User Tag List

Pagina 275 di 426 PrimaPrima ... 175225265274275276285325375 ... UltimaUltima
Risultati da 2,741 a 2,750 di 4253
  1. #2741
    Forumista storico
    Data Registrazione
    04 May 2009
    Messaggi
    41,309
     Likes dati
    1,276
     Like avuti
    2,925
    Mentioned
    10 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    AUMENTI AGLI STATALI E SOLDI ALLA “RESISTENZA”: I NUMERI DELL’ASSALTO ALLA DILIGENZA

    Di Leonardo , il 22 dicembre 2017

    di MATTEO CORSINI

    Ogni legge di bilancio è sottoposta al famigerato assalto alla diligenza. Ovviamente tale assalto è più veemente del solito quando la legge di bilancio è scritta a pochi mesi dalle elezioni politiche.

    Ammette con un certo candore Francesco Boccia, relatore della legge e web-tassatore dell’ultima ora: “Le pressioni sull’ultimo provvedimento di legislatura sono inevitabili da tutto il Paese perché nei prossimi 4-5 mesi non ci saranno misure legislative di sistema”. Dove per “misure legislative di sistema” ritengo sia legittimo intendere l’elargizione di mance a destra e a manca.

    Attività nella quale, a pochi mesi dal voto, si sono toccate punte di eccellenza, se così si vuol dire. Alcuni esempi:

    1) stabilizzazione di 18mila insegnanti precari;
    2) stanziamenti per centinaia di milioni per rinnovi vari di contratti nella pubblica amministrazione, nonostante di recente sia stato dimostrato da uno studio coordinato dal già commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, che gli stipendi nel pubblico sono più alti che nel privato e che i dirigenti pubblici siano più pagati di quelli di altri Paesi europei;
    3) 1 milione nel 2018 e 2.5 milioni nel 2019 per tutelare i musei e i luoghi della resistenza;
    4) 500mila euro l’anno nel triennio al Milan Center for Food law and Policy;
    5) 300mila euro nel 2020 per il sessantesimo della scomparsa di Luigi Sturzo;
    6) 2 milioni nel 2018 e 4 milioni annui dal 2019 al 2024 per il neo costituito fondo per la tutela del Po;
    7) 1 milione annuo per il triennio 2018-2020 per il neo costituito fondo contro il bracconaggio ittico;
    8) 2 milioni nel 2018 e 4 milioni annui nel 2019 e nel 2020 per per favorire la qualità e la competitività del comparto agrumicolo;
    Mi fermo qui. Credo sia sufficiente.

    Buon Natale a tutti coloro che, loro malgrado, saranno costretti a pagare per tutte queste regalie.

    https://www.rischiocalcolato.it/blog...za-323390.html
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  2. #2742
    email non funzionante
    Data Registrazione
    16 Oct 2010
    Messaggi
    6,606
     Likes dati
    0
     Like avuti
    176
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    Caporetto e l'incapacità, tutta italiana, di distinguere tra dottore e valore
    Una delle cause della disfatta fu la mania del pezzo di carta che portò giovanissimi esperti di grammatica a comandare reparti in prima linea
    Dottor Caporetto. L’ho sempre saputo, forse anche prima di leggere in proposito Einaudi e Flaubert, che i titoli disonorano. Ancora oggi devo reprimere l’ira quando al telefono una voce non necessariamente meridionale o statale mi chiama “dottore” offendendo il mio nome, il mio cognome, i miei liberi studi.
    Dunque mi giunge graditissimo quanto scrive Alessandro Barbero nel suo “Caporetto”, gran libro Laterza: “Proprio alla vigilia di Caporetto ci fu la decisione, appena messa in pratica, di obbligare a diventare ufficiali tutti coloro che avevano un titolo di studio”. Una delle cause di quel disastro fu pertanto la mania italiana del pezzo di carta, grazie alla quale giovanissimi esperti di grammatica vennero spediti a comandare reparti in prima linea, mentre ai sottufficiali esperti di pratica non restava che obbedire.
    Un problema squisitamente nazionale: racconta Barbero che l’esercito tedesco (a Caporetto determinante) pur essendo espressione di una società non meno classista della nostra era solito promuovere per meriti militari e nessuno comandava una Sturmkompanie solo perché gli era andato bene l’esame su Hegel. Che non servano altri cent’anni per capire la differenza fra dottore e valore.
    https://www.ilfoglio.it/preghiera/20...valore-170125/

    La denuncia dei ProVita: "Raggi censura i manifesti con Wojtyla"
    Richiesta l'autorizzazione per l'affissione. L'accusa a Raggi: "Non abbiamo ancora ricevuto risposta"
    Giuseppe De Lorenzo
    In principio fu il caso dei manifesti contro papa Francesco.
    Poi arrivò il bus anti-gender promosso da CitizenGo Italia e Generazione Famiglia, ingiustamente censurato dall'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria perché “contraria alla dignità umana delle persone transgender” e infine riabilitato dai giurì dell'autority. Oggi tocca a Papa Giovanni Paolo II e al suo messaggio "sovversivo" contro il divorzio.
    La battaglia sui manifesti
    Le battaglie sui temi etici (matrimonio, unioni gay, eutanasia e via dicendo) entrano ed escono dal dibattito pubblico come in una porta girevole. Ma c'è una frangia minoritaria, eppure consistente, della Chiesa che combatte a spron battuto le battaglie per l'adesione totale al Magistero contro quelle che considerano "derive" pericolose del nuovo corso cattolico. Una delle tanti armi di cui dispongono è quella delle pubblicità. Lo dimostrano, come detto, il "Bus della Libertà", i manifesti anti-Francesco o quelli dei "ProLife" con l'immagine "scandalosa" di un feto abortito. Ce ne sono stati in passato e ce ne saranno in futuro. Ieri, però, l'associazione "ProVita Onlus" si sarebbe trovata di fronte al muro della burocrazia del Comune guidato da Virginia Raggi.
    "La censura di Raggi"
    In un comunicato ufficiale l'associazione sostiene di aver "presentato tre diversi tipi di manifesti da affiggere per le vie di Roma al Comune, come da regolare procedura e ricevendo conferma di ricevimento". Che tipo di locandine? Niente di vergognoso: uno per commemorare il Cardinale Caffarra (considerato capostipite dei tradizionalisti) e ricordare l'impegno in favore del matrimonio di Giovanni Paolo II; il secondo contro l'aborto; e il terzo a difesa della salute delle donne. "È semplicemente allucinante - attacca Toni Brandi, presidente della Onlus - che il Comune sembra rifiutarsi a procedere e persino a darci una risposta formale con le motivazioni del diniego e questo più di 40 giorni dalla prima richiesta".
    Il cartellone incriminato
    In effetti il cartellone con Wojtyla sembra tutto tranne che offensivo. Nella bozza consegnata ai dirigenti comunali campeggia il Pontefice in piedi sulla papa-mobile, sovrastato da una sua famosa dichiarazione contro le unioni civili: "Ci alzeremo in piedi quando l'istituzione del matrimonio è abbandonata all'egoismo umano e ridotta ad un accordo temporaneo e condizionale che si può rescindere facilmente, noi proclameremo l'indissolubilità del vincolo matrimoniale".
    "Come a Mosca anni '70"
    Le domande di autorizzazione all'affissione, spiegano i ProVita, sono state inviate "con ricevute di protocollo dal Comune il 31.10, il 1.11 e il 28.11". Eppure, aggiunge Toni Brandi, "non abbiamo ancora ricevuto risposta". "Sembra di stare non a Roma, ma nella Mosca degli anni '70 - conclude il presidente di ProVita - Non abbiamo mai avuto problemi a pubblicare manifesti. Ora invece, l'amministrazione sembra tollerare solo messaggi 'graditi' e utilizza la polizia per sondare le 'motivazioni' di coloro che non si allineano al pensiero unico. Non avevamo mai visto nulla di simile prima dell'amministrazione Raggi".
    La denuncia dei ProVita: "Raggi censura i manifesti con Wojtyla"

    F35, governo conferma la spesa di 13 miliardi: ignorata la richiesta del Parlamento di dimezzare i costi
    Tra le mille tabelle della legge di Stabilità 2016 si nasconde un dato, rilevato da Rete Italiana Disarmo, che fa notizia: dopo un anno di silenzi e dichiarazioni evasive, il governo Renzi ribadisce ufficialmente e definitivamente lo stanziamento per l’acquisto dei 90 cacciabombardieri
    di Enrico Piovesana
    Tra le mille tabelle della legge di Stabilità 2016 in discussione alle Camere si nasconde un dato, rilevato da Rete Italiana Disarmo, che fa notizia: dopo un anno di silenzi e dichiarazioni evasive, il governo Renzi conferma ufficialmente e definitivamente lo stanziamento di 13 miliardi di euro per l’acquisto dei 90 cacciabombardieri F35, ignorando la richiesta formale del Parlamento di dimezzare questo discusso programma. Alle pagina 618 e 619 dello “Stato di previsione del Ministero della Difesa per l’anno finanziario 2016 e per il triennio 2016-2018” (la Tabella 11 allegata al ddl Stabilità) viene fornito il budget aggiornato al luglio 2015 per il programma F35: 12 miliardi e 356 milioni di euro, che sommati al mezzo miliardo per i lavori di predisposizione di basi dell’Aeronautica Militare e altre infrastrutture (dichiarati nell’ultimo Documento programmatico pluriennale della Difesa) danno un totale di quasi 13 miliardi.
    La stessa cifra che nel 2012 il ministro Di Paola aveva fissato per l’acquisto di 90 aerei e che da allora è stata sempre indicata su tutti i documenti della Difesa. “La conferma di queste cifre – spiega Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Italiana Disarmo – dimostra che la mozione Scanu (Pd) approvata alla Camera nel settembre 2014 che impegnava il Governo a dimezzare il budget finanziario originariamente previsto, per Renzi e per la Pinotti non ha nessun valore, come se non fosse mai esistita. Come dimostrano anche le recenti comunicazioni della Pinotti al Parlamento, la Difesa, aggrappandosi alla formulazione un po’ fumosa della mozione Scanu, sta cercando di svicolare usando la scappatoia dei ‘ritorni economici’ del programma che compenseranno metà della spesa complessiva del programma, ma è il gioco delle tre carte, perché i ricavi derivanti dai contratti internazionali di manutenzione finiranno nelle casse delle aziende italiane coinvolte nel programma, non nelle casse dello Stato italiano”.
    “E’ chiaro – conclude Vignarca – che per la Difesa il programma F35 prosegue inalterato secondo la pianificazione originaria, e senza nemmeno tenere informato il Parlamento sul reale stato di avanzamento dei contratti di acquisto, cioè sul numero degli F35 realmente ordinati”. Ancora il mese scorso la Pinotti dava conto solo dei primi otto F35 italiani (quelli dei lotti 6, 7 e 8) per i quali è stato completato l’iter contrattuale, tacendo degli altri sei (quelli dei lotti 9 e 10) per i quali l’Italia ha già firmato contratti negli ultimi due anni, compresi i primi due F35B a decollo corto e atterraggio verticale ordinati, insieme a due valevoli convenzionali, nel contratto N00019-15-C-0003 del 4 giugno scorso di cui ilfattoquotidiano.it aveva dato notizia a suo tempo.
    https://www.ilfattoquotidiano.it/201...costi/2217703/

    LA CASTA DEI PREFETTI: CI COSTANO 100 MILIONI DI EURO, E CHE PENSIONI
    In Italia ci sono oltre 1.300 prefetti. Una pletora di parassiti impegnata nel portare avanti il Piano di colonizzazzione africana.
    Nello specifico abbiamo 149 prefetti, di cui 44 in sede centrale e 105 in sede periferica. Poi ci sono 712 viceprefetti, di cui 222 al centro e 490 in periferia. Per non parlare dei 413 viceprefetti aggiunti (su una dotazione organica addirittura di 852 unità), di cui 91 in sede centrale e 322 in periferia.
    Non solo, perché come insegna il caso della rimozione Bitonci a Padova, ci sono anche i prefetti nominati ‘commissari’ per sostituire i sindaci eletti. Sono circa una ventina. E così si arriva a 1.301 prefetti.
    Gli stipendi sono monstre. Si va da un minimo di 2.500 euro netti al mese per i viceprefetti fino ai 6 mila netti al mese per i prefetti delle città più importanti.
    Quello di Roma, Pansa, tanto ‘buono’ con i clandestini, prende poco meno di 152mila euro. Non ostante questo stipendio, un predecessore dell’attuale, Pecoraro, è accusato di avere preso una tangente di 1 milione di euro. Per piazzare presunti profughi nelle coop.
    Retribuzioni-prefetti
    Ma non va male nemmeno all’entusiasta dell’invasione, il Prefetto di Venezia Cuttaia, che arriva ad incassare dai contribuenti, per fare l’agente viaggio dei clandestini, quasi 150mila euro.
    E come lui altri prefetti fanatici dell’accoglienza business, come quelli di Firenze, Bologna, Torino e Genova.
    Manager di agenzie viaggi, con stipendi da stelle del cinema.
    E non temono nulla. Sia perché sono “inamovibili”: qualunque cosa facciano, lo stipendio lo beccano lo stesso. Sia perché, una volta pensionati, prendono l’80% della retribuzione: 6.320 euro al mese.
    Questo li pone al ‘riparo’ da ogni valutazione politica. E quindi democratica. Non vengono eletti, nntrano nella categoria per concorso (art.4 D.Lgs. n.139/2000) e sono subito “consiglieri” a 2mila euro netti di stipendio, fanno due anni di scuola superiore a Roma (con vitto e alloggio pagati in una struttura a quattro stelle sulla Veientana dotata di palestra, piscina, eliporto e campi da tennis) e vengono immessi in ruolo come dirigenti.
    Incredibilmente, sono loro a decidere, su input del governo (che in questo caso è non eletto) se un comune debba o meno ospitare qualche centinaio di clandestini, i sindaci che vengono eletti dai propri cittadini non hanno voce in capitolo.
    I prefetti oggi, sono ancora più un’offesa alla democrazia. Perché nominati da un premier non eletto. Dei nominati da un nominato che comandano su sindaci eletti dal popolo. E contro il popolo inviano coloni.
    E li paghiamo anche 150mila euro.
    Ma al top del top, con stipendi ancora più alti, ci sono i capi dei dipartimenti, tutti rigorosamente prefetti. Tra loro una vecchia conoscenza, Mario Morcone (capo dipartimento libertà civili e immigrazione).
    A questi si aggiunge il dipartimento pubblica sicurezza, che governa la Polizia di stato, retto da Franco Gabrielli, il manganellatore di italiani e già prefetto di Roma.
    In tutto una spesa di circa 80 milioni di euro solo in stipendi. Esclusi costi di rappresentanza, rimborsi e scorte.
    PENSIONI – Le pensioni dei prefetti sono del 40% superiori a quanto previsto col calcolo contributivo. Un trattamento più vantaggioso rispetto ai lavoratori privati e agli altri dipendenti pubblici.
    AUMENTI – Ai prefetti sono attribuiti sei aumenti periodici che si aggiungono alla pensione già determinata e corrispondono mediamente ad un importo di circa il 15% della retribuzione rapportata all’anzianità contributiva posseduta. In più nello stipendio su cui viene calcolato l’assegno vengono ricomprese anche le indennità per le funzioni aggiuntive eventualmente svolte durante la carriera (capo della polizia, commissario straordinario). In quest’ultimo caso si tratta peraltro di un beneficio specifico attribuito a pochissimi privilegiati con che hanno ricoperto incarichi particolari di altissimo rilievo grazie alle entrature politiche: come Gabrielli.
    https://voxnews.info/2017/12/08/la-c...-che-pensioni/

  3. #2743
    Blut und Boden
    Data Registrazione
    03 Apr 2009
    Località
    Lothlorien
    Messaggi
    68,908
     Likes dati
    2,763
     Like avuti
    9,894
    Mentioned
    139 Post(s)
    Tagged
    1 Thread(s)

    Predefinito re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    Meglio che il Nord pensi per sè. Parola di Fmi
    Meglio che il Nord pensi per sè. Parola di Fmi | L'Indipendenza Nuova


    di ROMANO BRACALINI
    Il 5 maggio 2010 il settimanale britannico The Economist, che a differenza delle nostre gazzette, ha fama di non tacere le verità scomode e impopolari, ridisegnò la cartina d’Europa per riunire i vari paesi, o parte di essi, in un ordine più omogeneo e coerente. In questa nuova mappa, l’Italia settentrionale avrebbe dovuto far parte di una Confederazione del Nord, insieme ad altri paesi (Francia, Germania, Austria, ossia l’Europa economicamente più forte); l’Italia meridionale, da Roma in giù, veniva separata e riunita alla Sicilia, così da formare un redivivo “Regno delle Due Sicilie”, soprannominato, con appropriato termine semantico, ”Bordello” (in italiano nel testo), apparentato al marasma greco in una unione monetaria più debole.
    Il quadro era meno fantapolitico di quanto si credesse. Perché la divisione del Centro-Nord e del Sud Italia in due stati distinti (sul modello belga, tanto per cominciare) sarà, prima o poi, inevitabile in una Europa non più basata sui vecchi modelli degli Stati-Nazione, destinati a scomparire, ma suddivisa in aree geografiche ed economiche, in nuove aggregazioni e alleanze regionali sempre più ampie e compatibili fuori dei vecchi confini.
    Sul medesimo argomento, con dati ancor più rigorosi e convincenti, s’era espresso il presidente del Fondo Monetario Internazionale che in una intervista a La Stampa, aveva dichiarato, senza tanti giri di parole, che la crisi monetaria in atto poteva portare al distacco del Nord Italia, compatibile con l’Eurozona, dal Sud continentale e insulare, il quale come area economicamente più debole non poteva reggere alle regole ferree del mercato.
    Le vicende storiche solitamente prevalgono sulle legittime aspirazioni dei popoli ma col tempo finiscono per riparare ai danni compiuti. Nel 1861, quando le due parti del Paese stavano per saldarsi insieme, in obbedienza al calcolo di interessi della dinastia sabauda, non si diede importanza al fatto che le differenze spaventose tra il Nord e il Sud avrebbero fatto fallire un simile progetto di insania. Tra Nord e Sud c’erano le medesime differenze che correvano tra l’Europa evoluta e civica e l’impero ottomano; e il paragone è di don Giustino Fortunato, meridionale di Basilicata, non di un bieco nordista. L’ex regno dei Borboni era rimasto al Medio Evo, senza industrie, senza una borghesia moderna, senza leggi moderne, senza catasto. Una sola linea ferroviaria di 90 chilometri attorno a Napoli, mentre si andava da un luogo all’altro a dorso di mulo. L’unità ebbe come conseguenza di rendere esplosiva questa diversità che poneva il Mezzogiorno in una condizione di inferiorità rispetto al Nord; il quale Nord, senza colpa, aveva subìto l’aggancio del Sud come una remora al suo ordinato sviluppo.
    Non solo in Italia c’era chi pensava che l’unità fosse stata un clamoroso errore, ma nelle cancellerie d’Europa si commentava l’avvenuta unione del Nord e del Sud come di un fenomeno contro natura. Il Sud, sentendosi trascurato, maturò un invincibile senso di frustrazione e di odio crescente verso i “nordisti”, che sfruttavano il Sud, invece di mantenerlo, come poi avvenne con i provvedimenti finanziari a pioggia e la Cassa del Mezzogiorno. Libellisti meridionali d’oggi, con poco senno e col ricorso alla falsità storica (chi non ha testa abbia gambe, dice il proverbio), hanno dipinto il Sud come un Eldorado ,una terra ricca e felice; e i “terroni” nel loro inguaribile senso di inferiorità si sono sentiti vendicati di tante umiliazioni.
    In realtà, l’Italia, ieri come oggi, è fatta di due parti inconciliabili: una europea e l’altra levantina; l’Italia Cisalpina e, per dirla con il siciliano Lombardo, l’Afroitalia. Segnali inequivocabili che il patto d’unione non regge più ci arrivano sempre più frequentemente dall’Europa, come l’ultimo dal FMI. Se invece che su un falso sentimento unitario, ci si basa sui numeri, e se ne prende atto onestamente, la divisione del Nord e del Sud Italia non è più una prospettiva remota. L’Italia “una e indivisibile”, motto desunto dalla Francia giacobina, è solo nella testa dei più ottusi.

    https://www.printfriendly.com/print?...qv-szv_%7E_PcS
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  4. #2744
    Blut und Boden
    Data Registrazione
    03 Apr 2009
    Località
    Lothlorien
    Messaggi
    68,908
     Likes dati
    2,763
     Like avuti
    9,894
    Mentioned
    139 Post(s)
    Tagged
    1 Thread(s)

    Predefinito re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    FINTI TERREMOTATI IN SOCCORSO DEL GOVERNO

    Dopo le polemiche sulla mancata consegna dei prefabbricati, su Twitter è un diluvio di messaggi tutti identici: «Finalmente torniamo nella nostra abitazione». Ma sono scritti da falsi profili generati da un algoritmo. Gente che non esiste, mentre quella vera è al freddo

    https://www.facebook.com/quotidianol...112790/?type=3

    [IMG][/IMG]
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  5. #2745
    Forumista storico
    Data Registrazione
    04 May 2009
    Messaggi
    41,309
     Likes dati
    1,276
     Like avuti
    2,925
    Mentioned
    10 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    Meglio che il Nord pensi per sè. Parola di Fmi
    Se solo glielo lasciassero fare...
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  6. #2746
    email non funzionante
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Messaggi
    22,425
     Likes dati
    46,241
     Like avuti
    21,159
    Mentioned
    157 Post(s)
    Tagged
    1 Thread(s)

    Predefinito re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    Citazione Originariamente Scritto da Eridano Visualizza Messaggio
    FINTI TERREMOTATI IN SOCCORSO DEL GOVERNO

    Dopo le polemiche sulla mancata consegna dei prefabbricati, su Twitter è un diluvio di messaggi tutti identici: «Finalmente torniamo nella nostra abitazione». Ma sono scritti da falsi profili generati da un algoritmo. Gente che non esiste, mentre quella vera è al freddo

    https://www.facebook.com/quotidianol...112790/?type=3

    [IMG][/IMG]
    Peppone tumore del mondo.
    Il Silenzio per sua natura è perfetto , ogni discorso, per sua natura , è perfettibile .

  7. #2747
    Forumista senior
    Data Registrazione
    05 Oct 2010
    Messaggi
    2,794
     Likes dati
    331
     Like avuti
    471
    Mentioned
    3 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    Italia inganno totale.

  8. #2748
    Forumista senior
    Data Registrazione
    05 Oct 2010
    Messaggi
    2,794
     Likes dati
    331
     Like avuti
    471
    Mentioned
    3 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    GESÙ ELIMINATO DA CANZONE NATALE PER RISPETTARE GLI ISLAMICI

    https://voxnews.info/2017/12/30/gesu...-gli-islamici/


    E così questo sentire reverente verso gli islamici è sbarcato anche in padania, e tutto ad opera di progressisti da sempre contro l'occidente a favore di una psicologia estranea all'Europa. Da principio hanno cominciato in scandinavia in nome della tolleranza emotiva, poi lentamente si è diffusa anche da noi. Ricordo che si diceva che in italia una cosa del genere non sarebbe mai stata possibile, ma la realtà lo sappiamo è ben diversa.

  9. #2749
    email non funzionante
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Messaggi
    22,425
     Likes dati
    46,241
     Like avuti
    21,159
    Mentioned
    157 Post(s)
    Tagged
    1 Thread(s)

    Predefinito re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    Citazione Originariamente Scritto da psico Visualizza Messaggio
    GESÙ ELIMINATO DA CANZONE NATALE PER RISPETTARE GLI ISLAMICI

    https://voxnews.info/2017/12/30/gesu...-gli-islamici/


    E così questo sentire reverente verso gli islamici è sbarcato anche in padania, e tutto ad opera di progressisti da sempre contro l'occidente a favore di una psicologia estranea all'Europa. Da principio hanno cominciato in scandinavia in nome della tolleranza emotiva, poi lentamente si è diffusa anche da noi. Ricordo che si diceva che in italia una cosa del genere non sarebbe mai stata possibile, ma la realtà lo sappiamo è ben diversa.
    In un paese cattocomunista tale cosa avviene spontaneamente.
    Il Silenzio per sua natura è perfetto , ogni discorso, per sua natura , è perfettibile .

  10. #2750
    email non funzionante
    Data Registrazione
    16 Oct 2010
    Messaggi
    6,606
     Likes dati
    0
     Like avuti
    176
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    La tassa sui sacchetti di plastica fa ricca la manager renziana
    Fregatura al supermercato. Oltre la nomina pubblica Catia Bastioli guida pure la ditta che fabbrica l'80% delle buste bio
    Giuseppe Marino
    L'obbligo di comprarli scatta da domani, ma nei supermercati si respira già il malumore dei clienti per la «tassa sui sacchetti».
    Quel che non è ancora chiaro a chi fa la spesa, è chi incasserà i proventi della nuova subdola imposta. Per capire chi in queste ore sorride al pensiero dei sacchetti a pagamento bisogna mettere insieme alcuni fatti, qualche sospetto e un numero impressionante di coincidenze. Che hanno una data d'inizio: 3 agosto 2017. È il giorno in cui viene approvato in commissione, con voto compatto del gruppo del Pd, l'emendamento che introduce il balzello. In pieno clima di ferie il Parlamento sente l'esigenza di accelerare la norma infilandola in una legge che c'entra ben poco, il Dl Mezzogiorno.
    Prima è meglio dare un'occhiata a come è stato congegnato l'emendamento. Da una parte si impone il divieto di usare i sacchetti ultraleggeri di plastica, quelli che servono a pesare la frutta o a incartare formaggi e salumi. Fin qui è l'attuazione di una direttiva europea che ha uno scopo condivisibile, ridurre il consumo di plastica e il suo impatto ambientale rendendo obbligatori i sacchetti con almeno il 40% di componente biodegradabile. Il Pd aggiunge però un altro meccanismo diabolico: ai supermercati è vietato regalarli ai clienti, pena una multa salatissima, fino a 100mila euro. Una misura spacciata per incentivo a ridurre il consumo di sacchetti che, pur biodegradabili, sono per più di metà ancora composti di plastica. Eppure il fine nobile della sanzione durissima è completamente vanificato da un'altra norma: è vietato riciclare i sacchetti. Né, per motivi igienici e di taratura delle bilance, è possibile portarsi da casa borse o contenitori di tipo diverso che finiscano a contatto diretto con gli alimenti e con le bilance. Dunque, se non posso portarmeli da casa e non ho altre alternative che usare quelli forniti dal supermercato, il disincentivo del pagamento, obbligatorio per legge, non può scoraggiare il consumo. I dirigenti di alcune catene di supermercati, sentiti dal Giornale, confermano i dubbi sul meccanismo cervellotico e sugli effetti perversi.
    E allora, chi ci guadagna? La norma sgrava la grande distribuzione, che in Italia conta un player storicamente legato alla sinistra, la Coop, dal costo degli shopper, riversandolo sul cliente. Ma non è poi un grande vantaggio, perché i negozi dovranno fronteggiare la rabbia dei clienti. C'è anche perplessità sulla scelta di non regolamentare il prezzo dei bio-sacchetti che, essendo un bene ormai obbligatorio per legge, è esposto a possibili speculazioni sul prezzo.
    Gli unici ad applaudire pubblicamente la norma sono i vertici di Assobioplastiche, il cui presidente, Marco Versari, è stato portavoce del maggiore player del settore, la Novamont, già nota per aver inventato i sacchetti di MaterBi, il materiale biodegradabile a base di mais. E infatti l'azienda sul suo sito, senza ironia, pubblica un sondaggio secondo cui i consumatori italiani sarebbero in maggioranza contenti di pagare.
    Intorno a Novamont si concentrano altre coincidenze. L'amministratore delegato è Catia Bastioli, una capace manager che ha incrociato più volte la strada del Pd e di Renzi. Nel 2011 partecipa come oratore alla seconda edizione della Leopolda, quella in cui esplode il fenomeno Renzi. Molti degli ospiti di quell'evento oggi occupano poltrone di nomina politica. E Catia Bastioli non fa eccezione: nel 2014, pur mantenendo l'incarico alla Novamont, viene nominata presidente di Terna, colosso che gestisce le reti dell'energia elettrica del Paese. Con i buoni uffici del Giglio magico, si dice all'epoca. A giugno 2017 Mattarella la nomina cavaliere del lavoro.
    L'azienda che guida è l'unica italiana che produce il materiale per produrre i sacchetti bio e detiene l'80% di un mercato che, dopo la legge, fa gola: inizialmente i sacchetti saranno venduti in media a due centesimi l'uno. Le stime dicono che ne consumiamo ogni anno 20 miliardi. Potenzialmente dunque, è un business da 400 milioni di euro l'anno. Il 15 novembre scorso Renzi ha fatto tappa con il treno del Pd proprio alla Novamont. Ha incontrato i dirigenti a porte chiuse e all'uscita ha detto ai giornalisti: «Dovremo fare ulteriori sforzi per valorizzare questa eccellenza italiana». Promessa mantenuta.
    La tassa sui sacchetti di plastica fa ricca la manager renziana

    La scuola che non boccia
    La più parte delle reazioni critiche alla notizia che dal prossimo anno sarà praticamente impossibile bocciare alle scuole medie ed elementari sottolinea come si sia fatto un ulteriore passo in avanti verso la sempre maggiore dequalificazione della scuola e asinizzazione degli studenti, che così, senza lo spauracchio delle bocciature, possono tranquillamente soggiornare nelle classi sino al traguardo delle scuole superiori. Che riceverebbero studenti di tutti i tipi – impreparati e no – e che quindi avrebbero poi le loro difficoltà nella educazione di una così eterogenea popolazione scolastica. Si è fatta invece poca attenzione ad un altro fattore che non ha attinenza con i contenuti appresi o meno, ma con l’habitus che si viene a formare nei ragazzini in così tenera età. Infatti la scuola è sì apprendimento e acquisizione di conoscenze (o “competenze”, per come oggi usano dire i pedagogisti ministeriali), ma questo può avvenire a seguito di un’altra e più fondamentale acquisizione: quella dell’autodisciplina e del carattere. Un ragazzino (una ragazzina) di questa età ha voglia di correre, giocare, muoversi; ha il diavolo in corpo, una riserva di energia sempre pronta ad esplodere (e lo fa in determinate circostanze). La costrizione a stare in classe, seduto, ad ascoltare le lezioni e a rispettare le “consegne” date dagli insegnanti, esige la mobilitazione di una grande forza di volontà e l’esercizio di un autocontrollo sulle proprie pulsioni che deve essere – da famiglie e scuola – favorito, accompagnato, non evitato.
    «Occorre persuadere molta gente che anche lo studio è un mestiere, e molto faticoso, con un suo speciale tirocinio, oltre che intellettuale, anche muscolare-nervoso: è un processo di adattamento, è un abito acquisito con lo sforzo, la noia e anche la sofferenza» – lo diceva questo Antonio Gramsci e mi pare ancora un pensiero estremamente attuale; ma i suoi eredi, coloro che scrivono sul giornale da lui fondato, l’hanno completamente dimenticato.
    Non solo, ma nel corso di questi anni il ragazzino (la ragazzina) deve apprendere il senso della responsabilità delle proprie azioni, capire che un certo comportamento porta con sé una conseguenza che non può essere sempre evitata o “perdonata”. E siccome anche l’apprendimento, l’imparare tabelline, poesie, il leggere, lo studiare, il memorizzare è fatica e richiede anche un grande spirito di sacrificio – alzi la mano chi alle elementari era felice di studiare invece che di andare a giocare! – è evidente che una così grande mobilitazione di energie morali e fisiche deve trovare un corrispettivo in una gratificazione o in una conseguenza negativa. La bocciatura non era pertanto il cinico accanimento di una scuola dal cuore di pietra, ma la necessaria conseguenza del comportamento tenuto a scuola, nella condotta e nell’apprendimento.
    La consapevolezza del non poter esser più bocciati porterebbe invece, nelle famiglie e nei ragazzini, a una completa deresponsabilizzazione, alla consapevolezza della inutilità del sacrificio e della autodisciplina: se posso ottenere il risultato senza far nulla, perché mi devo sacrificare tanto? Così si contribuisce a formare un abito che non riconosce più l’importanza dell’autocontrollo e del dominio di se stessi, proprio nell’età in cui tale abito viene a formarsi. Quando questi ragazzini arriveranno alla scuola superiore, non solo saranno impreparati, ma ormai anche incapaci di imporsi quello spirito di sacrificio che doveva venir loro dall’insegnamento nella più tenera età e senza il quale nulla sapranno in futuro fare nella società. Si sarà contribuito così a farne cattivi cittadini, perché uno degli aspetti fondamentali della cittadinanza (direi, della stessa “civiltà”) è il controllo razionale delle proprie pulsioni selvagge, la capacità di rispettare le regole e il principio per cui si è responsabili delle azioni che si fanno e quindi si deve esser anche pronti a subirne le conseguenze.
    Purtroppo oggi non si guarda più a tale versante della formazione, che non è educazione o apprendimento di “skill”, ma qualcosa di assai più complesso che investe il carattere e la mente, il corpo e la coscienza morale. Ormai in una scuola in cui gli studenti sono “clienti” – il cliente non ha “sempre ragione”? – e le famiglie si rifiutano di collaborare al processo autenticamente formativo, richiedendo solo il risultato in contanti e subito; in cui gli insegnanti, intimoriti o disillusi, pensano solo a portare lo stipendio (e spesso anche la pelle) a casa, senza mettersi in urto con le famiglie e il “manager scolastico”; in una scuola in cui si pensa solo a non aver “ritardatari” o a evitare la “dispersione scolastica”, ma al tempo non si vuole investire nulla per rimuovere le cause del disagio (così come del resto accade all’università con i fuori-corso), cosa di più semplice che promuovere tutti? La polvere è così messa sotto il tappeto e tutti sono felici e contenti: gli studenti che non hanno più lo spauracchio della bocciatura, le famiglie che non devono pensare alle ripetizioni e si possono godere le vacanze in santa pace, i docenti che non rischiano nulla e non hanno più fastidiosi problemi di coscienza. Ma attenzione a non alzare mai il tappeto! La polvere ci sommergerà.
    La scuola che non boccia « www.agerecontra.it

 

 
Pagina 275 di 426 PrimaPrima ... 175225265274275276285325375 ... UltimaUltima

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito