User Tag List

Pagina 15 di 16 PrimaPrima ... 5141516 UltimaUltima
Risultati da 141 a 150 di 153

Discussione: Ettore Majorana

  1. #141
    Forumista
    Data Registrazione
    02 Feb 2010
    Messaggi
    990
     Likes dati
    128
     Like avuti
    120
    Mentioned
    11 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Ettore Majorana

    Salvare il mondo: la Macchina di Majorana (vivo, nel 2006)

    “Smontare” la materia e ricostruirla ovunque, azzerando lo spazio-tempo. Primo obiettivo: medicare l’atmosfera, per riparare il clima e salvare la Terra. E ancora: creare energia infinita a costo zero, senza più petrolio e carbone. «So come si fa», direbbe il protagonista del film. «E chi ti credi di essere, Dio?». Non proprio, ma quasi: «Io sono Ettore Majorana, lo scienziato ufficialmente scomparso nel 1938». Immaginatevi la faccia dell’ingegner Rolando Pelizza, industriale bresciano, il giorno che si sentì rispondere in quel modo, nel lontano 1959, da quell’uomo giovanile dall’età indefinibile. Majorana? Il baby-genio che sbalordiva i suoi maestri Fermi, Amaldi e Pontecorvo, scappati negli Usa e in Urss per sottrarre a Hitler la ricerca sull’atomica. Lui, Majorana: il giovanissimo fenomeno venuto dalla Sicilia a incantare i “ragazzi di via Panisperna”, cioè i migliori cervelli del mondo, all’epoca, nel campo della fisica. «Ho capito cos’è la materia e come funziona. E tu, Rolando, devi aiutarmi a costruire un dispositivo sperimentale». La Macchina: la scatola “magica” che fa sparire le cose, qualsiasi cosa, e ne cambia la natura fisica. Possibile? Eccome: Giulio Andreotti prese molto sul serio la faccenda, passando il dossier a Kissinger.

    Da allora, gli invadenti servizi segreti di mezzo mondo vegliarono sulla Macchina e sul suo costruttore, l’ingegner Pelizza, proteggendo il silenzio che avvolgeva il genio ispiratore. Ettore Majorana era ancora vivo nel 2006. Aveva cent’anni. E ancora Ettore Majoranaaspettava di vedere la Macchina in azione, nella missione suprema per la quale era stata concepita: salvare il mondo. Bellissima fiaba, ricorda la storia del Graal. Peccato sia la pura verità. Con un finale rimasto in sospeso: la Macchina non risponde agli ordini della Cia. Ha bisogno di un codice segreto, matematico. In più serve un “pin” aggiuntivo, spirituale: un comando “mentale”. Lo custodice Rolando Pelizza, che oggi ha ottant’anni. Per decenni – prima che la notizia fosse passata ai servizi segreti – è stato l’unico a sapere, insieme ai monaci che lo ospitavano in Calabria, che non era un frate qualsiasi quel taciturno Ettore, rifugiatosi in convento nel 1938, alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale. L’aveva indovinato Leonardo Sciascia, quando nel ‘75 scrisse “La scomparsa di Majorana”, varcando la porta dei cistercensi di Serra San Bruno. Ci mise vent’anni, lo Scomparso, a incontrare Pelizza. E attese altri dodici mesi prima di rivelargli la sua vera identità.

    Majorana, il genio. Lo scopritore di una nuova matematica, di nuova fisica in cui il tempo non esiste, dove la materia è “ricostruibile” liberamente. Come? Accedendo alla “matrice invisibile” di ogni cosa. Sembra il rebus dei Sigilli Ermetici di Giordano Bruno. Il Mondo delle Idee immaginato da Platone, tradotto in numeri dopo due millenni e mezzo. Pazzesco? Sì, ma vero. Parola di Rolando Pelizza, uomo pratico e imprenditore a sua volta geniale, capace di inventare una spugna speciale che assorbe il petrolio sversato in mare, neutralizzando i disastri ambientali causati dalle petroliere. Ne parlano a “Border Nights”, con commossa devozione, l’ingegner Francesco Alessandrini, docente dell’università di Udine, e la paleografa Roberta Rio, “visiting professor” negli atenei di mezza Europa. “La Macchina”, ovvero “il ponte tra la scienza e l’oltre”, è il libro in cui svelano la storia, segreta e meravigliosa, di quel singolare sodalizio. Ettore e Rolando, nomi suggestivi: l’eroe omerico, il paladino coraggioso. Francesco Alessandrini è un geotecnico, progetta grandi opere ma conosce anche le cosiddette “energie Majorana con Pelizzasottili”. Roberta Rio ha elaborato una teoria sulla “scienza storica del terzo millennio” e pubblicato saggi come “La Fisica del Terzo Millennio”, ovvero “scienza e spiritualità di nuovo unite”, edito da Bautz.

    Nella favolosa Macchina di Pelizza ispirata da Majorana, Francesco e Roberta sono “inciampati” leggendo i libri di Alfredo Ravelli (“Il dito di Dio”, “Il segreto di Majorana” e “2006: Majorana era vivo!”). Si sono entusiasmati: hanno intuito che “l’impossibile” era a portata di mano. Così hanno contatto Rolando, il paladino, e ne hanno conquistato la fiducia. «Non sappiamo nemmeno se Majorana sia ancora vivo o, nel caso, quando sia morto: su questo punto – dicono – Rolando glissa sempre». Le ultime tracce del genio siciliano sono due: la famosa lettera del 2006 e una foto scattata il 5 agosto 1996: Majorana è ritratto con Pelizza nel giorno del novantesimo compleanno di Ettore, nato a Catania nel 1906. L’immagine è stata periziata dall’ingegner Giovanni Vitiello. «La perizia antropometrica dimostra che si tratta proprio di Majorana», racconta Roberta Rio. «I parametri corrispondono con le foto di Ettore prima della scomparsa – zigomi, impronta del padiglione auricolare, altri dettagli. Ettore e Rolando sono accanto, ma Ettore sembra molto più giovane di Rolando (che adesso ha 80 anni)». Eppure, conferma il geriatra Claudio Castoldi, esistono rari casi di novantenni il cui aspetto fa pensare a individui estremamente più giovani.

    Il loro fatale incontro avviene il 1° maggio del 1958, nella Certosa di Serra San Bruno, sulle alture di Vibo Valentia. Rolando Pelizza – uomo pio, dedito a opere caritative – ha raggiunto il convento per consegnare scarpe ai monaci. Finisce, subito, nel mirino di Majorana. Quello strano frate gli passa un foglietto, un problema con dei numeri: «Risolvi questa cosa, non far passare troppo tempo e fammi avere la soluzione». Così, racconta Roberta, Pelizza capisce che quello è l’uomo che stava cercando. Ettore gli propone un apprendistato: gli avrebbe insegnato i principi di una nuova fisica e di una nuova matematica. Un anno dopo, nel ‘59, gli rivela finalmente la sua identità. Majorana è un fisico teorico, sul piano pratico ha bisogno di Pelizza. L’apprendistato dura 6 anni, fino al ‘64. In una lettera, poi, Majorana si congratula con Rolando. E gli propone una nuova fase: costruire la Macchina. Con un’unica raccomandazione: fare presto, perché la Terra potrebbe autodistruggersi. Il cambiamento climatico non è uno scherzo: una minaccia esiziale, che Majorana considera imminente già negli anni ‘70. Era infatti il 1976, rivela Roberta Rio, quando il grande fisico indicò date precise: il 2022, al massimo il 2024. Letteralmente: La Macchina«Sarà a rischio la sopravvivenza della specie umana sulla Terra, scossa da sconvolgimenti sempre più visibili. Un cambiamento in atto dal 2000 e percepibile a partire dal 2010. In arrivo eventi così sconvolgenti da costituire un punto di non ritorno per il nostro clima».

    Il primo esemplare funzionante della Macchina, racconta Francesco Alessandrini, vede la luce nel 1963: «Produceva una “annichilazione controllata” della materia». Ovvero: «Si può far sparire qualcosa, in modo controllato. Posso scegliere io cosa distruggere, in modo selettivo: un razzo, ad esempio. O le parti murarie di una casa, ma non le parti in legno». Miglioramenti progressivi, verso la seconda fase: riscaldamento della materia. «Con un raggio posso portare qualsiasi cosa a fusione, anche facendo sì che l’oggetto ceda temperatura all’esterno. Vuol dire: s’è trovato il modo di produrre energia in modo non inquinante, a costo irrisorio. Energia infinita, pressoché gratuita». Addio petrolio e carbone, ma anche solare, eolico, idroelettrico. Terza fase, decisamente alchemica: «Trasmutazione della materia, pur mantenendo forma e posizione». Esistono svariati video che comprovano il successo degli esperimenti: «Un oggetto di gomma o di plastica viene trasferito in un oggetto metallico, mantenendo quasi perfettamente la forma iniziale».

    Sembra fantascienza, ma è tutto documentato. E’ talmente vero, che il problema principale – per l’intelligence di mezzo mondo – diventa l’impiego della Macchina, della cui potenza i suoi creatori sono perfettamente consapevoli: «Si possono “annichilire” carri armati e missili, o invece si può cancellare una montagna di immondizia inquinante», dice Francesco. «Dipende da chi possiede la Macchina, dall’uso che intende farne». C’è un patto di ferro, tra Majorana e Pelizza: mai utilizzare quella macchina contro il bene dell’umanità. «Quando a Rolando è stato chiesto di usarla per distruggere carri armati o satelliti, si è rifiutato», racconta sempre Francesco Alessandrini. «E, con un trucchetto che aveva predisposto nel dispositivo, faceva sì che la Macchina non funzionasse – sparisse, si distruggesse». Proprio per questo, Pelizza «ha eseguito moltiFrancesco Alessandriniesperimenti, ma senza mai un contenuto distruttivo o bellico, come quelli richiesti dai padroni della Terra». Vere e proprie complicazioni: un’attrezzatura come quelle darebbe un vantaggio esponenziale alla potenza militare che la possedesse.

    Per questo, spiegano Roberta e Francesco, non si è ancora riusciti a presentare ufficialmente la macchina, per metterla a disposizione dell’umanità. Impiego immediato: produrre energia “pulita” a costo zero. Enorme interesse, da parte di diplomazie e governi. L’implicazione più straordinaria? La capacità di risolvere, in un colpo solo, il problema climatico. Come? Intervenendo direttamente nell’atmosfera. Sembra un sogno. Ma non lo è, dice Francesco: «C’è un gruppo, su questa Terra, che ormai ha un po’ tutte le conoscenze che servono, per costruire la Macchina. E sa anche come risolvere il problema climatico. Il problema nasce dal fatto che questo gruppo non ha finora messo a disposizione di Rolando le macchine che ha, per farle funzionare da Rolando». Pelizza è ancora l’unico (per fortuna) a conoscere «un trucchetto particolare, in grado di far funzionare la Macchina nel modo corretto». Aggiunge l’ingegner Alessandrini: «Finché questo gruppo non lascerà Rolando libero di agire come crede, di fatto non si farà nulla. Se invece questo gruppo decide diRoberta Riocoinvolgere Rolando nell’esecuzione di qualche esperimento, e nel trattamento che immaginiamo debba venir eseguito sull’atmosfera, allora le cose potrebbero radicalmente cambiare».

    Stiamo parlando di qualcosa di rivoluzionario, inimmaginabile: agire sull’invisibile, per condizionare la realtà visibile. «La Macchina dimostra che la scienza, così come si è sviluppata fino ad oggi, è sulla strada sbagliata», conferma Roberta Rio. «Soprattutto, la scienza non ha compreso la natura. E questo è l’approccio meraviglioso che ci propone Majorana, assieme a Rolando: una fisica, una matematica che lavorino in armonia con la natura, avendone compreso le leggi. Quindi non c’è bisogno di manipolare la natura, o addirittura di farle violenza; basta saper interagire con essa. Ma serve un approccio scientifico radicalmente nuovo». E’ il grande insegnamento di questa storia, che per Roberta Rio e Francesco Alessandrini ha aperto sviluppi prima impensabili, come «il ruolo del pensiero nei processi di creazione, che ci portano a una comprensione diversa del ruolo dell’uomo nell’ambito dell’evoluzione e della creazione stessa». Decisamente sconvolgente: «Non siamo più vittime o semplicemente passivi, ma siamo co-creatori, siamo responsabilizzati: la realtà discende proprio dai nostri pensieri e da come ci poniamo nei confronti delle cose», aggiunge Roberta.

    Ed è proprio un pensiero, infatti, a bloccare misteriosamente la Macchina quando non è nelle mani giuste. A proposito, come è fatta? «E’ un semplice cubo, ultimamente in alluminio, che nella sua versione più piccola ha una cinquantina di centimetri di lato. All’interno – spiega Francesco – ci sono altre “scatole”, via via più interne, che creano un ambiente isolato rispetto all’esteno, per arrivare poi alla parte centrale dove ci sono una serie di motorini e dispositivi in grado di creare, contemporaneamente, per lo meno due campi elettrici, due campi magnetici e un campo anti-gravitazionale, che riescono tutti insieme a lavorare per produrre uno stato, nel centro della macchina, in cui ci si connette con quello che io chiamo “l’oltremateria”, cioè uno stato del nostro universo in cui c’è qualcosa, ma non è più qualcosa di materiale». Secondo l’ingegner Alessandrini «ci si connette, sostanzialmente, agli schemi della materia che stanno dietro alla materia». E attenzione: Majorana con Pelizza a Serra San Bruno«Quando si riesce a raggiungere quello stato lì, si può andare a cambiare qualche informazione nello schema; dopo, come conseguenza, questo cambiamento viene riportato nella materia, nel mondo fisico che noi conosciamo così bene».

    Tutto questo, grazie a Majorana. «Ettore era considerato un genio silenzioso, aveva scritto pochissimo», ricorda Roberta Rio. «Iniziò a insegnare all’università per un periodo brevissimo, il 13 gennaio dello stesso anno in cui scomparve. Era una persona molto schiva, gli interessava andare al sodo e scoprire l’essenza delle cose». I suoi scritti? «Cominciano solo ora a essere compresi». Con basi matematiche diverse, «Majorana è riuscito a calcolare quella che sarebbe stata la direzione evolutiva dell’essere umano». Scomparve per non partecipare alla realizzazione della bomba atomica? «C’era molto di più, in gioco: mettere a disposizione dell’umanità una macchina in grado di produrre energia a costo zero, risolvendo il problema economico delle risorse e il problema sociale delle guerre per il petrolio o per l’acqua». Dedizione infinita alla causa: «Lungimiranza, saggezza e umiltà l’hanno portato a dedicare l’intera vita alla possibilità odierna di risolvere il problema climatico, che all’epoca della sua scomparsa non era ancora così evidente. Se l’uomo avesse preso la strada della “free energy”, aggiunge Francesco, questi ulteriori sviluppi della Macchina non sarebbero stati necessari». Sono stati comunque raggiunti, grazie a Pelizza e al genio siciliano, capace di lavorare in incognito per decenni.

    Quanti sapevano dove fosse, Majorana? Tante persone: quelle che contano. «C’è una storia ufficiale – quella della scomparsa – e una storia più ampia, non ufficiale, dove avvengono i fatti veri e propri. Poi – dice Francesco – si racconta una storia che viene condivisa e che passa sui manuali di storia». Ma se Majorana ha lasciato credere di essere sparito per sempre, diventando l’Uomo Invisibile, anche per Pelizza non è stato facile lavorare alla causa: «Rolando stesso ha vissuto una vita terribile, i servizi segreti gli hanno reso la vita molto difficile». Pelizza è stato in contatto coi governanti italiani fin dalla prima presentazione pubblica della sua macchina. «Governanti molto interessati, all’inizio – famosi politici, che hanno avuto a che fare con lui: Andreotti diede mandato a un professore, allora a capo dell’energia nucleare italiana, di studiare la Macchina di KissingerRolando. Indagini, esperimenti, quindi una relazione: disse che ciò che faceva la Macchina era frutto di una tecnologia assolutamente al di fuori di tutte quelle allora conosciute».

    «Da quel momento, non si sa perché, gli italiani hanno ceduto la cosa ad altri governi, soprattutto Belgio e Usa, che hanno preso in mano la situazione», continua Francesco. «Abbiamo dei cablo di Wikileaks con la chiara testimonianza di documenti segreti che evidenziano come Kissinger, allora segretario di Stato del governo Ford, diede l’ok per seguire da vicino la vicenda di Rolando, ritenuta di estremo interesse per il governo americano». Per un po’ l’hanno lasciato fare, aggiunge Alessandrini, «ma ogni volta che Rolando si costruiva una macchina in grado di fare quegli esperimenti, gli veniva confiscata – e lui doveva ricominciare da zero a costruirla». Ne avrà fabbricate 300, in questi anni – tutte regolarmente portate via non appena messe in funzione. «Gli impedivano di fare quello che lui voleva veramente fare». E cioè: preservare l’umanità dall’autodistruzione. Le varie vicissitudini di Rolando, dice Roberta Rio, sono state raccolte (con documenti periziati e catalogati) da Alfredo Ravelli, cugino di Rolando e autore di tre libri su questa vicenda, che ha aspetti anche molto intricati.

    Il nome di Ettore Majorana apparve relativamente tardi, nella periodizzazione di questa collaborazione con Rolando, che venne a sapere l’identità di questo frate già nel ‘59. Ma solo il 7 dicembre 2001, attraverso una lettera, Ettore diede il permesso a Rolando di divulgare finalmente l’informazione che dietro alla Macchina e a queste sue nuove conoscenze c’era lui. Prima, Rolando parlò sempre di “un gruppo internazionale di studiosi”, che stava rappresentando e con i quali collaborava. «In quella lettera, però, Ettore chiese a Rolando di mantenere il segreto su due punti: il convento dov’era nascosto e i principi di questa nuova fisica, di questa nuova matematica – che, se divulgati, potrebbero far fare un salto di qualità straordinario all’umanità, Majorana da giovanema se messi nelle mani sbagliate ci potrebbero portare alla distruzione in un battibaleno». Ettore Majorana? «Un uomo di una fede enorme, se pensiamo che si è ritirato dal mondo per dedicarsi solo a questo: aveva visto l’immensa possibilità e l’enorme pericolo».

    Francesco Alessandrini ammette che non è facile spiegare cosa può fare, questa fisica rivoluzionaria. Il primo concetto base è sconvolgente: «Dietro questo nostro mondo fisico c’è una specie di immagine, di schema di ciò che si realizza nel mondo fisico – che non è fisico, ma ha la capacità di organizzare e far funzionare il mondo fisico in un certo modo. Per cui, nel momento in cui riusciamo a capire come intervenire su questo schema, il cambiamento che provochiamo nello schema si ripercuote automaticamente nel mondo fisico». Attenzione: «Significa che abbiamo una possibilità di trasformazione della realtà fisica praticamente infinita». Problema immediato: «Questo concetto è di una grandiosità tale che non può venire accettato dalla fisica attuale, che invece parte dalla fisica stessa, dal mondo materiale, analizzandolo dal di dentro. Finché non si fa il salto, e si va al di fuori del mondo fisico per capire cosa c’è dietro, non riusciremo mai a comprendere pienamente ciò che si fa nel mondo fisico», aggiunge Francesco. «La visione prospettica di questa fisica è talmente al di là di ciò che si sfa facendo attualmente, da aprire prospettive assolutamente incredibili su ciò che può essere la vita umana, e su come si può interagire con la vita del mondo fisico nel suo complesso».

    In primissimo piano, la forza (segreta) del pensiero: «Il pensiero è il veicolo – lo strumento, il mezzo – che permette di andare a modificare lo schema, non fisico, che c’è dietro alla realtà fisica», spiega l’ingegner Alessandrini. «Con un certo tipo di pensiero (ben costruito, ben focalizzato, ben indirizzato e ben strutturato) si è di fatto in grado di modificare – e di creare, proprio – la realtà fisica, la nostra vita nel mondo fisico». Aggiunge Roberta Rio: «La cosa affascinante, di questi principi – che appartengono ad una fisica per il futuro, potremmo dire – in realtà sono già apparsi sulla Terra migliaia di anni fa in antichi scritti come i Veda, che solo ora riusciamo a interpretare in questa direzione». Mentre per alcuni i Veda sono soltanto racconti mitologici della tradizione induista, «per altri – noi compresi – sono veri e propri manuali di fisica». Sono libri scritti in sanscito, migliaia di anni fa. Ebbene, sì: rappresentano «un viaggio affascinante nella conoscenza, e proprio alcuni passi dei Rolando PelizzaVeda parlano della qualità del “pensiero che crea”, che deve avere determinate caratteristiche per avere la capacità di creare, o meglio di manifestare, di portare sulla Terra, nella materia, quell’immagine corrispondente che esiste in un mondo oltre la materia, in una dimensione – uno spazio – oltre la materia».

    In questo senso, aggiunge Roberta, le indicazioni sono straordinarie, per l’uomo, in termini di responsabilità: l’idea che noi siamo i co-creatori della realtà nella quale viviamo. «E’ una fisica che si intreccia anche con la spiritualità: è questa la novità, o comunque l’intuizione. Un docente della John Hopkins University diceva che l’universo non è materiale, ma mentale e spirituale. Questa è la nuova frontiera della conoscenza, e anche dello sviluppo dell’umanità». Finalmente, dice Francesco, grazie a queste scoperte di Ettore Majorana «si torna a collegare la ragione con l’intuizione, la materia con l’oltremateria, la scienza con lo spirito, l’uomo con Dio. Il grande passo che stiamo facendo – rivela – è quello di tornare a unire scienza e spiritualità, come gli uomini del passato facevano, sapendo che era la vera completezza della vita nella quale ci troviamo a vivere». Pensieri che azionano la materia? «Esattamente». La Macchina? Un’invenzione prodigiosa: non solo per quello che può fare, ma per la rivoluzionaria conoscenza da cui proviene.

    «Quando si riesce, con la Macchina, ad andare in questo “oltremateria”, si entra in un ambito in cui, di fatto, il tempo scompare. O meglio: scompare il tempo come lo pensiamo noi», spiega Francesco. Normalmente, infatti, pensiamo il tempo Global Warmingcome una successione di istanti, e nel mondo fisico visibile viviamo solo l’attimo presente: il passato e il futuro esistono, ma non appartengono all’attimo presente. «Quando ti trasferisci invece in quest’ambito “oltremateria”, lì non c’è più discontinuità tra passato, presente e futuro. E’ come se fosse un ambiente unico, in cui puoi andare, istantaneamente, in un punto del tempo che corrisponde a un punto del nostro passato». Una prospettiva vertiginosa, capace di rivoluzionare – in modo definitivo – la stessa concezione della vita sulla Terra. Ad una condizione: che si agisca rapidamente, senza più perdere tempo. «Ettore ha delineato il 2022-24 come data-limite per la vita sul pianeta, ma gli altri scienziati climatologi non sono lontani, le previsioni più pessimistiche parlano del 2030-2040», insistono Roberta e Francesco. «Ne resta poca, di vita sulla Terra, se non si fa qualcosa subito. E non lo dice solo Majorana, ma altri grandi scienziati come ad esempio Steven Hawking, che a gennaio 2017 disse: sbrigatevi ad andare ad abitare su Marte, perché la vita sulla Terra sta per finire».

    Oggi, l’ottantenne Rolando Pelizza – il custode del codice segreto della Macchina – invecchia con pazienza. «Mostra i primi segni di affaticamento, ma la sua immensa bontà è intatta», assicurano Roberta e Francesco. «Finché avrà fiato continuerà a Il libro di Rio e Alessandrinifare queste cose, a cui ha dedicato 50-60 anni della sua vita». E Majorana? «Rolando dice che Ettore è sempre stato un tipo giovanile. L’ha visto un po’ invecchiare, ma dimostrando sempre molti meno anni». Ha usato la Macchina su di sé, per restare giovane? «Può darsi che abbia scoperto qualche utilizzo del pensiero per mantenersi in buona forma», dice Francesco. E’ ancora vivo? Oggi avrebbe 112 anni. «Non lo sappiamo», ammettono i due ricercatori: Rolando Pelizza si rifiuta di dare notizie precise. L’ultima traccia certa risale al 2006, quando Majorana aveva 100 anni. La Macchina, invece, non è più un mistero: sul web ci sono i progetti completi. Quello che manca è la formula per farla funzionare: il segreto di Pelizza. Che fare? «Il nostro obiettivo è chiaro: convincere chi possiede la Macchina a entrare finalmente in rapporto con Rolando e permettergli di fare quell’aggiustamento del clima che ci auguriamo venga fatto», tramite il favoloso dispositivo “dettato” da Majorana. «Anche se non ce ne rendiamo conto – concludono Roberta Rio e Francesco Alessandrini – siamo veramente in un momento critico per la sopravvivenza dell’uomo sulla Terra». Non lo accettiamo, eppure ci stiamo avvicinando alla nostra fine: «Se non c’è un intervento immediato – e l’unico che conosciamo è quello attraverso questa Macchina – saltiamo tutti quanti».

    Fonte Libreidee




  2. #142
    (...)
    Data Registrazione
    30 May 2018
    Messaggi
    9,873
     Likes dati
    3,101
     Like avuti
    2,297
    Mentioned
    71 Post(s)
    Tagged
    2 Thread(s)

    Predefinito Re: Ettore Majorana

    ho letto parte di un libro su majorana, più altro materiale in rete ma non poi tanto, la tesi dell'autore non mi trovava d'accordo ma c'erano informazioni interessanti, alla fine sembra che sia andato a vivere da qualche altra parte semplicemente perché non voleva essere coinvolto nel progetto fermiano, e probabilmente anche perché si era reso conto che qualcosa non tornava nell'impostazione teorica della fisica dell'epoca (non sono un fisico né un matematico ma mi interesso un po' di tutto e cerco di capire)

    di certo una mente fuori del comune, al punto che fermi lo paragonò a galileo e newton, come saprete
    fuori uso

  3. #143
    Sognatrice
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Piacenza
    Messaggi
    11,135
     Likes dati
    191
     Like avuti
    775
    Mentioned
    20 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Ettore Majorana

    Intervista di Enzo Vitale all'Avv. Arcangelo Papi


    ETTORE MAJORANA, UNA RICERCA STILE X-FILES: UN'ALTRA IPOTESI SULLA SCOMPARSA DEL FISICO ATOMICO


    E’ una storia che lo appassiona ormai da decenni. Ha raccolto tanti di quei documenti che un solo libro non basterebbe. Ha controllato, verificato, argomentato, letto e cercato ogni indizio che potesse far luce su uno dei casi più misteriosi della storia del nostro Paese: la scomparsa del fisico atomico Ettore Majorana.
    L’avvocato Arcangelo Papi vive ad Assisi. Il suo studio è una specie di museo-biblioteca. Libri, ritagli di giornale, testimonianze, riviste e tanto altro ancora. Nei confronti degli altri “esperti di Majoranologia” è critico. Ha parole positive solo per Erasmo Recami, il docente di Fisica capostipite della vicenda legata allo scienziato scomparso nel marzo del 1938.

    Avvocato Papi, veniamo subito al dunque: secondo lei quale è stata la fine di Ettore Majorana?
    «Majorana non si gettò dal piroscafo, come pretendevano Emilio Segrè, nella sua autobiografia postuma, pubblicata in Italia nel 1995, e Bruno Russo, nel suo saggio del 1997, con prefazione di Maria Majorana, che morirà di lì a poco. Il caos ha preso il sopravvento sulla ragione».

    Cosa intende dire?
    «La scomparsa per lettera fu concepita ad arte per giustificare una lunga assenza necessaria. Le lettere sono caratterizzate da una serie chiarissima di segnali. “Il mare mi ha rifiutato e ritornerò all’albergo Bologna, viaggiando forse con questo stesso foglio”, ad esempio, contiene -racchiusa in sé- la spiegazione delle ragioni di una sparizione premeditata e delinea pure almeno due fatti certissimi: che Ettore non andò a Palermo e che il caso era veramente differente».

    Teorie e ipotesi infondate dunque...
    «Sono del resto infondate le varie ipotesi di autori purtroppo disattenti, tra cui anche lo stesso Leonardo Sciascia: Ettore non giocò a nascondino, non si buttò della nave, non fu rapito o eliminato»

    Come ha iniziato a interessarsi del caso?
    «Dal 1991 quando uscì da Mondadori il notissimo saggio di Erasmo Recami. Avevo già letto il romanzo di Sciascia. Iniziai a studiare criticamente l’epistolario di Majorana. Il lavoro di Recami è fondamentale. Con Recami ho intrattenuto rapporti diretti, come con Umberto Bartocci ed altri. Ma, a mio parere, ambedue hanno commesso degli errori. Una menzione speciale, invece, va pure fatta per il professor Giorgio Dragoni dell’Università di Bologna. Siamo molto amici».
    In base ai suoi studi, quella sera del marzo del 1938, cosa è accaduto?
    «Non si tratta di “studi” accademici, ma di critica testuale corretta e di attento vaglio delle fonti. Quella “sera” o quella “notte” è un concetto sbagliato. Majorana lasciò l’albergo Bologna verso le ore 17 di venerdì 25 marzo, dopo a aver saldato il conto, lasciando tutte le sue robe in “stanza”. Basti osservare l’imbarazzo del procuratore Laviani che tre righe prima - nel suo decreto di archiviazione del 2015 - parlava di “scomparso” il 24 marzo - sic - e tre righe dopo “scomparso” il 26!».

    Cosa pensa della recente indagine della Procura di Roma?
    «Credo di sapere come fece Ettore a sparire, quando e dove. Quello che posso dire adesso è che quel venerdì pomeriggio del 1938, dal porto di Napoli c’era una nave tedesca in partenza».

    E di Majorana in America del Sud con documenti falsi nel 1938?
    «Non diciamo sciocchezze!».

    Quindi il mistero rimane?
    «Trattare in breve del caso Majorana non solo è difficile, ma è praticamente impossibile. Tuttavia può essere puntualizzata la questione di metodo e si può anche essere certi del fatto che nessuna della ipotesi finora enunciate sulla scomparsa può attagliarsi alle lettere del 1938 ed ai fatti e alle modalità di sparizione. Anche la teoria del cosiddetto “caso esterno involontario”, cioè l’eliminazione tombale o il rapimento, è contraddetta in primis ed è negata dalle parole di Majorana e dalla rappresentazione del suo comportamento. La verità provata, ma finora sfuggita agli autori su Majorana, è che quelle stesse lettere del 1938 contengono la spiegazione autentica del vero Autore di se medesimo. Ettore era un genio straordinario, e non è possibile trattarlo da folle, da sciocco, o da sbadato. La sua scomparsa, solo apparentemente contraddittoria, integra e supera il famoso paradosso del mentitore».

    Si spieghi meglio
    «Dal punto di vista del metodo è necessario distinguere il prima dal “dopo” (il 25 marzo 1938, scomparendo, Majorana aveva pronunciato un poi orale e messo per iscritto due dopo) e occorre rendersi conto se in effetti la trama era spezzata in due oppure era un “caso” continuo. Le lettere del 1938, correttamente interpretate (cosa che non è stata neppure tentata, ma già il 22 aprile 1938 il fratello Salvatore aveva concluso nel senso di “un programma deliberato di sparizione”), consistono in una serie continuata di segnali di preavviso, esprimono due teoremi logici vincolanti, e definiscono per anagrammi elementari i dettagli».

    Quali allora, secondo lei, gli elementi chiave?
    Più che di elementi parlerei di parole chiave: sono due e aprono l’urna del segreto: “sole” e “Hitler”».



  4. #144
    Sognatrice
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Piacenza
    Messaggi
    11,135
     Likes dati
    191
     Like avuti
    775
    Mentioned
    20 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Ettore Majorana

    SCIASCIA E IL CASO DELLA SCOMPARSA DI MAJORANA:
    L'INDAGINE A 100 ANNI DALLA NASCITA DELLO SCRITTORE




    Majorana il giorno della licenza liceale nel 1923



    A cent'anni esatti dalla nascita di Leonardo Sciascia (Racalmuto, 8 gennaio 1921 Palermo, 20 novembre 1989) vale la pena ricordare anche un testo che intreccia saggistica, reportage, fiction e apologo, in un ambiguo gioco di specchi e di continui interscambi tra verità e menzogna. È La scomparsa di Majorana, pubblicato nel 1975.

    Il nome iscritto nel titolo è quello di un giovane scienziato, uno dei ragazzi della scuola romana di Enrico Fermi. La fulminante genialità di Ettore Majorana s'impone assai precocemente e in modi stravaganti: scarabocchia calcoli e teorie sui pacchetti di Macedonia, che poi butta via, fumata l'ultima sigaretta. Con la stessa nonchalance elabora la teoria di Heisenberg, prima che sia divulgata dallo scienziato tedesco. Per le sue precoci qualità scientifiche è chiamato, nel gennaio del 1938, a ricoprire per chiara fama la cattedra di fisica teorica nell'università di Napoli, al fine anche di scongiurare la sua partecipazione a un concorso predestinato al figlio di Giovanni Gentile. La sera del 25 marzo del 1938 Majorana si imbarca sul postale diretto a Palermo. Sembra, ma non è certo, che abbia deciso la sera successiva di tornare a Napoli, dove sarebbe sbarcato la mattina del 27. Da quel momento si perde ogni sua traccia.

    L'investigazione narrativa di Sciascia, utilizzando prove documentarie, testimonianze di illustri scienziati e insieme richiami ad opere e personaggi letterari, smantella la tesi del suicidio sbrigativamente accettata dalla polizia. Sciascia non è convinto della conclusione ufficiale dell'inchiesta, secondo la quale il professore si sarebbe gettato in mare, lasciandosi annegare. Gli inquirenti si sarebbero arresi alla soluzione più comoda, non tenendo conto della complessa personalità di Majorana. Non è improbabile, piuttosto, che il ricercatore si sia ritirato in un convento di frati certosini, per realizzare il suo desiderio di sottrarsi a un mondo che assimila allo stesso modo catastrofi e banalità, confinandosi in una dimensione postuma, in cui dimenticare, dimenticarsi ed essere dimenticato. Come il personaggio pirandelliano Mattia Pascal-Adriano Meis, avrebbe simulato la morte per acqua.

    Sciascia sottolinea la stridente dissonanza connessa al fatto che sia uno scienziato nato (come Pirandello e come lui stesso) in una terra, la Sicilia, caratterizzata dal rifiuto della scienza, ad assumere l'orizzonte scientifico come totalizzante misura esistenziale, a viverlo come drammatico contesto filosofico. Intuendo, con prontezza e profondità, quale abisso tragico stiano prospettando al destino dell'uomo le ricerche in campo atomico, mette in atto una silenziosa ma non per questo meno fragorosa reazione contro la scienza, di cui ha indagato i fondamenti ultimi, rifugiandosi in un convento calabrese, nascosto in un folto bosco. Sciascia, sagace reporter, si reca in quella cittadella dei certosini, dove, a quanto si continua a dire, non solo un grande scienziato avrebbe passato molti anni a meditare, ma si sarebbe rinchiuso, spinto dalla medesima urgenza di rimozione, anche il pilota del B29 che sganciò la bomba su Hiroshima.

    Da narratore del dubbio non pretende di aver sciolto il mistero della scomparsa di Majorana, che resta insoluto. D'altra parte l'inquieta detection, trasgredendo le regole del giallo classico e approssimandosi al problematico hard boiled (Hammet, Chandler), sembra modellarsi sul principio di indeterminazione alla Heisenberg (l'Heisenberg frequentato da Majorana) o sul giallo senza soluzione di Gadda. Ad attestarlo è la stessa fisionomia stilistica del report narrativo, che da una parte attesta la limpidezza agile ed essenziale, segno di una razionalità laica, propria dell'autore, dall'altra, con la frequenza di incisi e di subordinate, impedisce una perentoria e definitiva conclusione.

    Una scrittura dell'inquietudine, quella di Sciascia, esibita come l'espressione, partecipe e resistente, della ragione, reclamante nuove richieste di verità contro le verità mistificanti propagandate da ogni forma di potere e di sopraffazione.



  5. #145
    Forumista storico
    Data Registrazione
    23 Jan 2011
    Messaggi
    45,798
     Likes dati
    102,628
     Like avuti
    86,151
    Mentioned
    759 Post(s)
    Tagged
    2 Thread(s)
    Inserzioni Blog
    2

    Predefinito Re: Ettore Majorana

    piccola interferenza,
    solo un genio poteva sparire così..
    "dileguandosi nel nulla"

    fomentando tante suggestive ipotesi,
    molto è dato dallo stesso periodo storico,
    ma è proprio di noi, riempire a forza quel nulla,

    ma sostanzialmente brancoliamo nel vuoto..

    "vuoto e nulla" e "nulla e vuoto"..

    "noi troviamo solo quello che vogliamo trovare..."

    l'Attila umile estimatore del Tesla, quel Nikola
    a cui noi tutti dobbiamo molto...eppure...

    pur con diversi esiti...due storie simili...
    quasi un eufemismo "spegnersi"
    in un hotel in una betola americana
    piena dei suoi pizzini..annotazioni...

    ma l'america è lontana..."edison e l'elefante truffaldino"...

    e l'unica risposta!!
    come se: tutti dovessero ambire a grandissime "ricchezze"..
    " l' uomo ha una tale passione per il sistema
    e la deduzione logica che è disposto ad alterare la verità,
    per non vedere il visibile, a non udire l' udibile,
    pur di legittimare la propria logica."
    Dostoevskij.

  6. #146
    Forumista storico
    Data Registrazione
    23 Jan 2011
    Messaggi
    45,798
     Likes dati
    102,628
     Like avuti
    86,151
    Mentioned
    759 Post(s)
    Tagged
    2 Thread(s)
    Inserzioni Blog
    2

    Predefinito Re: Ettore Majorana

    ...e sempre meno
    i veri sognatori...

    ave...a Silvia..
    " l' uomo ha una tale passione per il sistema
    e la deduzione logica che è disposto ad alterare la verità,
    per non vedere il visibile, a non udire l' udibile,
    pur di legittimare la propria logica."
    Dostoevskij.

  7. #147
    Sognatrice
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Piacenza
    Messaggi
    11,135
     Likes dati
    191
     Like avuti
    775
    Mentioned
    20 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Ettore Majorana

    Ciao, Attila...

  8. #148
    Forumista storico
    Data Registrazione
    23 Jan 2011
    Messaggi
    45,798
     Likes dati
    102,628
     Like avuti
    86,151
    Mentioned
    759 Post(s)
    Tagged
    2 Thread(s)
    Inserzioni Blog
    2

    Predefinito Re: Ettore Majorana

    cara a Silvia,
    faccio i miei complimenti...
    complimenti barbari naturalmente
    e non sono affatto di circostanza...

    mi permetto solo una nota...
    sognando, immaginando tutto è possibile....

    ma credo che l'Ettore
    in tempi non ancora sospetti
    sapesse esattamente
    quale il destino che l'aspettava..

    perchè se sei speciale,
    se sei genio...
    fai gola...
    e non c'è alcuna trattativa
    che puoi fare,
    il mare non era fra i suoi desideri
    il genio solitamente non ha bisogno
    di fuggir se stesso..
    "salvo l'incompreso", e non era il suo caso
    "e spetta ad altri depistare mistificare"..

    temo che l'america avrebbe molto da dire
    a tal proposito...
    sapendo poi quanto sarebbe successo da li a poco..

    egli era "il tassello mancante"
    ...e chiuso il puzle...
    "tutto diventa sacrificabile.."

    "il tedesco l'austriaco aveva altri pensieri"
    era per una guerra decisamente più tradizionale...
    e mirava a eguagliare e superare Napoleone,
    era il primo anzi il secondo europeista per antonomasia...

    nel 1939 invase la polonia,
    e la guerra non era ancora mondiale..
    lo diventò tre anni più tardi mondiale...

    bisogna ricordare che l'america
    con i suoi banchieri
    fu fra i massimi finanziatori
    del terzo reich...

    "il nazismo non avrebbe giocato un ruolo significativo
    nel xx secolo senza i banchieri di new york e di londra."
    https://it.ihodl.com/opinion/2016-11...rtito-nazista/
    " l' uomo ha una tale passione per il sistema
    e la deduzione logica che è disposto ad alterare la verità,
    per non vedere il visibile, a non udire l' udibile,
    pur di legittimare la propria logica."
    Dostoevskij.

  9. #149
    Forumista
    Data Registrazione
    02 Feb 2010
    Messaggi
    990
     Likes dati
    128
     Like avuti
    120
    Mentioned
    11 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Ettore Majorana


  10. #150
    Sognatrice
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Piacenza
    Messaggi
    11,135
     Likes dati
    191
     Like avuti
    775
    Mentioned
    20 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Ettore Majorana

    Un aneddoto…


    INVERNO 1926: QUELLA VOLTA CHE ETTORE MAJORANA TENTÒ L’IMPRESA DI SCALARE IL MONTE VELINO




    Magliano de’ Marsi. Nel 1926 Ettore Majorana e suo fratello Luciano, che in quel periodo nutrivano un notevole interesse per le montagne e gli sport invernali, si cimentarono nella scalata del Monte Velino.
    I due fratelli frequentavano amici e colleghi universitari al Caffé Faraglia, detto Faraglino, situato in Via del Corso di fronte alla sede del Giornale d’Italia, che erano soliti cimentarsi in scalate e praticavano abitualmente sport invernali. Presi dall’entusiasmo i fratelli Majorana decisero anch’essi di fare qualcosa di simile, e dopo aver comprato gli scarponi e qualche altro indumento da montagna decisero insieme a due loro amici studenti di medicina (Paolo Belelli e Aldo Coccia) di partire senza alcun allenamento né preparazione per il Monte Velino.

    I giovani partirono da Magliano de’ Marsi prima dell’alba, anzi le cronache raccontano alla luce della luna, e giunsero solo verso mezzogiorno in prossimità della vetta, dove la neve era così alta che sprofondavano fino alla cinta. Trovandosi in difficoltà cercarono di procedere carponi, ma la camminata divenne così faticosa che furono costretti a rinunciare all’impresa e a tornare indietro. Rientrarono solo in tarda serata a Massa d’Albe, dove si fermarono in un’osteria per riposare. Lì alcuni abitanti di Massa d’Albe li rimproverarono per essersi azzardati nella scalata del Monte Velino, una vera e propria follia, soprattutto in considerazione dell’enorme quantità di neve che copriva la montagna in quell’inverno.

    Il racconto integrale dell’impresa si trova nel volume “La vita e l’opera di Ettore Majorana”, pubblicato nel 1966 dall’Accademia Nazionale dei Lincei. Si ringrazia il dottor Marco Boleo per la segnalazione.




 

 
Pagina 15 di 16 PrimaPrima ... 5141516 UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. Fermione - Ettore Majorana aveva ragione
    Di Majorana nel forum Scienza e Tecnologia
    Risposte: 1
    Ultimo Messaggio: 23-04-12, 17:35
  2. Ettore Majorana, si riapre il caso del fisico scomparso
    Di zwirner nel forum Destra Radicale
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 01-04-11, 21:18
  3. mistero Ettore Majorana: si riapre il caso
    Di uqbar nel forum Regno delle Due Sicilie
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 01-04-11, 19:31
  4. Ettore Majorana e la Bomba Atomica
    Di sitoaurora nel forum Eurasiatisti
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 08-11-10, 16:50
  5. La scomparsa di Majorana
    Di Silvia nel forum Esoterismo e Tradizione
    Risposte: 40
    Ultimo Messaggio: 07-07-06, 17:58

Tag per Questa Discussione

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito