Ecuador, scandalo sulle cliniche per convertire i gay - Affaritaliani.it
Picchiati, torturati e seviziati. Il tutto per farli diventare etero. E' quanto sono costretti a subire decine, se non addirittura centinaia, di gay. Almeno in Ecuador, dove è venuto alla luce uno scandalo da far tremare i polsi. Una giovane ragazza, Denisse Freire, ha raccontato di essere stata seviziata e ripetutamente stuprata in una clinica di conversione degli omosessuali. La 25enne è stata spedita in una di strutture quando era adolescente, dopo esser stata scoperta dalla madre in tenera compagnia con un'amica. La clinica era formalmente un centro di cura cristiano evangelico per i tossicodipendenti, ma in realtà i pazienti ricoverati, anzi imprigionati, erano tutti omosessuali...
“Sono stata seviziata in modo continuo”, ha raccontato la Freire. “Non mi facevano mangiare, non potevo lavarmi, ero tenuta legata ai piedi”. Una delle “cure” erano le cosiddette “terapie sessuali”, stupri effettuati per “scacciare” l’omosessualità dal corpo. Dopo due mesi di inferno Denisse Freire è riuscita a scappare, ma ha taciuto per lunghi anni sulla sua tortura. Il ministro della Salute dell’Ecuador, Carina Vance, anche lei omosessuale, ha confermato le pratiche violente adottate dalle cliniche di conversione dei gay. “L’anno scorso sono morte due ragazze in queste strutture” ha denunciato la Vance in una presa di posizione sul nuovo caso creato dalle rivelazioni della Freire.
Secondo il ministro ci sono in Ecuador ottanta centri di recupero dalla tossicodipendenza e dall’alcolismo che sono invece strutture che curano gli omosessuali con pratiche violente e degradanti. “Questa è una vera e propria mafia, un network che opera in tutto il paese che viola i diritti umani”. Le cliniche sfruttano una legge dell’Ecuador che permette il trattamento sanitario obbligatorio per i tossicodipendenti, estendendolo in modo illecito agli omosessuali. Un dirigente del ministero della Salute è stato indagato per essere il proprietario di uno di questi centri.