Tommaso Hobbes e la morale universale
Il padre del giusnaturalismo Thomas Hobbes e delle costituzioni libertarie degli stati moderni sosteneva che : “il disordine della vita sociale , dalla sedizione al tirannicidio,dal sorgere delle fazioni alla guerra civile, dipendesse dalle dottrine erronee, di cui erano stati autori gli scrittori di cose politiche antichi e moderni,e dallo spirito di setta alimentato da cattivi teologi ,e mettendo a confronto la concordia che regnava nel campo delle discipline matematiche con il regno della discordia senza tregua dove si agitavano le opinioni dei teologi , dei giuristi e degli scrittori politici, sostiene che i maggiori malanni di cui soffre l’umanita sarebbero eliminati “SE SI CONOSCESSERO CON EGUAL CERTEZZA LE REGOLE DELLE AZIONI UMANE COME SI CONOSCONO QUELLE DELLE GRANDEZZE DELLE FIGURE .”
“”Quelle che chiamiamo leggi di natura –precisa-dopo averle enumerate –non sono altro che una specie di conclusione tratta dalla ragione in merito a quel che si deve fare o tralasciare .””””
E nel Leviathan precisa :”Se è vero che la geometria è la sola scienza che sinora sia piaciuta a Dio di regalare al genere umano, “ l’unica scienza “le cui conclusioni sono ormai diventate indiscutibili” , al filosofo morale incombe d’imitarla “.
Ecco che il padre del giusnaturalismo non si preoccupa più di interpretare regole già date e note di millenni nella natura , oppure sentenze del Diritto Romano che si rifa a quelle regole universali, ma quello piu innovativo e ben piu nobile di scoprire le regole universali della condotta attraverso lo studio della natura dell’uomo “. Non più regole razionali o logiche dove 2+2 = 4 ,ma regole da dedurre ancora dallo studio . Per il giusnaturalista , la fonte del diritto non è più il Corpus Juris o la natura come voleva far credere , ma la “natura delle cose da lui interpretate ”, che ci da i principi generali della vita ,come se il Corpus Juris avesse dimenticato le regole della natura umana e ce ne fosse un’altra che a lui toccava scoprire con le nuove scienze , cioè la legge naturale ,ma , appunto un'altra legge naturale a suo uso e consumo , non quella già contenuta, universale , nei codici di diritto.
Ma, concludendo ,il nostro dove trae questa legge naturale universale ?
Siccome aveva dimenticato i dieci comandamenti e che esisteva una legge scritta dal 19° secolo a.C. , già certa e rivelata sul Sinai ,si rivolse agli istinti umani negli uomini e negli animali . Il debole che soccombe al più forte e un capobastone a cui è delegata ogni liberta per imporre la legge e impedire che l’istinto ferino dei sudditi li portasse a scannarsi tra loro .Quindi egli deduce queste leggi universali dalla legge della giungla, cioè non dalla vera natura umana , ma dagli istinti ferini dell’uomo .
Percio’ con Hobbes soprattutto , la scienza moderna va alla cieca in ricerca dei principi base della natura umana a seconda da cosa li deduce ; stabilisce le regole morali e del diritto secondo il proprio vedere o arbitrio . Ora tutto sta nello stabilire se queste norme esistono davvero e le conosciamo con certezza , oppure dobbiamo rivolgerci ai cani e ai gatti o agli eschimesi che si scambiano le moglie , per capire quali sono le regole certe dell’agire umano . Se non ci fosse il popolo ebreo a ricordarci che c’è una legge certa nel creato rivelata e universale , non avremmo alcuna prova di regole certe e per popolo ebreo non mi riferisco a sionismo oppure a Israele , quel miscuglio di razze che popola oggi la Palestina . Con la circoncisione l’ebreo si impegnave a osservare quella legge mediante un patto . Tanto è vero che Cristo dice al giovane ricco di iniziare dai comandamenti per “agire bene”. La salvezza è un’ altra cosa e non va confusa con le regole di vita che hano alla base la legge universale valida sia per i pagani e sia per gli ebrei , direbbe san paolo nella lettera ai romani .