Risultati da 1 a 3 di 3
  1. #1
    Forumista senior
    Data Registrazione
    03 Apr 2009
    Messaggi
    4,641
     Likes dati
    68
     Like avuti
    146
    Mentioned
    4 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Appello contro la legge sull'omofobia

    Dal 22 luglio la Camera inizierà la discussione di un disegno di legge che in nome della lotta all'omofobia impedirà la manifestazione della libertà di pensiero e minaccerà la libertà religiosa. Firma per chiedere ai parlamentari di fermare questa legge.

    Sottoscrizione appello - No alla legge contro l'omofobia
    Se vuoi farti buono, pratica queste tre cose e tutto andrà bene: allegria, studio, pietà. (San Giovanni Bosco)

  2. #2
    Forumista senior
    Data Registrazione
    15 Dec 2011
    Messaggi
    2,058
     Likes dati
    0
     Like avuti
    50
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Appello contro la legge sull'omofobia

    Socrate al liceo
    di Rino Cammilleri
    Al liceo si studia Socrate e se poi il liceo si chiama «Socrate» è anche meglio. Uno pensa alla cicuta, a Platone, ai simposi. Di questi tempi, pensa anche (o soprattutto) al «vizio ateniese», che i coevi spartani disprezzavano cordialmente. Cioè, alla mania di certi gentiluomini locali di accompagnarsi con efebi, cosa che offre il destro al movimento gay di dire: visto che l’omosessualità la praticavano tranquillamente anche gli antichi greci? La storia ci insegna, in verità, che il fenomeno fu circoscrittissimo per tempi, ceto e località. Ma quelli non se ne danno per inteso. Non vedete che lo fanno anche gli animali? dicono. A parte il fatto, risaputo, che lo fanno certi animali (non tutti) e solo quando non ci sono femmine a disposizione, si potrebbe ribattere che proprio perché lo fanno gli animali non sarebbe il caso di imitarli. Infatti, gli animali fanno un sacco di altre cose che gli umani si guardano bene dal fare.
    Ma perché –direte voi- questa tirata su Socrate, il liceo e l’omosessualità? Perché, come sapete, il liceo romano intitolato a Socrate e già teatro di iniziative culturali pro-gay (come è noto, la scuola pubblica è il luogo maggiormente ricettivo del più trito politically correct: qui le correnti di pensiero di volta in volta alla moda vengono inculcate allo studentame da «operatori» che sono lì perché non hanno trovato un lavoro migliore); il liceo «Socrate», dicevamo, è stato dolosamente incendiato. Ora, poiché i politicamente corretti non si trovano solo tra gli insegnanti ma anche tra i giornalisti (almeno, per fare il professore di secondaria ci vuole la laurea; per fare il giornalista basta solo saper leggere e scrivere), tutti i media hanno puntato il dito indovinate su chi? Ma sugli omofobi, è ovvio. I quali sono, per definizione, pure fascisti (o clerico-fascisti, data la posizione ufficiale della Chiesa sui comportamenti omosex). Dunque, dàgli all’untore incendiario. E la direzione delle indagini, alla polizia, è stata perentoriamente dettata.
    Noi, che veniamo da decenni di «piste» a senso unico che non hanno mai portato a niente proprio perché ci si rifiutava di guardare in altra direzione, abbiamo tirato un respiro di sollievo quando i quattro balordi autori del gesto doloso si sono costituiti: siamo stati noi, volevamo vendicarci perché ci hanno bocciati. E subito la canea mediatica, delusa, si è sgonfiata. Il sollievo non è dovuto al fatto che siamo cattolici e, dunque, clerico-fascisti per i politicamente corretti. No, il sollievo è generato dall’esserci risparmiati settimane di cagnara contro l’«omofobia», con tanto di cortei, interviste ad «esperti», comparsate televisive di famiglie arcobaleno, testimonianze spezzacuore di coppie gay che leggi infami impediscono di convolare a giuste nozze. E meno male che i ragazzotti in questione hanno confessato spontaneamente, sennò sarebbe stato impedito al maresciallo di quartiere di indagare secondo buonsenso. Il maresciallo, distolto dalla ricerca di chi, dopo un falò, ha ancora il cerino in mano, sarebbe stato spedito a frugare perfino nei covi degli ultras della Lazio. Mentre la stampa e i tg avrebbero impazzato a cadenza quotidiana facendoci una testa così.
    Vien voglia di ringraziare quegli adolescenti che, per coraggio o per paura di averla fatta grossa, hanno detto «scusateci tanto, volevamo solo dar fuoco ai registri». Tuttavia, ci sentiamo di dare loro un suggerimento: la prossima volta che vi vien voglia di farla pagare a qualcuno, abbiate l’accortezza di informarvi se non appartenga a qualche categoria protetta. Purtroppo per voi, resta fuori ormai poca roba: i cattolici, la destra, la gente comune che si guadagna il pane onestamente e paga le tasse. Anzi, vogliamo strafare: date fuoco a una chiesa e non finirete certo in prima pagina; sarà tanto se la cosa sarà segnalata in un angolino di cronache locali.
    La nuova bussola quotidiana quotidiano cattolico di opinione online - Socrate al liceo

    La lezione di Palermo
    di Riccardo Cascioli
    Anzitutto i fatti: domenica scorsa a Palermo processione per il festino di Santa Rosalia, la patrona che – vissuta nel XII secolo – secondo la tradizione salvò la città siciliana dalla peste nel 1625. Grande festa, sfilata per le vie della città con il carro della Santa e passaggio obbligato davanti alla cattedrale. Proprio qui c’è una lunga sosta, vengono recitati dei testi e proiettate delle immagini sulla facciata della cattedrale stessa. Senonché tra le tante immagini proiettate ce ne sono alcune sconcertanti, come ad esempio i simboli del Gay Pride (svoltosi recentemente proprio a Palermo) e altre immagini inneggianti all'amore omosessuale).
    Il fatto non poteva passare inosservato e quindi dalla Curia di Palermo è arrivata una risposta molto dura che ha innescato una polemica con l’amministrazione comunale del sindaco Leoluca Orlando. A onor del vero bisogna però dire che, contrariamente a quanto si legge nei titoli dei giornali, la risposta non è arrivata dal cardinale Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo, ma dal suo segretario personale don Fabrizio Moscato. E non con un comunicato ufficiale – del resto il segretario personale non è il portavoce – ma con uno sfogo su Facebook, che dice così: «Vergogna! Stiamo toccando il fondo! L'ideologia omosessualista proiettata sul nobile portico meridionale della Cattedrale di Palermo in occasione del Festino della patrona Rosalia! I simboli del gay pride e delle unioni omosessuali accostati ad un neonato... Il carro fatto passate a Porta Felice da un cancello con motivi orgiastici... Ma chi può convincermi che è tutto normale? Ma chi può avere argomenti che difendano un vero e proprio insulto alla nobiltà della fede che la Santuzza e anche la Cattedrale rappresenta? Chi può dirmi che non si tratti di sudicia provocazione?».
    Vista la firma dell’autore, il messaggio acquista subito grande visibilità e costringe il sindaco Orlando, che alcuni ricorderanno ancora quando era esponente della Democrazia Cristiana, a una difesa più sconcertante della proiezione oggetto della polemica. Dice Orlando: «Lo spettacolo di ieri sera è stato nel suo complesso un modo per narrare la città, una festa per raccontarne le tante parti, rappresentare i tanti tasselli del mosaico che la compongono. Una festa che è stata lo specchio di una città fatta di tante ricchezze, diversità e anime che convivono pacificamente». Il sindaco poi aggiunge che davanti alla Cattedrale sono stati letti «trenta minuti di testi musicali e poetici che, tutti insieme, esortavano verso l'amore e in particolare verso l'amore e l'attenzione per il prossimo, accompagnati da circa seimila immagini. Sono concetti semplici, e semplicemente si è scelto di accompagnarli con immagini che narrano la città acriticamente, con ammirazione verso la bellezza data dalla diversità e dal molteplice, tutti in un unico corpus d'immagini da cui non è giusto né legittimo estrapolarne una e una sola».
    Fin qui i fatti, che – al di là dello sdegno - dovrebbero insegnare alcune cose.
    Anzitutto che la rinuncia ad affermare la verità, il tollerare situazioni di menzogna, prima o poi si ritorce contro. Ed è inutile lamentarsi di certi fatti quando se ne è tollerata la preparazione. La Nuova BQ, in occasione del Gay Pride nazionale di Palermo, aveva denunciato una certa accondiscendenza della Curia palermitana nei confronti di gruppetti di omosessuali cattolici in diocesi che hanno attivamente partecipato alle iniziative del Gay Pride, promuovendo una concezione dell’uomo e della sessualità contraria al Catechismo della Chiesa. Nell’arcidiocesi di Palermo sono anche noti alcuni sacerdoti che sostengono apertamente le tesi omosessualiste e non solo non sono richiamati alla Verità, ma vengono anche incoraggiati sulla loro strada.
    Ci si può dunque stupire che poi si arrivi a quel che è accaduto per la festa patronale? Peraltro sarebbe anche interessante capire se la reazione di don Moscato è stata suggerita, supportata e condivisa dall’arcivescovo o è stata una semplice iniziativa personale, visto che sul sito dell’arcidiocesi non si trova nulla sulla vicenda e nessun comunicato ufficiale è stato pubblicato. Sicuramente non si può imputare nessuna complicità all’arcivescovo che proprio nell’omelia per Santa Rosalia ha duramente criticato l’amministrazione comunale per aver promosso il registro delle unioni civili, però resta il fatto che tollerare la menzogna nella Chiesa crea confusione e dà messaggi sbagliati anche al mondo esterno. Come dice il proverbio: il medico pietoso fa la piaga purulenta.
    Una seconda questione riguarda il sindaco Orlando. Le parole scritte per giustificare l’oltraggio alla Cattedrale sono peggiori dell’oltraggio stesso, ma soprattutto ci fanno capire la parabola di certi cattolici adulti. Si ricorderà che, sparita la Dc, all’inizio degli anni ’90 Palermo divenne il laboratorio di un impegno alternativo dei cattolici in politica: il sindaco Orlando fu la grande scommessa dei gesuiti “tutta promozione umana e niente evangelizzazione” come padre Ennio Pintacuda e padre Bartolomeo Sorge. Doveva essere l'alba di un nuovo cattolicesimo. Oggi possiamo vedere con chiarezza dove porta questa strada, e Orlando non è certo un caso isolato. Basterà vedere quanti cattolici impegnati in politica giustificheranno la necessità di una legge per combattere l’omofobia.
    E arriviamo così all’ultima questione. Dice don Moscato: «Stiamo toccando il fondo». Eh no, caro don Moscato, la verità è che siamo appena all’inizio. Non è ancora stata approvata la legge contro l’omofobia e già ci si permette di queste cose, figurarsi cosa accadrà se malauguratamente questa legge dovesse passare rapidamente come sembra probabile. Per una omelia come quella pronunciata per la festa di santa Rosalia, il cardinale Romeo potrebbe essere denunciato, arrestato e magari condannato a lavori socialmente utili nella sede dell’Arcigay.
    Chissà se i fatti di Palermo faranno svegliare qualcuno?
    La nuova bussola quotidiana quotidiano cattolico di opinione online - La lezione di Palermo

    La nuova bussola quotidiana quotidiano cattolico di opinione online - Politici in campo contro la legge sull'omofobia


    Sottoscrizione appello - No alla legge contro l'omofobia

  3. #3
    Forumista senior
    Data Registrazione
    15 Dec 2011
    Messaggi
    2,058
     Likes dati
    0
     Like avuti
    50
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Appello contro la legge sull'omofobia

    Lo scrittore è "omofobo"? Boicottalo!
    di Riccardo Facchini
    Vi prego, ridatemi l'orsetto Knutt. Ridatemi le notizie idiote di cui erano infarciti i Tg fino a poco tempo fa. Oppure che so, una rapina in villa, un romeno cattivo, un "allarme sicurezza". Niente. Ormai se non parli di omofobia e femminicidio non crei hype. Omofobia e femminicidio, femminicidio e omofobia.
    Oggi, dopo gli omofobi immaginari che avrebbero dato alla fiamme il Liceo Socrate a Roma, il titolo di omofobo della settimana spetta però a uno scrittore di fantascienza americano, tale Orson Scott Card. In Italia pochi lo conoscono al momento, ma tra un po' il suo nome sarà sulla bocca di molti visto che dal suo romanzo più famoso (Ender's Game) è stato tratto un film che si preannuncia già un successo.
    Quali sarebbero la colpe dell'autore? Principalmente due: essere mormone e contrario ai matrimoni gay. Va bene, sulla prima possiamo anche essere d'accordo che sia una colpa. Ma la seconda "macchia" gli è bastata perché, negli Stati Uniti, gli fosse cucita addosso la lettera scarlatta dell'omofobo. Appena si è scoperto che Card – autore anche di sceneggiature per la Marvel e la DC Comics, un nome più che conosciuto dagli appassionati del genere – aveva le sue legittime e sacrosante opinioni circa il matrimonio tra persone dello stesso sesso e il loro "diritto" ad adottare figli, i paladini-dei-diritti-gay-da-tastiera gli hanno scatenato contro una potenza di fuoco che manco fosse un Buttiglione o un Giovanardi. Primo risultato della caccia all'omofobo è stata la creazione della campagna Skip Ender's Game, una di quelle petizioni on line che fanno sentire i sinistri tanto impegnati in politica.
    In pratica, il ragionamento di chi ormai vede omofobi pure al Gay Village è sostanzialmente questo: l'autore è contrario ai matrimoni gay, ergo è omofobo; essendo mormone devolve inoltre il 10% delle sue entrate alla sua chiesa; di conseguenza non possiamo finanziare gli omofobi. Chiaro no? E ridete poco voi, che comodi comodi in camera vostra state pensando "ah, i soliti esagerati". Qui ormai è in gioco la libertà d'espressione di chi, civilmente, si oppone a certi modelli.
    Una libertà compromessa prima dalla creazione di un clima culturale ostile, poi dall'invenzione di etichette ("omofobo") da utilizzare contro chi la pensa diversamente e, per ultimo, dalla nascita di leggi che puniscano con il carcere chi, evidenziando magari il primato della famiglia naturale, diffondesse «idee fondate sulla superiorità» di quest'ultima, rischiando così «la reclusione fino a un anno e sei mesi».
    Anime belle, il virgolettato – come ricordatoci dal nostro Giuliano Guzzo pochi giorni fa – è tratto dall'articolo 2, comma 1, lettera a, del disegno di legge contro l'omofobia in discussione dal 26 luglio alla Camera. Se ci tenete alla vostra libertà d'espressione, alzate la voce. Non ve lo chiedono i bigottoni di C&dM: ve lo suggerisce il buon senso.
    Lo scrittore è "omofobo"? Boicottalo! ~ CampariedeMaistre

    Legge contro l’omofobia o contro la libertà?
    di Giuliano Guzzo
    Il rispetto e la libertà. Tutto, in democrazia, ruota attorno a questi princìpi complementari l’uno all’altro: c’è rispetto verso l’altro nella misura in cui gli si assicura la libertà, c’è libertà se si garantisce al prossimo il rispetto. Non può cioè esistere rispetto compiuto a libertà parziale, così come non è tale una libertà parzialmente rispettata. Premesse ovvie, si dirà. Purtroppo non è così dato che, se verrà approvato, il disegno di legge contro l’omofobia destabilizzerà l’equilibro e la complementarietà tra detti princìpi – il rispetto e la libertà -, dal momento che, rafforzando il rispetto di alcuni, limiterà la libertà di altri. Col conseguente cortocircuito logico per cui alcuni saranno ritenuti più uguali di altri. Chi sono gli “alcuni” e chi sono gli “altri”: i primi – legati da un’appartenenza sessuale – sono i cittadini di orientamento non eterosessuale, i secondi – accomunati da una convinzione morale – quelli, credenti e non credenti, persuasi del primato della famiglia fondata sul matrimonio fra uomo e donna. Perché i secondi, se passasse la legge contro l’omofobia sarebbero meno uguali dei primi?
    Semplice: perché sottolineando il primato della famiglia naturale, finirebbero interpreti – recita il testo del ddl – di «idee fondate sulla superiorità», e potrebbero quindi rischiare «la reclusione fino a un anno e sei mesi» (art. 2, comma 1, lettera a). Del resto è dialetticamente impossibile difendere il primato dell’istituto matrimoniale senza affermarne la «superiorità»; così come è impossibile negare l’equiparazione al matrimonio di altre formazioni affettive i cui componenti non sono eterosessuali prescindendo «dall’identità sessuale» di costoro. Il matrimonio infatti non viene negato alle coppie omosessuali in quanto s’immagina che i loro componenti non siano persone come le altre, non siano titolari di dignità o non abbiano il diritto di provare dei sentimenti: sarebbe effettivamente follia, crudeltà allo stato puro. Nessuno, o comunque certo non il cattolico, è autore di un pensiero simile. Il matrimonio – che non è la certificazione di un affetto ma la pubblica assunzione di un impegno – è negato alle coppie omosessuali poiché queste sono aprioristicamente escluse dalla possibilità di ordinare la società e di assicurarne il futuro attraverso la generazione e l’educazione dei figli.
    Si ribadirà che non tutte le coppie sposate hanno figli e che non tutti i figli nascondo da coppie sposate: vero. Ma i figli, che del futuro della società sono la sola garanzia, hanno nella coppia sposata la massima garanzia di equilibrio e stabilità, e risentono molto dell’assenza di un padre o una madre. Qui, a scanso di equivoci, urge una precisazione che magari apparirà scontata ma è doverosa. Dicendo che il matrimonio, istituto che pure etimologicamente rimanda alla genitorialità – da matris munus, il dovere della madre –, merita tutela specifica in quanto luogo ideale per la nascita, l’educazione e la crescita dei figli non si pensa ingenuamente che tutti i figli cresciuti in coppie sposate siano felici, equilibrati e realizzati; si sostiene invece che in generale (e la legge a questo guarda: alla generalità, non certo al singolo caso) per un bambino è meglio avere accanto un padre e una madre, che non debbono essere necessariamente i suoi genitori biologici – sfatiamo così la tesi che, se negate agli omosessuali perché sterili, le nozze andrebbero negate anche agli eterosessuali non fertili – ma che con la loro presenza gli assicurano, componendo una sorta – dice Tommaso (1225-1274) – di «utero spirituale», la stabilità di cui abbisogna per lo sviluppo.
    Tornando a noi, se venisse approvata la legge contro l’omofobia, la convinzione morale che il matrimonio, per il bene dei figli e in definitiva del futuro della società, debba rimanere fra uomo e donna – convinzione che non vuole essere difesa se non dialetticamente – potrebbe essere perseguita penalmente in quanto espressiva di «idee fondate sulla superiorità» della famiglia, come tale oltraggiosa dell’«identità sessuale» di coloro che appartengono a coppie non eterosessuali. Il punto è proprio questo: quanti desiderano che il matrimonio resti com’è credono al primato della famiglia naturale, e cioè ad una sua «superiorità»! Dovranno dunque essere perseguiti tutti a meno che, qui sta il nocciolo del problema, non sceglieranno di tacere: per questo la legge contro l’omofobia è liberticida, perché dilatando oltremodo rispetto di alcuni – lo dicevamo all’inizio – comprime la libertà di altri, che peraltro non negano né vogliono sottrarre alle coppie conviventi anche omosessuali i tanti diritti di cui già godono: chiedono solo che la famiglia naturale preservi il proprio primato.
    Un primato, lo vogliamo ribadire nuovamente, che non solo non nega in alcun modo alle coppie di fatto – eterosessuali e non – alcun diritto, ma neppure pregiudica la doverosa lotta alle discriminazioni, da tempo saldamente incorporata nel nostro ordinamento, con tanto di previsione di apposite sanzioni. Ultima nota conclusiva: com’è noto vi sono, a livello nazionale e internazionale, non pochi cittadini omosessuali anche conosciuti, che si sono pronunciati apertamente contro il matrimonio omosessuale: che ne sarà di loro? Potranno dire la loro pubblicamente o forse la legge contro l’omofobia potrebbe, per un incredibile paradosso, condurli all’arresto e alla detenzione? In teoria dovrebbe, in quanto pure costoro condividono «idee fondate sulla superiorità». Si svelerebbe così fino in fondo la sua natura di norma ingiusta anche se contrabbandata per buona e perfino per necessaria; di proposta contraddittoria – si propone la tutela tutte le discriminazioni sessuali ma parla solo si «contrasto all’omofobia e alla transfobia», dimenticando l’eterofobia – finalizzata in realtà a preparare il terreno allo smantellamento dell’istituto matrimoniale.
    In questo senso, la legge contro l’omofobia tradisce un sapore fortemente repressivo perché non aggiunge diritti effettivi ai cittadini omosessuali o transessuali, mentre ne toglie uno fondamentale, quello della «libera manifestazione del pensiero», a coloro – eterosessuali o meno che siano – che credono nella famiglia. A coloro che, ribattendo a vecchi sterotipi e nuove minacce – prima fra tutte quella del divorzio breve, che in Spagna ha generato solo un aumento delle separazioni conflittuali–, sono dell’avviso che difendere il matrimonio non solo equivalga a difendere la società, ma ne sia una necessaria premessa. Che fare in modo che ciascun bambino possa crescere con un padre e una madre non significhi negare diritti a nessuno ma solo evitare che ai bambini ne sia sottratto uno fondamentale. E che una società, per dirsi davvero democratica, debba contemperare i princìpi del rispetto e della libertà. Perché quando il rispetto per qualcuno vale più della libertà di un altro, non solo non c’è più vero rispetto e neppure vera libertà, ma non c’è più neppure vera eguaglianza.
    Legge contro l?omofobia o contro la libertà? ~ CampariedeMaistre

    Omosessuali picchiano chi è contro al Gay Pride (video)
    Due persone contrarie al Gay Pride sono state brutalmente picchiate con calci e pugni in faccia da un gruppo di omosessuali durante il Pridefest di domenica scorsa negli USA a Seattle. Tante volte si sono verificati questi episodi di intolleranza, accuratamente censurati dai media, ma raramente l’intera scena è stata catturata da una videocamera (il video è più sotto).
    Nel video si vedono due cristiani protestanti (predicatori di strada, il nome tecnico) che legittimamente manifestano il loro dissenso, assolutamente pacifico, verso la sfilata gay. Una manifestazione criticata anche dagli omosessuali stessi, come Sandro Mangano, neo presidente nazionale di GayLib, che è contro alle «volgarità con travestimenti» che porta ad apparire «ridicoli e pagliacci».
    Uno dei due contro-manifestanti tiene in mano un cartello con scritto “Gesù salva dal peccato” e invita a “convertirsi”, mentre l’altro tiene in mano una Bibbia. Nonostante siano fermi su un prato distante dalla strada, diversi omosessuali si avvicinano riempiendoli di insulti rabbiosi. Un ragazzo gay cerca furiosamente di impossessarsi del cartello, spingendo i due. Ad un certo punto, assieme ad altri omosessuali, l’uomo con il cartello viene aggredito, buttato per terra e massacrato con pugni e calci.
    Omosessuali picchiano chi è contro al Gay Pride (video) | UCCR



    Un bacio da uomo a uomo
    Nerella Buggio
    Prima di tutto bisogna annientare il nemico, coloro che si ostinano a credere che la famiglia sia composta da un uomo e una donna. Bisogna cucire la bocca a chi afferma che i bambini hanno bisogno di un padre e di una madre per crescere con il giusto equilibrio. A quelli che citano il catechismo e condannano l’omosessualità come pratica disordinata.
    Il testo di legge che la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati ha approvato contro l'omofobia e la transfobia, testo che andrà all'esame dell'Aula il prossimo 22 luglio, sarà l’occasione per cucire la bocca a chi è a favore della famiglia, quella formata da un uomo e una donna. *
    Dopo di che, caro maschio italiano, se su un autobus un uomo ti vorrà baciare sulla bocca, attento che scansarsi, rifiutarsi potrà essere percepito come chiaro segno di omofobia.
    E’ accaduto all’attore Will Smith, che ha rifiutato e scansato un giornalista che voleva dargli un bacio troppo affettuoso. Gli omosessuali e i loro sostenitori hanno reagito dicendo che è "odioso", "bigotto", e "omofobo" negare agli omosessuali un bacio. Scrivono che Will avrebbe dovuto consentire allo sconosciuto il diritto di un bacio sulle labbra.
    La legge che sta per passare, zitta, zitta, tra una scaramuccia e l’altra, tra il cuore che pensa alle vacanze, e la preoccupazione che dopo le vacanze l’azienda dove lavori non riapra, ci farà scivolare ancora di più verso una società delirante.
    La famiglia non è più la principale fonte di speranza, il luogo dove si viene educati al rispetto, all'amore, dove ci si confronta, perchè no, a volte anche ci si scontra, ma si è certi che sia un luogo dove si è amati, dove è possibile essere perdonati. Se tutto diventa famiglia, se tutti sono famiglia, in realtà siamo tutti soli e senza famiglia.
    *Dal punto di vista pratico, infatti, l'approvazione delle norme contro l'omofobia e la transfobia potrebbe determinare l'incriminazione, ad esempio, di tutti:
    1. coloro che sollecitassero i parlamentari della Repubblica a non introdurre nella legislazione il "matrimonio" gay;
    2. coloro che proponessero di escludere la facoltà di adottare un bambino a coppie omosessuali, atteso che, secondo l'approccio ideologico appena recepito dalla Corte Suprema degli Stati Uniti, non ammettere una coppia gay al matrimonio costituirebbe discriminazione motivata dall'identità sessuale;
    3. coloro che pensassero di organizzare una campagna di opinione per contrastare l'approvazione di una legge sul "matrimonio" gay;
    4. coloro che pubblicamente affermassero che l'omosessualità rappresenta una «grave depravazione», citando le Sacre Scritture (Gn 19,1-29; Rm 1,24-27; 1 Cor 6,9-10; 1 Tm 1,10.);
    5. coloro che pubblicamente dichiarassero che gli atti compiuti dagli omosessuali «sono intrinsecamente disordinati», in virtù del proprio credo religioso (Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana);
    6. coloro che pubblicamente sostenessero che gli atti compiuti dagli omosessuali sono «contrari alla legge naturale», poiché «precludono all'atto sessuale il dono della vita e non costituiscono il frutto di una vera complementarietà affettiva e sessuale» (art. 2357 del Catechismo della Chiesa Cattolica).
    https://www.google.it/url?sa=t&rct=j...49478099,d.bGE

    Finanziamenti a coppie gay, si comincia
    di Tommaso Scandroglio
    Volete 5.000 euro per iniziare a metter su casa? Basta essere una coppia, avere meno di 40 anni e prendere casa e residenza a Castenaso, in provincia di Bologna. Al resto ci penserà il comune. Non serve poi essere sposati e non serve nemmeno che coloro che fanno la richiesta siano la solita coppia etero. Infatti l’iniziativa è rivolta soprattutto agli omosessuali. Il sindaco renziano Stefano Sermenghi tiene infatti a precisare: ''Questo è un bando che permetterà non solo alle coppie sposate e conviventi di partecipare ma anche alle coppie omosessuali''.
    E allora andiamo a leggere questo bando: "Per accedere al contributo comunale i componenti della coppia dovranno essere legati da vincoli affettivi ed economici da dichiarare al momento della domanda, oppure essere legati dall’istituto giuridico del matrimonio, civile o religioso". Da notare chi viene prima nella lista delle preferenze: i conviventi. Solo dopo sono menzionati i coniugi. Sottigliezze.
    Come sono sottigliezze alcuni vincoli per beneficiare di questa sommetta che con i tempi che corrono così esigua non è. Dunque per intascarsi quei 5.000 euro basta che la coppia autocertifichi l’esistenza di un vincolo affettivo ed economico. Non serve neppure che questo vincolo duri da molto. L’importante è cartabollare davanti all’ufficiale dello stato civile il proprio sentimento omo e il gioco è fatto.
    Ora Castenaso conta 14.000 anime. Non sappiamo quanti omosessuali ci possano essere in questo puntino sulla carta geografica, ma secondo noi dopo la trovata del sindaco inizieranno a fioccare le richieste di residenza in quel paesello sia da parte di coppie etero che omo.
    Franco Grillini presidente di Gaynet così commenta: ''Molto bene il sindaco di Castenaso, primo Comune in Italia a erogare fondi anche a chi è legato da 'rapporti affettivi'. Siamo di fronte a un fatto inedito per la sua inclusività sia perchè si parla di legami affettivi autocertificati sia perchè di questi tempi è molto difficile ottenere dalle banche i mutui e, se non abbiamo capito male, è il comune che coordina un gruppo di banche proprio per favorire la concessione del mutuo stesso. Per la verità alcuni istituti bancari già ora prevedono la concessione dei mutui anche a coppie dello stesso sesso che siano in grado di garantire la solvibilità”.
    Ma i soldi non sono tutto nella vita e Grillini lo sa bene, infatti aggiunge: “La decisione del Comune di Castenaso è rilevante per la sua valenza simbolica e di principio e cioè che anche la coppia omosessuale è considerata 'famiglia' nel territorio comunale. Rotto il ghiaccio anche il Comune di Bologna e gli altri Comuni italiani facciano altrettanto. E anche le regioni facciano leggi per favorire l'acquisto della prima casa senza discriminare tra coppie gay e coppie etero. Nelle prossime settimane presenterò in Regione un progetto di legge in questo senso e speriamo di trovare la stessa sensibilità del sindaco di Castenaso''.
    Grillini ci aiuta a comprendere il vero significato di questo provvedimento. Primo: ancor più che i 5.000 euro, vale il senso simbolico di questa iniziativa. Ancora una volta le coppie omo sono parificate a quelle etero. Secondo: queste 5.000 certificano che anche due conviventi omosessuali sono già “famiglia”, in barba a politici che indugiano nel riconoscere ai gay il “diritto a sposarsi”. Terzo: da Castenaso si è staccata una piccola slavina che se scenderà a valle – cioè in Regione – potrà diventare una valanga e così il progetto pilota di Castenaso potrà fungere da modello per altre sperimentazioni simili in altri comuni.
    Un quarto punto lo aggiungiamo noi: un giorno sì e l’altro pure i comuni si lamentano che non hanno più fondi per la viabilità, l’assistenza delle fasce più deboli della cittadinanza, i disoccupati, la cultura, etc. Da qui il triplice dilemma: o a Castenaso non hanno di questi problemi, oppure il sindaco Sermenghi è Re Mida che fa diventare oro tutto quello che tocca e quindi la sua municipalità non soffre di ristrettezze economiche, oppure per la sua giunta la vera priorità è dare una casa ai gay.
    La nuova bussola quotidiana quotidiano cattolico di opinione online - Finanziamenti a coppie gay, si comincia


    Sottoscrizione appello - No alla legge contro l'omofobia

 

 

Discussioni Simili

  1. No alla legge sull'omofobia
    Di Imperium nel forum Cattolici in Politica
    Risposte: 85
    Ultimo Messaggio: 03-11-13, 03:25
  2. Milano, sentinelle contro la legge sull'omofobia
    Di x_alfo_x nel forum Cattolici
    Risposte: 10
    Ultimo Messaggio: 16-10-13, 07:54
  3. Sottoscrizione appello contro la legge sull'omofobia
    Di Imperium nel forum Destra Radicale
    Risposte: 4
    Ultimo Messaggio: 17-07-13, 20:38
  4. Risposte: 243
    Ultimo Messaggio: 25-09-11, 13:48
  5. La legge Carfagna sull'omofobia
    Di RacheleTo nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 3
    Ultimo Messaggio: 02-11-09, 11:06

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito