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  2. #12
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    Predefinito Re: 18 luglio 1870: Pastor Aeternus - Crocevia della storia (23 luglio 2013)


  3. #13
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    Predefinito Re: 18 luglio 1870: Pastor Aeternus - Crocevia della storia (23 luglio 2013)


  4. #14
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    Predefinito Re: 18 luglio 1870: Pastor Aeternus - Crocevia della storia (23 luglio 2013)

    Citazione Originariamente Scritto da Luca Visualizza Messaggio
    Il tema della conferenza di oggi è “18 luglio 1870: Pastor aeternus, crocevia della storia”, è la 245° conferenza di formazione militante che teniamo qui all’Università cattolica. Il tema, come ben capite, è un tema affascinante. Prevengo la domanda di qualcuno di voi: come mai dobbiamo occuparci in un’aula eminentemente o, se preferite, nominalmente politica come questa di un tema come quello sopra enunciato? Perché come già dicevamo in una conferenza tenuta qui il 29 giugno 2011, per l’esattezza la numero 155 dal titolo “Tibi dabo claves: primato petrino e politica”, la politica, il nostro essere animali sociali non può prescindere dalla Verità. E quale è l’unica Cattedra di Verità su questa nostra martoriata e putrescente terra? è la Cattedra di Pietro. E questa cattedra rimanda al supremo Istitutore, al suo Divino istitutore ovvero Nostro Signore Gesù Cristo. Il Vicariato di Pietro o è il punto nodale, il perno, la chiave di votla dell’intera chiesa cattolica. Certamente Cristo fonda la sua Chiesa e questo avviene storicamente al momento in cui sul lago di Tiberiade, dopo la seconda pesca miracolosa, Cristo risorto conferisce il Primato a Pietro, prima con la triplice domanda “Mi ami tu?”, riconfermando, alla risposta di Pietro, il già preannunciato “Tu es Petrus et super hanc petram aedificabo ecclesiam meam et portae inferi non praevalebunt adversus Eam”. Cristo indubitabilmente fonda la Chiesa cattolica, esclusivamente e sostanzial.ente, su Pietro ma anche, in un certo senso, latamente parlando, anche sugli altri undici apostoli (le colonne della Chiesa) ovvero sul collegio apostolica. E’ ovvio che il verbo salvifico di Cristo passa ai molti popoli attraverso la predicazione degli undici e attraverso la predicazione di San Paolo ma se essi sono le colonne, la grande volta della Chiesa è rappresentata da Pietro. Ad UNO SOLO Cristo attribuisce il primato. Nel conferimento del Primato la risposta alla professione di Fede che ripara il tradimento di Pietro nel cortile del Sinedrio, è “Allora pasci le mie pecorelle”, “Allora pasci i miei agnelli”. Secondo l’interpretazione più comune e più profonda dei padri, gli agnelli sono i fedeli semplici, i laici, noi, mentre invece le pecore sono i vescovi e i superiori. A questi sommi pastori (i vescovi) il Supremo pastore, ovvero il Papa, unica fonte di giurisdizione nella Chiesa, conferisce un potere delegato e locale, limitato e specifico che è poi il munus gubernandi et docendi nella propria diocesi. Allora la domanda sorge spontanea: se Cristo ha stabilito un supremo Primato di giurisdizione nella persona morale di Pietro e dei suoi successori, che bisogno c’era di tenere un concilio ecumenico per elevare a livello di verità di fede definita l’infallibilità del Papa, una verità che scaturisce e quasi sgorga naturalmente dal Primato e che era pienamente vissuta, creduta e pratica dalla Chiesa militante ab immemorabili. C’era bisogno perché nei secoli precedenti molti avevano impugnato il magistero pontificio. Chi? I seguaci ed i lacchè dei re che per potersi intromettere e brigare negli affari ecclesiastici dei loro stati, avevano codificato un diritto antiromano, autocefalo, vagamente cesaropapista, dove i loro Re, in questo degni successori di Eliogabalo, Decio e Valeriano, potevano proibire al papa di parlare ai loro Popoli, potevano far carta straccia delle sue bolle, potevano prestare al Papa un omaggio meramente formale, purchè se ne stesse il più lontano possibile dalle loro corti. Lacchè e scherani blandivano l’ambizione e la vanagloria di questi re, con lo stesso spirito dei predoni che gareggiano nel riverire il loro capo-branco. In questa gara al ribasso della Verità e della Giustizia, l’eresie fiorivano o meglio rifiorivano perché la voce di Dio non poteva essere ascoltata e allora il nemico del genere umano, il demonio, seminava largamente dubbi, ambizioni, superbie. I giansenisti, ad esempio, in Francia, appoggiandosi alle libertà o meglio alle licenze gallicane, avevano inventato mille cavilli per non obbedire alle condanne della Santa Sede: le condanne papali (ovvero Romane visto che i due termini sono sinonimi) per essere valide, dovevano ricevere il consenso di tutto l’episcopato, l’approvazione di UN futuro concilio universale. Altrimenti non si sarebbero sottomessi alle condanne infallibili che la cattedra petrina lanciava contro di loro. Allora, siccome la legge non è posta per l’equo ma per l’iniquo, Papa Pio IX ritenne che fosse giunta l’ora di estrinsecare in maniera dogmatica e, per aumentare il fasto e la festosità della Definizione, in maniera conciliare la Verità dell’infallibilità pontificia, verità già universalmente ritenuta e già prossima alla fede. Questa verità è, se vogliamo semplice e solare, che il papa quando insegna ovvero quando parla da pastore universale della Chiesa e parla di argomenti connessi naturalmente alla salvezza delle anime ovvero de fide et moribus, per la divina assistenza da parte dello Spirito Santo, non può errare. La Cattedra di Pietro è e rimane immacolata nella storia della Chiesa. Questa verità, già tenuta e creduta, venne però impugnata all’intero di questo concilio. Perché? Domandiamocelo. Perché questa definizione strideva con la mentalità del secolo diciannovesimo, il secolo delle rivoluzioni, il secolo del grande sviluppo scientifico, delle ribellioni, della repubblica, dell’anarchia, del socialismo e del nascente comunismo, del rifiuto stesso del concetto del concetto di autorità. Un secolo di irreligione, di pulsione centrifuga si vedeva contrapporre l’infallibilità di un Uomo ovvero il fatto che vi fosse sulla terra una Società perfetta e separata, libera e autonoma (che aveva al suo interno tutti gli strumenti per realizzare i propri fini, ovvero i sacramenti, le proprie leggi, la propria gerarchia, il proprio governo, il proprio diritto) e che questa società fosse per di più inerrante, per garanzia del suo Divino Fondatore. Chi si affida totalmente ad essa, è sicuro di non sbagliare, è sicuro di avere ab imis fundamentis tutti i mezzi necessari per la propria Salvezza (fatta salva la sua buona volontà e la condotta perdonale). Pensate come potesse essere alieno dallo spirito del mondo tutto questo pensare e allora troviamo in questo piccolo Concilio vaticano (circa 800 vescovi) una minoranza di circa trecento vescovi che si opporranno all’Infallibilità. Perché si opporranno? In parte per i vecchi pregiudizi della scuola regalistica e giurisdizionalistica (un mero primato d’onore, men che mai il carisma dell’Infallibilità), alcuni vescovi (un esigua minoranza) parleranno del papa alla stregua di un tiranno, di un satrapo, di un faraone. La maggior parte saranno dei vescovi inopportunisti: diranno, sì con qualche correzione e limitazione, la definizione va bene, però è inopportuna. L’arcivescovo di Parigi, Darboy (poi fucilato alla Comune di Parigi l’anno successivo), farà un discorso di questo tipo. Ci scateneremmo contro l’odio delle corti e dei governi laici, dei gabinetti e delle cancellerie che vedono il Papa infallibile come un pericolo di ingerenza ulteriore nei loro affari, nelle loro condotte antiecclesiastiche. E allora questi vescovi, la maggior parte proni e cortigiani nei confronti dei loro monarchi (pensiamo a certi vescovi sabaudizzanti come Nazari di Calabiana o Moreno vescovo di Ivrea), diventeranno sostanzialmente antinfallibilisti o perlomeno inopportunisti. La posizione tipica di questo antinfallibismo che troverà ad esempio in monsignor Dupanloup vescovo di Bordeaux uno dei suoi corifei (o se preferite uno dei suoi caporioni): sarà Lui pretendere che il Papa fosse infallibile a determinate condizione, fissate e codificate: ad esempio il consenso e l’accettazione dei suoi insegnamenti da parte della Chiesa, l’aver investigato lungamente i testimoni della tradizione. Eppure il Concilio Vaticano (aperto l’8 dicembre 1869, sospeso alla quarta sessione il 18 luglio 1870, rinviato sine die nell’ottobre 1870 con l’occupazione sabauda di Roma) andò con buona pace di tutti in direzione opposta. La discussione sulla costituzione “Pastor Aeternus” ed in particolare sul capitolo quarto e ultimo della stessa si protrarrà dal 14 maggio al luglio 1870, con veementi scontri e discussioni. Il giorno cardine che pone il sigillo al Concilio, è però il 16 luglio 1870, due giorni prima della Definizione: il tirolese Monsignor Vinzent Gasser, vescovo di Brixen o come si dice oggi Bressanone, rispondendo a nome della Deputazione sulla Fede che curava e studiava i documenti conciliari, analizzò i vari emendamenti proposti (sia dalla maggioranza infallibilista che dalla minoranza antinfallibilista), esprimendo i pareri della deputazione e facendo respingere tutti gli emendamenti che miravano a limitare la definizione. La “Pastor Aeternus” evitava così il rischio di un annacquamento generico che aveva corso, per amor di pace, nei giorni precedenti. Di più Monsignor Gasser proponeva per l’approvazione invece un emendamento proposto da due vescovi infallibilisti e mi gloria di dire in questa sede, lombardi e bergamaschi:Monsignor Speranza, vescovo di Bergamo, e Alessandro Valsecchi, vescovo titolare di Tiberiade. In questo emendamento gli insegnamenti del Papa erano infallibili ex sese (in sé, per il fatto stesso di essere dati), irreformabili e avente valore senza alcun bisogno del consenso previo o successivo dell’episcopato o della Chiesa. Il papa quindi ha il pieno carisma dell’Infallibilità, non è sottoposto a condizioni altre (ricerche, atti previi). Quando il Cardinale Guidi, arcivescovo di Bologna e domenicano, aveva parlato di condizioni previe per gli insegnamenti infallibili papali, Pio IX l’aveva ricevuto irato e sconcertato per il sostanziale tradimento che lo poneva sul livello di uno Strossmayer o di un Verot, volgari e sguaiati critici dell’Infallibilità, dicendogli, in quel concitato colloquio, quella famosa frase, scolpita nei libri di storia di quel periodo: “IO sono la Tradizione! IO sono la Chiesa! ”. Pio IX, in quanto supremo Gerarca della Chiesa, sapeva bene di essere la Regola prossima della Fede. Non una regola remota come la Sacra Scrittura o la Tradizione dei padri cui il singolo fedele non può attingere liberamente. Solo una è la regola prossima della Fede, sono una è la fonte che ci da la Scrittura e la Tradizione ed è il papato romano. E’ lui l’unico interprete: Scrittura e Tradizione possono essere oscure e anche confliggenti, possono non dare la soluzione. Per questo Dio ha dotato la sua Chiesa di un giudice infallibile, unico, non un collegio, non un comitato, che sia regola di cattolicità. Per questo il Dogma o meglio la Verità dell’infallibilità pontificia è la verità capitalissima della Chiesa cattolica: se non siamo protestanti o autocefali orientali, se non siamo una delle innumerovoli conventicole cristianoidi che pullulano e gavazzano sulla faccia della terra, è perché abbiamo il Papa. E SOLO Lui, Lui SOLO. Non a caso si discusse molto dei termini di infallibilità personale o absoluta, perché si preferirà il termine più armonioso e chiaro di “infallibile magistero del papa”, non a caso il quarto capitolo si riferisce proprio a questo Magistero. Questa infallibilità non esclude l’errabilità del Papa nei giudizi meramente temporali, la sua ingannabilità, non esclude errori di strategia, di politica, di governo, non esclude l’impeccabilità del Papa, anch’esso soggetto alle passioni e ai difetti che ci vengono dall’umana natura. Ma quando il papa pubblicamente e autoritativamente esercita il suo magistero (questo semplicemente vuole dire la locuzione Ex Cathedra, ben lungi dall’avere un significato restrittivo o peggio condizionante), allora è garantito dall’infallibilità, allora non può errare, allora non può dare alcun veleno ai suoi figli. Ecco la parola: figli, famuli nell’accezione classica di figli e sottoposti. E se vi sono dei figli, vi è anche un padre. Ascoltiamo un tomista insigne lombardo come Monsignor Andrea Cappellazzi che scriveva nel suo “L'unità cattolica e la prosperità sociale” (Crema, E. Rolleri, 1891): “Quali sono i nostri rapporti, i nostri doveri verso il Sommo pontefice, vicario di Gesù Cristo? Al Principe si deve il servizio: fidelitas, reverentia, famulatus. Fedeltà! Non deferiamo dunque ad altri quell’onore che al Vicario di Cristo si deve, “honorem principatus ad alium non deferamus”. No, non vi sono due padroni, non vi possono essere due capi in tutto uguali, non si danno due supremi; uno solo è il Supremo. Il Pontefice è Cristo: Gesù benedetto vive, parla, regna, comanda, dirige, muove nella parola, nel gesto, nello sguardo, nella persona del Sommo Pontefice. O Voi tutti che sempre misurate la potenza, e, che ardite limitare l’autorità del Vicario di Gesù Cristo, voi che gettate sempre innanzi al Pontefice la libertà della ragione, i diritti dei cittadini, le glorie sole della patria: Voi, o figli delle aspirazioni moderne, che vedete sempre ai fianchi del Pontefice di Dio, e mettete anzi di rincontro alla sua veneranda maestà papale, le autorità umane contro l’autorità divina: voi tutti peccate contro il primo precetto del Decalogo”. Non c’è un dualismo sociale. Allora mi piace in questa conferenza darvi un invito: se torniamo agli atti del Concilio Vaticano, mentre da altri scranni o tribune, si sente il richiamo a tornare al concilio Vaticano detto II), possiamo vedere qual era la mente ed il cuore della maggioranza che approvò l’infallibilità pontificia. S.E.R. Cardinal Louis-Edouard-François-Desiré Pie (1815-1880) in un discorso sull'infallibilità pontificia al concilio Vaticano dusse: [...] Sia allontanata dunque questa gratuita, fantastica e ingiuriosa immagine della separazione del capo dal corpo!La dottrina ecclesiastica non sopporta la decollazione di San Pietro, nè la storia lo riferisce. Infatti, come osservarono gli antichi scrittori, mentre Paolo, il cui apostolato era temporaneo e straordinario, perse la vita per decapitazione, Pietro, che sarebbe stato a capo della Chiesa del Dio vivente per tutti i secoli futuri, morendo, non ebbe il capo mozzato. E qui piaccia ascoltare le parole di un altro pontefice, insignito del grande nome di Leone, ovvero Leone IX che la Gallia ed insieme la Germania si gloriano di aver dato alla Cattedra romana. "Dunque, disse, quel devotissimo Pietro (scriveva a Michele Costantinopolitano) non solo vivendo ma anche morendo dimostrò ciò, quando chiese con chiaro significato di essere crocefisso capovolto a testa in giù. Spinto da divina ispirazione, si prefigurò come strettamente e indissolubilmente unito e connesso con la prima Pietra fondamentale, che è Gesù Cristo. Affinchè egli, come sovrapposto alla Pietra angolare, portasse tutto il peso della Chiesa, costruzione dall'incorruttibile solidità, e ponendo alla base il proprio capo, sollevasse verso i cieli, con il suo collo inflessibile, tutte le membra del corpo di Cristo crescenti sino alla fine dei tempi, attraverso adatte e naturali articolazioni, come se crescessero sino ai piedi". Dunque, nessuna separazione, eminentissimi e reverendissimi padri, nessuna mutilazione deve essere rinvenuta in Pietro.”Ancora S.E.R. Monsignor Giuseppe Benedetto Dusmet O.S.B., Arcivescovo di Catania (1818-1894), Cardinale nel 1888, il 14 maggio 1870 diceva: [...]Il regno dei cieli (ovvero la Chiesa), reverendissimi padri, è regno di Verità, regno di un Dio che disse di sè stesso: EGO SUM VERITAS. Dunque a Pietro furono date le chiavi della verità, per questo il Papa è infallibile. Questa è la sola possibile interpretazione, in virtù della quale il privilegio concesso al solo Pietro, distinto dagli altri apostoli , si aggiunge alla prerogativa data a tutti gli apostoli congiunti con Pietro, in modo tale che da entrambe queste collazioni sorga uno splendido ordine di unità. Per questo fu scritto stupendamente: "Nel mezzo del ceto dei fedeli, così come nel mezzo del sistema planetario, vi è un supremo motore (il Sole), che senza mai declinare dall'esercizio della propria forza, mantiene gli astri maggiori (i pianeti) nella loro orbita e questi, mantenendosi nella proprio sfera d'attrazione, attraggono gli astri minori (i satelliti)." Se il Papa è il Sole, i vescovi sono i pianeti, noi i satelliti. S.E.R. Cardinal Juan de la Cruz Ignacio Moreno y Maisonave (1817-1884) Arcivescovo di Valladolidil 19 maggio 1870 al Concilio Vaticano diceva: [...]"La Chiesa, come società divinamente costituita, deve avere sempre un punto focale permanente di infallibilità: poichè in qualsiasi momento possono sorgere dubbi o questioni di fede o di costumi. Un fuoco permanente di questo tipo deve essere visibile, affinchè tutti lo possano facilmente vedere e in esso scorgere il fulgore di quell'autorità divinamente costituita, per dirimere infallibilmente ogni lite. Questo fuoco permanente, questo faro che SENZA INTERRUZIONE DI SORTA fa luce ai naviganti, mosso da rapide decisioni, non può essere rappresentato dai concilii ecumenici. Quest'ultimi si tengono di rado e quando si celebrano, non di rado nascono gravissime difficoltà, spesso insanabili. Questo fuoco permanente e visibile invece é il centro dell'unità cattolica, nel quale necessariamente deve essere presente un principio, da cui sorgano unità di fede e comunione. Il principio è l'autorità suprema, dotata di infallibilità, altrimenti sarebbe incapace di produrre e conservare l'unità”. Mi domando: quest’infallibilità è un’infallibilità che si esercita ogni cento o cinquant’anni ad ogni pronunciamento dogmatico solenne oppure è un’infallibilità che si esercita ogniqualvolta il Papa parla e insegna autoritativamente alla Chiesa? A voi lascio la risposta, alle persone di buon senso: Intelligenti pauca, dicevano i latini. Questa è la mente di chi ha redatto, voluto, insegnato l’Infallibilità pontificia. Non a caso mi piace che nel discorso dei vescovi torna sempre la figura del Papa come centro, del Firmamentum, del cielo delle stelle fisse, in altri casi si paragona al Papa al centro gravitazionale della terra che non permette alla terra di dissolversi. In altri casi il Papato è paragonato al centro della circonferenza, equidistante principio di una figura perfetta: perfectio circuli in centro posita est. Con acutezza, immaginandosi le critiche che ci sarebbero state nel ventesimo secolo all’infallibilità, S.E.R. Monsignor Martin John Spalding, arcivescovo di Baltimora (1810-1872) in un un discorso tenuto il 30 maggio 1870 diceva: “I confermati posson non aderire al Confermatore ma vanificherebbero il proposito di Nostro Signore, se non vi aderissero. Guai alle greggi, guai all'unico gregge (perchè é unico il Gregge) se non aderisse al Pastore: si disperderebbe, i lupi lo divorerebbero. [...]Dicono gli oppositori dell'Infallibilità: la Chiesa non può cadere, l'edificio deve stare ma può cadere il fondamento! I confermati non possono mai venire meno alla Fede ma il confermatore per cui Cristo pregò, affinchè la sua fede non venisse meno, quegli può cadere! I membri possono separarsi dal capo e vivere! Il gregge è infallibile, non lo è il Pastore! Questi sono argomenti di quelli che vogliono separare il Capo dalle membra e che negano l'infallibilità pontificia”. Vorrei che ascoltaste bene queste parole perché le sentiamo risuonare molto oggi in questa grande crisi della Chiesa: quasi che fosse un’infallibilità dei fedeli, a prescindere dal Papato romano, una Chiesa di Paolo opposto alla chiesa di Pietro. No, non esiste un altro Paolo: il suo apostolato straordinario è cessato con la sua decapitazione, così come cessò l’apostolato straordinario degli altri undici con loro martirio. Un vescovo diceva: le altre cattedre, le cattedre di Filippo, Bartolomeo, Simone, Giuda Taddeo, Matteo, Giovanni, cessarono con la loro morte e spesso alcune di quelle terre furono sommerse dalle tenebre o del paganesimo o dello scisma. S.E.R. Cardinal Henry Edward Manning, arcivescovo di Westminster (1808-1892) diceva in un discorso capitale il 25 maggio 1870: [...]L'infallibilità del Romano Pontefice non è un'opinione libera tra i cattolici, liberamente ventilata o liberamente da ventilarsi. Siamo già tutti tenuti a crederla. Non è un'opinione ma una dottrina, perchè è già contenuta nella Rivelazione di Dio. Da queste premesse, seguono evidentissimamente due cose: 1° manca di ogni forza e verità l'opposizione fatta in questi mesi sempre più forte che i padri conciliari stiano trasformando un'opinione in un dogma; E' già stato provato che essa non è nè opinione, nè libera, ma dottrina, non ancora definita ma rivelata, teologicamente certa, almeno prossima alla fede. L'elevazione di una verità cattolica di questo tipo da dottrina non definita a dottrina definita nulla aggiunge alla sua certezza intrinseca, aggiungerà solo una certezza estrinseca; 2° Non solo manca di verità ma soffre di menzogna, la trita espressione che viene usata quando si parla di questa definizione: In necessariis unitas, in dubiis libertas. La dottrina dell'infallibilità pontificia non è in alcun modo dubbia e affinchè dalle nostre controversie e dal silenzio tenuto in concilio sul tema non sorgano dubbi, è necessario che sia promulgata solennemente.[...] Questa fede soprannaturale (nell'Infallibilità pontificia) è viva e efficace in tutta la Chiesa discente, ed è bastata per quindici secoli senza una definizione.[...] Abbiamo udito tra le tante cose incredibili di questi tempi, che vi sarebbero trenta condizioni richieste per la validità degli atti pontificali, sulle quali i teologi si accapigliano senza fine. Ma di queste condizioni o i cristiani le ignorarono per quindici secoli oppure son condizioni cui il Pontefice è legato davanti a Dio ma non davanti agli uomini. [...]Infatti nell'assistenza promessa a Pietro sono contenute tutte le cose necessarie. In quest'assistenza, da cui il Papa è diretto affinchè non erri circa il fine, è certamente contenuta l'assistenza circa i mezzi, necessari per raggiungere quel fine.[...] E' più chiaro della luce del meriggio che, in seguito ad eventuali reticenze di questo Concilio, l'autorità della Chiesa docente ovunque verrebbe indebolita e poi abbattuta e le membra disperse, unite e dipendenti da un Capo privo di forza, facilmente cadrebbero sotto il potere dei governi e precipiterebbero negli abissi delle chiese dette "nazionali".Tuttavia, con la definizione di questo Concilio Vaticano che rafforzi con l'infallibile giudizio di tutta la Chiesa la suprema autorità del suo Capo, la giurisdizione della Sede apostolica che è fonte unica di verità e unità, aumenterà in forza al punto da trasmettere nuovo slancio e nuovo vigore al corpo episcopale, sarà confermata la fede e l'obbedienza di tutti i cristiani, sarà rafforzata l'unità dell Chiesa e la certezza del Magistero infallibile come la TESTUGGINE ROMANA impenetrabile grazie agli scudi uniti e inscalfibile da ogni parte prenderà e annienterà i dardi infuocati del Maligno.[...] Vi richiamo con l’attenzione sulla figura del magistero come Romano Testudo, testuggine, un corpo unico, impenetrabile e inscalfibile dalle armi dei nemici. Questa era la speranza dell’arcivescovo Manning, fervente infallibilista inglese. L’ultima citazione lunga che faccio è quella di S.E.R. Monsignor Bartolomeo d'Avanzo, vescovo di Calvi e Teano (1811-1884) Membro della deputazione conciliare De Fide, cardinale nel 1876, da un discorso tenuto il 20 giugno 1870: “E dunque dal momento che oggi, a causa del progresso, come lo chiamano, ci sono cento lingue e cento bocche attraverso le quali ogni singolo giorno si propagano errori in nuove forme e ognidove, è assolutamente necessario che OGNI SINGOLO GIORNO vi sia anche un supremo giudice infallibile che, in quanto infallibile, condanni e respinga quegli scrittori erranti e deviati che ogni giorno decretano a se stessi l'infallibilità e li sconfigga con una vera e divina infallibilità. NESSUNA CONDIZIONE, NESSUNA LIMITAZIONE, può essere posta nella definizione, tranne per ciò che è stato detto ovvero che per quanto riguarda il soggetto non parli da dottore privato ma con ruolo docente, per quanto riguarda l'oggetto che si tratti di fede e costumi, per quanto riguarda la causa efficiente e formale questa sia l'assistenza dello Spirito Santo.[...]” Queste citazioni ci servono per dimostrare quale era la mente e il cuore della Chiesa mentre definiva infallibilmente dell’infallibilità del Papa: oltre ad una dimensione solenne dell’Infallibilità, ve n’é una ordinaria e quasi direi quotidiana per usare un’espressione molto chiara di papa Pio XII, Papa che si espresse infallibilmente contro i metodi contraccettivi in un discorso ad un piccolo ceto di persone, ovvero alle Ostetriche, il 21 ottobre 1951. Concludo questa conferenza in maniera umbratile: è vero, le mie parole sono state di festa e di entusiasmo. Posso dirvi che mai quanto oggi l’infallibilità pontificia è misconosciuta, diminuita, depotenziata, mal presentata, direi quasi vilipesa: non solo da coloro i quali modernisticamente detengono una parvenza di autorità nella Chiesa, la distruggono col loro pessimo uso del “magistero”, dimostrando anche in questo di non avere questa autorità, ma anche da coloro i quali vogliono combattere per la tradizione. Nessuna battaglia per la tradizione vi può essere senza un corretto intendimento dell’Infallibilità pontificia. Per concludere mi piace citare quello che diceva il 31 maggio 1870 al Concilio Vaticano S.E.R. Monsignor Antonio Maria Claret y Clara (1807-24 ottobre 1870),Arcivescovo in partibus infidelium di San Giacomo di Traianopoli in Tracia canonizzato infallibilmente da Papa Pio XII il 18 maggio 1950: “Non ho dubbi, eminentissimi e reverendissimi padri, che questa dichiarazione sull'infallibilità del Romano Pontefice sarà il VENTILABRO, con cui Nostro Signor Gesù Cristo purificherà la sua aia, porrà il frumento nel granaio, la pula la brucerà con fuoco inestinguibile”. Il ventilabro, uno strumento usato nelle nostre campagne, un vaglio, un setaccio per separare, per dividere: ricordiamo sempre, nessuna limitazione, nessun limite umano, nessuna condizione. L’infallibilità pontificia è naturale esercizio del magistero petrino. Chi oggi lo nega, o la fa per misconoscenza della teologia cattolica o lo fa per un interesse malizioso o lo fa per riprendere quei pregiudizi antinfallibilisti storici e teologici che furono sconfitti e sciolti al Concilio Vaticano (detto primo). Ci addolora doverlo dire ma, come diceva un pio vescovo francese, c’è stato in questo ventesimo un colpo da maestro di Satana. Il modernismo, il concilio: far passare attraverso l’autorità, la menzogna, l’errore, se vogliamo, anche l’eresia. Ma vi è un doppio colpo da maestro di Satana che risponde a questo cattivo uso o meglio pseudo uso dell’autorità, con una distruzione, un depotenziamento, con un annichilimento dell’autorità stessa. O usciremo da questa crisi con il magistero petrino tutto intero o non ne usciremo affatto. Un altro vescovo, al concilio Vaticano, in un intervento filologicamente molto interessante e affascinante notava: Portae inferi non praevalebunt ad versus Eam. Questa “Eam” non è solo la Chiesa ma è anche la Petra su cui è fondata, la Pietra che è Pietro. Questa era la 245° conferenza di formazione militante di oggi: grazie molte per aver presenziato così numerosi, malgrado il caldo. Credo e spero che potremo approfondire ulteriormente approfondire questi temi in periodi tanto ingannevoli e iniqui come quelli che stiamo vivendo.
    .

  5. #15
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    Lightbulb Re: 18 luglio 1870: Pastor Aeternus - Crocevia della storia (23 luglio 2013)

    18 luglio 2017: San Camillo de Lellis, confessore, fondatore dei Camilliani; anniversario della promulgazione della Costituzione dogmatica “Pastor Aeternus”, approvata il 18 luglio 1870 al Concilio Vaticano da Papa Pio IX...VIVA IL PAPA, PASTORE ETERNO!!!




    “18 luglio 1870: Pastor aeternus, crocevia della storia”
    [Qui Radio Spada] Pastor Aeternus, crocevia della storia | Radio Spada
    http://www.radiospada.org/2013/08/qu...-della-storia/
    https://www.radiospada.org/2013/07/u...stor-aeternus/

    “Il 18 luglio 1870 il Concilio Vaticano, riunito a conclusione della sua quarta sessione plenaria, promulgava la Costituzione “Pastor Aeternus”, approvata da Papa Pio IX, che definiva in maniera solenne molte verità già comunemente e universalmente credute e tenute nella Chiesa cattolica, elevandole a rango di Verità di fede definita. Tra queste annoveriamo il Primato del Papa su tutta la Chiesa e l’infallibilità del suo Magistero.”
    Infallibilità pontificia: nuovi approfondimenti | Radio Spada
    http://www.radiospada.org/2014/04/in...profondimenti/




    INFALLIBILITA? DELLA CHIESA (una raccolta di studi) « www.agerecontra.it
    http://www.agerecontra.it/public/press40/?p=23016
    "Segnalazione di Pietro Ferrari
    Contro la tentazione fallibilista che serpeggia nel mondo tradizionalista a-cattolico


    Infallibilità pontificia: nuovi approfondimenti | Radio Spada

    [TIRAGRAFFI] Pastorale e infallibile | Radio Spada

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    Si possono contestare e rifiutare le decretazioni di Magistero ordinario ed universale della Chiesa? | Radio Spada

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    Il ?concilio? Vaticano II fu dogmatico o pastorale? | Radio Spada

    E. M. Radaelli, il fallibilismo, il sedeplenismo. Breve risposta su Radio Spada | Radio Spada

    Il fallibilismo ovvero dell?inventiva teologica: una risposta ad Enrico Maria Radaelli | Radio Spada

    Fallibilismo e inconsistenza teologica: una prima risposta | Radio Spada

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    Devo crederci? Riflessioni cattoliche sul Magistero ecclesiastico | Radio Spada

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    L?infallibilità della Chiesa e del Papa: Magistero universale e ordinario | Radio Spada

    Agosto 1950: Papa Pio XII condanna i moderni ?fallibilisti? | Radio Spada

    Un Concilio universale della Chiesa può sbagliare? | Radio Spada

    LE FALSE CANONIZZAZIONI ED IL TRIONFO DI SATANA SECONDO I MODERNISTI | Radio Spada

    ALCUNE OBIEZIONI SU ERESIA E PAPI | Radio Spada

    Chi è Papa e chi non è papa. Da «Apologia del Papato» di Carlo Di Pietro | Radio Spada

    Un Papa che canonizza un eretico non è Papa! | Radio Spada

    San Tommaso, sant?Alfonso, la Chiesa: l?infallibilità nella canonizzazione | Radio Spada

    LA CANONIZZAZIONE DEI SANTI, QUANDO «CIVILTÀ CATTOLICA» ERA CATTOLICA! | Radio Spada



    La vera e la falsa tradizione in occasione della festa di San Pio X, anno 2016 « www.agerecontra.it
    http://www.agerecontra.it/public/press40/?p=24862

    "Scritto e segnalato da Carlo Maria di Pietro
    Don Ugo Carandino (IMBC) ha pubblicato su Facebook questo post: «3 settembre, festa di San Pio X, Papa e Confessore. Ovviamente i “tradizionalisti” che mettono in discussione l’infallibilità dei papi non hanno nulla da festeggiare e dovrebbero smetterla di appropriarsi del nome e dell’opera di San Pio X.
    Sancte Pie X, ora pro nobis».

    Per chi non conoscesse l’argomento, mi permetto di sintetizzarlo brevemente.
    In data 12 gennaio 1966, Montini, meglio noto come Paolo VI, affermò:
    «Vi è chi si domanda quale sia l’autorità, la qualificazione teologica, che il Concilio [Vaticano (II), NdA] ha voluto attribuire ai suoi insegnamenti, sapendo che esso ha evitato di dare definizioni dogmatiche solenni, impegnanti l’infallibilità del Magistero ecclesiastico. E la risposta è nota per chi ricorda la dichiarazione conciliare del 6 marzo 1964, ripetuta il 16 novembre 1964: dato il carattere pastorale del Concilio [Vaticano (II), NdA], esso ha evitato di pronunciare in modo straordinario dogmi dotati della nota di infallibilità; ma esso ha tuttavia munito i suoi insegnamenti dell’autorità del supremo Magistero ordinario il quale Magistero ordinario e così palesemente autentico deve essere accolto docilmente e sinceramente da tutti i fedeli, secondo la mente del Concilio circa la natura e gli scopi dei singoli documenti» (Udienza; (cf. nota 666 in Apologia del Papato, pag. 330).
    Come si evince dalla dichiarazione dello stesso Montini, sono egli stesso ed il “concilio” Vaticano II a negare l’infallibilità del Pontefice e della Chiesa nei termini definiti dal Vaticano primo e da Pio IX varie volte. Con un’astuta macchinazione moderna, da agnostici, sostengono: «[…] sapendo che esso [il Vaticano (II), NdA] ha evitato di dare definizioni dogmatiche solenni, impegnanti l’infallibilità del Magistero ecclesiastico […] esso ha evitato di pronunciare in modo straordinario dogmi dotati della nota di infallibilità».
    La replica immediata sarebbe: invece il “concilio” ha certamente preteso di dare definizioni dogmatiche di Magistero ordinario ed universale, ma anche probabilmente straordinario, vista la straordinarietà di alcuni documenti ed il particolare ricorso alla Scrittura ed alla supposta legge naturale e divina, impegnanti tutti certamente l’infallibilità del Magistero ecclesiastico, tuttavia senza mai ottenere da NSGC questa infallibilità. Adesso vediamo il perché!
    Come si nota con evidenza, Montini fa anche confusione fra “autorità” e “qualificazione teologica”. Pretende di dare una “qualificazione teologica” all’autorità differente da quella già definita dalla Chiesa, e ciò non è affatto possibile. Ci viene in aiuto, proprio su questo, la Humani Generis di Pio XII: determinati argomenti non è più possibile discuterli.
    Montini stava rispondendo alle obiezioni dei primissimi resistenti al “concilio” Vaticano II che, come noto, avevano una larvale posizione cosiddetta “sedevacantista”, questo almeno fino al 1970, mentre mons. Lefebvre autografava, sebbene a malincuore, i documenti del “concilio”, anche quello terribile (Lumen Gentium) con nota previa, posta sarcasticamente alla fine del testo (sic!). Chi conosce la vicenda non può far a meno di rattristarsi.
    Perché queste obiezioni dei larvali “sedevacantisti”? Poiché almeno 6 documenti che il “concilio” pretendeva, con Montini, di promulgare, contenevano e contengono gravissimi errori dottrinali: errori di dottrina espressa, quindi di nuove dottrine su materia di fede, morale, legge e liturgia incompatibili con il dogma cattolico. La resistenza, che per fede cattolica non poteva credere contemporaneamente nella Chiesa infallibile e nella Chiesa che sbaglia laddove non è possibile sbagliare, si oppose e domandò: “Perché il ‘concilio’ contiene questi errori dottrinali? E il dogma dell’infallibilità che fine fa? Allora voi che firmate non siete la Chiesa, non avete autorità, l’avete perduta, ne siete stati privati!”.
    I protestanti dicevano ed hanno sempre detto: i concilii universali sbagliano e la Chiesa non è infallibile. Non dimentichiamo questo passaggio.
    I resistenti non facevano altro che citare la dottrina cattolica a tal proposito: Papa e Concilio universale non possono sbagliare. La Chiesa non sbaglia dottrina.
    Ora, che un Concilio unito al Papa non possa promulgare errori dogmatici è un dogma, dunque la resistenza, davanti all’evidenza, dovette constatare la vacanza della Sede apostolica per manifesta eresia. Un eretico, difatti, non essendo Papa, poiché un eretico non può essere Papa, non beneficia di alcuna infallibilità, la quale è concessa da NSGC al Papa, non ad un non Papa, non ad un privato vescovo. Ed ecco spiegata la presenza dei gravissimi errori dogmatici che il “concilio” e Montini pretendevano di promulgare, pur dichiarando di non aver promulgato alcuna nuova dottrina, ma solo delle esortazioni pastorali sotto forma, per esempio di Costituzioni Dogmatiche. Insomma, siamo alla negazione dell’ABC della lingua italiana, non solo del dogma cattolico. Sono solo dei semplici espedienti usati dai modernisti, ci siamo oramai abituatissimi! Ieri come oggi affermano: “questa dottrina cambia la dottrina, ma non è dottrina è solo prassi pastorale”. Come se dottrina e prassi dottrinale (o pastorale) possano divergere.
    Sto riassumendo il più possibile, ma non è facile.
    A queste ed a tante altre obiezioni di fede cattolica e di buon senso fatte dalla resistenza, la quale doveva avere una posizione necessariamente sedevacantista, Montini replicò con la mentovata affermazione fallibilista in Udienza nel 1966, rilanciando la medesima, e visionaria, posizione già pronunciata in “concilio” nel ’64. Dichiarazione che oltre ad essere storicamente falsa, è anche “ereticissima” se consideriamo i suoi nefasti risultati. Lo dico non per storicizzare, ma per evidenziare con la necessaria enfasi.
    Cosa fecero i cosiddetti tradizionalisti?
    Quello che continuano a fare ancora oggi: dopo essersi ritirati nell’oblio per 4 o 5 anni, dopo aver “piombato” come meglio potevano le loro posizioni di prestigio ed economiche, non appena si calmò la furia iconoclasta e neo-protestante di Montini a danno della “sprovveduta” prima resistenza sedevacantista, i cosiddetti tradizionalisti accettarono ed accettano la prima parte della dichiarazione fallibilista e falsa di Montini, che rompe decisamente col dogma dell’infallibilità e con la tradizione, tuttavia adottarono ed adottano un atteggiamento scismatico in riferimento alla seconda parte (quella sull’ubbidienza che si deve al Papa quindi alla Chiesa), poi precipitano nello scisma capitale, che è ancora il massimo del tradizionalismo per quel tipo di cosiddetti tradizionalisti.
    Ora, quando don Carandino dice: «3 settembre, festa di San Pio X, Papa e Confessore. Ovviamente i “tradizionalisti” che mettono in discussione l’infallibilità dei papi non hanno nulla da festeggiare e dovrebbero smetterla di appropriarsi del nome e dell’opera di San Pio X. Sancte Pie X, ora pro nobis», ha ragioni da vendere, fa un’opera di carità, non perché lo dico io, ma perché lo insegna la Chiesa, egli dice la verità!
    San Pio X asserisce nella Ad Diem Illum Laetissimum: “[il] Concilio Vaticano così ammirabile di opportunità e della definizione dell’infallibilità Pontificia, formulata cosi a buon punto di fronte agli errori che stavano per sorgere”.
    A quale definizione si riferisce? Leggiamola: “Perciò Noi, mantenendoci fedeli alla tradizione ricevuta dai primordi della fede cristiana, per la gloria di Dio nostro Salvatore, per l’esaltazione della religione Cattolica e per la salvezza dei popoli cristiani, con l’approvazione del sacro Concilio proclamiamo e definiamo dogma rivelato da Dio che il Romano Pontefice, quando parla ex cathedra, cioè quando esercita il suo supremo ufficio di Pastore e di Dottore di tutti i cristiani, e in forza del suo supremo potere Apostolico definisce una dottrina circa la fede e i costumi, vincola tutta la Chiesa, per la divina assistenza a lui promessa nella persona del beato Pietro, gode di quell’infallibilità con cui il divino Redentore volle fosse corredata la sua Chiesa nel definire la dottrina intorno alla fede e ai costumi: pertanto tali definizioni del Romano Pontefice sono immutabili per se stesse, e non per il consenso della Chiesa. Se qualcuno quindi avrà la presunzione di opporsi a questa Nostra definizione, Dio non voglia!: sia anatema”.
    Leone XIII cita la Sessione III Cap. 3 del Vaticano I in Satis Cognitum ed altrove: “Per questo i Padri del Concilio Vaticano nulla hanno decretato di nuovo, ma solo ebbero presente l’istituzione divina, l’antica e costante dottrina della Chiesa e la stessa natura della fede, quando decretarono: “Per fede divina e cattolica si deve credere tutto ciò che è contenuto nella parola di Dio scritta o tramandata, e viene proposto dalla Chiesa o con solenne definizione o con ordinario e universale magistero come verità da Dio rivelata””
    Pio XII in Munificentissimus Deus qua fidei dogma definitur Deiparam Virginem Mariam corpore et anima fuisse ad caelestem gloriam assumptam, insegna ancora: “dal consenso universale di un magistero ordinario della chiesa si trae un argomento certo e sicuro per affermare che l’assunzione corporea della beata vergine Maria al cielo, – la quale, quanto alla celeste glorificazione del corpo virgineo dell’augusta Madre di Dio, non poteva essere conosciuta da nessuna facoltà umana con le sole sue forze naturali è verità da Dio rivelata, e perciò tutti i figli della chiesa debbono crederla con fermezza e fedeltà. Poiché, come insegna lo stesso concilio Vaticano, «debbono essere credute per fede divina e cattolica tutte quelle cose che sono contenute nella parola di Dio scritta o trasmessa oralmente o col suo ordinario e universale magistero, propone a credere come rivelate da Dio»” (cita CONC. VAT. I, Const. dogm. Dei Filius de fide catholica, c. 3).
    Si è voluto brevemente dimostrare, sebbene con grandi “approssimazioni” storiche da post FB, come i cosiddetti tradizionalisti, che sono soliti opporre la sola parola “tradizione” (escludendo quella che andrebbe usata: Magistero) a qualsiasi altro argomento, in realtà dimenticano proprio la Tradizione, quella vera sulla materia dell’infallibilità. Questa cattiva abitudine, oggi di grande comodità, non è solo tipica della Fraternità San Pio X, giustamente chiamata in causa da don Ugo, ma di tutti gli ambienti dei cosiddetti tradizionalisti a gettone, ovvero gli apologeti di una porzione della Tradizione, quella più comoda. Inclusi alcuni sedevacantisti che fanno del prete un mero distributore di Ostie.
    Insegna SER Mons. Ferrè nel commento alla Dei Filius: “Quindi è chiarissimo (scrive “indi procede”) che realmente la dottrina proposta da questo Magistero è antica quanto la Chiesa perchè sempre identica a se stessa, è diffusa in tutto il mondo cattolico, ed è conosciuta e professata da tutti i cattolici. Ciò detto (scrive “in questo senso”), quindi, è verissimo che si deve credere ciò che sempre, dovunque e da tutti è stato creduto (Tradizione). Ma, per fare ciò, non si richiede altro che aderire semplicemente e con tutta fer­mezza al Magistero universale ed ordinario della Chiesa. La regola suggerita dal Lirinese tornerebbe di grande giovamento quando, su questo o quel punto determinato di cristiana dottrina, sorgesse contro­versia o la Chiesa non avesse ancora pronunciato la sua definizione”.
    Mons. Michel Guérard des Lauriers, teologo domenicano, fu cacciato da Montini dalla Lateranense, poi da mons. Lefebvre dal seminario di Econe, proprio perché ricordava loro il vero significato del dogma cattolico sull’infallibilità del Papa e della Chiesa, il significato tradizionale e dogmatico dato dal Vaticano primo. Sia Montini che mons. Lefebvre sono considerati due giganti della teologia e morirono riveriti fra mille onori, mentre Mons. Michel Guérard des Lauriers morì calunniato, dimenticato e povero, ma circondato dai soli pochi amici che ebbero il coraggio di rimanere cattolici.
    ho recentemente studiato molti scritti antichi, ma alcuni nuovi per me, per una ricerca sull’infallibilità del Papa, ed ho notato che Agostino Trionfo da Ancona, Giovanni cardinale di Torrecremata, il cardinal Giacobazzi, il Gaetano, il Vittoria, il de Monte, san Bellarmino, sant’Antonino, Gregorio XVI, Paolo IV, Paolo III, Adriano II, Innocenzo III, sant’Alfonso, Cornelio Alapide, l’abate Barbier, lo Zabarella, il cardinale di san Giuliano legato di Eugenio IV, il cardinal Moliniano, Guido A. di Bologna, Giovanni da Imola, il de Rosellis di Padova, Decio milanese, Angelo de Clavasio, Silvestro di Priera del Sacro Palazzo, Suarez, il Cartechini e molti altri (anche se non tutti “esemplari”), sostengono, sebbene con varie ipotesi e sfumature teologiche, quello che Mons. Michel Guérard des Lauriers affermava coraggiosamente nella Tesi di Cassiciacum, ovvero che un eretico non è né può essere Papa, tuttavia può trovarsi ad occupare la nuda sede. Inutile dire che non è il numero che fa la verità, bastavano (anche se non è necessario dirlo) già le dichiarazioni di Gesù sul Papato e la spiegazione data da san Paolo in Galati. Prima o poi pubblicherò una nuova ricerca per integrare Apologia del Papato e correggere alcune imprecisioni.
    Sancte Pie X, ora pro nobis !!!"
    http://www.agerecontra.it/public/pre.../SAN-PIO-X.jpg





    Associazione legittimista Trono e Altare: Mons. De Ségur: Il Papa è infallibile
    “Monsignor Louis-Gaston de Ségur (1820-1881), protonotario apostolico, canonico del capitolo di Saint-Denis.
    Il Papa è infallibile (Tratto da Oeuvres de Mgr. de Ségur, tomo VI, Parigi s.d.)*
    I Come il Concilio Vaticano ha definito l'infallibilità del Papa in nome e per l'autorità di DIO stesso.”



    https://gurgulium.wordpress.com/2009...canesimo-oggi/
    “Mons. Williamson contro il concilio Vaticano… I ! don Giuseppe Murro Sodalitium N° 47.”



    Opportune importune - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/sodalitium...une-importune/
    Sodalitium - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/sodalitium/
    http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/46.pdf
    “Brevi risposte ad alcuni articoli della Fraternità contro la “Tesi di Cassiciacum”. (…)
    http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/51.pdf
    “INFALLIBILITÀ DEL PAPA Mons Robert Fidelis McKenna o.p. Sodalitium, N° 51.”








    18 luglio 2017: San Camillo de Lellis, confessore, fondatore dei Camilliani…



    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico
    http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm
    “San Camillo de Lellis, confessore, 18 luglio.”
    “Commemorazione di santa Sinforosa e dei suoi sette figli, martiri, lo stesso giorno.”




    San Camillo de Lellis - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/san-camillo-de-lellis/
    “18 luglio, San Camillo de Lellis, Confessore (Bucchianico, 25 maggio 1550 – Roma, 14 luglio 1614).

    “San Camillo de Lellis, Sacerdote e Confessore, Fondatore dei Chierici Regolari ministri degli infermi, celeste Patrono degli ospedali ed infermi, il cui giorno natalizio è ricordato il quattordici di questo mese”.
    O Glorioso San Camillo, protettore dei sofferenti, volgi lo sguardo tuo clemente sul tuo popolo fedel! Volgi lo sguardo tuo clemente sul tuo popolo fedel! Zelantissimo San Camillo, pieno di carità hai aiutato pazientemente ogni sorta d’infermi, vivendo interi anni al loro servizio negli ospedali. Li stringevi al tuo petto con tenerissimo amore e li aiutavi a sopportare le sofferenze delle malattie più penose e ributtanti. Infiamma anche noi di quella carità, che è il vero distintivo dei seguaci di Cristo. Quando poi saremo ammalati, vieni accanto al letto dei nostri dolori ad implorarci il dono della rassegnazione alla volontà di Dio, e quelle grazie spirituali e corporali che saranno più utili al bene delle nostre anime. Così sia.”



    www.sursumcorda.cloud
    https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf

    “Carlo Di Pietro - Sursum Corda
    Preghiera al Santo del giorno.
    In nómine Patris
    et Fílii
    et Spíritus Sancti.
    Amen.

    Eterno Padre, intendo onorare sant’Emiliàno Martire, il quale al tempo di Giuliàno l’Apóstata, sotto il Preside Capitolino, gettato in una fornace, ricevette la palma del martirio. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Martire, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, sant’Emiliàno possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”



    Ligue Saint Amédée
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf

    “Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum]. Pas de "motu proprio" chez nous : nous célebrons la sainte messe selon le missel de Saint Pie V, avant les changements liturgiques entamés dans les années 50.”




    Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale
    http://www.radiospada.org
    Edizioni Radio Spada - Home
    http://www.edizioniradiospada.com
    https://www.facebook.com/radiospadasocial/?fref=nf
    “18 luglio 2017: San Camillo de Lellis, confessore, fondatore dei Camilliani.”
    “18 luglio 2017: Santa Sinforosa e sette figli martiri.

    Santa Sinforosa era la moglie di San Getulio. Sulla via Tiburtina, al IX milliario (oggi km. 17,450) viveva una donna chiamata Sinforosa con i suoi 7 figli che si chiamavano Crescente, Giuliano, Nemesio, Primitivo, Giustino, Statteo ed Eugenio. La donna viveva nei pressi della maestosa villa dell'imperatore Adriano, colui che aveva ordinato la morte del marito Getulio, del cognato Amanzio e dell'amico di questi Primitivo. L'imperatore Adriano dopo aver ultimato la sua grandiosa villa, si dice che volesse, prima di inaugurarla, consultare gli dei, i quali gli dissero, che la vedova Sinforosa e i suoi sette figli, li "straziavano ogni giorno invocando il suo Dio, perciò, se Sinforosa e i suoi figli sacrificheranno per loro, essi faranno quanto l'imperatore gli chiedeva". Adriano allora, chiamò il prefetto Licinio, e ordinò che Sinforosa fosse insieme ai suoi figli arrestata e condotta al tempio di Ercole. Poi con lusinghe, con minacce e con ricatti, cercò di farla desistere e a sacrificare agli idoli, ma la Santa con animo nobile si appella all'esempio di Getulio e degli altri compagni di martirio del marito. Visto che la donna non si piegava ai suoi voleri, l'imperatore rinnovò di sacrificare insieme ai suoi figli agli dei pagani, oppure sarebbero stati sacrificati essi stessi, ma la Santa fu irremovibile, come pure lo fecero i suoi sette figli. L'imperatore, visto vano ogni tentativo, ordinò che Santa Sinforosa fosse torturata a sangue. Dalla tortura però l'imperatore non ci ricavò nulla, e spazientito da quella resistenza, diede ordine alle guardie di legare un grosso sasso al collo di Sinforosa, e di gettarla nel fiume Aniene, affinché annegasse. Poi venne la volta dei figli; furono presi da parte, e l'imperatore chiese a loro di sacrificare agli dei. Vista la resistenza dei ragazzi, ordinò che fossero condotti anch'essi al tempio di Ercole, dove con minacce e con lusinghe tentava condurli dalla sua parte; ma visto che non ci riusciva, ne con le buone e ne con le cattive, l'imperatore ordinò che tutti e sette fossero posti alla tortura, ed infine fossero trafitti con la spada, poi li fece gettare in una fossa comune e profonda del territorio tiburtino, che i pontefici chiamarono "ai sette assassinati". Dopo circa 2 anni, essendosi calmato il furore delle persecuzioni contro i cristiani, il fratello della martire Sinforosa, Eugenio "principalis curiae Tiburtinae", ne raccolse i corpi e li seppellì "in suburbana eiusdem civitatis". Il giorno 18 luglio il M.R. riporta quanto segue: "A Tivoli santa Sinforosa, moglie di san Getulio Martire, con sette suoi figlioli, cioè Crescente, Giuliano, Nemesio, Primitivo, Giustino, Statteo ed Eugenio. La loro madre, sotto il Principe Adriano, per l'insuperabile costanza, prima fu lungamente percossa con guanciate, quindi sospesa per i capelli, e da ultimo legata ad un sasso, precipitata nel fiume; i figli poi, legati a pali e stirati cogli argani, con diverso genere di morte compirono il martirio. I loro corpi furono trasportati a Roma, e sotto il Papa Pio quarto, furono ritrovati nella Diaconia di sant'Angelo in Pescheria". La passio ci dice ancora che il "Natalis vero sanctorum martyrum Christi beatae Symphorosae et septem filiorum ejus Crescentis, Juliani, Nemesii, Primitivi, Justini, Stattei et Bugenii celebratur sub die XV Kalendas Augusti. Eorum corpora requiescunt in Via Tiburtina milliario ab Urbe nono…". Oggi noi consociamo una chiesa dedicata alla Santa nei pressi di Bagni di Tivoli. Durante le lotte per le investiture tra papato e impero, l'imperatore Enrico V nel ricondurre Papa Pasquale II a Roma, si accampò nel "Campo qui Septem fratum dicitur", dove un tempo si vedevano dei ruderi di un'antica chiesa dedicata a Santa Sinforosa e sette figli, e dove i proprietari di questo terreno hanno eretto nel 1939, proprio sulla collinetta dinanzi al nuovo santuario, una magnifica cappella, dedicandola a questa Santa e ai suoi sette figli martiri. [ Autore: Andrea Del Vescovo ].”




    18 luglio
    http://www.preghiereperlafamiglia.it.../18-luglio.htm
    "LA REGINA DEL PREZ.MO SANGUE
    18° GIORNO
    MEDITAZIONE

    La Madonna è il dono più bello che Dio ci ha fatto, dopo l'Eucarestia. Ella non solo è la Madre di Dio, il capolavoro della Redenzione, la Piena di Grazia, la Benedetta fra le donne, ma è anche la nostra Madre dolcissima! Il mondo cristiano esulta al suo nome e si rifugia all'ombra del suo manto. Orbene tutta la grandezza di Maria scaturisce dal Prezioso Sangue: la Carne di Cristo è carne di Maria, il Sangue di Cristo è sangue di Maria: perciò noi la invochiamo col bel titolo di Regina del Preziosissimo Sangue! Per singolare privilegio in Lei non fu cancellata la colpa, come in ogni altra creatura, ma dovendo essere la fonte purissima dalla quale doveva zampillare il Sangue di Gesù, proprio in previsione dei meriti del Prez.mo Sangue, fu concepita senza peccato originale. Esultiamo per aver ricevuto da Dio una Madre così eccelsa e così dolce e guardiamola ai piedi della croce, dove offre all'Eterno Padre il Sangue del suo caro Figlio per il nostro riscatto. La sua anima è trafitta dalla spada del dolore e le sue lacrime sono le più amare che una madre abbia mai versato sulla terra. Guardiamo con quanto amore accoglie tutta l'umanità che Gesù le affida nella persona dell'apostolo S. Giovanni! Guardiamo come su lei cade quel Sangue affinché lo riversi su di noi poveri peccatori! Consideriamo come Dio l'ha costituita canale di grazia, dispensiera dei suoi tesori, nostra potente avvocata presso il trono dell'Agnello! O Maria, Regina del Prez.mo Sangue, fa' che anche l'anima mia rosseggi del Sangue divino del tuo Figliuolo, difendimi dagli assalti del demonio, specialmente in punto di morte, ottienimi la contrizione dei peccati e la perseveranza finale.
    ESEMPIO
    Una delle devozioni più care a S. Gaspare del Bufalo fu quella alla Regina del Prez.mo Sangue. Fece dipingere un quadro della Madonna con il Bambino Gesù sulle ginocchia, che stringe in mano il calice del suo Sangue. E la Vergine dimostrò, con molti prodigi, quanto le fosse cara una tale devozione. Molte volte, durante le prediche, il Santo fermava la pioggia benedicendo il cielo con quella prodigiosa immagine. Ad un gruppo di devoti, venuti da lontano ad ascoltarlo e che non potevano far ritorno perché si era scatenato un furioso temporale, consegnò quel quadro ed essi, pur camminando sotto la pioggia, giunsero perfettamente asciutti alle loro case. Davanti a quell'effige con la recita di tre Ave Maria, guarì istantaneamente un contadino che si era ferito gravemente ad un dito. Presso Albano Laziale, invocando il Nome della Vergine, salvò da sicura morte un confratello missionario che era precipitato con la carrozza dall'alto di un ponte. Moltissime volte, mentre predicava, fu vista una luce misteriosa scendere dal Cielo e inondare sia l'Immagine della Madonna, sia il volto del Santo. Imitiamo S. Gaspare in questa devozione tanto efficace, uniamo l'amore alla Vergine con quello al Prez.mo Sangue e saremo certamente ricolmi di celesti favori. Ma, in modo particolare, evitiamo il peccato, che rinnova le trafitture al Cuore adorabile della nostra Madre celeste.
    Fioretto. - Celebrerò con devozione le Feste della Madonna e in modo particolare quella della Vergine Addolorata.
    Giaculatoria. -"
    preziosissimo sangue Archives - Stellamatutina.eu - Sito di cultura cattolica in piena e totale obbedienza al Magistero Petrino.




    Luca, Sursum Corda!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

  6. #16
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    Lightbulb Re: 18 luglio 1870: Pastor Aeternus - Crocevia della storia (23 luglio 2013)

    18 luglio 2018: SAN CAMILLO DE LELLIS, confessore, fondatore dei Camilliani (Bucchianico, 25 maggio 1550 - Roma, 14 luglio 1614); diciottesimo giorno del MESE dedicato alla devozione al PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…
    Anniversario della canonizzazione di San Tommaso d'Aquino, avvenuta il 18 luglio 1323, da parte di Papa Giovanni XXII e della promulgazione della Costituzione dogmatica “Pastor Aeternus” sull’infallibilità papale, approvata il 18 luglio 1870 al Concilio Vaticano da Papa Pio IX...
    VIVA IL PASTORE ETERNO!!!




    http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm
    “San Camillo de Lellis, confessore, 18 luglio.”
    “Commemorazione di santa Sinforosa e dei suoi sette figli, martiri, lo stesso giorno.”



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    http://tradidiaccepi.blogspot.it

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    «Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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    “SAN CAMILLO DE LELLIS
    Confessore.
    Doppio.
    Paramenti bianchi.
    Nascita: Bucchianico, 25 maggio 1550.
    Morte: Roma, 14 luglio 1614.
    Beatificazione: 1742 da Papa Benedetto XIV.
    Canonizzazione: 1746 da Papa Benedetto XIV.
    Santuario principale: Chiesa della Maddalena, Roma.
    Attributi: croce rossa sulla tunica.
    Patrono di: Abruzzo, malati, ospedali, personale ospedaliero.
    SANTA MESSA

    Oggi la Chiesa festeggia un Santo la cui carità ebbe specialmente per oggetto Gesù nel prossimo (Communio). Nato a Bucchianico nel 1550, nel regno di Napoli dalla nobile famiglia de Lellis, san Camillo, dopo una vita dissoluta si convertì a Gesù Cristo nel 1275. Entrò nell'Ordine dei Cappuccini, ma una piaga in una gamba l'obbligò per due volte ad uscirne. Dio, infatti, lo destinava a fondare una nuova congregazione consacrata al servizio degli infermi. Infatti, nel 1582 fondava a Roma quella che sarà la Congregazione dei Chierici Regolari Ministri degli infermi. Ottenne dalla Santa Sede l'approvazione del suo Istituto. Ispirandosi all'esempio di Gesù, che è morto per noi (Epistola) e che ha detto non esservi maggior prova d'amore che dare la propria vita per gli altri (Introito, Vangelo), i religiosi si impegnano ad assistere gli ammalati, anche se affetti da peste. San Camillo, come il suo Istituto, ricevette da Dio la grazia tutta speciale di aiutare vittoriosamente le anime nella lotta suprema dell'agonia (Orazione, Segreta); perciò il nome di questo Santo venne inserito dalla Chiesa nelle Litanie degli agonizzanti, e Leone XIII lo proclamò patrono degli Ospedali. Il suo confessore, san Filippo Neri, lo preparò al sacerdozio, che ricevette nel 1583. Gravemente malato, nel 1607 lasciò la direzione dell'Ordine, ma continuò ad assistere i malati fino alla morte, avvenuta a Roma il 14 luglio 1614. Fu beatificato il 7 aprile 1742 da Benedetto XIV, che pure lo canonizzò il 29 giugno 1746. È Patrono degli ospedali, dei malati e degli infermieri.
    * Camillo nacque a Bucchianico, nella diocesi di Chieti, dalla nobile famiglia De Lellis e da madre sessantenne, la quale, mentre lo portava nel seno, vide in sogno di aver dato alla luce un bambino munito del segno della croce sul petto, che precedeva una schiera di bambini recanti lo stesso segno. Giovanetto seguì la carriera militare lasciandosi andare per qualche tempo ai vizi del mondo; ma a venticinque anni fu così illuminato dalla grazia e concepì tanto dolore d'aver offeso Dio, che, versate all'istante moltissime lacrime, risolvette fermamente di lavare incessantemente le sozzure della vita passata, e di diventare un uomo nuovo. Quindi lo stesso giorno che accadde ciò, festa della Purificazione della beatissima Vergine, corse dai frati Minori, detti Cappuccini, pregandoli istantissimamente di riceverlo fra loro. Due volte gli venne accordato quanto domandava; ma riapertasi di nuovo una orribile ulcera di cui aveva sofferto precedentemente alla gamba, si sottomise umilmente al disegno della divina provvidenza, che lo riservava a cose più grandi; e, vincendo se stesso, lasciò due volte l'abito di quest'ordine, che due volte aveva sollecitato e ricevuto.
    Partito per Roma, fu ricevuto nell'ospedale degli Incurabili; di cui poi a motivo della sua provata virtù, gli fu affidata l'amministrazione, che tenne colla massima integrità e sollecitudine veramente paterna. Stimandosi il servo di tutti i malati, si faceva un dovere di rifare loro i letti, far le pulizie, medicarne le ulceri, e di soccorrerli nell'ultima agonia con pie preghiere ed esortazioni; nei quali uffici diede illustri esempi di ammirabile pazienza, di invincibile fortezza e d'eroica carità. Ma avendo compreso come la conoscenza delle lettere l'avrebbe aiutato moltissimo nell'unico fine che aveva di soccorrere le anime degli agonizzanti, non si vergognò, a trentadue anni d'età di mescolarsi coi bambini per apprendere i primi elementi della grammatica. Ordinato in seguito sacerdote regolarmente, gettò, di concerto con alcuni compagni unitisi a lui, le fondamenta della congregazione dei Chierici regolari a servizio degl'infermi, nonostante gli sforzi contrari del nemico del genere umano. E Camillo, incoraggiato miracolosamente da voce celeste partita dall'immagine d'un Crocifisso che, con stupendo prodigio, gli stendeva le mani, staccate dal legno, ottenne dalla Sede apostolica l'approvazione del suo ordine, obbligando i religiosi con un quarto voto assai arduo, di assistere gli ammalati anche infetti di peste. Quanto questo istituto fosse accetto a Dio e proficuo alla salute delle anime lo provò l'attestazione di san Filippo Neri, confessore di Camillo, d'aver visto spesso degli Angeli suggerire le parole ai discepoli di questo, mentre soccorrevano i moribondi nell'agonia.
    Votatosi con legami sì stretti al servizio dei malati, stupisce con quale zelo vigilava ai loro bisogni di notte e di giorno, fino all'ultimo istante della vita, senza lasciarsi vincere da alcuna fatica, senza temere alcun pericolo della vita. Facendosi tutto a tutti, si prendeva gli uffici più bassi con cuore pronto e allegro, colla più umile condiscendenza, compiendoli per lo più in ginocchio, come se vedesse Cristo medesimo negl'infermi; e per trovarsi più pronto ai bisogni di tutti, rinunziò spontaneamente al governo generale dell'ordine e alle delizie celesti onde era inondato nella contemplazione. Il suo paterno amore per i disgraziati si mostrò massimamente allorché Roma fu provata prima con una malattia contagiosa, e poi con una carestia estrema, e allorché una terribile peste devastò Nola nella Campania. Finalmente arse di tale carità verso Dio e verso il prossimo, da meritare di essere chiamato un angelo, e da essere soccorso dagli Angeli in diversi pericoli nei suoi viaggi. Dotato del dono di profezia e delle guarigioni, scoprì anche i segreti dei cuori; e per le sue preghiere ora si moltiplicarono i viveri, ora l'acqua si cambiò in vino. Affranto dalle veglie, dai digiuni e dall'assiduo lavoro, sembrando ormai non più che pelle e ossa, dopo aver sopportato coraggiosamente cinque lunghe e moleste malattie, che egli chiamava le misericordie del Signore, munito, dei sacramenti, tra i soavissimi nomi di Gesù e Maria, a quelle parole: «Il volto di Cristo ti appaia dolce e giulivo» nell'ora predetta, si addormentò nel Signore, a Roma, il 14 Luglio nell'anno della salute 1614, sessantesimoquinto della sua età. Illustrato da più miracoli, Benedetto XIV l'iscrisse solennemente nell' albo dei Santi, e Leone XIII, dietro istanza dei vescovi del mondo e con decreto della Sacra Congregazione dei Riti, lo dichiarò celeste patrono di tutti gli ospedali e infermi ovunque esistenti, e ordinò l'invocazione del suo nome nelle litanie degli agonizzanti.
    - Al Vangelo.
    ** Omelia di sant'Agostino Vescovo.
    Trattato 83 su Giovanni.
    Che pensare, fratelli miei? C'è forse un comandamento solo di amarci l'un l'altro? E non ve n'è forse un altro, più grande, quello di amare Dio? O meglio Dio ci comanda solo d'amarci, senza curarsi di altro? Evidentemente l'Apostolo raccomanda tre cose, quando dice: «Ora poi resta la fede, la speranza e la carità, queste tre cose, la più grande però di queste è la carità» (1 Cor 13,13). E se la carità, cioè l'amore perché racchiude gli altri due precetti, si dice che è maggiore, non però si dice che è sola. Così riguardo alla fede quante cose ci sono comandate, e quante intorno alla speranza! Chi può raccoglierle tutte, chi è capace di enumerarle? Ma consideriamo ciò che dice lo stesso Apostolo: «La carità è l'adempimento della legge» (Rom 13,10).
    Ora che cosa può mancare dov'è la carità? E che cosa mai può giovare ove ella non è? Il demonio crede, ma non ama: chi non crede niente, non ama affatto. Così chi non ama, benché non gli sia tolta la speranza del perdono, pure lo spera invano; ma chi ama non può disperarsi. Pertanto dov'è l'amore, c'è di necessità anche la fede e la speranza; e dov'è l'amore del prossimo c'è pure e di necessità l'amore di Dio. Infatti, se uno non ama Dio, come potrà amare il prossimo come se stesso? E chi è che non ami neppure se stesso? È l'empio e l'iniquo; che chi ama l'iniquità, certo non ama, ma odia l'anima sua.
    Manteniamoci dunque fedeli a questo comandamento del Signore, di amarci gli uni gli altri, e osserveremo tutti gli altri suoi comandamenti, perché tutti gli altri comandamenti sono compresi in questo. Certo, questo amore si distingue da quell'amore con cui reciprocamente si amano gli uomini in quanto uomini; ed è per distinguerlo da esso che il Signore aggiunge: Come io ho amato voi. E perché ci ama Cristo, se non perché possiamo regnare con lui? A questo fine dunque noi dobbiamo amarci, in modo che il nostro amore si distingua da quello degli altri, che non si amano a questo fine perché neppure si amano. Coloro che invece si amano al fine di possedere Dio, si amano davvero: per amarsi, quindi, amano Dio. Questo amore non esiste in tutti gli uomini: sono pochi, anzi, quelli che si amano affinché Dio sia tutto in tutti (cf. 1 Cor 15, 28).”
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    “SANTA SINFOROSA E I SUOI SETTE FIGLI
    Martiri.
    Paramenti rossi.
    Morte: Tivoli, 138 circa.
    Attributi: sette figli; palma del martirio.
    Patrona di: Roccadaspide; Tossicia; San Chirico Raparo; Tivoli (compatrona).
    SANTA MESSA
    Si commemorano a Tivoli Santa Sinforosa, moglie di san Getulio Martire, e i sette suoi figli, Crescente, Giuliano, Nemesio, Primitivo, Giustino, Statteo ed Eugenio. La madre, sotto il Principe Adriano, per l'insuperabile costanza, prima fu lungamente percossa con guanciate, quindi sospesa per i capelli, e da ultimo legata ad un sasso, precipitata nel fiume; i figli poi, legati a pali e stirati cogli argani, con diverso genere di morte compirono il martirio. I loro corpi furono trasportati a Roma, e, sotto il Papa Pio IV, furono ritrovati nella Diaconia di sant'Angelo in Pescheria.

    * Sinforosa di Tivoli, sposa del Martire Getulio ebbe da lui sette figli, Crescenzio, Giuliano, Nemesio, Primitivo, Giustino, Statteo ed Eugenio; i quali tutti furono arrestati con la loro madre sotto l'imperatore Adriano, perché professavano la fede cristiana. La loro pietà rimanendo invincibile in mezzo a numerosi e diversi tormenti, la madre, che era stata la maestra dei suoi figli nella fede, fu così anche loro di guida al martirio. Infatti attaccatale una pietra al collo, fu precipitata nel fiume: suo fratello Eugenio ne raccolse il corpo e lo seppellì. Il giorno dopo che fu il 18 di Luglio, i sette fratelli attaccati a dei pali furono uccisi in diverse maniere: Crescenzio venne sgozzato; Giuliano ebbe trafitto il petto; Nemesio ebbe perforato il cuore; Primitivo fu trapassato nell'ombelico; Giustino fatto a pezzi; Statteo trafitto con frecce; Eugenio fu squartato in due parti. Così furono immolate a Dio otto ostie accettissime. I loro corpi gettati in una fossa profonda sulla via Tiburtina a nove miglia da Roma, furono poi trasportati a Roma e deposti nella chiesa di sant'Angelo in Pescheria.
    * Santa Sinforosa era la moglie di San Getulio. Sulla via Tiburtina, al IX milliario (oggi km. 17,450) viveva una donna chiamata Sinforosa con i suoi 7 figli che si chiamavano Crescente, Giuliano, Nemesio, Primitivo, Giustino, Statteo ed Eugenio. La donna viveva nei pressi della maestosa villa dell'imperatore Adriano, colui che aveva ordinato la morte del marito Getulio, del cognato Amanzio e dell'amico di questi Primitivo. L'imperatore Adriano dopo aver ultimato la sua grandiosa villa, si dice che volesse, prima di inaugurarla, consultare gli dei, i quali gli dissero, che la vedova Sinforosa e i suoi sette figli, li "straziavano ogni giorno invocando il suo Dio, perciò, se Sinforosa e i suoi figli sacrificheranno per loro, essi faranno quanto l'imperatore gli chiedeva". Adriano allora, chiamò il prefetto Licinio, e ordinò che Sinforosa fosse insieme ai suoi figli arrestata e condotta al tempio di Ercole. Poi con lusinghe, con minacce e con ricatti, cercò di farla desistere e a sacrificare agli idoli, ma la Santa con animo nobile si appella all'esempio di Getulio e degli altri compagni di martirio del marito. Visto che la donna non si piegava ai suoi voleri, l'imperatore rinnovò di sacrificare insieme ai suoi figli agli dei pagani, oppure sarebbero stati sacrificati essi stessi, ma la Santa fu irremovibile, come pure lo fecero i suoi sette figli. L'imperatore, visto vano ogni tentativo, ordinò che Santa Sinforosa fosse torturata a sangue. Dalla tortura però l'imperatore non ci ricavò nulla, e spazientito da quella resistenza, diede ordine alle guardie di legare un grosso sasso al collo di Sinforosa, e di gettarla nel fiume Aniene, affinché annegasse. Poi venne la volta dei figli; furono presi da parte, e l'imperatore chiese a loro di sacrificare agli dei. Vista la resistenza dei ragazzi, ordinò che fossero condotti anch'essi al tempio di Ercole, dove con minacce e con lusinghe tentava condurli dalla sua parte; ma visto che non ci riusciva, né con le buone né con le cattive, l'imperatore ordinò che tutti e sette fossero posti alla tortura, ed infine fossero trafitti con la spada, poi li fece gettare in una fossa comune e profonda del territorio tiburtino, che i pontefici chiamarono "ai sette assassinati". Dopo circa 2 anni, essendosi calmato il furore delle persecuzioni contro i cristiani, il fratello della martire Sinforosa, Eugenio "principalis curiae Tiburtinae", ne raccolse i corpi e li seppellì "in suburbana eiusdem civitatis". Il giorno 18 luglio il M.R. riporta quanto segue: "A Tivoli santa Sinforosa, moglie di san Getulio Martire, con sette suoi figlioli, cioè Crescente, Giuliano, Nemesio, Primitivo, Giustino, Statteo ed Eugenio. La loro madre, sotto il Principe Adriano, per l'insuperabile costanza, prima fu lungamente percossa con guanciate, quindi sospesa per i capelli, e da ultimo legata ad un sasso, precipitata nel fiume; i figli poi, legati a pali e stirati cogli argani, con diverso genere di morte compirono il martirio. I loro corpi furono trasportati a Roma, e sotto il Papa Pio quarto, furono ritrovati nella Diaconia di sant'Angelo in Pescheria". La passio ci dice ancora che il "Natalis vero sanctorum martyrum Christi beatae Symphorosae et septem filiorum ejus Crescentis, Juliani, Nemesii, Primitivi, Justini, Stattei et Bugenii celebratur sub die XV Kalendas Augusti. Eorum corpora requiescunt in Via Tiburtina milliario ab Urbe nono…". Oggi noi consociamo una chiesa dedicata alla Santa nei pressi di Bagni di Tivoli. Durante le lotte per le investiture tra papato e impero, l'imperatore Enrico V nel ricondurre Papa Pasquale II a Roma, si accampò nel "Campo qui Septem fratum dicitur", dove un tempo si vedevano dei ruderi di un'antica chiesa dedicata a Santa Sinforosa e sette figli, e dove i proprietari di questo terreno hanno eretto nel 1939, proprio sulla collinetta dinanzi al nuovo santuario, una magnifica cappella, dedicandola a questa Santa e ai suoi sette figli martiri.
    Autore: Andrea Del Vescovo.
    P.S. La Commemorazione è già presente nel link della Santa Messa di San Camillo de Lellis.”
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    San Camillo - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/san-camillo/
    «18 luglio, San Camillo de Lellis, Confessore (Bucchianico, 25 maggio 1550 – Roma, 14 luglio 1614).

    “San Camillo de Lellis, Sacerdote e Confessore, Fondatore dei Chierici Regolari ministri degli infermi, celeste Patrono degli ospedali ed infermi, il cui giorno natalizio è ricordato il quattordici di questo mese”.
    O Glorioso San Camillo, protettore dei sofferenti, volgi lo sguardo tuo clemente sul tuo popolo fedel! Volgi lo sguardo tuo clemente sul tuo popolo fedel! Zelantissimo San Camillo, pieno di carità hai aiutato pazientemente ogni sorta d’infermi, vivendo interi anni al loro servizio negli ospedali. Li stringevi al tuo petto con tenerissimo amore e li aiutavi a sopportare le sofferenze delle malattie più penose e ributtanti. Infiamma anche noi di quella carità, che è il vero distintivo dei seguaci di Cristo. Quando poi saremo ammalati, vieni accanto al letto dei nostri dolori ad implorarci il dono della rassegnazione alla volontà di Dio, e quelle grazie spirituali e corporali che saranno più utili al bene delle nostre anime. Così sia.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...ds/camillo.jpg







    www.sursumcorda.cloud
    https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf

    “Carlo Di Pietro - Sursum Corda
    Preghiera al Santo del giorno.
    In nómine Patris
    et Fílii
    et Spíritus Sancti.
    Amen.

    Eterno Padre, intendo onorare sant’Emiliàno Martire, il quale al tempo di Giuliàno l’Apóstata, sotto il Preside Capitolino, gettato in una fornace, ricevette la palma del martirio. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Martire, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, sant’Emiliàno possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”

    “18 luglio, San Camillo de Lellis.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...0b&oe=5BD2CFA2

    “Signore mio Gesù Figliuolo di Dio vivo. Concedimi la grazia di aspirare a Te con tutta l’estenzione del mio cuore e dei miei desideri e con animo sitibondo del Tuo amore, fa ch’io respiri in Te solo, o dolcissimo e soavissimo mio Signore, e che tutte le potenze del mio spirito, tutti gli affetti miei sospirino appresso di Te solo, che sei la vera felicità! Imprimi misericordiosissimo mio Signore, col Tuo Preziosissimo Sangue, la forma delle Tue Sacratissime piaghe sul mio cuore, affinché in esse io legga il dolore e l’amor Tuo egualmente. E fa che la rimembranza delle Tue ferite, restandovi eternamente scolpita, ecciti in me il dolore e la compassione verso di Te, e vi riaccenda il fuoco del Tuo amore. Degnati parimenti di concedermi che ogni creatura mi sia vile, e che Tu solo abiti soavemente nel cuor mio.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...74&oe=5BE8758A











    Ligue Saint Amédée
    http://www.SaintAmedee.ch
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf

    «Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»

    https://liguesaintamedee.ch/saint-du...ille-de-lellis
    "18 Juillet : Saint Camille de Lellis, Fondateur d'Ordre (1549-1614)"
    http://liguesaintamedee.ch/applicati...lle_lellis.jpg





    "18 juillet 1009 : décès du Pape Jean XVII."
    "18 juillet 1100 : décès de Godefroy de Bouillon, premier roi chrétien de Jérusalem."
    "18 juillet 1216 : élection du pape Honorius III."
    "18 juillet 1323 : canonisation de saint Thomas d'Aquin par le Pape Jean XXII."
    "18 juillet 1809 : Napoléon écrit à Fouché :"Je suis fâché qu'on ait arrêté le Pape ; c'est une grande folie... Mais enfin, il n'y a point de remède ; ce qui est fait est fait."."

    "18 juillet 1870 : le Concile de Vatican I définit le dogme de l'infaillibilité pontificale.

    Le 1er concile œcuménique du Vatican se tient du 8 décembre 1869 au 20 octobre 1870. Convoqué par Pie IX, il condamne le modernisme et définit l'infaillibilité pontificale ; il est interrompu, quand les troupes italiennes envahissent Rome.
    Suspendu sine die, il n'est jamais re-convoqué. Le 18 juillet 1870, Pie IX peut malgré tout définir que le double dogme de la primauté universelle de droit divin et l'infaillibilité pontificale étaient des vérités de foi divinement révélées."

    https://liguesaintamedee.ch/saint-du...herine-laboure
    "18 juillet 1830 : apparitions de Notre Dame à Sainte Catherine Labouré en la chapelle Notre-Dame-de-la-Médaille-miraculeuse de la rue du Bac. De juillet à décembre 1830, sœur Catherine, jeune "novice" des Filles de la Charité, reçoit l'immense faveur de s'entretenir trois fois avec la Vierge Marie.
    Catherine Labouré raconte que ce jour en la Saint-Vincent, elle est réveillée par un petit enfant qui lui dit :
    « Ma sœur, tout le monde dort bien ; venez à la chapelle ; la Sainte Vierge vous attend. »
    Croyant rêver, Catherine se lève, s'habille et suit l'enfant « portant des rayons de clarté partout où il passait ». Arrivée à la chapelle, Catherine entend bientôt « comme le froufrou d'une robe de soie ». La Sainte Vierge est là, resplendissante, et lui parle pendant deux heures, lui confiant que Dieu a une difficile mission pour elle.
    « Venez au pied de cet autel. Là, les grâces seront répandues sur toutes les personnes qui les demanderont avec confiance et ferveur.»”
    http://liguesaintamedee.ch/applicati..._catherine.jpg









    18 luglio
    http://www.preghiereperlafamiglia.it.../18-luglio.htm
    "LA REGINA DEL PREZ.MO SANGUE
    18° GIORNO
    MEDITAZIONE

    La Madonna è il dono più bello che Dio ci ha fatto, dopo l'Eucarestia. Ella non solo è la Madre di Dio, il capolavoro della Redenzione, la Piena di Grazia, la Benedetta fra le donne, ma è anche la nostra Madre dolcissima! Il mondo cristiano esulta al suo nome e si rifugia all'ombra del suo manto. Orbene tutta la grandezza di Maria scaturisce dal Prezioso Sangue: la Carne di Cristo è carne di Maria, il Sangue di Cristo è sangue di Maria: perciò noi la invochiamo col bel titolo di Regina del Preziosissimo Sangue! Per singolare privilegio in Lei non fu cancellata la colpa, come in ogni altra creatura, ma dovendo essere la fonte purissima dalla quale doveva zampillare il Sangue di Gesù, proprio in previsione dei meriti del Prez.mo Sangue, fu concepita senza peccato originale. Esultiamo per aver ricevuto da Dio una Madre così eccelsa e così dolce e guardiamola ai piedi della croce, dove offre all'Eterno Padre il Sangue del suo caro Figlio per il nostro riscatto. La sua anima è trafitta dalla spada del dolore e le sue lacrime sono le più amare che una madre abbia mai versato sulla terra. Guardiamo con quanto amore accoglie tutta l'umanità che Gesù le affida nella persona dell'apostolo S. Giovanni! Guardiamo come su lei cade quel Sangue affinché lo riversi su di noi poveri peccatori! Consideriamo come Dio l'ha costituita canale di grazia, dispensiera dei suoi tesori, nostra potente avvocata presso il trono dell'Agnello! O Maria, Regina del Prez.mo Sangue, fa' che anche l'anima mia rosseggi del Sangue divino del tuo Figliuolo, difendimi dagli assalti del demonio, specialmente in punto di morte, ottienimi la contrizione dei peccati e la perseveranza finale.
    ESEMPIO
    Una delle devozioni più care a S. Gaspare del Bufalo fu quella alla Regina del Prez.mo Sangue. Fece dipingere un quadro della Madonna con il Bambino Gesù sulle ginocchia, che stringe in mano il calice del suo Sangue. E la Vergine dimostrò, con molti prodigi, quanto le fosse cara una tale devozione. Molte volte, durante le prediche, il Santo fermava la pioggia benedicendo il cielo con quella prodigiosa immagine. Ad un gruppo di devoti, venuti da lontano ad ascoltarlo e che non potevano far ritorno perché si era scatenato un furioso temporale, consegnò quel quadro ed essi, pur camminando sotto la pioggia, giunsero perfettamente asciutti alle loro case. Davanti a quell'effige con la recita di tre Ave Maria, guarì istantaneamente un contadino che si era ferito gravemente ad un dito. Presso Albano Laziale, invocando il Nome della Vergine, salvò da sicura morte un confratello missionario che era precipitato con la carrozza dall'alto di un ponte. Moltissime volte, mentre predicava, fu vista una luce misteriosa scendere dal Cielo e inondare sia l'Immagine della Madonna, sia il volto del Santo. Imitiamo S. Gaspare in questa devozione tanto efficace, uniamo l'amore alla Vergine con quello al Prez.mo Sangue e saremo certamente ricolmi di celesti favori. Ma, in modo particolare, evitiamo il peccato, che rinnova le trafitture al Cuore adorabile della nostra Madre celeste.
    Fioretto. - Celebrerò con devozione le Feste della Madonna e in modo particolare quella della Vergine Addolorata.
    Giaculatoria. -"

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    “18 luglio 2018: San Camillo de Lellis, confessore e patrono degli infermieri, fondatore dei Camilliani.”
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    “18 luglio 2018: Santa Sinforosa e sette figli martiri.

    Santa Sinforosa era la moglie di San Getulio. Sulla via Tiburtina, al IX milliario (oggi km. 17,450) viveva una donna chiamata Sinforosa con i suoi 7 figli che si chiamavano Crescente, Giuliano, Nemesio, Primitivo, Giustino, Statteo ed Eugenio. La donna viveva nei pressi della maestosa villa dell'imperatore Adriano, colui che aveva ordinato la morte del marito Getulio, del cognato Amanzio e dell'amico di questi Primitivo. L'imperatore Adriano dopo aver ultimato la sua grandiosa villa, si dice che volesse, prima di inaugurarla, consultare gli dei, i quali gli dissero, che la vedova Sinforosa e i suoi sette figli, li "straziavano ogni giorno invocando il suo Dio, perciò, se Sinforosa e i suoi figli sacrificheranno per loro, essi faranno quanto l'imperatore gli chiedeva". Adriano allora, chiamò il prefetto Licinio, e ordinò che Sinforosa fosse insieme ai suoi figli arrestata e condotta al tempio di Ercole. Poi con lusinghe, con minacce e con ricatti, cercò di farla desistere e a sacrificare agli idoli, ma la Santa con animo nobile si appella all'esempio di Getulio e degli altri compagni di martirio del marito. Visto che la donna non si piegava ai suoi voleri, l'imperatore rinnovò di sacrificare insieme ai suoi figli agli dei pagani, oppure sarebbero stati sacrificati essi stessi, ma la Santa fu irremovibile, come pure lo fecero i suoi sette figli. L'imperatore, visto vano ogni tentativo, ordinò che Santa Sinforosa fosse torturata a sangue. Dalla tortura però l'imperatore non ci ricavò nulla, e spazientito da quella resistenza, diede ordine alle guardie di legare un grosso sasso al collo di Sinforosa, e di gettarla nel fiume Aniene, affinché annegasse. Poi venne la volta dei figli; furono presi da parte, e l'imperatore chiese a loro di sacrificare agli dei. Vista la resistenza dei ragazzi, ordinò che fossero condotti anch'essi al tempio di Ercole, dove con minacce e con lusinghe tentava condurli dalla sua parte; ma visto che non ci riusciva, ne con le buone e ne con le cattive, l'imperatore ordinò che tutti e sette fossero posti alla tortura, ed infine fossero trafitti con la spada, poi li fece gettare in una fossa comune e profonda del territorio tiburtino, che i pontefici chiamarono "ai sette assassinati". Dopo circa 2 anni, essendosi calmato il furore delle persecuzioni contro i cristiani, il fratello della martire Sinforosa, Eugenio "principalis curiae Tiburtinae", ne raccolse i corpi e li seppellì "in suburbana eiusdem civitatis". Il giorno 18 luglio il M.R. riporta quanto segue: "A Tivoli santa Sinforosa, moglie di san Getulio Martire, con sette suoi figlioli, cioè Crescente, Giuliano, Nemesio, Primitivo, Giustino, Statteo ed Eugenio. La loro madre, sotto il Principe Adriano, per l'insuperabile costanza, prima fu lungamente percossa con guanciate, quindi sospesa per i capelli, e da ultimo legata ad un sasso, precipitata nel fiume; i figli poi, legati a pali e stirati cogli argani, con diverso genere di morte compirono il martirio. I loro corpi furono trasportati a Roma, e sotto il Papa Pio quarto, furono ritrovati nella Diaconia di sant'Angelo in Pescheria". La passio ci dice ancora che il "Natalis vero sanctorum martyrum Christi beatae Symphorosae et septem filiorum ejus Crescentis, Juliani, Nemesii, Primitivi, Justini, Stattei et Bugenii celebratur sub die XV Kalendas Augusti. Eorum corpora requiescunt in Via Tiburtina milliario ab Urbe nono…". Oggi noi consociamo una chiesa dedicata alla Santa nei pressi di Bagni di Tivoli. Durante le lotte per le investiture tra papato e impero, l'imperatore Enrico V nel ricondurre Papa Pasquale II a Roma, si accampò nel "Campo qui Septem fratum dicitur", dove un tempo si vedevano dei ruderi di un'antica chiesa dedicata a Santa Sinforosa e sette figli, e dove i proprietari di questo terreno hanno eretto nel 1939, proprio sulla collinetta dinanzi al nuovo santuario, una magnifica cappella, dedicandola a questa Santa e ai suoi sette figli martiri. [ Autore: Andrea Del Vescovo ].”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...90&oe=5C142E43





    “Il 18 luglio 1100 muore a Gerusalemme Goffredo di Buglione, Liberatore e Difensore del santo Sepolcro di nostro Signore Gesù Cristo.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...4e&oe=5BDE1098





    “Il 18 luglio 1323 veniva canonizzato Tommaso d'Aquino. Papa Giovanni XXII così lo celebrava: «Egli illuminò la Chiesa di Dio più di qualunque altro Dottore; e ricava maggior profitto chi studia per un anno solo nei libri di lui, che chi segua per tutto il corso della sua vita gl’insegnamenti degli altri».”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...bc&oe=5BD39C54








    https://forum.termometropolitico.it/...cattolico.html
    https://forum.termometropolitico.it/...l#post16908012
    https://forum.termometropolitico.it/...-d-aquino.html
    https://forum.termometropolitico.it/...-d-aquino.html

    https://forum.termometropolitico.it/...l#post16449591
    https://forum.termometropolitico.it/...ontificia.html




    Alcune mie considerazioni sul Papato nell'anniversario della «Pastor aeternus»…


    https://w2.vatican.va/content/pius-i...ulii-1870.html
    “COSTITUZIONE DOGMATICA
    PASTOR AETERNUS*
    DEL SOMMO PONTEFICE
    PIO IX.”



    PIO IX ha ribadito dogmaticamente una verità sempre creduta dai cattolici in ogni tempo e luogo, poichè dottrina evangelica...
    Gesù Cristo in persona non poteva essere più esplicito riguardo all’infallibilità del Papa nell’insegnare la vera fede!
    Gesù Cristo aveva promesso il Primato all’apostolo Simone prima della sua morte e lui per temporanea paura, viltà, debolezza, fallibilità e peccabilità umana – neanche dottrinale, tra l’altro - lo rinnega per tre volte; ma dopo la sua resurrezione, in seguito al pentimento con conseguente triplice atto di amore di lui, conferisce definitivamente a Pietro il carisma dell’infallibilità papale!
    Perciò è semplicemente impossibile - è un dogma di fede cattolica al quale si deve credere necessariamente, e del resto per arrivarci basta usare la logica - che insegnamenti erronei ed eretici in documenti di magistero (sia ordinario che straordinario) provengano da un vero e legittimo Sommo Pontefice romano, Vicario di Cristo e successore di San Pietro!
    Segnalo e consiglio alcuni libri ed articoli che in maniera chiara e sintetica espongono molto bene l’autentica dottrina cattolica sul Papato:




    Monsignor Francesco Olgiati (Busto Arsizio, 1º gennaio 1886 – Milano, 21 maggio 1962)…

    "Il Papa è il Vicario di Cristo. (…) La Chiesa è l’edificio, Pietro ne è il fondamento ed è colui che ne ha le chiavi, ossia è il capo supremo. (…) Dopo la conversione, indefettibile è la fede di Pietro, che riceve l'ufficio di confermare gli altri nella fede e con ciò stesso l'ufficio di Superiore, di Maestro, di Capo.
    (…) Orbene, ragiona egregiamente Monsignor Bonomelli: secondo l'insegnamento stesso di Gesù, «la Chiesa è fondata su Pietro, ossia sul Pontefice, in modo che la salvezza di lei dipende dalla saldezza del Pontefice; se il Pontefice potesse farsi maestro di errore, non pietra di fondamento, ma pietra di inciampo e di rovina, ciò non si potrebbe dire. (…) Dunque la saldezza dei Vescovi nella fede deriva dalla fede del Pontefice: ora se il se il Pontefice potesse errare nella fede, come e in che cosa potrebbe confermare i Vescovi, la Chiesa universale?
    Sarebbe stata cosa ridicola in Gesù Cristo imporre a Pietro di confermare la Chiesa nella fede, s'egli stesso, Pietro, aveva bisogno d'essere confermato; cosa più ridicola ancora obbligare tutta la Chiesa a lasciarsi confermare nella fede da quel Pietro, che, potendo errare, la poteva confermare nell’errore. (…) Ora poniamo che il Pontefice possa condurre in errore l’ovile di Gesù Cristo, che ne avverrebbe? Ne avverrebbe che tutta la Chiesa sarebbe posta nell’alternativa assurda, o di disubbedire al Pontefice, contro la volontà espressa di Gesù Cristo; ovvero di seguire il Pontefice, anche nell’errore. Ciò è impossibile a concepirsi: dunque bisogna concedere che il Pontefice sia infallibile, perchè sia ragionevole da una parte il diritto del Pontefice d'imporre la cosa da credere, e dall’altra ragionevole l’assenso dei fedeli.» (…) L'amore, l'ossequio, l'obbedienza, la devozione filiale, l'entusiasmo verso il Papa è per noi credenti una stessa cosa con l'amore, l'ossequio, l'obbedienza verso Gesù Cristo. (…)”
    Francesco Olgiati, Il sillabario del Cristianesimo, Società Editrice "Vita e Pensiero", Milano 1943.
    https://www.sursumcorda.cloud/artico...o-l-ovile.html


    «La promessa del Primato e dell’edificazione della Chiesa su Pietro riguardano il futuro, non erano un dono già conferito. Gesù disse: Io edificherò, io ti darò! Se avesse già conferito quei doni, giammai in Pietro avrebbe avuto luogo l’errore!»
    San Girolamo, Comment. in h. 1, ML, 26,120.


    «La promessa del Primato. È riferita da San Matteo (…) Mt. 16,13 ss. (…) La realizzazione della promessa.
    Gesù realizza la promessa del Primato solo dopo la sua resurrezione. (…)
    Il conferimento del Primato è riferito da San Giovanni. (…) Giov. 21,15 ss.»
    Bertetto Domenico, Il Papa, Torino 1957; ristampa Amicizia Cristiana, Chieti 2008, pp. 5 e 15-16.


    Edizioni Amicizia Cristiana - Domenico Bertetto: Il Papa
    http://www.edizioniamiciziacristiana.it/ilpapa.htm

    “«Gesù essendo andato dalle parti di Cesarea di Filippo interrogò i suoi discepoli dicendo: Chi dicono gli uomini che sia il Figliuolo dell’uomo? Ed essi risposero: Altri dicono che è Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o alcuno dei Profeti. E Gesù disse loro: E voi chi dite che io sia? Rispose Simon Pietro e disse: Tu sei il Cristo il Figliuolo di Dio vivo. E Gesù di rimando gli disse: Beato sei tu, Simone figlio di Giovanni, perché non la carne e il sangue te l’ha rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io dico a te che tu sei Pietro e sopra questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa. E a te darò le chiavi del Regno dei cieli e qualunque cosa avrai legata sopra la terra sarà legata anche nei cieli e qualunque cosa avrai sciolta sopra la terra, sarà sciolta anche nei cieli.» (Mt., 16, 13 ss.)”
    http://www.edizioniamiciziacristiana.it/ilpapa.jpg





    http://www.archiviostorico.info/libr...e/3507-il-papa

    «Domenico Bertetto, Il Papa Edizioni Amicizia Cristiana, pagg.59, Euro 5,00
    In poco più di cinquanta pagine, Domenico Bertetto ricostruisce esaustivamente l'origine, il significato e la funzione della figura del Papa, "il Dolce Cristo in terra" per usare un'espressione di Santa Caterina da Siena.
    San Pietro, continuato in tutti i Suoi Successori, è "rispetto alla Chiesa quello che il fondamento è rispetto all'edificio". Egli è altresì "clavigero della Chiesa", cioè "rivestito del supremo potere sulla Chiesa, quale vicario di Cristo, a cui tale potere è proprio". È "padre e pastore, è vicario dell'amore di Gesù Cristo. Lo ricordino - sottolinea l'Autore - quanti rifuggono dal sottostare al primato di Pietro, perché lo temono. Pietro non è solo Capo supremo della Chiesa universale che governa, legifera, comanda, ma è Padre che si fa tutto a tutti, che tende le braccia paterne ai figli vicini e lontani".
    Il potere di governo conferito a Pietro è universale, "poiché si estende a tutta la Chiesa, essendo a Pietro affidati tutti gli agnelli (arnìa), tutte le pecorelle (probàtia) e tutte le pecore (pròbata), ossia tutto il gregge di Cristo. Tutti i fedeli, compresi gli Apostoli, sono sotto la cura e direzione di Pietro".
    Nostro Signore Gesù Cristo conferì a Pietro il primato "coll'esplicita intenzione che la forma monarchica di governo rimanesse permanente nella Chiesa e perciò che Pietro avesse successori fino alla fine del mondo". "Il primato quindi - spiega l'Autore - è ufficio personale di Pietro in quanto fu concesso a lui solo e non al Collegio apostolico; ma non è legato alle sorti mortali della persona di Pietro, dovendosi trasmettere ininterrottamente ad un'altra persona fisica".
    Se, anziché a una persona fisica, "i poteri del primato venissero trasmessi ad una persona morale, per esempio ad un collegio di Vescovi uguali tra di loro, il primato perirebbe, perché non avremmo più uno superiore a tutti. Perciò il successore di Pietro deve essere una persona fisica e non una persona collegiale".
    La breve vacanza della sede primaziale, che si verifica allorché deve essere eletto il nuovo successore, non infrange la perennità del primato. "Durante la sede vacante, infatti, rimane nella Chiesa il diritto e il dovere di eleggere il successore, in cui si devono continuare i diritti primaziali, i quali intanto non si disperdono nel Collegio dei Vescovi, ma rimangono sospesi, finché non sia designata la persona fisica, in cui per legge divina devono essere continuati".
    "Il primato - aggiunge Bertetto - è perenne. La Chiesa di Cristo in ogni tempo dev'essere monarchica. Eccoci ormai in possesso del luminoso e sicuro criterio per discernere, tra le varie Chiese che si professano cristiane, la vera Chiesa di Cristo. Tra le varie Chiese cristiane solo la Chiesa cattolica romana conserva la forma monarchica. Perciò la vera Chiesa di Gesù Cristo o non è più sulla terra, il che è in contraddizione colla promessa di Cristo, o è unicamente la Chiesa cattolica romana".
    Scriveva S. S. Pio XII nell'Enciclica Mystici Corporis Christi: "Si trovano [...] in un pericoloso errore quelli che ritengono di poter aderire a Cristo, Capo della Chiesa, pur non aderendo fedelmente al Suo Vicario in terra. Sottratto infatti questo visibile Capo e spezzati i visibili vincoli dell'unità, essi oscurano e deformano talmente il Corpo mistico del Redentore, da non potersi più né vedere né rinvenire il porto della salvezza eterna".
    Quanto all'infallibilità del Papa, Bertetto ne offre questa semplice definizione: "quando parla ex cathedra, ossia quando compie l'ufficio di pastore e dottore supremo, in ordine a tutta la Chiesa, nelle questioni riferentisi alla fede ed ai costumi, egli, per la speciale assistenza dello Spirito Santo, non può sbagliare, perché non può compromettere gli interessi spirituali ed eterni dei fedeli che gli sono affidati".
    A tal proposito, lo scrittore (non cattolico) W. H. Mallock spiega: "Ogni religione soprannaturale che rinuncia all'infallibilità, finisce di professare una religione per modo di dire. Diventa una cosa ibrida, parte naturale e parte soprannaturale e praticamente del tutto naturale... Se ciò che sarebbe soprannaturale incomincia ad essere difficile a discernersi, e poi difficile a capirsi, e poi può significare tante cose, e poi queste cose possono essere contraddittorie, è come se non ci fosse rivelazione. Per avere sul serio una rivelazione infallibile, una rivelazione per tutti noi, abbiamo bisogno di un'autorità che interpreti il Testamento, un'autorità che abbia tanta autorità quanto il testamento stesso".
    Pubblicato nel 1957 con l'imprimatur del Can. Luigi Coccolo, il pregevole volume di Domenico Bertetto viene ora riproposto dalle Edizioni Amicizia Cristiana nella collana Mater et Magistra.»
    http://www.archiviostorico.info/imag...tto_ilpapa.jpg



    “18 luglio 1870: Pastor aeternus, crocevia della storia”
    [Qui Radio Spada] Pastor Aeternus, crocevia della storia | Radio Spada
    https://www.radiospada.org/2013/08/q...-della-storia/
    https://www.radiospada.org/2017/07/n...8-luglio-1870/
    «Il 18 luglio 1870 il Concilio Vaticano, riunito a conclusione della sua quarta sessione plenaria, promulgava la Costituzione “Pastor Aeternus”, approvata da Papa Pio IX, che definiva in maniera solenne molte verità già comunemente e universalmente credute e tenute nella Chiesa cattolica, elevandole a rango di Verità di fede definita. Tra queste annoveriamo il Primato del Papa su tutta la Chiesa e l’infallibilità del suo Magistero.»
    https://www.radiospada.org/2013/07/u...stor-aeternus/
    «Da “Il Triregno. Autorità, Infallibilità, Santità papale” di Padre Angelico Arrighini (S.E.I., Torino, 1929).»


    INFALLIBILITA? DELLA CHIESA (una raccolta di studi) « www.agerecontra.it | Sito del Circolo Cattolico "Christus Rex"
    INFALLIBILITA' DELLA CHIESA (una raccolta di studi) | www.agerecontra.it
    "Segnalazione di Pietro Ferrari"
    https://www.agerecontra.it/tag/papato/


    "La vera e la falsa tradizione in occasione della festa di San Pio X, anno 2016 « www.agerecontra.it | Sito del Circolo Cattolico "Christus Rex"
    La vera e la falsa tradizione in occasione della festa di San Pio X, anno 2016 | www.agerecontra.it
    Scritto e segnalato da Carlo Maria di Pietro"


    https://www.sursumcorda.cloud/tags/papato.html
    https://www.sursumcorda.cloud/tags/primato.html
    https://www.sursumcorda.cloud/tags/s...di-pietro.html
    https://www.sursumcorda.cloud/artico...ima-parte.html
    https://www.sursumcorda.cloud/artico...nda-parte.html


    "Opportune importune - Sodalitium"
    Opportune importune - Sodalitium
    "Sodalitium - Sodalitium"
    Sodalitium - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/46.pdf
    “Brevi risposte ad alcuni articoli della Fraternità contro la “Tesi di Cassiciacum”. (…)
    http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/51.pdf
    “Sodalitium N. 51 – luglio 2001 - INFALLIBILITÀ DEL PAPA Mons Robert Fidelis McKenna o.p. ”
    http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/56.pdf
    "N. 56 – settembre 2003 - Risposta al numero speciale de “La Tradizione cattolica” sul sedevacantismo"


    https://novusordowatch.org/tag/papacy/
    https://novusordowatch.org/2013/10/c...ness-of-truth/
    https://novusordowatch.org/2017/12/c...ent-challenge/
    https://novusordowatch.org/2018/07/r...nt-resistance/
    “(…) The true Catholic doctrine of the Papacy is a most beautiful thing. All Catholics must adhere to it because it is infallible dogma. It is for this reason — because we keep the true Faith whole and entire (cf. 2 Cor 5:7) — that we sedevacantists can, nay must, reject the papal claimants after Pius XII as impostors: While it is possible that a man should claim to be Pope who isn’t, it is not possible that the Papacy should fail. (…) Catholics choose the Papacy.”


    https://moimunanblog.com/2014/02/18/...ad-pontificia/
    https://moimunanblog.com/2018/07/17/...ad-del-papa-2/
    https://moimunanblog.files.wordpress...san-camilo.gif






    https://www.ibs.it/mpimg/5000000232470_0_0_0_768_75.jpg





    Don Francesco Croce: Le glorie del Papato, Due volumi, R. Guasti, Prato 1880.



    https://forum.termometropolitico.it/...to-romano.html
    http://santiebeati.it/immagini/Origi...50/20350AM.JPG








    VIVA IL PAPATO ROMANO ED IL PRIMATO PETRINO!!!
    AVE MARIA!!!
    PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNOR GESÙ CRISTO, MISERERE NOBIS!!!
    Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

  7. #17
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    Predefinito Re: 18 luglio 1870: Pastor Aeternus - Crocevia della storia (23 luglio 2013)

    Conferenza ancora molto attuale

  8. #18
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    Predefinito Re: 18 luglio 1870: Pastor Aeternus - Crocevia della storia (23 luglio 2013)

    https://www.radiospada.org/2021/08/u...ilio-vaticano/

    [ULTRAMONTANA] Discorso di SANT’ANTONIO MARIA CLARET al Concilio Vaticano

  9. #19
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    Predefinito Re: 18 luglio 1870: Pastor Aeternus - Crocevia della storia (23 luglio 2013)

    [ULTRAMONTANA] Silloge di due discorsi di Monsignor Lorenzo Gastaldi al Concilio Vaticano

    https://www.radiospada.org/2021/08/u...ilio-vaticano/

 

 
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