Varese, in parlamento il caso del medico
che ha il busto di Hitler nell'ambulatorio
La vicenda di Gianantonio Valli, medico di base a Cuveglio e teorico dell'antisemitismo, era stata denunciata da 'Repubblica'. Interrogazione del deputato pd Fiano ai ministri Alfano e Lorenzin: "Lo studio in cui riceve i pazienti è un presidio del Servizio sanitario nazionale". E anche l'Ordine dei medici ha avviato un'indagine interna
dal nostro inviato PAOLO BERIZZILo leggo dopo
Gianantonio Valli
CUVEGLIO (Varese) - Finisce in parlamento il caso di Gianantonio Valli, il medico di base negazionista che nel suo studio di Cuveglio, 3.400 abitanti in provincia di Varese, espone scritti contro gli immigrati e manifesti nazifascisti che teorizzano la superiorità della "razza europea". Dopo la denuncia di Repubblica, con un'interrogazione a risposta scritta il deputato pd Emanuele Fiano chiede ai ministri dell'Interno e della Salute se «il dottor Valli, uno dei principali teorici nel nostro Paese delle tesi negazioniste dell'Olocausto, che si dichiara "fascista di ispirazione nazionalsocialista" e manifesta pubblicamente idee xenofobe, razziste e antisemite, sia compatibile con la professione di medico del Servizio sanitario nazionale».
Per l'ordinamento italiano, ed è questo il punto intorno al quale ruota la vicenda, il medico di base o di famiglia rappresenta un ufficiale sanitario di primo livello sul territorio: è quindi emanazione del Servizio sanitario nazionale. «Sono fascista di ispirazione nazionalsocialista e non nascondo le mie idee», dice l'ufficiale sanitario. Medico chirurgo di origini valtellinesi, 64 anni, 1.300 pazienti in cura, è stato lo stesso Valli, uno dei più prolifici ideologi della polemistica antisemita, a confermare a Repubblica che nel
suo studio sono esposti, fra le altre cose, testi, manifesti e scritti «contro l'invasione degli immigrati», e anche il programma del Fronte nazionale, il movimento politico neofascista di Franco Freda che tra il 1990 e il 1993 svolse un'azione di propaganda riguardo alla cosiddetta "questione razziale" per opporsi all'immigrazione considerata segno di decadenza delle "stirpi europee".
E il busto di Hitler? «Ce l'ho, certo, ma quello lo tengo al piano sopra, nella biblioteca». Adesso la parola passa ai ministri dell'Interno, Angelino Alfano, e della Salute, Beatrice Lorenzin. Nella sua interrogazione Fiano chiede ai due componenti del governo «quale sia la loro valutazione circa la compatibilità di Valli e delle sue idee», idee razziste e antisemite così platealmente esibite in uno studio che, di fatto, pur appartenendo a un professionista privato, diventa, in base al nostro ordinamento in materia sanitaria, un presidio medico pubblico. Si chiede anche «quali iniziative i ministri interrogati intendano adottare al fine di impedire il ripetersi in futuro di episodi analoghi».
Sulla vicenda del nazi-medico di Cuveglio vuole vederci chiaro anche l'Ordine nazionale dei medici, che ha avviato un'indagine per capire se si siamo verificati comportamenti non in linea con il codice deontologico della professione, tenuto conto, appunto, del ruolo di ufficiale sanitario rivestito da Valli. Il medico di base in camicia nera, che collabora con riviste e associazioni dichiaratamente antisemite, era già finito al centro delle cronache nel 2012 per un'aspra polemica con Stefano Gatti, rappresentante del Centro di documentazione ebraica contempranea. Polemica sorta da un intervento pubblico dello stesso Valli dal carattere marcatamente negazionista.
Nei giorni scorsi a Cuveglio alcuni cittadini hanno raccolto firme "a sostegno di Gianantonio Valli" e delle sue qualità professionali. «E' un bravissimo medico, sempre disponibile», sostengono gli ultrà di Valli. Una difesa "preventiva" che sa di autogol. Nessuno, né Repubblica né altri, ha messo in dubbio o in discussione la qualità del servizio erogato dal medico di base. La vicenda è un'altra e riguarda semmai l'istigazione all'odio razziale, che è cosa ben diversa.