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  1. #11
    a.k.a. tolomeo
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    Predefinito Rif: Eredità Agnelli, due miliardi in Svizzera

    Citazione Originariamente Scritto da Biordo Visualizza Messaggio
    Basta andare su Dagospia, ci ho il sito bloccato ma chiunque puo' verificare.

    Dato che non l'hai capito, sottolineavo semplicemente il fatto che siccome gli Agnelli difficilmente si fanno beccare senza farla pagare al "responsabile", secondo me tutto verra' infrattato o il primo a pagare sara' il nano che, tra l'altro, probabilmente ha fatto lo stesso.

    E comunque, dato che questo e' un forum di politica, la domanda casomai sarebbe che c'entrano i problemi fiscali degli Agnelli, no??
    il fatto che Grillo o Travaglio non parlino di questo non vuol dire che non sia un problema politico.

    Agnelli ha sempre avuto a che fare con la politica.

    il fatto che le sue industrie abbiano beneficiato di miliardi dei soldi di contribuenti per le varie rottamazioni e per le casse integrazioni credo che abbia a che fare con la politica.

    e quando si viene a sapere che l'avvocato ha infrattato l'equivalente di un venti per cento di una finanziaria, e si sa per certo, essendo stato affermato dalla figlia e confermato dalla controparte, non credi ci possa essere un caso di politica?
    .

    A fool and his money can throw one hell of a party.

  2. #12
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    Predefinito Rif: Eredità Agnelli, due miliardi in Svizzera

    Citazione Originariamente Scritto da WalterA Visualizza Messaggio
    Oh ma sempre impicciarvi degli affari degli altri? Comunisti! Quelli sono soldi guadagnati con il sudore...degli operai.
    Guadagnati con estorsioni sotto il nome di tassazione e regalie sotto il nome di sostegno pubblico all'economia.

    Altro che sudore di qualcuno.
    I vincenti hanno sempre una soluzione ad ogni problema, i no(n)euro hanno sempre una scusa.

  3. #13
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    Predefinito Rif: Eredità Agnelli, due miliardi in Svizzera

    Citazione Originariamente Scritto da tolomeo Visualizza Messaggio
    il fatto che Grillo o Travaglio non parlino di questo non vuol dire che non sia un problema politico.

    Agnelli ha sempre avuto a che fare con la politica.

    il fatto che le sue industrie abbiano beneficiato di miliardi dei soldi di contribuenti per le varie rottamazioni e per le casse integrazioni credo che abbia a che fare con la politica.

    e quando si viene a sapere che l'avvocato ha infrattato l'equivalente di un venti per cento di una finanziaria, e si sa per certo, essendo stato affermato dalla figlia e confermato dalla controparte, non credi ci possa essere un caso di politica?
    Ti facevo solo notare che se vuoi fare il fiscale casomai puoi dire che quello degli Agnelli e' un argomento di economia/finanza.

    Infatti fai pure ma non pretendere di aprire un thread cosi' senza che ci finisca dentro un Presidente del Consiglio sospettato di aver fatto lo stesso e che anche per questo secondo me cerchera' di bloccare tutto.
    Anche perche' guarda che indubbiamente c'e' rivalita' tra Agnelli e Berlusconi ma che ci sia guerra aperta e' una barzelletta che danno in pasto ai poveretti. Troppo furbi per pestarsi i piedi, entrambi.


    P.S. E perche' tiri fuori Grillo e Travaglio??

  4. #14
    a.k.a. tolomeo
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    Predefinito Rif: Eredità Agnelli, due miliardi in Svizzera

    Citazione Originariamente Scritto da Biordo Visualizza Messaggio
    Ma infatti fai pure ma non pretendere di aprire un thread cosi' senza che ci finisca dentro un Presidente del Consiglio sospettato di aver fatto lo stesso e che anche per questo secondo me cerchera' di bloccare tutto.

    Anche perche' guarda che indubbiamente c'e' rivalita' tra Agnelli e Berlusconi ma che ci sia guerra aperta e' una barzelletta che danno in pasto ai poveretti. Troppo furbi per pestarsi i piedi, entrambi.


    P.S. E perche' tiri fuori Grillo e Travaglio??
    perche' li tiro fuori? li tiro fuori perche' stranamente non ne hanno parlato, e mi chiedo come mai.

    potrei tirare fuori anche Lapo, ad esempio, i cui costosi passatempi sono finanziati da quella fortuna.

    potrei tirare fuori pure Prodi, il venditore dell'Alfa Romeo ad Agnelli per mille lire (mi pare).

    e mi cjiedo come mai ci sia questa indifferenza tra il sinistrume circa le sorti di una ingentissima somma di danaro sottratta al fisco mentre ci troviamo nel bel mezzo di una crisi globale.

    e mi chiedo come mai continui a fare supposizioni e illazioni senza che ci sia uno straccio di link o di prova.

    non credi di stare affermando una minkiata, dal momente che - ci fosse un nonnulla di verosimile - i soliti giornali noemististici avrebbero gia' cominciato a strillare?
    .

    A fool and his money can throw one hell of a party.

  5. #15
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    Predefinito Rif: Eredità Agnelli, due miliardi in Svizzera

    Citazione Originariamente Scritto da tolomeo Visualizza Messaggio
    perche' li tiro fuori? li tiro fuori perche' stranamente non ne hanno parlato, e mi chiedo come mai.

    potrei tirare fuori anche Lapo, ad esempio, i cui costosi passatempi sono finanziati da quella fortuna.

    potrei tirare fuori pure Prodi, il venditore dell'Alfa Romeo ad Agnelli per mille lire (mi pare).

    e mi cjiedo come mai ci sia questa indifferenza tra il sinistrume circa le sorti di una ingentissima somma di danaro sottratta al fisco mentre ci troviamo nel bel mezzo di una crisi globale.

    e mi chiedo come mai continui a fare supposizioni e illazioni senza che ci sia uno straccio di link o di prova.

    non credi di stare affermando una minkiata, dal momente che - ci fosse un nonnulla di verosimile - i soliti giornali noemististici avrebbero gia' cominciato a strillare?
    vabbe' senti bello il link te l'ho dato e le finanziarie all'estero ecc. ecc. in capo all'attuale PdC son fatti appurati. Poi io personalmente credo che potrebbe essere parzialmente una minkiata perche' se e' furbo ha gia' fatto rientrare tutto con il condono che lui stesso ha fatto, ma la notizia c'e' su Dagospia.

    Per tutto il resto se non capisci la sottile differenza tra un Presidente del Consiglio in carica e privati cittadini io non ci posso far niente. Linkami pure mezza parola in difesa degli Agnelli da parte di Travaglio, Grillo o la sinistra. Che dovrebbero fare, processare loro gli Agnelli?

    Poi lo sanno tutti come operano i grandi capitalisti. Il problema e' che c'e' il proprietario della seconda azienda privata italiana che fa il presidente del consiglio che da 15 anni ci racconta che lui e' l'UNICO che queste cose non le ha mai fatte e che e' indagato perche' perseguitato.....ma lo so che non ci arrivate proprio.

    E comuqnue sei a sto punto tu che mi fai andare OT, il mio punto e', gossip di Dagospia a parte, che secondo me la questione verra' infrattata per i motivi che ho spiegato ma saro' FELICISSIMO se succedera' il contrario

    E dai che ti do un aiutino: al massimo scandalizzati del fatto che il Corriere e Repubblica quasi nascondono la cosa...salvo pero' poi fare paragoni con il Giornale che certe notizie sul suo padrone le evita proprio completamente o al massimo assumendo subito posizioni marcatamente innocentiste. (e prova a negarlo)

  6. #16
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    Predefinito Rif: Eredità Agnelli, due miliardi in Svizzera

    Insomma sto link non c'è

  7. #17
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    Predefinito Rif: Eredità Agnelli, due miliardi in Svizzera

    Citazione Originariamente Scritto da Grays Visualizza Messaggio
    Insomma sto link non c'è
    Dai Grays ti aiuto.

    Allora, leggi bene:

    prendi quel coso accanto al computer, si chiama mouse.

    spostalo su questa scrittina qui sotto. Ci vuole un po' di pratica.

    Pigia 2 volte (veloce eh) e come per miracolo ti si aprira' l'articolo.

    Dimmi se hai bisogno di aiuto.


    DOPO GLI AGNELLI, ORA SBUCA IL TESORO OFF-SHORE DI BERLUSCONI: UN MILIARDO € Una fortuna che se mai esistesse andrebbe DIVISA TRA I 5 FIGLI IN GUERRA CONTINUA LA RIMPATRIATA A VILLA CERTOSA è FALLITA: NESSUN ACCORDO TRA BARBARA-MARINA (BASTA CON QUES


    Per tutti gli altri: come dicevo, basta andare su DAGOSPIA.

  8. #18
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    Predefinito Rif: Eredità Agnelli, due miliardi in Svizzera

    Citazione Originariamente Scritto da Immanuel Visualizza Messaggio
    Guadagnati con estorsioni sotto il nome di tassazione e regalie sotto il nome di sostegno pubblico all'economia.

    Altro che sudore di qualcuno.
    Grande Immanuel.
    Il capitalismo del tricolore...
    Vergognatevi!
    Figliolo, lei è un asino...
    (D.Pastorelli, cit.)


  9. #19
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    Predefinito Rif: Eredità Agnelli, due miliardi in Svizzera

    Citazione Originariamente Scritto da tolomeo Visualizza Messaggio
    perche' li tiro fuori? li tiro fuori perche' stranamente non ne hanno parlato, e mi chiedo come mai.

    potrei tirare fuori anche Lapo, ad esempio, i cui costosi passatempi sono finanziati da quella fortuna.

    potrei tirare fuori pure Prodi, il venditore dell'Alfa Romeo ad Agnelli per mille lire (mi pare).

    e mi cjiedo come mai ci sia questa indifferenza tra il sinistrume circa le sorti di una ingentissima somma di danaro sottratta al fisco mentre ci troviamo nel bel mezzo di una crisi globale.

    e mi chiedo come mai continui a fare supposizioni e illazioni senza che ci sia uno straccio di link o di prova.

    non credi di stare affermando una minkiata, dal momente che - ci fosse un nonnulla di verosimile - i soliti giornali noemististici avrebbero gia' cominciato a strillare?
    Figurati che il banana per farsi propaganda e vendere Alitalia ai suoi amici, ha fatto sprecare dallo Stato 4 mld di euro. Ed ha cambiato pure le leggi eliminando la concorrenza.

  10. #20
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    Predefinito Rif: Eredità Agnelli, due miliardi in Svizzera

    Citazione Originariamente Scritto da tolomeo Visualizza Messaggio
    il fatto che Grillo o Travaglio non parlino di questo non vuol dire che non sia un problema politico.

    Agnelli ha sempre avuto a che fare con la politica.
    il fatto che le sue industrie abbiano beneficiato di miliardi dei soldi di contribuenti per le varie rottamazioni e per le casse integrazioni credo che abbia a che fare con la politica.

    e quando si viene a sapere che l'avvocato ha infrattato l'equivalente di un venti per cento di una finanziaria, e si sa per certo, essendo stato affermato dalla figlia e confermato dalla controparte, non credi ci possa essere un caso di politica?
    su questo non ci piove

    Agnelli e il Cavaliere
    "Lo faccio per l'Italia"


    di MASSIMO GIANNINI
    la Repubblica/politica: Agnelli e il Cavaliere 'Lo faccio per l'Italia'
    --------------------------------------------------------------------------------
    ROMA - Sta nascendo un governo Berlusconi-Agnelli? Il dubbio circola da qualche giorno, nei corridoi dei palazzi romani. Troppa "diplomazia" al lavoro, troppi movimenti, troppe dichiarazioni pubbliche, in quest'ultimo mese, hanno spinto il sottobosco politico a sospettare che la più blasonata e potente famiglia del capitalismo italiano si sia ormai schierata a fianco del Cavaliere, prossimo inquilino di Palazzo Chigi.

    Sono sospetti di sinistra. Ma sono anche sospetti di destra, che spingono Fini e Bossi a gridare: "Silvio, non ti mettere nelle mani di Torino". Un'eco di questo tam tam arriva anche a lui: Gianni Agnelli osserva, ascolta, riflette. E scuote la testa, sospeso a metà tra lo stupore e il rammarico: "Io di parte? Sì, pensandoci bene forse è vero. In effetti è tutta la vita che sto da una parte: la parte dell'Italia...".

    L'ultima indiscrezione, su questa presunta e inedita alleanza tra l'uomo di Arcore e l'Avvocato di Torino, la racconta "Le Monde". Il presidente d'onore della Fiat si sarebbe recato a Parigi, prima delle elezioni del 13 maggio, per rassicurare personalmente il ministro degli Esteri francese Hubert Vedrine sulla politica europeista del futuro governo italiano di centrodestra. Agnelli è appena arrivato a Montecarlo. Sta per andare a salutare il team Ferrari, in vista del Gran Premio di domenica prossima. Sulla perla della costiera monegasca pesa un cielo grigio, piovoso. Un peso analogo, il patriarca degli industriali italiani se l'è portato appresso da Torino, dove ieri mattina, prima di decollare, ha fatto le ultime telefonate a Roma per conoscere l'andamento del "suo" Renato Ruggiero, candidato forte alla Farnesina, nel "borsino" del toto-ministri. Prima di imbarcarsi sull'aereo si è fatto recapitare dal Lingotto una copia di "Le Monde". L'ha letto con attenzione, durante il volo.

    E adesso torna con la mente a quell'incontro parigino, con "l'amico Vedrine": "Mi ha invitato a colazione, sono andato a trovarlo a Parigi il 10 aprile. Durante il pranzo al Quai d'Orsai abbiamo parlato a lungo del suo bellissimo libro, 'Le carte della Francia'. Poi, naturalmente, abbiamo discusso dell'America, dei rapporti con l'Europa. E anche dell'Italia...".

    Ecco dove nasce il sospetto di molti. La ragnatela di rapporti e di "affidamenti", per sostenere il Cavaliere, l'Avvocato avrebbe quindi cominciato a stenderla dal 10 aprile. E da allora, sarebbero scattate le mosse successive. L'Economist, El Mundo, lo stesso Le Monde, pubblicano inchieste sul candidato premier, "anomalia europea" per il suo conflitto di interessi, per i suoi processi pendenti. Il Cavaliere accusa il colpo. Ma ecco che, imprevista, gli arriva una mano da Torino. "Non siamo la Repubblica delle banane", replica Agnelli, attaccando i giornali stranieri. A cinque giorni dal voto Berlusconi fa un annuncio clamoroso: "Nella mia squadra di governo ci sarà Luca di Montezemolo". Per molti è il segnale definitivo. Montezemolo è quasi un figlio per l'Avvocato. Guida la "sua" Ferrari, che ha riportato alla conquista del Mondiale dopo vent'anni. Nell'immaginario della classe politica e dell'opinione pubblica prende corpo definitivamente l'ipotesi di un "governo Berlusconi-Agnelli".

    La vicenda di Montezemolo avrà un epilogo diverso, e alla fine il patron di Maranello rinuncerà alla poltrona di ministro. Ma nel frattempo i segnali di un discreto "patronage" di casa Fiat sulla nuova maggioranza politica si moltiplicano. A Cernobbio, Paolo Fresco si sbilancia: "Berlusconi farà bene per l'Italia. Consigli da dargli, come imprenditore? Non ne ho: anche in quel campo è stato sempre tra i migliori".

    Il 17 maggio decolla la candidatura di Ruggiero agli Esteri. Berlusconi la fa sua, sarebbe un fiore all'occhiello del nuovo governo. D'accordo con il Capo dello Stato, Agnelli la sostiene. Con forme e modi persino irrituali. Il 23 maggio riceve nella sua casa romana lo stesso Ruggiero insieme a Henry Kissinger, che subito dopo sotto il fuoco incrociato dei flash e delle telecamere vanno a via del Plebiscito, casa e ufficio del Cavaliere.

    L'altro ieri, all'assemblea di Confindustria, l'Avvocato pianta un altro paletto: "Ruggiero è il miglior ministro degli Esteri che un nuovo governo potrebbe avere". Ieri suo fratello Umberto aggiunge: "L'alternanza politica è sempre positiva, anche a livello locale". Come dire: se a Roma, a Torino, a Napoli passano i sindaci del centrodestra, alla famiglia va benissimo. Eccola dispiegata, la ragnatela degli Agnelli. Ma l'Avvocato non ci sta. Come ha scritto proprio 'Le Monde' di ieri, non si sente "un difensore incondizionato di Berlusconi, ma si preoccupa per l'immagine internazionale dell'Italia che rischia di confondersi con la reputazione del Cavaliere".

    "Tutto ciò che ho fatto in questi giorni e in queste settimane - conferma Agnelli - l'ho fatto nell'interesse del mio Paese, per difenderlo e per tenere alto il suo prestigio internazionale. In fondo, sono più di 50 anni che rassicuro amici dell'Europa e degli Stati Uniti quando me lo chiedono, e li invito a non diffidare dell'Italia". Il teorema della ragnatela lo preoccupa. "Detesto tutte le inclinazioni di parte. Uno dei mali peggiori del nostro Paese, oggi, è la faziosità. Solo da noi, pur di parlar male di qualcuno, si parla tranquillamente male del proprio Paese".

    Ma in questi giorni i suoi stessi collaboratori gli hanno consigliato di evitare sovraesposizioni, che nel caso Ruggiero hanno spinto Filippo di Robilant, in una lettera a questo giornale, a parlare eccome di "Repubblica delle banane, checchè ne dica Agnelli il quale, con tutte le gesticolazioni della sua corte intorno a questa nomina, contribuisce non poco alla causa". A questi consigli, il grande vecchio dell'industria italiana ha risposto: "D'accordo, ma poi bisogna pur tenere insieme l'immagine di questo Paese, e ognuno può fare la sua parte. Perché distruggere è facile, ma costruire è molto difficile. Ruggiero è il migliore dei ministri degli Esteri possibili, perché nel momento in cui l'Italia imbocca una strada nuova la Farnesina è fondamentale per la credibilità del Paese. E' decisivo avere la persona giusta in quel posto cruciale. Ricordiamocelo sempre: qui stiamo, in Europa, e qui dobbiamo restare...".

    L'America, l'Europa. Tante volte hanno chiesto e chiedono al presidente d'onore della Fiat dove va l'Italia, e lui risponde sempre che la nostra è "una democrazia solida". Ma ancora ieri mattina si sentiva obiettare al telefono da uno dei suoi interlocutori che mai come in questo momento sembra solerte, nel dare garanzie sul nuovo assetto politico. Lui ha confermato. Ma ha anche aggiunto che in realtà, quest'opera di "garante" la svolge da almeno mezzo secolo. "Nel '76 - rivela l'Avvocato - sembrava che il partito comunista stesse per entrare nel governo. Ebbene, anche allora serviva qualcuno che desse rassicurazioni all'America, per questa ennesima fase di passaggio. Ugo La Malfa aveva pensato di ricorrere a me per questo, affidandomi l'incarico di ambasciatore d'Italia negli Stati Uniti. Anche allora io gli risposi: se devo andare a Washington, sono pronto".

    Dice di avere una sola stella polare: "Nn gettare mai nella politica il peso della Fiat", perché potrebbe risultare "squilibrante". Racconta spesso di essersi speso con grande energia anche in questi cinque anni di governo del centrosinistra. Con l'Amministrazione Clinton, "ogni volta che c'è stato bisogno ho spiegato qual era la posizione dell'Italia". Con Bruxelles e con le altre cancellerie europee, nella fase rovente della rincorsa a Maastricht, "ho sempre sostenuto la necessità che l'Italia entrasse con pieno diritto nell'Unione monetaria".

    Anche durante i governi di D'Alema, il patriarca del capitalismo giura di aver fatto "il possibile e l'impossibile, per sostenere l'immagine del Paese con gli Stati Uniti". E non se n'è pentito, visto che "D'Alema nella vicenda della guerra in Kosovo ha fatto molto bene". Se il "governo Berlusconi-Agnelli" è una colossale "fesseria" sul piano politico, per l'Avvocato sembra essere anche un abbaglio, se non addirittura un fastidio sul piano personale. Tra lui e il Cavaliere esiste da sempre un rapporto complesso. L'uomo di Arcore rappresenta un altro mondo. Circola una battuta, che Agnelli avrebbe ripetuto tante volte sul suo conto: non ha mai avuto "una fabbrica vera", non ha mai trattato con un sindacato vero, non ha mai avuto niente, per le mani, che "somigli all'acciaio...".

    Dicono che questo giudizio, per Agnelli, sia solo un dato della realtà, e non implichi disprezzo, o disistima. Perché in effetti, pur riconoscendolo come "altro da sé", l'Avvocato ha sempre avvertito in Berlusconi anche il fascino sottile dell'outsider. Quello che alla fine degli anni '80, quelli del dominio assoluto di Enrico Cuccia sulla finanza, andava a Torino a ripetergli orgoglioso che "il signor Berlusconi è l'unico imprenditore italiano che non si mette in ginocchio davanti a Mediobanca". Agnelli, in perfetta sintonia con l'allora presidente della Repubblica Scalfaro, non credeva che quel simpatico "oggetto misterioso" sarebbe riuscito, nel '94, a entrare da premier a Palazzo Chigi.

    L'aveva osservato con un po' di meraviglia, quando un anno prima il Cavaliere si era presentato in elicottero a Villa Frescot, e in una lunga colazione gli aveva anticipato il suo progetto di costruire "una grande forza liberaldemocratica". Non gli aveva detto il nome, ma gli aveva annunciato che aveva già pronte in un hangar centinaia di migliaia di gagliardetti, di distintivi e di bandiere del nuovo partito. L'Avvocato aveva ascoltato, con curiosità, con cortesia. Ma non era andato oltre. Non aveva preso impegni. Di lì a poco, da senatre a vita, gli avrebbe accordato la fiducia a Palazzo Madama, ma di nuovo "nell'interesse del Paese", e di quel poco di stabilità che il nuovo governo avrebbe potuto e dovuto garantire. Non la garantì affatto, e l'Avvocato capì quasi subito di aver fatto bene a non sbilanciarsi. Lo convinse la visita di Berlusconi premier all'inaugurazione dello stabilimento di Melfi, durante la quale il Cavaliere se ne uscì con un improvvido "Gianni Agnelli è un mio mito, tengo la sua foto sul comodino, in camera da letto".

    Lo persuase definitivamente la cena del 12 novembre del '94, nella sua casa romana, quando il gotha dell'industria nazionale capirono che quel primo ministro non avrebbe mai retto l'urto dei sindacati contro la Finanziaria. Così l'intrigante attenzione per l'outsider lasciò il posto a una gelida diffidenza. Agnelli e Cuccia abbandonarono Berlusconi. E il distacco di questi due pilastri dell'economia del Paese dal governo di allora è la chiave che spiega perché tutto l'estabilishment non salì sul carro del Cavaliere, e lo lasciò finire fuori strada.

    Da allora sono passati sette anni. Berlusconi non è cambiato molto, anche se è più solido il blocco sociale che rappresenta e la maggioranza che lo sostiene. Sicuramente non è cambiato l'Avvocato, che nei confronti del Cavaliere giura di avere ancora solo una curiosità: "Mi piacerebbe sentirlo cantare, almeno una volta, le canzoni degli chansonnier francesi...".

    (26 maggio 2001)
    Il problema non è Berlusconi , il problema sono gli italiani!

    DISSIDENTE POLITICO IN REGIME DA OPERETTA!
    OH CINCILLA' ... OH CINCILLA'!

 

 
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