documenti, molte testimonianze ancora orali, ma connesse da una scrittura così felice e fluida, che si legge come un romanzo.
ieri notte ho sognato la strega di trash...o almeno cosi' mi sembra...
credo che stanotte risognero' la strega...e quegli occhi