PROSEGUONO LE INDAGINI SULL'UCCISIONE DELL'ORSO MARSICANO NEL PARCO D'ABRUZZO, LAZIO E MOLISE
Non sono ancora chiare le cause che hanno provocato la morte di Stefano, l'esemplare di orso bruno marsicano rinvenuto all'interno del Parco Nazionale d'Abruzzo privo di vita domenica scorsa. Il Corpo forestale dello Stato sta indagando su quanto accaduto e per far luce su un episodio gravissimo che ha riguardato una specie protetta non solo a livello nazionale ma anche internazionale. L'animale, un maschio di circa 10 anni in ottime condizioni fisiche, è stato rinvenuto nel comune di Castel S. Vincenzo (IS), nel versante molisano del Parco, alle pendici del Monte Marrone, su segnalazione di un escursionista. Sul posto sono immediatamente intervenuti gli agenti del Corpo forestale dello Stato,
il personale veterinario del Parco e della Asl di Isernia, supportati dalle Guardie del Parco. L'orso, era privo di marchi auricolari ma dall'esame di caratteristiche morfologiche oltre che dalla successiva lettura del microchip e' stato possibile ricondurlo all'esemplare di nome "Stefano" che in diverse occasioni era stato avvistato anche al di fuori dei confini dell'area protetta del Parco. Immediatamente "Stefano" è stato recuperato e trasportato presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Teramo e l'Istituto Zooprofilattico di Teramo per accertare le cause della morte. Dall'esame radiografico della carcassa del plantigrado sono stati evidenziati due proiettili, di cui uno nella regione cranica e l'altro a livello dell'articolazione scapolo-omerale (quest'ultimo sembrerebbe piuttosto datato e quindi non responsabile della causa di morte) oltre a diversi pallini sparsi lungo tutto il corpo. L'esame autoptico, effettuato a distanza di poche ore, non ha ancora definito con certezza la causa di morte dell'animale e non esclude la possibilità che possa essere stato avvelenato. Sono pero' in corso, vista la gravita' del fatto, accertamenti più approfonditi che potrebbero essere rilevanti per ricostruire la dinamica dei fatti. In campo da oggi anche il Nucleo Cinofilo Antiveleno del Corpo forestale dello Stato che in queste ore sta perlustrando l'area interessata per scongiurare l'ipotesi di un possibile avvelenamento. Per il momento il rastrellamento operato nella zona ha portato al ritrovamento di una volpe, apparentemente priva di segni di predazione, e di alcuni pezzi di carne sparsi che saranno sottoposti ad accertamenti necroscopici e tossicologici nelle prossime ore.
Sull'uccisione dell'orso Stefano è intervenuto anche il ministro dell'Ambiente Andrea Orlando che ieri era stato sollecitato dal Presidente dei Verdi Angelo Bonelli ad una dura presa di posizione ed alla predisposizione di una «task-force anti bracconaggio». «L'esecuzione con cui un orso è stato ucciso ieri nel Parco nazionale d'Abruzzo è un gesto atroce e vigliacco», ha dichiarato il ministro che ha aggiunto: «come ministero dell'Ambiente faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità affinché gli autori di questo vergognoso atto vengano al più presto identificati e puniti come meritano da oggi dichiariamo guerra aperta al bracconaggio, un'attività barbara che deve essere stroncata senza pietà, per esempio aumentando le sanzioni penali a carico di chi si rende responsabile dell'uccisione dolosa di animali». Il ministro ha poi reso noto l'avvio di una cooperazione con le forze dell'ordine e le autorità competenti, «stiamo predisponendo una serie di iniziative con l'obiettivo di impedire una vota per tutte scempi del genere», ha concluso il ministro.
Per il presidente dei Verdi Angelo Bonelli le parole del ministro Orlando contro i bracconieri sono «molto apprezzabili». Il leader ecologista nel proporre una «task force anti-bracconaggio» chiede al governo Letta di «invertire subito la rotta rispetto agli esecutivi che lo hanno preceduto» e di punta re «sul rilancio del sistema delle aree protette, sempre più alle corde a causa dei tagli di Berlusconi e Monti».
«L'uccisione dell'orso marsicano nel parco d'Abruzzo, Lazio e Molise è un gesto criminale che non può restare senza colpevoli» conclude Bonelli che chiede grande severità nei confronti di chi si «è macchiato di questo crimine».
Il Presidente della Lipu-BirdLife Italia Fulvio Mamone Capria, invece, chiede un'inasprimento delle pene «per i bracconieri che uccidono animali bellissimi come il rarissimo orso marsicano continueremo ad assistere inermi alla loro estinzione».
Per il leader dell'associazione animalista «stiamo assistendo ad un silenzio assordante delle Autorità che hanno il dovere e il compito di proteggere la fauna selvatica italiana, patrimonio indisponibile dello Stato».
SUBITO UNA 'TASK FORCE' ANTI-BRACCONAGGIO