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  1. #2771
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    Predefinito re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    Citazione Originariamente Scritto da ventunsettembre Visualizza Messaggio
    Non vedo l'ora che finiscano i giorni della campagna elettorale.
    Poi sarà il Paese dei Balocchi.
    Chiunque vinca.
    Balocchi insanguinati .Quando gli africani avranno fame , i terroni inizieranno a capire cos'è il terrore .
    Il Silenzio per sua natura è perfetto , ogni discorso, per sua natura , è perfettibile .

  2. #2772
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    Predefinito re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    https://www.rischiocalcolato.it/2018...iu-europa.html

    COSA COMPORTA PER NOI “PIU’ EUROPA”

    Di Maurizio Blondet , il 25 gennaio 2018


    Berlino vuole accontentare Macron: grande unione dell’asse franco-tedesco, rilancio concordato della zona euro e via strombettando (il francese). Macron vuole almeno qualcosa da mostrare: un dispositivo europeo di assicurazione dei depositi bancari dell’eurozona, farebbe un bel vedere. I tedeschi hanno sempre rifiutato, ovviamente, perché non vogliono “condividere il rischio” con gli altri; prima, hanno sempre detto, voi “riducete il rischio” (che noi dobbiamo rifondere i depositanti delle banche italiane), e “poi” noi aderiamo. Restando, s’intende, sempre sul vago quanto a precisare come e quanto.

    Adesso Peter Altmaier, il ministro delle finanze tedesco (ad interim), ha precisato: ha dettato quattro condizioni che dovranno essere riunite perché la Germania si degni di partecipare all’assicurazione euro dei depositi.

    Nelle banche altrui, l’ammontare dei prestiti andati a male (NPL, non performing loans) dovrà essere diminuito; la quantità di titoli sovrani del paese cui la banca appartiene, tagliata decisamente; la definizione di insolvenza dovrà essere uguale in tutta la zona euro, e le banche dovranno avere abbastanza fondi propri da applicare la regolamentazione del bail-in.

    Si tratta di quattro norme che sembrano pensate apposta contro le banche nostre, e quindi l’economia italiana. Le nostre banche sono piene di crediti deteriorati; da mesi la BCE ci fa’ fretta – il che significa svendere a 20 quel che vale 50. Le nostre banche hanno titoli di Stato: la Germania esige che noi (s)vendiamo i Btp e compriamo anche i titoli dello Stato tedesco, i Bund. Gli accantonamenti enormi di fondi propri tramite aumenti di capitale agli azionisti, provocherebbero il tracollo definitivo dell’economia italiana. “Se accettiamo tali richieste, lo spread esploderà di nuovo come nel 2011, e pagheremo tanti interessi sul debito anche qualora chiudessimo la metà degli ospedali pubblici”, ha spiegato l’economista Andrea Del Monaco sul Giornale. Il quale ha raccontato anche come i nostri governi hanno sempre addirittura anticipato i desideri di Berlino e Parigi, per mostrare il proprio zelo europeista. Per esempio abbiamo, sulle banche spagnole, “ francesi e tedeschi erano esposti per 200 miliardi, noi per 20. Il salvataggio indiretto delle loro banche avrebbero dovuto pagarlo loro”. Invece «Merkel e Sarkozy ci chiesero un contributo agli strumenti Salva-Stati pari alla nostra chiave di contribuzione alla Bce”, e noi sborsammo. “noi”, cioè i governi non-eletti sostenuti dal PD.

    Adesso il rischio è che il governo Gentiloni, così bravo a prendere decisioni politiche gravi dettate dai padroni globali mentre dovrebbe limitarsi all’amministrazione corrente (vedi truppe in Niger), si affretti – prima di perdere il governo – ad eseguire le quattro condizioni di Altmaier, inchiavardandoci – e inchiodando il governo prossimo, che non sarà “loro” – ad impegni rovinosi. Come del resto lorsignori hanno sempre fatto dal 2011.



    Il ministro francese Bruno Le Maire ha fissato il mese di giugno prossimo per arrivare al’armonizzazione fiscale e l’unione bancaria, come fosse nulla; questa fretta è sospetta, se sir ricorda che è una francese Danièle Nouy, è quella che ha dato la linea durissima sulle banche italiane e i crediti deteriorati: svendere svendere svendere da gennaio, aveva ordinato, adesso da marzo. Per far passare le elezioni italiane. Il sospetto che sia in fieri un trucco come quello che fecero Merkel e Sarko quando ci fecero pagare i loro investimenti sbagliati in Spagna e in Grecia, è più che probabile.

    I tedeschi chiedono aumenti. Il governo Merkel periclita.
    Anche perché, attenzione, i tedeschi non si affrettano. Anzitutto, Altmaier è ad interim. Il governo della grande coalizione SPD-CDU, Merkel e Schulz, è tutt’altro che solido e affidabile, ed avrà tutte le scuse pronte per non adempiere ai suoi impegni, mentre pretenderà l’adempimento dei nostri.


    La GrosseKoalition condannata all’inazione.
    Il partito di Schulz, che ormai è sceso nei sondaggi fino ad avere più o meno i voti della destra AfD (17-18% ) dovrà vedersela con quella parte della sua base elettorale socialdemocratica, che è rappresentata dai sindacati. Dopo decenni di moderazione salariale, la IG Metall (3,9 milioni di operai dell’industria metallurgica, auto ed elettrica) ha cominciato a chiedere un aumento salariale del 6% e la settimana lavorativa da 35 a 28 ore. Che fare? SPD e CDU non hanno un accordo su questo, nel difficilissimo negoziato hanno messo da parte la questione salariale. Per adesso Merkel e Schulz hanno svicolato scaricando il barile sulle “parti sociali”. Ma dalla fine febbraio si apre la vertenza dei sindacati del pubblico impiego, dove la “parte sociale” è il governo. La federazione dei pubblici dipendenti (DBB) reclama “un chiaro e reale aumento” degli stipendi e la riduzione dell’orario nella funzione pubblica da 41 a 39 ore settimanali. La Deutsche Post è alle prese con un suo sindacato che esige l’aumento del 6%, e la possibilità di convertire parte di questi aumenti in riposi supplementari, come ha già ottenuto il personale di Deutsche Bahn (ferrovie) nel 2016.

    Come si ricorderà, la Germania ha avuto anche quest’anno un surplus commerciale di 287 miliardi, il più alto del mondo: ottenuto anche con il dumping salariale dei propri lavoratori. Sembra anche questi, finalmente, si siano svegliati e vogliano la loro parte. Benissimo, ma sarà un’ottima scusa da Berlino per non adempiere alla sua parte nell’Unione bancaria e monetaria. Non vedete che devo spendere per pagare i lavoratori? E sto perdendo competitività!

    Anche la Merkel ha un problema in più: di punto in bianco, Wolfgang Schauble, che dopo essere stato ministro delle finanze è oggi presidente del Parlamento, ha preso le distanze sulla questione dei migranti dalla Cancelliera. Più precisamente dalla ingiunzione agli altri paesi di prendersi le loro “quote”. Appena da una settimana Angela Merkel ha rimproverato il cancelliere austriaco Kurz, di non mostrare abbastanza “solidarietà” rifiutandosi di accollarsi la sua quota. Ma l’unità dell’Europa è più importante che la redistribuzione, ha detto a sorpresa Schauble in un’intervista alla FAZ. Questa svolta – – che evidentemente sa che Angela ormai è un morto che cammina – crea un problema in più alla “grande” coalizione. Nel faticoso negoziato, o SPD (Schulz) ha preteso che non si ponesse un limite superiore alla “accoglienza”;la CSU bavarese vuole questo limite.

    L’ostinazione di Mutti di voler prolungare la vita della Grande Coalizione oltre la sua esistenza naturale, per restare al potere senza una sola idea nuova, con una popolarità al minimo che si riduce ogni giorno, pone le basi per un incartamento senza fine del supposto paese-guida.

    Temo che resteremo i soli ad essere pieni di zelo in Più Europa.

    Interessante vedere come in politica estera, nonostante la rivendicazione di Mutti di una presenuta autonomia da Trump, “Più Europa”significa Più Sanzioni a Russia e Iran.

    L’ENI ha interrotto le perforazioni nel Mar Nero per le sanzioni
    Lo ha detto Emma Marcegaglia al Forum di Davos. In un primo tempo avevamo ricevuto l’approvazione Usa, ha detto, ma ora dobbiamo smettere perché Rosneft (la socia russa) è stata colpita da nuove sanzioni e “Noi dobbiamo rispettare le normative statunitensi perché siamo quotati anche in Usa”.

    Usa istiga Danimarca a bloccare il Nord Stream 2

    Contro la “dipendenza energetica dell’Europa da Mosca” (e per creare la dipendenza europea dal GPL americano) i diplomatici Usa stanno istigando tutti gli stati del Nord Europa contro il raddoppio del gasdotto sotto il Baltico. Siccome Berlino non obbedisce, il diplomatico del Dipartimento di Stato addetto alla zizzania intra-europea, Aaron Wess Mitchell (j) ha istigato la Danimarca ad opporsi: infatti la pipeline passa per un tratto sotto il mare danese .

    La Gran Bretagna, nonostante il Brexit, continuerà a mantenere le truppe in Germania, “a causa del pericolo russo”.



    Gli Usa hanno il programma di piazzare in Italia le nuove testate atomiche B61-12, «armi nucleari di bassa potenza» utilizzabili anche in conflitti regionali o per rispondere a un attacco (vero o presunto) di hacker ai sistemi informatici. Le B61-12, che sostituiranno le attuali B-61 schierate dagli Usa in Italia, Germania, Belgio, Olanda e Turchia, rappresentano — nelle parole del Pentagono — «un chiaro segnale di deterrenza a qualsiasi potenziale avversario, che gli Stati uniti posseggono la capacità di rispondere da basi avanzate alla escalation». Nel rapporto del Pentagono, che il senatore democratico Edward Markey definisce «roadmap per la guerra nucleare», c’è dunque in prima fila l’Italia”, scrive Dinucci .

    “I paesi occidentali stanno scatendando la guerra economica contro la Russia per ottenere il cambio di regime”, ossia la caduta di Vladimir Putin, ha detto a Davos Andri Kostin, il capo della seconda più grande banca della federazione, VTB Bank.

    https://themoscowtimes.com/news/west...bank-ceo-60266

    Guerra “solo economica”? Il dottor Kostin è ottimista.



    La UE si rimangia l’accordo sul nucleare con Teheran
    Vi aspettate una qualche “autonomia” della UE su questo piano? Disilludiamoci. La Casa Bianca nuova vuole mantenere la sanzioni all’Iran, rimangiandosi gli accordi sottoscritti da Obama. Sembrava che la UE – anch’essa garante degli accordi – avesse preso le distanze dagli Usa, e non partecipasse più alle sanzioni anti-Iran.

    Invece no. Adesso vien fuori che sì, la UE riconosce che Teheran tiene fede al suo programma di rinuncia all’arricchimento dell’uranio, però viola l’accordo in un altro modo: dispone infatti di missili balistici intercontinentali “intrinsecamente capace di portare testate nucleari”.

    Conclusione in tre lanci d’agenzia. 4 dicembre 2017: “Francia e Germania esigono da Teheran che rinunci al programma missilistico”. 20 gennaio: “La Germania valuta nuove sanzioni contro l’Iran”, con questaincredibile spiegazione “Berlino sta facendo lobby fra gli alleati europei perché accettino nuove sanzioni contro l’Iran nel tentativo di prevenire il presidente Donald Trump dal terminale l’accordo internazionale con Teheran” (ciascuno apprezzi la logica del “ragionamento” europeo: aggraviamo le sanzioni per far vivere l’accordo – tipico di Mogherini). Il 22 gennaio

    : La Francia: l’Iran non rispetta la lettera Onu sui missili balistici”

    Questo significa Più Europa. Significa precipitare la guerra vera, perché stracciare con tale pretesto l’accordo con l’Iran , obbliga l’Iran a riprendere il proprio programma nucleare, perché ormai l’accordo è nullo e vuoto. Quel che vuole Sion. La nota lobby ha ben lavorato, in UE. Più Europa.

    MoA - "Calls Upon" Trickery - How Europe Cheats On Iran's Nuclear Agreement
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  3. #2773
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    Predefinito re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    ma possibile che NON abbiano ancora capito che:
    - i Tedeschi NON vogliono fare la fine dei Popoli PADANO-ALPINI
    - la Germania ha perso la guerra, è stata divisa e ha dovuto barattare l'unità con l'ingresso nell'UE
    - l'itaglia (dicesi roma) tenta sempre di inculare qualcuno a cui rifilare la famosa "sola"
    - l'itagliano etnico è una mina vagante da secoli (Franza o Spagna purchè se magna)

  4. #2774
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    Predefinito re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    Cambiando discorso.
    O no.
    Solo più posti in piedi!
    Quelli sulle cadreghe sono stati tutti occupati.
    Votate, figlioli, votate!
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  5. #2775
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    Predefinito re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  6. #2776
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    Predefinito re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    LA FURBATA
    Pur di avere un seggio in Parlamento... Vergogna Boldrini: come umilia le donne
    Anche per le femministe come Laura Boldrini vale il detto che fatta la legge, trovato l'inganno. Anche se la legge impone il rispetto delle quote rosa nelle liste dei candidati per Camera e Senato, negli elenchi delle liste di Liberi e Uguali compaiono pochissime signore rispetto ai posti a disposizione. Tra queste pochissime fortunate, naturalmente, c'è la presidenta della Camera, in posizioni blindatissime per evitare figuracce, come una mancata rielezione da parlamentare. Il partito di Bersani, ricorda il Giornale, ha deciso di spalmare su più listini in diversi collegi alcune candidate, togliendo di fatto la possibilità ad altre di giocarsi l'occasione di entrare in Parlamento.
    Una decisione che ha già scatenato i commenti avvelenati di diverse parlamentari uscenti dei gruppi di Mdp, Sinistra italiana e Possibile. Qualcuna di loro si è anche confidata sul Foglio: "In LeU ci sono le femministe per se stesse, come Boldrini e Rossella Muroni, che si mettono con le pluricandidature ovunque uccidendo tutte le altre donne".
    Le regole del Rosatellum per l'equilibrio tra uomini e donne parlano chiaro, anzi la Boldrini è stata proprio una di quelle che ne ha sponsorizzato l'approvazione. Alla fine sembra averle prese molto alla lettera: da sola è candidata capolista in ben quattro listini, più il suo collegio uninominale. Quando piace vincere facile, alla faccia delle altre donne.
    Pur di avere un seggio in Parlamento... Vergogna Boldrini: come umilia le donne - Libero Quotidiano



    Bankitalia spieghi a Mps che il loro imprenditore modello è De Benedetti
    Domani mattina fondo una società, la indebito fino all’osso, poi allargo le braccia e spiego che quei soldi non li posso restituire e la società la metto in vendita. Non la compra nessuno? E allora se la prendano le banche che avevano prestato quei soldi. Certo, mi spiace che una di quelle rischi di andare gambe all’aria con quei debiti. Ma non è più affare mio. Adesso non ho tempo di discuterne, perché sono atteso in Banca di Italia dai suoi vertici che mi riceveranno come un eroe. Piaciuta la storia? Beh, non è fiction. Ma realtà. Solo che io non sono io, che non verrei mai ricevuto dalla Banca di Italia a piacimento. Perché non mi chiamo Carlo De Benedetti. E la società fondata non è immaginaria, ma il gruppo Sorgenia, per cui è finita più o meno così. E anche la banca costretta a leccarsi ferite profondissime per i soldi prestati a Sorgenia non è fiction: è il Monte dei Paschi di Siena, che poi per non traballare ha dovuto acciuffare al volo i bond-aiuto dello Stato e dei contribuenti italiani.
    Ecco, avendo presente quel che è accaduto a Mps grazie alla Sorgenia allora di De Benedetti, si fa davvero fatica a comprendere le ragioni di quel che l’ingegnere stesso ha raccontato alla Consob che lo interrogava su quello strano acquisto di banche popolari con relativo buon guadagno nel gennaio 2015, a poche ore dal varo del decreto di Matteo Renzi che trasformava in spa 10 popolari italiane. L’ingegnere che aveva regalato a Mps quel bel problema ha dovuto spiegare che della riforma delle popolari aveva parlato il 14 gennaio 2015 con il vicedirettore generale della Banca di Italia Fabio Panetta, che lo aveva ricevuto in pompa magna come era abitudine.
    “Ero tornato dalle vacanze”, ha spiegato De Benedetti ai funzionari dello Consob che lo interrogavano come teste secondo il verbale svelato da Il Sole 24 Ore, “ed ero andato a trovare Panetta in Banca di Italia, come faccio abbastanza abitualmente con lui o con Ignazio Visco, una volta al mese – una volta ogni due mesi, non c’è una scadenza precisa, ma, diciamo, una consuetudine precisa”. In quell’incontro Panetta svela a De Benedetti che “l’unica cosa positiva che mi pare che finalmente il governo si sia deciso ad implementare quella roba che noi chiediamo da anni e cioé la trasforma…, la riforma delle, delle popolari”.
    Nell’interrogatorio De Benedetti poi spiega di avere parlato delle popolari alle 7 del mattino a colazione con Matteo Renzi, di essere stato suo consulente informale, di avere inventato lui il job act e di avere rapporti di amicizia con Maria Elena Boschi e Pier Carlo Padoan che spesso vanno a cena a casa dell’ingegnere. Praticamente De Benedetti era il padrone di casa del governo, che in fondo per lui non era una istituzione, ma una combriccola di amici: “perché poi sa, quello lì si chiama Governo, ma non è un Governo, sono quattro persone, ecco…”. Poi l’ingegnere torna sui suoi rapporti con il Governatore della Banca di Italia: “ho un buon rapporto con Visco da quando lui era all’Ocse per cui ci vediamo così per fare quattro chiacchiere… Visco non parla tanto volentieri dell’Italia, gli piace di più parlare del mondo, ecco…”.
    Ecco. Carlo De Benedetti non ha più cariche imprenditoriali nè ruolo pubblico di alcun genere. Per l’istituzione Banca di Italia non dovrebbe essere nemmeno un idolo, visti i problemi che ha lasciato con Sorgenia sul groppone di una delle principali banche italiane, Mps. Difficile immaginarsi che l’istituzione che deve sempre astrarre dai rapporti personali stenda come viene qui descritto, tappeti rossi a un privato cittadino che non si capisce come mai venga ricevuto in Banca di Italia. Non solo: parla con lui anche di notizie riservate (come quella dell’intervento sulle popolari) che ai vertici di Bankitalia sono arrivate per via istituzionale grazie a un incontro con il governo dell’8 gennaio 2015. Dobbiamo dedurre che per Banca d’Italia il signor De Benedetti sia un modello di riferimento. Ottima cosa però che l’informazione oggi sia nota a tutti. Quindi prendete a calci la vostra banca e non onorate i debiti contratti: Visco&c vi faranno i complimenti, e vi soffieranno pure qualcosa di molto utile all’orecchio…
    Bankitalia spieghi a Mps che il loro imprenditore modello è De Benedetti | L'imBECcata di Franco Bechis


  7. #2777
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    Predefinito re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    Bologna: laurea ad honorem a Soros per aver speculato 30mila miliardi ai danni dell’Italia

    News, Politica e attualità gennaio 27, 2018 Marco Pizzuti

    di Francesco Puppato



    George Soros insieme a Emma Bonino

    Correva l’anno 1988 quando a George Soros, fondatore e consigliere del Quantum Group, Presidente del Soros Fund e dell’Open Society Foundations, venne chiesto di partecipare insieme ad un gruppo di investitori al piano di cambiamento di gestione della banca francese Société Générale; Soros rifiutò e preferì agire individualmente sfruttando l’occasione.
    Questa mossa gli costò una condanna per insider trading da parte del tribunale francese, che dopo vari ricorsi confermò nel 2006 la multa al magnate della finanza. Multa confermata anche dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, nonostante l’ennesimo tentativo di ricorso provato da Soros.
    Ma all’interno dello SME (Sistema Monetario Europeo), ovvero l’antenato dell’euro, che Soros riesce a dare il meglio di sè: nel 1992 vendette allo scoperto 10 miliardi di dollari in sterline in un’operazione pronti contro termine; questa mossa, che costrinse il Regno Unito ad abbandonare il Sistema monetario europeo e che valse a Soros il soprannome di “L’uomo che sbancò la banca d’Inghilterra”, gli fruttò oltre 1 miliardo di dollari.
    Quel giorno, che passò alla storia con il nome di “mercoledì nero”, costò al tesoro britannico 3,4 miliardi di sterline.
    Sempre nel 1992, precisamente il 16 settembre, Soros effettuò la stessa identica operazione nei confronti della lira italiana.
    All’inizio degli Anni 90 la lira era nella banda larga dello Sme e, non si capisce ancora il perchè; l’allora Governatore della banca d’Italia Carlo Azeglio Ciampi, decise di spostarla nella banda stretta per darle forza. Per dare forza alla lira, però, lo Stato avrebbe dovuto offrire alti tassi d’interesse.
    Subito dopo, l’agenzia di rating Moody’s declassò la moneta italiana e ne conseguì il violento attacco speculativo nel settembre del ’92, che portò il governo Amato a svalutare la lira del 30% con un costo di 14 mila miliardi da parte della Banca d’Italia.
    Il guadagno da parte di Soros fu sconfinato e pure esentasse; egli dichiarò:
    “L’attacco alla lira fu una legittima operazione finanziaria”.
    Non contento, nel 1997, lo stesso Soros fu artefice di altri due attacchi speculativi effettuati con lo stesso modus operandi: una al baht thailandese ed una al ringgit malese.
    Il finanziare usa parte dei suoi proventi per effettuare grandi donazioni a cause a lui care, molto probabilmente per tornaconto personale: donò 400 mila dollari per finanziare il referendum in Massachussetts per la decriminalizzazione delle droghe e dona circa 4 milioni di dollari all’anno alla Drug Policy Alliance, un’organizzazione che promuove la legalizzazione della cannabis; viene inoltre visto come figura alienata alla famiglia Rothschild ed associato a molti movimenti rivoluzionari come la rivoluzione arancione in Ucraina, la primavera araba, il movimento verde in Iran ed ai gruppi dissidentei Femen e Pussy Riot in Russia, oltre che finanziatore dell’attuale sistema di gestione dell’immigrazione.
    Questi movimenti gli permetterebbero di creare nuove situazioni dove poter speculare; ad avvalorare queste tesi vi sono le migliaia di e-mail ottenute dopo aver hackerato i server della Open Society Foundations pubblicata dal sito DC Leaks nell’agosto del 2016, tra cui vi è la lista dei nomi dei beneficiari delle sue donazioni.
    Non a caso Soros non manca di esprimere opinioni (verbali o scritte) su ogni parte del mondo (visioni sull’Asia, sulla Russia e l’Ucraina, sull’antisemitismo ed Israele, sull’Europa, sugli Stati Uniti) ed è un accanito sostenitore dell’eurocome moneta unica in Europa, così da creare la situazione presente ai tempi dello Sme.
    Nel 1999 l’economista premio Nobel Paul Krugman definì così l’”effetto Soros”:
    “Nessuno che abbia letto una rivista d’affari negli ultimi anni può ignorare che in questi giorni ci sono davvero investitori che non solo spostano denaro in previsione di una crisi monetaria, ma effettivamente fanno del loro meglio per innescare tale crisi per divertimento e profitto. Questi nuovi attori sulla scena non hanno ancora un nome standard; il termine che propongo è ‘Soroi’.”
    La differenza è che mentre in Francia è stato incriminato, con conferma della condanna da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo, e in Paesi come la Malesia, la Thailandia e l’Indonesia si vuole nei suoi confronti l’ergastolo o addirittura la pena di morte, in Italia le cose sono diametralmente all’opposto: l’Università di Bologna, la più antica università al mondo, lo premiò con una laurea in economia ad honoris causa proprio per l’attacco sferrato ai danni dell’Italia nella speculazione contro la lira.
    La cerimonia si svolse in presenza di Romano Prodi (che di Soros presentò anche l’edizione italiana del libro autobiografico) e fu presieduta da Stefano Zamagni, stretto collaboratore dello stesso Prodi.
    Viene spontaneo chiedersi come si possa pensare di insegnare educazione finanziaria ed ancor più come si possa credere di trasmettere valori etici, culturali e civili tramite l’università, che ne dovrebbe essere la massima espressione, se la più antica università del mondo premia con una laurea ad honoris causa chi danneggia Stati e cittadini tramite speculazioni finanziarie e movimenti affiliati; considerando inoltre che il tutto è avvenuto con il benestare di alte cariche politiche, statali e culturali.
    Di seguito un video facilmente reperibile su youtube con le dichiarazioni di Craxi e Pomicino in merito a Soros, Ciampi e la situazione di quel periodo:



    FONTE

    Bologna: laurea ad honorem a Soros per aver speculato 30mila miliardi ai danni dell?Italia ? AltraInformazione
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  8. #2778
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    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  9. #2779
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    Predefinito re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    tutta gente al servizio del potere, personaggi pronti "alla bisogna" e per "qualsiasi stagione"

    Giorgio Bocca poi ... me lo ricordo "saltare" sul carro della LN-Padania, poi ha capito che .... (omissis)

  10. #2780
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    Predefinito re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

 

 
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