Adriano Romualdi e il cristianesimo

“Non vale….nascondere l’antitesi esistente fra la pura morale cristiana dell’amore, della remissione, dell’umiltà, dell’umanitarismo mistico, e valori etico-politici come quelli della giustizia, dell’onore, della differenza, di una spiritualità che non sia l’opposto della potenza, ma di cui la potenza sia il normale attributo” Julius Evola “Gli Uomini e le Rovine” Mediterranee, Roma, 2002, pag.157.
Nonostante la presenza nelle file del Fascismo come “fenomeno europeo”, anche ai più alti livelli, di cristiani (e cattolici) anche ferventi, ci pare che la maggioranza degli storici si stia orientando verso l’idea che tra i “fascismi” e il cristianesimo vi sia stata, e vi sia, un’inconciliabilità di fondo, questa crescente convinzione ci pare venga condivisa sia da storici “antifascisti” sia da molti di quanti continuano a voler ricollegarsi ai grandi movimenti nazional-rivoluzionari attivi tra le due guerre.(1)
Si deve anche ricordare che anche prima del Nietzsche in poi vi è sempre stata una critica del cristianesimo “da destra” (2) che ci pare presente anche oggi (ad esempio in certi autori della Nouvelle Droite).(3.)
Ed è noto anche che molti “di una certa parte” rigettarono il cristianesimo anche a causa delle sue origini ebraiche, infatti “…Cristo come tutti i suoi Apostoli ce li hanno dati gli ebrei, e tutta di origine, di cultura e perfino di linguaggio ebraico è la dottrina cristiana” Indro Montanelli “La gaffe di Pappalardo” in “Il Giornale” 1 VI 1992(4)
Di tale inconciliabilità si era già parlato anche in Italia, da parte di autori legati al Regine Fascista (non certo solo dall’Evola di “Imperialismo Pagano”!(5). Qui si vuole ricordare la nobile figura di un grande intellettuale “di nostra parte” cui una tragica morte ancora in giovane età, troncò una vita che sarebbe stata indubbiamente feconda di opere di grandissima importanza e, nel frattempo mettere in rilievo la sua posizione nei confronti della religione dominante in Italia e nell’Occidente quale emerge dai suoi scritti. Si vuole sperare che anche i nostri lettori più giovani conoscano la figura di Adriano Romualdi e anche le sue opere.
Citiamo da “Omaggio ad Adriano Romualdi” scritto da un altro grande scomparso Giorgio Locchi pubblicato su “L’Uomo Libero” e poi ripreso dal sito del Centro Studi La Runa www.centrostudilaruna.it/ “Egli…si è proclamato apertamente fascista e si è anzi riconosciuto proprio nella forma del fascismo più compromessa agli occhi del mondo d’oggi e del sistema in cui viviamo…Romualdi ha intuito che l’origine del fenomeno fascista era d’ordine innanzitutto spirituale, radicata in un preciso filone della cultura europea. Quel che più conta egli ha saputo ritrovare quest’origine nell’opera di Nietzsche o, più esattamente, nel sistema di valori propugnato da Nietzsche”. Infine “noi siamo eredi di un mondo europeo, che a sua volta può essere considerato erede del mondo pagano e di quello semitico giudaico. Se dal presente che è nostro, queste due eredità si rivelano inconciliabili, sta a noi decidere quale è la nostra vera origine. Adriano Romualdi…ha saputo anche qui scegliere e decidere chiaramente, serenamente: in favore dell’origine indo-europea, con decisione scaturente dal suo progetto d’avvenire ”europeo”.
Si può iniziare con il libro dedicato a Federico Nietzsche edito dapprima dalle “Edizioni Europa” nel 1971 e poi riproposto dalle Ar di Padova nel 1981 col titolo “Nietzsche e la mitologia egualitaria”.
Il libro alla sua prima apparizione fu per i giovani di allora una boccata d’aria fresca e pulita in quanto in quegli anni ormai lontani imperava sulle cattedre e nei mass media un “politicamente corretto” che non potendo più disconoscere il genio del cantore della “Volontà di Potenza”, proclamava che il Nietzsche non poteva in nessun caso essere considerato un “precursore” o un “ispiratore” di Fascisti, Nazisti etc, e che quando codeste brutte genie avevano osato rifarsi al filosofo si era trattato di un Nietzsche “falsificato”; falsificato dagli stessi Fascisti e Nazisti e ancor prima dalla sorella Elisabeth vedova dell’agitatore antisemita B. Forster che aveva tentato di costituire una colonia ariana” in Sud America, dai pangermanisti, dai guerrafondai prussiani o magari da se stesso durante la sua pazzia…Il Libro di Romualdi mise le cose in chiaro ribadendo quello che oggi ben pochi oserebbero ancora negare. Scriveva Armando Torno “Nietzsche, profeta senza enigma” Il Corriere della Sera” 6 settembre 2010 “Nietzsche non fu il precursore ma il costruttore del cuore del fascismo”.(6)
In questo testo il Romualdi sintetizzava le note posizioni del Nietzsche riguardo alla religione cristiana, e al suo fondatore riguardo ai quali non negava gli aspetti da lui ritenuti positivi, in un quadro che rimaneva sostanzialmente negativo . Il cristianesimo aveva distrutto, per il Nostro, quel mondo antico greco romano che il filosofo tanto ammirava. “fu proprio il mondo antico, ossia quel mondo che agli occhi di Nietzsche rappresenta il “mondo normale”, il mondo dove le valutazioni aristocratiche stanno ancora al loro posto, a sentire immediatamente il cristianesimo come qualcosa “che non è nobile”, qualcosa che può attecchire tra le donnette e i diseredati delle grandi metropoli, ma che non si addice ai patrizi, ai senatori…,” E non dimentichiamo quell’aspetto sovversivo del primo cristianesimo che molti studiosi hanno messo in luce
Concludendo e riferendosi specialmente alle pagine de “L’Anticristo” (riedito con il titolo “L’anticristiano” AR, Padova, 2003) il Romualdi scriveva “c’è in questa condanna (quella del cristianesimo da parte del Nietzsche) del cristianesimo la chiarezza e l’inesorabilità di un manifesto. Se da un lato essa impoverisce la varietà della realtà storica, dall’altro stimola la capacità di reagire oggi che più che mai è necessario restituire alla gioventù europea la volontà di combattere ciò che la indebolisce e il coraggio del sì e del no. Dobbiamo criticare, questa chiarezza semplificatrice proprio oggi che il cristianesimo riscopre la sua vocazione plebea e confonde le sue acque in quelle fangose di un egualitarismo universale? O dobbiamo tornare a vedere nel cristianesimo “la giudea contro Roma” oggi che la chiesa, nel segno di un ecumenismo bastardo, si schiera tra i nemici dell’Europa?”
Le parole del Romualdi paiono assumere un più profondo significato oggi mentre le varie confessioni cristiane e in primis quella cattolica, invocano continuamente l’apertura delle porte dell’Europa e di tutto il mondo bianco alle masse di colore che premono da ogni parte. “La gerarchia cattolica..mette tanto impegno nell’ardore di sfigurare la civiltà europea quanto ce ne mettevano i primi cristiani a distruggere il patriottismo romano, G.Faye “La Colonisation de l’Europe” pag.39, vedi dello stesso “Avant-Guerre” pag.263 e segg.(7)
Si può poi passare all’aureo saggio “Sul problema di una Tradizione Europea” di cui chi scrive ha ora tra le mani l’edizione di “Vie della Tradizione” Palermo, 1973. Ciò che qui si dice del cristianesimo è stato riassunto da Alberto Lombardo nel suo scritto dedicato al saggio del Romualdi e rintracciabile sul sempre interessante sito www.centrostudilaruna.it/.
Il cristianesimo è visto come un fenomeno essenzialmente estraneo allo spirito indeuropeo.
“Il pathos cristiano, questo miscuglio di sentimentalismo plebeo e di semitica magniloquenza, questo umanitarismo venato di isterismo escatologico, contraddice il gusto classico. I fumi d’incenso non riescono a dissimulare l’odore della gente piccola: per il romano distinto il gusto cristiano è una volgarità di fronte all’olimpicità di un Seneca o di un Marco Aurelio. Ma il cristianesimo seppe fondere in un unico crogiuolo tutti i fermenti anticlassici, anti-europei latenti nell’Impero, conferendo alla sua predicazione egualitaria un’altissima carica esplosiva”. Il cristianesimo, insomma, rappresenta dal punto di vista tradizionale un momento di grandissima crisi e in ultima istanza il momento di presa di potere delle forze sovversive e antitradizionali sull’Europa. Si apre così l’oscura epoca della decadenza bizantina e del dominio dell’Oriente sull’Europa. Sino alla rivitalizzazione delle invasioni germaniche, parrebbe spento lo spirito europeo. Ma con la nascita del Sacro Romano Impero e l’importantissima unione di idee-chiave, da una parte il mito di Roma si torna a incontrare con il sangue germanico e dall’altra il cattolicesimo viene europeizzato nel nuovo ciclo del medioevo ghibellino, i caratteri positivi del quale, in definitiva, sono proprio quelli extra-cristiani. La mistica germanica, nell’esempio di Meister Eckhart, sembra “ripetere l’antica parola delle Upanishad”: alimentato nuovamente, il fuoco spirituale che covava sotto le ceneri sembra tornare ad ardere.
Ma si viene alla fine anche di questo ciclo, con la definitiva e irreversibile crisi della cristianità. Il mondo del dopo-Faust vede un ritorno, alterato, degli Olimpici, in cui, seppur nella più nera delle epoche, sembrano offrirsi le possibilità di riscatto più prossime seppur celate. Si tratta della via tradizionale europea alla modernità: il dominio freddo, distaccato e padrone delle forze scatenate, compito che più che mai urge a una razza che sembra aver ormai del tutto perso la coscienza di sé. Nelle ultime pagine del suo bellissimo saggio Romualdi scrive:
“La cristianità appartiene al passato, ma simboli ancor più antichi sembran guardarci con nuova freschezza. La scoperta delle Americhe si compì a bordo della Santa Maria; lo sbarco sulla luna col missile Apollon. Cristo e Maria sbiadiscono, ma il volto apollineo della razionalità ariana rifulge di nuovo. Allo stesso modo – spezzata la cerchia gotica e cristiana delle antiche città – noi riprendiamo a guardare la natura come fonte di meditazione religiosa. La nebbia nei boschi al mattino, i profili azzurri dei monti ci parlano di purità e distanza. Da Goethe in poi, gli Olimpici sono tornati ad esserci più familiari del Crocefisso”.
Esaminiamo alcuni punti; a pag.33 del saggio del Romualdi si legge “Non sorprende che questa classe dirigente (quella romana) di spiriti filosofici e aristocratici si mostrasse ostile al cristianesimo. Noi sappiamo oggi cosa veramente rappresentasse il cristianesimo: un fenomeno sociale, razziale e ideale estraneo al mondo classico. Razziale perché esso si propaga dall’Oriente e si impone in Occidente in conseguenza dello spopolamento e della levantinizzazione della parte europea dell’Impero; sociale perché contro la humanitas greco.romana si pone come “democratizzazione della cultura”(Mazzarino)”.Riprendendo le tesi del Nietzsche, Adriano (cit pag.33-34)“…il cristianesimo seppe fondere in un unico crogiolo tutti i fermenti anticlassici, anti europei latenti nell’Impero, conferendo alla sua predicazione egualitaria un'altissima carica esplosiva.”(8)
Noi oggi sappiamo che le cosiddette “persecuzioni” subite dai cristiani da parte dell’Impero Romano, sono uno dei tanti “olocausti” grandemente “gonfiati” della storia, quello che preme sottolineare è che furono le forze ancora sane dell’Impero a tentare di opporsi (9)
E riprendiamo il testo del Romualdi, a pag,35 possiamo leggere:
“Oggi non ci limitiamo a cogliere l’aspetto dissolutore del cristianesimo sotto il profilo sociale. Vediamo in esso l’avanguardia di una civiltà di radice orientale- la cultura “arabo-magica” di Spengler- risucchiante poco a poco l’Occidente spopolato e impoverito. E’ quello estraniamento da sé medesima della civiltà classica che porterà al tramonto del mondo antico. E, dietro ad esso, vediamo sorgere i mondi di Bisanzio e dell’Islam che anche in Italia han le loro teste di ponte nella Roma cristiana, nella Ravenna Bizantina, nella Sicilia Araba.
Ma la tradizione europea si eclissa con l’affermazione del cristianesimo. La teoria d’una diretta continuità della romanità nel cristianesimo è un abbaglio. Tra l’accettazione del Cristianesimo con il relativo trasferimento della capitale in Oriente, a Costantinopoli - e il rifiorire d’una vita europea con Carlo Magno passano 500 anni in cui le luci dell’Occidente si spengono.”(10)
Tralasciamo, almeno per ora, le pagine in cui si tratta della “europeizzazione” del cristianesimo e giungiamo ai giorni nostri, oggi possiamo vedere quanto avesse ragione Adriano a scrivere (pag.52) “La cristianità appartiene al passato”. Certo il suo tramonto costituirà una delle catastrofi che incombono e che dobbiamo superare. Possiamo ricordare l’avvertimento nietzschiano “C’è qualcuno che mentre ha gettato via la sua servitù, ha gettato via l’ultimo suo valore “Così parlò Zarathustra” “Del cammino del creatore”. Certamente, si apriranno, per troppi, innumerevoli vie “verso il basso”.
Non sappiamo cosa avrebbe pensato il Romualdi dei gruppi “neo pagani” che paiono fiorire in tutto il mondo bianco forse l’ultimo disperato tentativo di una razza in agonia di ritrovare le sue autentiche radici di fronte ad una situazione sempre più disperata.
Si può, infine, supporre, che l’autentico atteggiamento di Adriano nei confronti della forma religiosa dominante in Italia (e nell’Occidente) sia stato espresso nell’ambito di un amaro giudizio che finiva per riguardare l’intero popolo italiano. Nel breve scritto “Le dieux s’en vont” ripreso nel volume “Il Fascismo come fenomeno europeo” (Edizioni de l’Italiano, pagg. 157-159) dedicato alla figura di Benito Mussolini possiamo leggere. “In un’ora di tramonto e di decomposizione, egli (il Duce) ha saputo raccogliere intorno a sé le forze migliori della gioventù italiana per prendere d’assalto lo stato e farne il faro di una nuova fede europea… L’hitlerismo, che ha impegnato l’estrema battaglia dell’Europa contro l’imperialismo russo e americano, è uscito dallo spirito della rivoluzione di Mussolini. Che tutto ciò sia venuto dall’Italia, da questo paese di straccioni e di avvocati, di cattolici e di opportunisti, è quasi incredibile.”
Non si tratta qui di minare la fede di nessuno né di polemizzare con quei gruppi nazional cattolici che, in contrasto con le posizioni della chiesa cui appartengono, continuano a lottare contro l’invasione dell’Italia e dell’Europa da parte delle razze di colore, si tratta solo di non dimenticare un problema che presto o tardi poi si porrà in modo ineludibile. Oggi la difesa dell’Europa non si identifica più con quella della ormai esangue “cristianità”. Chi scrive rimane convinto che nei tempi terribili che si annunciano (11) ogni possibilità non diciamo di vittoria, ma di ulteriore resistenza non potrà che appoggiarsi che ad una “rude razza pagana” di guerrieri in cui rivivano i valori indoeuropei.
E si conceda di aprire una parentesi a questo proposito: Renzo De Felice “La Legislazione razziale del Fascismo” in “Nuova Antologia” Gennaio Marzo 1989 pagg. 112-113 scriveva “.. Nella concezione di questa nuova civiltà il momento della crisi veniva individuato nella contrapposizione fra la razza greco-romana, che è la razza positiva, e la razza giudaico- cristiana: è interessante notare che tale concezione fascista non è solo antiebraica, ma almeno in prospettiva anche anticristiana. La razza giudaico-cristiana aveva tolto vigore all’Europa, perché il cristianesimo l’aveva disarmata e perché il cristianesimo era figlio dell’ebraismo. Dall’altro lato c’era la razza greco-romana, spirituale e combattente. “Mino Caudana in ”Il Figlio del Fabbro” (Centro Editoriale Nazionale, Roma, 1960, vol.I, pag.579) narra che “…Nino d’Aroma gli (a Mussolini) riferisce la tesi sostenuta da Guglielmo Ferrero nel suo libro “La Fine delle Avventure” , stampato in Francia, secondo la quale non ci sono dei popoli nel senso geografico e etnico integrale, ma due razze - i greco-romani e i giudeo-cristiani - che oscuramente lottano nel seno di ogni paese …” (Si potrebbe qui anche ricordare la componente “germanico-scandinava”- Comunque il Guglielmo Ferrero (1871-1942) cui qui ci si riferisce fu un fervente antifascista esule in Francia (genero del famigerato “razzista” ebreo Cesare Lombroso), il libro qui citato (“La fin des aventures. Guerre et paix”, Paris, Rieder, 1931) è senz’altro di scarso interesse .Vi si può leggere: pag.27 “In realtà in ogni paese vi sono due razze:la giudeo cristiana e quella greco-romana”.Pag-271 “La democrazia moderna stessa è figlia di Gesù Cristo. Dal suo punto di vista Nietzsche ha ragione quando accusa il cristianesimo di aver distrutto le sole vere aristocrazie che il mondo occidentale abbia conosciuto: quelle del mondo antico”. Pag.281 “Il paganesimo trionfa nel misticismo del sangue e della guerra.” Se i cristiani sono, come ebbe a dire uno dei loro pontefici “spiritualmente semiti” non si vede perché altri non possano appartenere a diversa “razza dello spirito”!
In ogni caso parrebbe proprio che “Per i tempi a venire abbiano bisogno di una stirpe ferrea e senza scrupoli. Ancora sostituiremo la spada alla penna, il sangue all’inchiostro, l’azione alla parola, il sacrificio alla sensibilità. Dovremo farlo o verranno altri a spingerci nel fango “Ernst Junger 1924 (“Scritti politici e di guerra”Libreria Editrice Goriziana, 2003.Vol.I pag.52.)”
ALFONSO DE FILIPPI

1) Walter Laqueur “Fascism Past Present Future” Oxford Univers\ity Press, USA 1996 pag. 44-45 “Dal momento che il fascismo era vagamente teista, si impegnava per giungere ad un accordo con la religione organizzata a condizione che la chiesa accettasse lo stato come suo superiore politico e lo sostenesse.” (pag. 15) E “In sintesi, il fascismo cercò dove ciò gli era possibile di non scontrarsi con le chiese. Ciò era di vitale importanza in paesi in cui l’influenza della chiesa era profondamente radicata: in alcuni la collaborazione con le chiese fu priva di grosse difficoltà, ma il fascismo radicale era destinato a scontrarsi prima o poi con le chiese a causa delle fondamentali differenze tra i suoi insegnamenti e le dottrine della chiesa, perché il fascismo era in se stesso una religione secolare con un senso di missione messianica e non avrebbe potuto tollerare le attività di un’organizzazione rivale perché voleva dominare tutti gli aspetti della vita umana. Se il fascismo fosse durato più a lungo e si fosse impadronito del potere anche in altri paesi, tale lotta sarebbe apparsa più chiaramente”-. “..il Fascismo - non fosse altro per la forma totalitaria (nel senso preciso ed etimologico della parola)che pretende di dare allo Stato-è stato oggetto per due volte di una condanna esplicita e solenne da parte della chiesa”H.Lemaitre “Les Fascismes dans l’Histoire” (Ed.du Cerf,Paris,1959,8-9)

(2) J. Evola “Il Mito del Sangue” SeaR, Borzano, 1995 pag. 38”In più di un punto, la presa di posizione del De Gobineau di fronte al cristianesimo sembra negativa: troppo risentirebbe, questa credenza, di “una religione da schiavi, avvilente perché pacifista e egualitaria e, in una parola indegna delle razze che ancora conservano una qualche scintilla della fiamma aria”. In ogni caso, per lui il cristianesimo si è purificato via via che da semitico e greco si è fatto romano(cattolicesimo) e poi da romano, germanico.”.Ancora “..in casa Wagner Gobineau non nasconde la propria ostilità nei confronti di quella religione fondamentalmente plebea ed ostile alle “grandi personalità” che è il Cristianesimo” Domenico Losurdo “ Nietzsche il ribelle aristocratico”Bollati Boringhieri,Torino, 2002,pag. 45(d’altra parte per Schopenhauer Cristo era “in demagogo ebreo”(ibidem)

(3) Da Evola,la Nouvelle Droite attinse il neopaganesimo e la convinzione che la tradizione giudaico-cristiana fosse responsabile di gran parte di ciò che era andato storto nella storia occidentale degli ultimi duemila anni.”W.Laqueur”Fascismi-Passato, presente, futuro”(Tropea,Milano,2008,pag,.127) Non solo da Evola….!

(4) Si può qui ricordare uno dei primi nazionalisti francesi Jules Soury il quale in “Campagne Nationaliste 1899-1901” (Plon,Paris,1902,pag,9)ebbe a scrivere “Il più grande misfatto d’Israele è di aver infettato le nostre razze ariane d’Occidente con il suo monoteismo, la credenza in un Dio creatore del cielo e della terra, nomenclatore di specie di flora e fauna. Codesta cosmogonia ebraica è l’eterno scandalo della ragione ariana,quale è fiorita nell’India vedica come nell’Ellade, come tra i popoli germanici,scandinavi, gli Slavi e i Celti.” Da parte sua ebbe a scrivere Julius Evola“….l’antisemitismo conduce necessariamente all’alternativa offerta dalla professione della religione cristiana o, piuttosto, dalla fedeltà alla nostra vera tradizione, dalla volontà di una nuova spiritualità integralmente nordico-solare, e pertanto pagana, come massima integrazione delle nostre forze indebolite e disperse nell’età oscura occidentale. Un antisemitismo radicale è possibile soltanto nella misura in cui contemporaneamente sia un anticristianesimo.” ”Heidnischer Imperialismus” in “Imperialismo Pagano nelle edizioni italiana e tedesca”Mediterranee,Roma,2004.pagg.280-281.

(5) Vincenzo Morello (Rastignac) “Il Conflitto dopo la Conciliazione” Bompiani, Milano, 1932, pag. 114 “Per le sue origini militari; per i suoi procedimenti rivoluzionari; per le sue finalità esclusivamente patriottiche e nazionali, e decisamente anticosmopolite, il Fascismo rappresenta, naturalmente, la contraddizione, l’antitesi della dottrina cristiana. E non si comprende perché abbia voluto e voglia affermarsene, invece, l’assertore e il restauratore”.Si può supporre che codesto testo sia stato approvato “dall’alto”. Recentemente nell’interessante ed agile volumetto di Alessandra Tarquini “Storia della Cultura Fascista” (Il Mulino,Bologna,2011) si sono potute leggere alcune interessanti considerazioni riguardo alla nobile figura di Berto Ricci. Questi(pag,177) espresse sulle pagine de”L’Universale”“un’idea del fascismo imperialista, moderna e anticristiana”infatti “sperava nell’avvento di un regime anticristiano cioè rivoluzionario e imperialista”“

(6) “..le sue opere (di Nietzsche) contenevano una messe di materia prima per quanti fantasticavano sul declino della società moderna, sull’eroico sforzo di volontà necessario a rovesciarla e sulla nefasta influenza degli ebrei.”R.O.Paxton “Il Fascismo in azione” (Mondadori,Milano,2005.pag.37 ) Il fondamentale volume di Domenico Losurdo “he Nietzsche il ribelle aristocratico”(Bollati Boringhieri,Torino, 2002) ha dimostrato che se mai il filosofo della Volontà di Potenza avrebbe auspicato qualcosa di ben più radicale di quanto realizzarono i regimi nazionali autoritari tra le due guerre. Si veda anche il curioso e piacevole saggio di Abir Taha “Nietzsche Prophet of Nazism:the cuklt of the superman”(Autorhouse,USA,2005)Già Ernst Nolte aveva scritto (“I Tre Volti del fascismo”Sugar,Milano,1966,pag.723) “Nietzsche ha fornito al radicale antimarxismo politico del fascismo, con decenni di anticipo,il modello spirituale, cui lo stesso Hitler non seppe mai del tutto essere all’altezza.”

(7) Scriveva Piero Sella in “La Questione turca” (“L’Uomo Libero” N. 61 Marzo 2006-pag.7-8 ) “La Chiesa ha deciso di rinnegare il secolare percorso compiuto a fianco dell’Europa e…ha assunto una posizione di assoluta”correttezza politica”: respinge e disprezza il sentimento nazionale, fa suo il progetto di un’umanità indifferenziata e globalizzata. I popoli europei, la cui esistenza stessa è messa in discussione dall’immigrazione di massa, vedono così le istituzioni ecclesiastiche e il clero schierato contro di loro, dalla parte di chi si propone di rovesciare il quadro demografico e culturale d’Europa.”.(cfr. anche Braquemart “Il Cristianesimo e il Destino dell’Europa” in “Orion” n. 48 sett. 1988,) . “Per noi la decadenza della civiltà europea e il suo imminente sfiguramento etnico sono l’esito finale di un processo innescatosi molti secoli prima, con la soppressione …. degli antichi culti patrii e la colonizzazione spirituale dell’Europa” Luca Cancelliere “Mondialismo e resistenza Etnica” in “Sol Indiges” N 1-2000.

(8) Per Sergio Noja “Com’era buono Moloch” in” Panorama” 20-3-1988 Il cristianesimo “rappresenta la vittoria religiosa del mondo semitico …sulla grande e ferrigna Roma ariana.”.“ ..il trionfo del cristianesimo, l’asiatizzazione definitiva del mondo romano”! J. Evola “Rivolta Contro il Mondo Moderno…” (Hoepli, Milano,1934., pag. 364) Da parte sua Giuseppe Candelo “Ebraicità ed Ebraismo” in “Avanguardia” N. 77 Marzo 1992 sosteneva: “Il I episodio dell’assalto ebraico alla civiltà europea è costituito dalla guerra sotterranea che l’ebraismo combatté contro Roma. Tale guerra finì con la sconfitta spirituale e politica dell’Impero Romano, una delle cause di quel crollo fu il cristianesimo partorito dal giudaismo.” “..il fatto stesso che il cristianesimo veniva dall’oriente avvicinò ancor più l’occidente ariano all’oriente semitico, che già, per innumerevoli vie, si era incuneato e infiltrato nella tarda romanità.” Giulio Cogni “Il Razzismo”Bocca, Milano, 1936, pag. 203.
Piero Ottone in “ “Il Tramonto della nostra Civiltà” (A. Mondadori , Milano, 1994) pag 90 ricorda:“…il cristianesimo… rimane l’espressione culturale di una civiltà diversa da quella greco-romana. I suoi principi fondamentali, il peccato originale, l’incarnazione del figlio di Dio, la redenzione, rimangono estranei a Roma.".
Claudio Mutti in “Ebraicità ed Ebraismo” Ar, Padova, 1976, pag.25 “E stato osservato che “ attraverso le forme, prime precattoliche, del Cristianesimo, l’Impero Romano già animato da ogni sorta di culti spurii, asiatico-semitici, lo spirito ebraico si pose effettivamente alla testa di una grande insurrezione dell’Oriente contro l’Occidente, dei cudra contro gli arya, della spiritualità promiscua del Sud pelasgico e preellenico contro la spiritualità olimpica e uranica di razze superiori conquistatrici.” (Julius Evola” Tre Aspetti del Problema Ebraico”Roma 1936, pag.22); una conferma di ciò sta anche nel fatto che fu l’Africa semitica- la stessa regione in cui s’era stabilito, un tempo, il focolaio antiromano della fenicia Cartagine- a produrre i più famosi retori e apologeti della superstitio nova ac malefica (Svetonio) nonché il massimo dottore della Chiesa dell’antichità: Tertulliano, Minucio Felice, Cipriano, Commodiano, Arnobio, Lattanzio, Agostino erano infatti semiti d’Africa.”

(9) Piero Ottone in “ “Il Tramonto della nostra Civiltà” (A. Mondadori , Milano, 994) pag 90 ricorda:“…il cristianesimo… rimane l’espressione culturale di una civiltà diversa da quella greco-romana. I suoi principi fondamentali, il peccato originale, l’incarnazione del figlio di Dio, la redenzione, rimangono estranei a Roma.".
Panfilo Gentile nella sua” Storia del Cristianesimo dalle Origini a Teodosio” (Rizzoli, MILANO, 1969 pag. 329) notava: ” ….tutti gli Imperatori che più energicamente attesero a difendere e riordinare l’Impero, Decio, Valeriano, Diocleziano, Galerio, intuirono senza incertezze l’aspetto dissolvente del cristianesimo.”.
Riguardo all´affermazione del cristianesimo nell´Impero Romano possiamo citare Valerio Manfredi “Capitale del Tramonto” in “Il Giornale” 5 II-1990:" Quando, a partire dal III secolo(i Barbari) cominciarono a premere sul grande vallo l´Impero dovette sostenere uno sforzo militare ed economico spropositato per centocinquant´anni ininterrottamente: Nessuna potenza moderna potrebbe reggere a un simile sforzo per più di cinque anni, ma l´Impero sarebbe forse riuscito e a salvarsi articolando abilmente la propria difesa, se non fosse stato lacerato all´interno (oltre che dalla crisi economica) dal crollo dell´antica fede religiosa e civile e del sentimento patriottico per il diffondersi del cristianesimo. I cristiani stessi, che pure, a modo loro, si erano fatti sostegno dello Stato cristianizzato....finivano per accettare passivamente le invasioni barbariche come un evento fatale a cui era inutile opporsi: i membri della classe dirigente che un tempo sarebbero divenuti comandanti di legioni, questori, pretori, governatori di provincia, preferivano, come fece Ambrogio, divenire sacerdoti e vescovi. Alcuni di loro anzi ritenevano provvidenziali le invasioni, che permettevano a tanti popoli di avvicinarsi all´insegnamento di Cristo, che altrimenti mai avrebbero conosciuto."
“La potenza delle tradizione, cui Roma dovette il suo volto e la sua grandezza nei confronti di quella cristiana, si palesa in questo: che se alla nuova dottrina riuscì l’opera negativa e disgregatrice, ad essa non riuscì di conquistare realmente il mondo occidentale; che là dove essa giunse ad una qualche grandezza, non lo poté che tradendo in una certa misura sé stessa, lo poté già in grazie degli elementi assorbiti surrettiziamente dall’opposta tradizione- degli elementi pagano- romani- che non in grazia dell’elemento cristiano nella sua forma originaria.”. J. Evola “Rivolta…” cit. pag. 376.

(10) “..non è stata la religione cristiana la scintilla che ha dato origine alla civiltà occidentale: ma ..la civiltà occidentale si è impossessata della religione cristiana per rielaborarla e per trasformarla a modo suo” Piero Ottone “Il Tramonto della nostra Civiltà”Mondadori,Milano,1994,pag. 93. ,

(11) Scriveva Carlo Jean (“Geopolitica”Laterza,Bari,1995,pag.100) “nell’impossibilità di selezionare o di bloccare l’immigrazione,non vi è altra prospettiva che quella di uno scontro etnico interno”.“E’finita l’epoca delle guerre civili europee, sta per cominciare quella delle guerre razziali. Sotto l’urto di imponenti immigrazioni extraeuropee, gli Stati nazionali su dissolveranno. Il futuro sarà teatro di scontri razziali…”Franco G. Freda 1992 cfr.”Monologhi (a due voci)”AR, Padova, 2007.pag.79
Inoltre Lo studio della storia “suggerisce che il genocidio- come la guerra,il massacro ,lo stupro di massa e altre simili atrocità-non sia niente di nuovo e che difficilmente possa essere considerato un fenomeno nato nel XX secolo. Che tali orrori si sono sempre verificati nel corso dei secoli e in tutte le regioni del pianeta” R.Gellately e ,B.Kiernan “Il secolo del genocidio”Longanesi Milano 2006 pag.16“Noi veniamo aggrediti,la guerra ci è stata dichiarata, il nostro sangue tramonta o viene corrotto. E tutta l’opera del sistema consiste nel persuaderci che questo formidabile avvenimento non esiste.”Guillaume Faye “Avant-Guerre Chronique d'un catastrophe annoncè”L’Aencre, Paris, 2002,pag.341.
Sul “Corriere della Sera” del 28 IX 1998 Indro Montanelli in”Aspettando l’alluvione di extracomunitari” scriveva : Per quanto inattuale, per oggi e per domani, sia l’ipotesi di una invasione militare, potrebbe verificarsene un’altra, di cui c’è già qualche avvisaglia: un’alluvione di extracomunitari talmente massiccia da mettere in pericolo la nostra Gente- moglie, figlio, eccetera- e la nostra Roba. E in tal caso, spento in noi ogni Spirito di combattenti perché spento ogni valore di Patria, di Dovere, eccetera, a cosa attingeremmo la forza di resistere?”.

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