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  1. #4131
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    Predefinito re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    Oggi a Udine il raduno delle damigiane. Pardon dei salvini.
    Sole o neve purché si beve.

  2. #4132
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    Predefinito re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    https://www.maurizioblondet.it/lette...ig-mattarella/

    Non hanno agito e parlato a mio nome.
    Che li stipendio per rappresentarmi.
    Hanno agito e parlato a nome degli israeloangloamerikani che li tengono per gli zebedei e garantiscono loro il posticino caldo.

  3. #4133
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    Predefinito re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    Mattarella: 'omofobia-transfobia insopportabile piaga sociale'.

    Che vergogna.

  4. #4134
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    Predefinito re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta


  5. #4135
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    Predefinito Re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta



    Ovviamente Signorile si è ben guardato da fare anche il minimo cenno all'argomento monetario.
    Evidentemente vuole vivere ancora per qualche anno ...
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  6. #4136
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    Predefinito Re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    A proposito di Ciavardini …
    Maurizio Blondet 31 Maggio 2023

    La sinistra – che non sa più come accusare il governicchio atlantico di “fascismo” ha urlato per giorni che la nuova presidente dell’antimafia, Chiara Colosimo FdI, era “amica del terrorista nero Luigi Ciavardini, condannato per la strage di Bologna”.

    La ricomparsa del nome Ciavardini doveva e non è stata l’occasione per ricordare che né lui, che all’epoca della strage era minorenne e aveva appena compiuti 18 anni, né Fioravanti né la Mambro, allora poco più che ventenni, con lui condannati per l’orribile, anomalo e indecifrato attentato alla stazione di Bologna (83 morti nella sala d’aspetto) l’hanno commesso. Non erano nemmeno a Bologna quel giorno. Del resto appartenevano ai NAR, “manovalanza neofascista ampiamente infiltrata dal Sismi”..

    A riconoscerlo pubblicamente non fu un politico missino o un giornalista “di destra”; ma un parlamentare di Democrazia Proletaria, di nome Luigi Cipriani, nella Commissione Parlamentare Stragi del 1987-92 rivolto al capo dello Stato Cossiga: “Signor presidente, da quella lapide dobbiamo togliere le

    parole ‘strage fascista’, perché ciò fa parte del depistaggio operato sulla strage di Bologna, diversa dalle altre stragi – e ha molto più a che fare con Ustica e con i rapporti tra Italia, Francia e Stati Uniti, i servizi occidentali e le strutture segrete. Dire che sono stati Fioravanti e compagni è depistaggio, bisogna scrivere ‘strage di Stato’.

    Stranamente, Cipriani collega la strage alla stazione di Bologna a quella di Ustica, avvenuta poco più di un mese prima (27 giugno ’80 ) l’abbattimento dell’aereo Itavia decollato proprio da Bologna. E attribuisce entrambe ai “francesi”.

    “la strage assomiglia – dice – al tentativo di cancellare dalla città,dall’attenzione della stampa, dal dibattito pubblico, dall’attenzione dei magistrati della strage di Ustica”.

    Una strage attuata per “far dimenticare” un’altra. La mente si ottenebra a tanto abissale malvagità. Anche la versione ammessa da Cossiga anni dopo, dell’Itavia vittima accidentale di una battaglia aerea della NATO per uccidere Gheddafi, è menzogna e altro depistaggio.

    “Perché proprio a Bologna? – si chiese Cipriani – Anzitutto, perché a Bologna risiedevano gran parte delle vittime di Ustica che dovevano essere zittiti con una strage di enormi proporzioni in città. In secondo luogo perché il Sismi poteva contare sull’appoggio di importanti magistrati alla Procura. Infine interpretazione in chiave politica, l’attacco [fascista] alla roccaforte del PCI…. Come prevedibile, il PCI abboccò: strage fascista per colpire le istituzioni democratiche. Tutto il dibattito politico, l’informazione, la magistratura, i servizi vennero impegnati su questo fronte e Ustica cadde nell’oblio”.

    Stupirà sapere che il demo-proletario Cipriani morì proprio dopo aver detto questo nello stesso ’92 a soli 52 anni? Io ho ritrovato le sue dichiarazioni dal libro di Lamberto Rimondini, l’Altra Storia d’Italia 1948-2022 (Arianna, 537 pagine, 20 euro) libro necessario che racconta in modo completo come l’Italia fu ridotta schiava del Vincolo Esterno, anzi di tutti i vincoli occidentali, con i metodi sopra descritti e le complicità interne e internazionali cui sopra si allude.

    Ci sono molte altre morti sospette e “suicidi” che punteggiano questa storia altra. La rievocazione sistematica, accurata e documentata degli eventi terribili del nostro asservimento ha sorpreso anche me, che pure li ho vissuti, e addirittura come giornalista. Ma la mente dimentica o non ha colto collegamenti e legami, che qui sono rievocati persuasivamente.



    Se volete sapere, o intuire, chi ha commesso la strage di Bologna e tutte le altre, a cominciare da Piazza Fontana e per concludersi con “il divorzio fra Tesoro e Banca d’Italia” del 1981 che è l’inizio di un altro modo di fare strage di italiani senza esplosivo né rumore, lo raccomando. Anche a futura memoria, ai figli, che sappiano perché e chi e come ci ha ridotti così.

    https://www.maurizioblondet.it/a-pro...di-ciavardini/
    Da pubblicare.
    Ultima modifica di Eridano; 31-05-23 alle 20:29

  7. #4137
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    Predefinito Re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    La petizione contro l’autonomia mentre Capitan mohito resta appeso al ponte dei desideri. Tutti snobbano l’appello piemontese da Chivasso
    6 GIUGNO 2023 OPINIONI LETTURA 1 MIN

    di Roberto Gremmo – Scrivono i giornali che circa centomila cittadini hanno sottoscritto una petizione al Senato mettendosi di traverso contro la pur limitata e costituzionalmente più che corretta riforma che dovrebbe attribuire qualche potere in più alle Regioni a statuto ordinario.

    La notizia, in realtà, marca il fallimento dell’iniziativa, perché, a ben guardare, i firmatari sono a malapena gli spettatori di due campi da calcio; ma i promotori assicurano che si tratta di un “risultato straordinario”.

    Chi si contenta gode, anche perché l’iniziativa trova ampio risalto sui mezzi d’informazione, tutti (e dico tutti ! Nuova Padania esclusa) uniti a demonizzare ogni tipo d’autogoverno. Inoltre ha l’appoggio politico della stragrande maggioranza della classe politica, governativa compresa, con Capitan mohito immobilizzato, sempre più a rimorchio del nazionalismo e politicamente appeso al ponte dei desideri (sudisti).

    Al fatidico grido di dolore “qui si conserva l’Italia centralista” che fa eco al refren machiettistico “il Nord privilegiato vuole togliere gli aiuti al Sud” si mobilitano le falangi, per ora centomila, come quelli dell’Inter-Milan della vecchia canzone di Celentano, ma, cresceranno.

    Lo faranno balla su balla, paura dell’orco nordista mangiatutto, difesa dei privilegi di un ceto dirigente che continua a non far nulla per i poveri meridionali di cui si sciacquano sempre la bocca.

    Del resto, a dar manforte si sono già mobilitati i garantisti del quotidiano Unita’ che chiama all’opposizione post-Lauriana e post-milazziana con un accorato appello alla nuova segretaria del PD in difesa del Sud, con un articolo di Ammendolia corredato da un’eloquente foto della rivolta di Reggio del 1970 che piaceva a qualcuno ma non al PCI e all’Unita’ dell’epoca. A quando il grido “Sud boia chi molla?”.

    Sia chiaro, tutti hanno il diritto di criticare e farsi sentire.

    E noi?

    Nei giorni scorsi, con il presidente del Consiglio regionale del Piemonte (che non è proprio l’ultimo della fila) abbiamo lanciato anche noi da Chivasso un appello, ma in difesa della pur cauta ma meglio di niente riforma oggi in tortuoso ed accidentato itinere.

    Non eravamo in centomila, ma c’illudevamo d’aver gettato un sasso nello stagno, suonato il campanello d’allarme e svegliato bugianen e polentoni.

    Fatta eccezione per la Nuova Padania, nessun quotidiano né tanto meno la Rai ci hanno dedicato una riga ma quel che più mi intristisce è che non uno dei feroci nordisti, dei leghisti in servizio permanente effettivo o dei guerrieri sognanti e dunque dormienti ha sentito il dovere, prima morale che politico, di mettersi in pista. Non dico, causa alluvioni, di tornare con altri migliaia, in riva al Po; ma almeno montando uno dei mitici gazebo d’una stagione passata, migliore e, temo, finita.

    Chi difende il Nord ?

    https://www.lanuovapadania.it/opinio...e-da-chivasso/
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  8. #4138
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    Predefinito Re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    Le grida dei parassiti.
    Quelli che Gianfranco Miglio chiamava pidocchi.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  9. #4139
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    Predefinito Re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  10. #4140
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    Predefinito Re: Il Paese do sole che non può essere chiamato di menta

    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

 

 
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