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  1. #4091
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    Predefinito re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    Dl Ong, fallisce blitz su dl Salvini, Lega ‘stupita’ da FI-FdI. Gli alleati: Emendamenti Iezzi? “Inammissibili giuridicamente”
    25 GENNAIO 2023 POLITICA LETTURA 1 MIN

    “Sono stupito della decisione del presidente in commissione Affari costituzionali Pagano (FI), e del presidente in commissione Trasporti Deidda (FdI), di rendere inammissibili i nostri emendamenti. Nel merito erano perfettamente attinenti all’argomento, visto che avevano a che fare con la gestione dei flussi migratori e andavano a modificare lo stesso testo di legge modificato dal decreto ONG. Non vorremmo avessero prevalso logiche politiche, i cittadini hanno votato il centrodestra per fermare il business dell’immigrazione. Ovviamente faremo ricorso”. Lo dichiara il deputato della Lega Igor Iezzi, capogruppo in commissione Affari Costituzionali.

    “Le opposizioni, a quanto pare, avrebbero scritto ai presidenti di commissione, in una sorta di ricorso preventivo mai visto prima d’ora, intimando loro di rendere inammissibili alcuni emendamenti presentati dalla Lega al Dl Ong. L’assurdo è che così facendo stanno chiedendo l’inammissibilità di una parte dei loro stessi emendamenti speculari ai nostri. Cose mai viste giustificate solo dalla voglia di impedire alla Lega di porre fine al business dell’immigrazione. Sono sicuro che i presidenti tuteleranno il diritto di tutti di intervenire”, aveva scritto in una nota il deputato salviniano.

    A stretto giro la replica.

    “Non c’è nessuna motivazione di natura politica dietro l’inammissibilità degli emendamenti della Lega al decreto Ong. E inoltre sottolineo che non ho ricevuto alcuna pressione”. Lo dice all’Adnkronos il presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera, Nazario Pagano (Forza Italia), replicando alle proteste della Lega.

    “Abbiamo fatto un’istruttoria molto approfondita che è solo tecnica, non politica. Il decreto legge in esame riguarda esclusivamente il tema del soccorso in mare ed è stato impostato così non da me ma dal Consiglio dei ministri. E’ una questione di interpretazione”, sottolinea l’esponente azzurro, che ribadisce: “E’ un fatto solo tecnico, il provvedimento riguarda solo il soccorso in mare: se tu mi presenti un emendamento che, per esempio, riguarda la prima accoglienza, il rimpatrio… queste sono questioni fuori tema rispetto al soccorso in mare”.

    “Le motivazioni politiche non ci sono. Non ho deciso da solo. L’inammissibilità deriva da una valutazione esclusivamente tecnico giuridica fatta con il supporto degli uffici legislativi e il e servizio studi della Camera. Non intendo assumere valutazioni politiche nel mio ruolo. Si assumono decisioni che non sempre sono gradite, ma, nella storia anche recente della Camera, si dà un’interpretazione coerente del dettato normativo. Non ho deciso io – insiste – Non significa che il tema non ci sta a cuore. La materia dell’immigrazione necessita di un continuo rimodellamento, ma assolutamente non ho assunto decisioni politiche”.

    https://www.lanuovapadania.it/politi...iuridicamente/
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
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  2. #4092
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    Predefinito re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta



    26 gennaio 2023.
    Ultima modifica di Eridano; 31-01-23 alle 23:06
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
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  3. #4093
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    Predefinito re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    Il prof che ha fatto la sua sparata nella cerimonia del giorno della memoria evidentemente deve essere un tipo un po' strano.
    Ma una lode al suo coraggio di dire quella che pensa sia la verità in un mondo di ipocriti bisogna farla.

  4. #4094
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    Predefinito re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

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  5. #4095
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    Predefinito re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    Una “specie” di autonomia che non cambia il Paese
    2 FEBBRAIO 2023 OPINIONI LETTURA 1 MIN

    di Gigi Cabrino – Allora, cerchiamo di capire. Arriva in cdm l’autonomia differenziata.

    Già parlare di autonomia quando in realtà si tratta nella migliore delle ipotesi una più o meno benevola concessione dello stato alle regioni è fuori luogo.

    I tempi previsti dalla proposta di legge di Calderoli sono a dir poco biblici, tra commissioni romane su livelli essenziali e perequazioni.

    Se tutto questo andrà in porto permetterà alle regioni che lo chiederanno di avere dallo stato le risorse per gestire una o più materie.

    Per gestire la funzione x nella tale regione lo stato spende 10, se la regione ottiene di poterla gestire in autonomia lo stato trasferisce 10, dopo lunghe ed estenuanti trattative e se il governo lo concede.

    Saldo invariato, per cui il famoso residuo fiscale, quei 120 miliardi di tasse che le regioni del Nord non vedono tornare in servizi tali resteranno; ed è il caso di ricordare che il residuo fiscale è stato il principale motivo per cui sono stati promossi i referendum del 2017 in Lombardia e Veneto e per cui altre regioni hanno chiesto con provvedimento della giunta l’autonomia.

    Niente. Si continuerà a pagare e non veder tornare indietro.

    Saldo invariato, o forse no….

    C’è di più, infatti; come ha osservato puntualmente Paolo Franco, in base all’articolo sulle misure perequative, le regioni che NON chiederanno alcuna forma di autonomia si vedranno trasferire somme maggiori dallo stato; e considerando quali presumibilmente saranno queste regioni l’equazione sarà più soldi dal lavoro e dalle tasse del Nord meno responsabilità da Roma in giù.

    Se a tutto questo aggiungiamo il reddito di cittadinanza, mantenuto con qualche piccola modifica insignificante, l’immagine che esce del paese è chiara.

    Il Nord produce e paga, la capitale incassa , ingrassa e distribuisce mancette ad un pezzo di Sud per tenerlo buono.

    Con o senza questa specie di autonomia che si sta delineando.

    https://www.lanuovapadania.it/opinio...mbia-il-paese/
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  6. #4096
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    Predefinito re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    Zaia, questa autonomia non è secessione. Emiliano: Sceneggiata elettorale pro Lega
    3 FEBBRAIO 2023 POLITICA LETTURA 2 MIN

    “Immagino ci sarà un passaggio in Conferenza unificata. Ciò detto, questa resta una giornata storica ma non è assolutamente un punto d’arrivo. Piuttosto un punto di partenza verso una rivoluzione. Questo Paese ha deciso di cambiare pelle e scrivere una nuova pagina di storia con una riforma che sarà la più importante dal 1948, varrà ben più della modifica al Titolo V della Costituzione perché cambia il paradigma del sistema”. Lo afferma Luca Zaia, presidente della Regione Veneto in un’intervista al quotidiano ‘Il Corriere della Sera’. “Il dibattito in corso è ragionevole. Chi si sente chiamato fuori dalla propria comfort zone fa fatica. Invece non è giustificabile la polemica da chi ha ruoli istituzionali e molto spesso, senza aver letto le carte, dipinge questa scelta come una tragedia. – continua Zaia – Questa non è la secessione dei ricchi e tanto meno è un’operazione occulta per distruggere parte del Paese. Le Regioni, fra loro, da Nord a Sud, sono gemelli siamesi. Trovo riprovevole e non giustificabile sentir dire che è una forma di secessione per spaccare l’Italia perché è come accusare il presidente della Repubblica di avallare operazioni secessioniste”. “Se fossi un governatore del Sud sarei in festa perché, a processo ultimato, passerà un principio: più Stato dove serve e meno Stato dove non serve. L’Autonomia al Sud darà voce alla foresta che cresce e che non ha mai voce, un pezzo di Paese che ha voglia di modernità e crescita. – prosegue Zaia – A chi continua a essere contrario dico che sarebbe più coerente aver chiesto direttamente la modifica della Costituzione. Non votare il ddl significherebbe essere fuori dal mondo perché l’autonomia è in Costituzione”.

    “La sceneggiata degli applausi in Consiglio dei ministri dà l’impressione che avessero una fretta dannata per provare a far vincere a Fontana le elezioni in Lombardia e non far sfigurare la Lega. Da questa bozza, che peraltro favorisce la strada dell’intesa diretta con la singola Regione, può derivare solo una specie di ritorno allo Stato preunitario”. Lo afferma Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, in un’intervista al quotidiano ‘Il Corriere della Sera’. “Nessun presidente di Regione è contrario al conferimento di più poteri alle Regioni. Ma questo, premesso che non ci hanno consegnato ancora il provvedimento andato in Cdm, non è un disegno che dà più poteri alle Regioni, finanzia le materie conferite, assicura al parlamento protagonismo nel processo che innesca ed è coerente con una visione di ristrutturazione costituzionale del Paese. – continua Emiliano – Vedo due possibili approdi. Il primo: si attua davvero una forma di autonomia differenziata che favorisce le regioni ricche rispetto a quelle più povere. Disgrega l’unità nazionale e fa un danno enorme al Paese. Ma è uno scenario al quale io non credo: Giorgia Meloni, che ha portato al governo una destra con una cultura super centralistica, dopo 70 anni, davvero sta per dare più potere alle Regioni?”.

    https://www.lanuovapadania.it/politi...rale-pro-lega/
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  7. #4097
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    Predefinito re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    Sud chiama Nord: L’autonomia del governo crea cittadini di serie A e serie B
    2 FEBBRAIO 2023 ELEZIONI LETTURA 1 MIN

    Sull’approvazione da parte del governo del DDL sull’autonomia, i parlamentari di Sud chiama Nord, Francesco Gallo (Camera) e Dafne Musolino (Senato) dichiarano: “Se non fosse solo un aiutino elettorale alla Lega, che in Lombardia versa in gravi difficoltà, ci sarebbe da preoccuparsi!Come abbiamo già fatto rilevare si tratta di un disegno di legge che, per come è stato concepito, è destinato a creare cittadini di serie A e di serie B ed ovviamente quelli di serie B continueremo ad essere – peggio di ora – noi del Sud. Ancora più mortificante sarà per le regioni a statuto speciale, come la Sicilia, che vedranno svilire le proprie prerogative autonomistiche in una folle e pericolosa assimilazione a tutte le altre regioni italiane. A prescindere dalle finalità di propaganda elettorale di qualche partito di governo, noi di Sud chiama Nord su questo tema siamo già pronti alla mobilitazione”.

    https://www.lanuovapadania.it/elezio...e-a-e-serie-b/
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  8. #4098
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  9. #4099
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    Predefinito re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    E chi lo guarda mai?

  10. #4100
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    Predefinito re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    Sciopero della fame in carcere- Per la morte dell’indipendentista sardo Doddore Meloni non una parola di umanità. Per Cospito, invece…
    4 FEBBRAIO 2023 OPINIONI LETTURA 1 MIN

    di Roberto Pisani – 5 luglio 2017, carcere di Uta, Cagliari: muore Salvatore “Doddore” Meloni di fame e di sete dopo uno sciopero durato 66 giorni.

    Secessionista, ha sacrificato la sua vita in nome dell’indipendentenza sarda. Personaggio sicuramente ecclettico, sotto certi aspetti discutibile per alcune sue iniziative, ma fermamente convinto che la sua terra, la Sardegna, non dovesse far parte dello stato italiano. E non era l’unico anche al di fuori dei confini regionali sardi.

    Arrestato nell’ottobre 1984 viene condannato a nove anni di carcere, con revoca del diritto di voto e interdizione perpetua ai pubblici uffici, con l’accusa di cospirazione politica e associazione sovversiva contro la integrità, l’indipendenza e l’unità dello Stato. Va ricordato a tal proposito che Meloni è l’unico ad essere mai stato condannato per questo reato.

    Scontata per intero la sua pena si ritira dalla vita politica e torna a fare l’autotrasportatore.

    Viene di nuovo arrestato, con un’azione clamorosa degna dei migliori, o peggiori, film polizieschi americani, mentre sta andando a costituirsi a seguito di una condanna definitiva per frode fiscale. Nella sua borsa pochi oggetti personali e un libro: la biografia di Bobby Sands, indipendentista nordirlandese deceduto in carcere a causa di uno sciopero della fame e della sete durato, anche per lui, 66 giorni.

    Proprio nei giorni della morte di Meloni si discuteva della possibile scarcerazione di un tal Totò Riina che era detenuto in regime di 41bis gravemente malato e del diritto di ogni essere umano ad una morte dignitosa e non in regime di carcerazione.

    Evidentemente due pesi e due misure?

    Perché vale la pena di parlare di questo? Perché quello che sta succedendo in questi giorni con la vicenda di Alfredo Cospito ricorda entrambe le cose e le mischia inesorabilmente. Da una parte un attivista politico detenuto per le sua idee, anarchiche, che ha gambizzato una persona, che è carcerato in regime di 41bis e, pare, con una protesta che avvantaggerebbe la criminalità organizzata mafiosa e che sta facendo uno sciopero della fame, ma non della sete, e dall’altra una serie di movimenti, da quelli anarchici ai vari comitati per i diritti dei detenuti che chiedono la revisione del carcere duro per chi commette reati legati alla criminalità organizzata mafiosa.

    Due visioni politiche differenti, certo, una indipendentista e contro l’unità dello stato italiano, considerato un invasore territoriale, e l’altra anarchica.

    Un’unica certezza: di uno non se ne è quasi parlato e mentre l’altro riempie le pagine di tutti i giornali e occupa buona parte dei notiziari e dei talk show.

    Ancora una volta due pesi e due misure con un unico comun denominatore: quello più colpito e colui che a questo stato non credeva.

    Ma alla fine aveva ragione Massimo D’Azeglio quando diceva: fatta l’Italia bisogna fare gli italiani?


    https://www.lanuovapadania.it/opinio...ospito-invece/
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