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    Predefinito La Repubblica di Venezia (697 - 1797)



    La Serenissima Repubblica di Venezia (o Venetiarum Res Publica o Repubblica veneta o Repubblica di San Marco) ebbe origine nei territori bizantini dipendenti da Ravenna e in seguito sotto l'Imperatore Giustiniano I. Nel 568 d.C. la zona fu travolta dall'avvento dai Longobardi che occuparono l'entroterra e relegarono i "Venetici" nelle aree costiere e lagunari. Nel 584 l'Imperatore Maurizio separò i territori venetici da Ravenna costituendoli in distretto col nome greco di Venetikà.
    Il territorio di Venetia venne eretta a Ducato come il resto dei territori bizantini con a capo un governatore chiamato "dux". Secondo la tradizione il primo Duca della città fu Paolo Lucio Anafesto, l'inizio del suo governo è posto nell'anno 697. Il nuovo duca riuscì a consolidare i confini con un trattato col Re Liutprando dei Longobardi.
    Nei primi secoli dell'esistenza del Ducato di Venezia ci furono continue lotte intestine tra fazioni rivali ed esterne contro sedi rivali e tentativi di invasione. Re Astolfo dei Longobardi conquistò Ravenna e pose fine nel 751 al dominio bizantino nella laguna veneta e con un successivo trattato nonostante la Venetia maritima continuasse a dipendere formalmente dall'Impero d'Oriente acquisiva sempre più autonomia di governo e di commercio. Venezia dimostrò subito il posto che le spettava quando nell'810 le truppe di Pipino Re dei Franchi entrarono in laguna ma furono respinte da una disperata battaglia degli abitanti della città.

    I primi abitanti della città non sono considerati fuggiaschi come i loro antenati, ma avevano già sviluppato fiorenti attività di mare e di pesca sulla costa. Nelle isole lagunari di Malamocco fu trasferita la sede ducale e nel 775 fu costruita la sede vescovile. Sotto il governo di Angelo Participazio la sede ducale fu trasferita alle Isole Realtine (tra Rialto e San Marco) e fu costruito un primo palazzo ducale e la prima basilica di San Marco. Secondo la leggenda due mercanti, Tribuno e Rustico, capitarono ad Alessandria d'Egitto nel momento in cui un califfo saccheggiava le chiese cristiane e i due trafugarono il sacro corpo di Marco, martirizzato nel 68 d.C., per impedire che venisse profanato e lo trasportarono in nave fino in Veneto, dove ebbe un'onorata sepoltura nella prima basilica al santo cittadino e questo accrebbe il prestigio veneziano.
    Il Ducato veneto rimase un'isola bizantina nel mare del Medioevo feudale d'Occidente. Tuttavia nei due secoli successivi Venezia iniziò un allontanamento progressivo dall'impero, sempre più lontano, la cui sovranità diventerà sempre più formale, in questo periodo si tentò di rendere ereditaria la carica ducale e si sviluppò un sistema di famiglie patrizie in concorrenza per il potere, nucleo della futura oligarchia mercantile della città.

    A partire dall'anno 1000 Venezia divenne estremamente ricca, grazie al controllo dei commerci col Levante iniziando ad espandersi nel mar Adriatico ed oltre. La flotta veneziana, diretta dal Doge Pietro II Orseolo combatté i pirati, che opprimevano con le loro incursioni le coste venete sottomettendo le città istriane e dalmate, ricevendo poi dall'Impero bizantino il titolo di Duca di Venezia e della Dalmazia. Nel 1071 durante la lotta per le investiture Venezia non si schierò né col Papa né con l'Imperatore. Nel Sud Italia iniziarono le penetrazioni dei Normanni degli Altavilla, inizialmente buoni i rapporti con essi, si ruppero dopo il loro avvento nell'Adriatico, la loro occupazione di Durazzo e Corfù provocò una guerra con Venezia, che durò due anni, i Veneto-bizantini ebbero la meglio. Con la vittoria Venezia ottenne da Costantinopoli quanto aveva desiderato, la Crisobolla nel 1082, con cui l'Imperatore bizantino concesse ai suoi mercanti ampi privilegi ed esenzioni in tutto l'Impero d'Oriente: questa concessione venne ampliata ed affiancata da altri atti.
    L'accresciuta potenza e l'alto numero di privilegi misero in rotta Bizantini e Veneziani portando alla nascita di contrasti sempre più evidenti e scoppiarono due guerre tra Venezia e Bisanzio prima dal 1122 al 1126 e la seconda dal 1171 al 1175.

    Minori sforzi vennero profusi da Venezia per le crociate: intervenne per favorire la presa di Gerusalemme quando la Prima Crociata era già iniziata da tempo, non partecipò alla Seconda Crociata, ma inviò una flotta per la Terza Crociata ma solo per procurare notevoli vantaggi commerciali non solo ad essa, ma anche alle rivali Pisa e Genova.
    Nel 1148 venne istituita la Promissio Ducale, cioè il giuramento di fedeltà costituzionale del Doge, da quel momento sempre rinnovata ad ogni elezione. Limitò sempre di più i poteri del principe, ponendo le basi di sviluppo di un'istituzione repubblicana. Nel 1202 Venezia assoggettò l'isola di Zara e respinse dall'Adriatico una possibile penetrazione ungherese contemporaneamente alla Quarta Crociata, sotto il governo del Doge Enrico Dandolo. La crociata pose fine temporaneamente all'Impero bizantino che si trasformò nel feudale Impero Latino d'Oriente, i suoi territori furono spartiti in quattro tra Baldovino di Fiandra, il Marchese di Monferrato, i principi franchi e la Serenissima. Quest'ultima incamerò molti territori del mar Egeo, tra cui l'isola di Candia (Creta) ed Eubea, numerosi porti e piazzeforti del Peloponneso, oltre ad una posizione di preminenza nell'Impero Latino creato dai crociati, dove venne riservato al Doge veneziano il titolo di Signore di un quarto e mezzo dell'Impero Romano d'Oriente, inoltre ebbe la facoltà di nominare il Patriarca latino di Costantinopoli.

    Tra il 1255 e il 1270 Venezia tornò a scontrarsi con la Repubblica di Genova per i mercati levantini, mentre la riconquista bizantina di Costantinopoli giustificò nuovi scontri tra le marinerie italiane. Nel 1310 avvenne la cosiddetta "congiura di Tiepolo" durante la quale con le continue lotte tra famiglie aristocratiche per conquistare il potere in città si tentò di instaurare un potere monarchico centralista volendo assassinare il doge, sventato questo complotto Venezia si definì come Repubblica oligarchica governata da un Patriziato mercantile e aristocratico.
    La Repubblica si espanse nei secoli successivi, in molte isole e territori del mar Adriatico e del mar Mediterraneo, il primo fu ribattezzato "il Golfo di Venezia", il Peloponneso "Morea", le propaggine veneziane arrivarono fino al Bosforo. Il complesso di questi vasti domini insulari e costieri costituì quello che i Veneziani chiamavano Stato da Màr cioè Stato marittimo. I Re europei ad un certo punto chiamarono il Mediterraneo il "Mare della Serenissima" per la sua ricchezza sempre più grande e i suoi controlli su quasi tutti i commerci e i traffici con l'Oriente asiatico ed arabo.
    Nel 1358 la Repubblica ingaggiò una nuova guerra per riaffermare certi domini che potevano essere persi, la guerra tra il 1368 e il 1370 portò alla soppressione dell'autonomia di Trieste, punendo la città giuliana per aver inviato minacce di ogni tipo al governo della Serenissima. Nel 1379 Genova assediò Venezia nelle sue stesse lagune, ma il conflitto si concluse in un nulla di fatto, e indebolì l'eterna rivale di Venezia. Tra il 1409 e il 1444 Venezia penetrò nell'entroterra balcanico grazie ai trattati coi Re ungheresi e nel frattempo iniziò una massiccia colonizzazione del proprio entroterra veneto comprendendo le città di Verona e Padova. Nel 1428 divennero veneziane pure le città di Bergamo, Brescia e Crema iniziando ad influenzare la politica peninsulare e progettando egemonie e stipulando con vari Stati italiani.
    La Serenissima era uno degli Stati più ricchi e potenti del mondo di allora, la sua flotta navale era il terrore di pirati, città marinare rivali e di Stati europei, perfino temuta dai Turchi dopo la caduta dell'Impero d'Oriente e l'avvento dell'Impero Ottomano nel 1453. Quando i Veneziani conquistarono pure l'isola di Cipro nel 1489 venne progettata una futura penetrazione economica e politico-militare nei territori della Palestina dove gli Arabi vedevano i mercanti veneti come gli unici europei di cui potersi fidare. Fino all'inizio del 1500 rimaneva dominatrice incontrastata di molti mari, la sua politica mercantile verrà poi imitata e sviluppata dai Paesi Bassi e la sua flotta navale farà da modello per quella inglese.

    La successiva ascesa dell'Impero Turco nei Balcani e in Medio Oriente complicò ulteriormente le cose alla Repubblica di Venezia. Il successore di Solimano, Selim II riprese le ostilità nei confronti dei domini veneziani attaccando Cipro, dove l'esercito della Serenissima resistette strenuamente, e cadde dopo un'ultima resistenza eroica. Venezia reagì creando una Lega cristiana per difendere l'Occidente dai Turchi e allacciò rapporti con Papa Pio V dopo decenni e secoli di conflittualità con lo Stato della Chiesa. La Lega Santa nel 1571 comprendeva le forze di Venezia, Papato, Spagna e Impero sotto il comando di Giovanni d'Austria e si scontrò a Lepanto contro la flotta turca comandata da Alì Pascià che venne annientata dalla superiorità tecnologica e bellica degli Europei. Nonostante la vittoria però per Venezia iniziò definitivamente la decadenza, prima di tutto perché l'Impero Ottomano acquisì comunque alcuni territori veneziani del Peloponneso e l'isola di Cipro, inoltre il baricentro dei commerci non era più il Mediterraneo da quasi un secolo ormai dopo la scoperta dell'America (sulla quale ci fecero pensieri gli stessi Veneziani senza tuttavia avere risorse necessarie per realizzare spedizioni ed infiltrazioni nel Nuovo Mondo) e con la nascita delle potenze coloniali al Vecchio Continente non servivano più le vie dei mercanti in Asia Minore e nei Paesi arabi, ciò indebolì ancora di più economicamente la Serenissima, che tuttavia rimase prospera e ancora privilegiata per ancora qualche tempo nonostante la sua classe dirigente iniziò a non accettare i cambiamenti richiesti per stare al passo coi tempi e non essere schiacciati da nuove potenze emergenti.
    Tra il 1645 e il 1649 anche Creta venne persa, ma tra il 1683 e il 1687 Venezia riottenne il Peloponneso, grazie alle abilità di uno dei suoi ultimi condottieri, Francesco Morosini in seguito alla pace di Carlowitz del 1699. Tuttavia la Morea venne definitivamente persa nel 1718 a favore dell'Impero Ottomano, a causa dello scarso appoggio delle popolazioni greche, che non vedevano più di buon occhio i Veneziani. Con la pace di Passarowitz Venezia rinunciò alla Morea e a Creta, conservò le Isole Ionie e poté ampliare i suoi domini in Dalmazia.

    La Repubblica, persa progressivamente la propria potenza, si adagiò a perseguire una politica di conservazione e neutralità. A questo si accompagnò un sempre ridotto dinamismo del ceto politico, sempre più legato ai crescenti interessi fondiari in terraferma del Patriziato veneziano. In questo periodo la "Serenissima", ormai politicamente sulla via del tramonto, brillava ancora dal punto di vista culturale, basti ricordare Vivaldi, Canaletto, Goldoni e Tiepolo. Non mancarono neanche gli interventi militari contro la pirateria barbaresca, con le spedizioni del 1766 e del 1778 a Tripoli e quella più massiccia del biennio 1786-1787, quando alla guida di Angelo Emo furono bombardate Sfax, Tunisi e Biserta.
    La vita pubblica veneziana venne agitata da travagli politici interni, provocati dalle nuove idee introdotte dalla Rivoluzione francese, cui il governo, pur arroccandosi su posizioni rigidamente conservatrici, non seppe fornire un'efficace reazione. Tale situazione favorì la caduta finale della Repubblica, di cui non fu secondaria causa il diffuso timore della classe aristocratica dello scoppio di rivolte giacobine, che in realtà a Venezia non avvennero mai.

    Nonostante la neutralità durante la campagna d'Italia avviata da Napoleone Bonaparte con la Francia rivoluzionaria, la Repubblica di Venezia venne invasa dalle truppe francesi nel 1797 che occuparono la terraferma, giungendo ai margini della laguna. A seguito delle minacce francesi di entrare in città, nella seduta (l'ultima) del 12 maggio 1797, il Doge Ludovico Manin e i magistrati deposero le insegne del comando, mentre il Maggior Consiglio abdicò e dichiarò decaduta la Repubblica. Il potere di governo passò ad una Municipalità provvisoria. Napoleone entrò in città senza che fosse sparato un solo colpo, poco dopo l'Istria e la Dalmazia, ormai caduta la madrepatria, si consegnarono ai Francesi. Il governo napoleonico vendette col trattato di Campoformio l'intero territorio veneto all'Impero austriaco e nel 1815 il Congresso di Vienna confermò questa decisione estinguendo qualsiasi progetto di restaurazione della Serenissima.





    Durante i moti risorgimentali del 1848, di cui Venezia fu grande animatrice sotto la guida di Daniele Manin, vi fu un breve ed ultimo tentativo di restaurare l'antica repubblica contro la dominazione austriaca. Nella generale insurrezione del Veneto contro gli Asburgo, il 17 marzo 1848 Venezia insorse contro gli Austriaci occupando l'arsenale e costringendo le truppe imperiali ad abbandonare la città. Alla guida di Daniele Manin e Niccolò Tommaseo, fu proclamata l'effimera Repubblica di San Marco che, al procedere della repressione austriaca sulla terraferma, si appellò ai Piemontesi chiedendo un'unione col Regno di Sardegna.
    Nel generale fallimento dei moti insurrezionali della penisola italiana e la sospensione temporanea dei progetti di unificazione nazionale, Venezia resistette all'assedio del maresciallo Radetzky fino al 22 agosto 1849, quando dovette definitivamente capitolare. La Serenissima era defunta per sempre.

  2. #2
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    Predefinito Re: La Repubblica di Venezia (697 - 1797)

    https://it.insideover.com/storia-2/l...l-pudding.html

    Nella millenaria storia della repubblica di Venezia vi è un capitolo quasi dimenticato ma decisamente emblematico (e bizzarro) dei complessi rapporti che, a cavallo del Seicento, intercorsero tra l’Inghilterra, nascente potenza globale, e l’orgogliosa ma già declinante talassocrazia marciana. Una faccenda interessante che val la pena ripercorre.
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