Renzi sogna di essere il Blair degli Stati Uniti d’Europa
Richiamandosi all'ingerenza umanitaria cara a Clinton e all’ex premier britannico, il sindaco di Firenze propone una Ue federale paladina dei diritti umani. Penultima puntata della serie di approfondimenti sul programma di Matteo Renzi
“Realizzare nell’arco di una generazione gli Stati Uniti d’Europa fondati su un unico servizio civile, una politica estera e un esercito comuni, una Banca centrale con le stesse funzioni della Federal Reserve. Un’Europa a misura di cittadino e non di tecnocrate, imperniata sull’elezione popolare dei vertici istituzionali, che non dia per scontata la libertà da difendere in casa propria come nel resto del pianeta. Un’Europa che non resti inerte di fronte ai 105mila cristiani assassinati nel mondo per motivi religiosi”. Le pagine di “Immaginare il futuro”, il capitolo finale del libro “Oltre la rottamazione. Nessun giorno è sbagliato per cominciare a cambiare”, condensano la visione di Matteo Renzi sul futuro dell’Ue e sugli scenari internazionali.
Una visione condensata punto per punto negli approfondimenti che Formiche.net ha dedicato nelle scorse settimane al sindaco di Firenze: dalle sue idee sul fisco a quelle su lavoro e welfare; ma anche giustizia e immigrazione, una nuova legge elettorale e diritti civili.
Interventismo democratico multilaterale
Il primo cittadino di Firenze vuole ispirarsi all’interventismo democratico e al diritto-dovere di ingerenza negli affari interni di un Paese di fronte alle gravi e reiterate violazioni delle libertà fondamentali. Un richiamo a un filone assai forte nella politica estera nordamericana e britannica, da Woodrow Wilson e Winston Churchill a Bill Clinton e Tony Blair, antitetico alla Realpolitik incarnata da Henry Kissinger e oggi portata avanti da Barack Obama. Proprio l’ex primo ministro del Regno Unito rappresenta una stella polare per l’aspirante leader del Partito democratico, che lo ritiene “una pietra miliare per la sinistra europea”. Come l’artefice del New Labour, Renzi si è spinto a caldeggiare il ricorso a interventi armati per fronteggiare catastrofi umanitarie. “L’inettitudine delle potenze mondiali – scriveva nei giorni della repressione perpetrata da Muhammar Gheddafi contro il popolo libico – sta aiutando il tiranno di Tripoli a mantenere e riconquistare il potere. I ribelli stanno raschiando il barile delle scorte di carburanti, perdendo la forza trainante della rivolta. Ogni giorno che passa in cui l’esercito continua a trucidare la popolazione carica la coscienza di chi non interviene per fermare questi delitti contro l’umanità”.
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Un programma di governo per l’Europa Pilastri irrinunciabili dell’Ue immaginata da Renzi. Una realtà, spiega nel suo programma per le primarie 2012, “che deve essere rigenerata e rilanciata dal basso, grazie a istituzioni al servizio della stabilità e della crescita”. Tanto più indispensabili “se pensiamo che nonostante le decisioni della BCE l’euro mostra segni di fragilità per la mancanza di un sistema finanziario e bancario integrato, in grado di ridurre i costi per i contribuenti dei paesi più deboli”. Contemporaneamente, rimarca il sindaco di Firenze, bisogna rafforzare il processo di integrazione dei bilanci pubblici, poiché il fiscal compact pone vincoli alla tentazione di aumentare il debito ma non fronteggia shock sistemici come quello che stiamo attraversando, e il fondo salva-stati non ha una dimensione sufficiente. È quindi necessario “lavorare su un sistema di assicurazione reciproca, che comporta l’emissione di Eurobond sottoposti a vincoli comunitari”. Tuttavia per rendere incisive le misure economico-finanziarie, è doveroso per Renzi marciare su un percorso di unificazione istituzionale comprendente l’elezione popolare di una figura che sommi le cariche di presidente della Commissione e Presidente del Consiglio europeo; la piena iniziativa di legge per i componenti del Parlamento europeo e la sua sua riforma bicamerale; una vera politica estera e di difesa comune. E che includa l’allargamento del programma Erasmus, la previsione di un quarto di studenti europei nelle università attraverso una rete di borse di studio e prestiti d’onore, l’istituzione di un servizio civile volontario di 6 mesi, la ridefinizione degli obiettivi del Fondo Sociale Europeo. Ma tale riforma passa per un uso intelligente e decoroso dei fondi pubblici comunitari, spesi tardi e male da un paese come l’Italia che dà molto più di quanto riceva. “Nella programmazione 2007-2013 abbiamo ricevuto 99 miliardi di euro: un anno prima della scadenza del settennato le risorse monitorate dalle autorità nazionali superavano di poco il 60 per cento, mentre quelle effettivamente investite erano attorno al 20. Tutte spalmate e frammentate, per ragioni di consenso, su quasi mezzo milione di progetti anziché su pochi obiettivi strategici”.
link: Renzi sogna di essere il Blair degli Stati Uniti d?Europa - Formiche
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Interessanti le affermazioni di Renzi sulla costituzione della nostra amata Federazione Europea.