L'ha pubblicato Il Giornale.
Siccome che sono cecato ... qualcuno potrebbe dirmi che c'è scritto nella riga evidenziata in rosso?
GRAZIE
L'ha pubblicato Il Giornale.
Siccome che sono cecato ... qualcuno potrebbe dirmi che c'è scritto nella riga evidenziata in rosso?
GRAZIE
Niente reputazioni ma opere di bene. Grazie.
Che tristezza dev'essere ricevere un "ILike" da un cretino.
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Cinguetto QUI
Metodo boffo. Poi magari arriva la grazia dopo la condanna per calummia.
Dalle parti del giornalaccio ne sanno qualche cosa.
ma citate ancora la carta per pulirsi il culo?
Il bonifico è stato effettuato su un conto cointestato ad Esposito e MOGLIE.
"Un ennesimo articolo diffamatorio del quotidiano 'Il Giornale' dal titolo, a caratteri cubitali in prima pagina, 'Gli altarini del giudice Esposito', 'Giudice spiega questi soldi', mi costringe ad uscire dal riserbo che mi ero proposto per smentire una notizia assolutamente falsa poiché la somma di 974,56 euro indicata nell'articolo, rappresenta il compenso netto per prestazioni effettuate da mia moglie, consulente psicopedagogica, quale direttore del centro Ispi di consulenza alle famiglie disabili. Il relativo bonifico - citato incredibilmente, e ciò è sconcertante e preoccupante per la gravissima violazione del segreto bancario, che sarà perseguita in ogni sede nei confronti di chiunque si sia reso responsabile di tale reato, in un estratto conto dell'Ispi - è stato accreditato sul conto corrente bancario di mia moglie, conto contestato ad entrambi e sul quale confluiscono i redditi di ciascuno". Così il presidente della sezione feriale della Cassazione che ha condannato Silvio Berlusconi nel processo Mediaset, in una nota diffusa dall'associazione Caponnetto.
"Questo - prosegue Esposito - spiega perché nell'estratto conto sia riportato il bonifico come effettuato in favore di Esposito Antonio e Giffoni Maria Giovanna e, cioè, in favore del conto cointestato con la indicazione, però, della casuale 'compenso direzione Centro di Consulenza, Sapri".
Il giudice Esposito allega "dichiarazione del commercialista che attesta che la somma di euro 974,56 rappresenta il compenso netto di una somma corrisposta alla professoressa Giffoni e non al dottor Esposito, somma sulla quale il commercialista ha calcolato regolarmente la R.A., inserendola nella contabilità fiscale della predetta", nonché "prospetto contabile redatto da summenzionato commercialista, riferito alla professoressa Giffoni e ad altro componente del Centro di consulenza, beneficiario di bonifico (risultante dallo stesso estratto conto pubblicato dal Giornale, con il solo importo)".
Niente reputazioni ma opere di bene. Grazie.
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Cinguetto QUI
Il misterioso archivio di via Nazionale, il ruolo del consulente (poi assunto a tutti gli effetti) Pio Pompa, e le finalità oscure della sua attività di dossieraggio ai danni di magistrati, politici dell'opposizione e giornalisti. Quattro anni dopo l'irruzione degli agenti della Digos milanese nell'ufficio riservato del Sismi di via Nazionale 230, l'oscura vicenda dell'archivio segreto del servizio militare potrebbe finalmente arrivare a processo. Davanti al gup Carla Giangamboni, infatti, si riapre oggi l'udienza preliminare a carico dell'ex funzionario Pio Pompa e dell'ex direttore del Sismi Niccolò Pollari. Per i quali a fine dicembre il pubblico ministero Sergio Sottani ha chiesto il rinvio a giudizio per peculato, possesso ingiustificato di mezzi di spionaggio e violazione, sottrazione e soppressione di corrispondenza. La vicenda è nota, ma merita di essere raccontata nuovamente per i suoi contorni oscuri, al limite dell'eversione. È il 2006 e la procura di Milano, indagando sul caso del rapimento dell'ex imam di Milano Abu Omar, scopre l'esistenza di un ufficio riservato del Sismi a Roma tenuto dal funzionario Pio Pompa, misterioso braccio destro dell'allora direttore Pollari almeno dal 2002.
Gli agenti della Digos si presentano a via Nazionale il 5 luglio 2006 per una perquisizione e dietro un anonimo portone all'ultimo piano dell'elegante palazzo scoprono un archivio riservato, segreto persino a gran parte degli alti quadri del Servizio militare. Non a Pollari, però, visto che Pio Pompa lavora alle sue dirette dipendenze.
Nei quattordici faldoni di via Nazionale migliaia di dossier avvelenati a carico di magistrati, giornalisti e uomini dell'opposizione e molti appunti di servizio su presunti «avversari del governo Berlusconi», cellule di resistenza «da disarticolare» anche «con azioni traumatiche».
È uno scandalo potenzialmente devastante ma, come spesso accade in Italia, la vicenda finisce presto in secondo piano. Quasi dimenticata.
L'inchiesta della magistratura passa alla procura di Roma, e poi per competenza a Perugia visto che fra le potenziali parti lese ci sono anche dei magistrati in servizio nella capitale.
Di trasferimento in trasferimento, di rinvio in rinvio si arriva a fine 2009 con la richiesta di mandare a processo Pollari e Pompa e la contemporanea richiesta di archiviazione per i reati di diffamazione e di violazione della legge sulla privacy. STRANE COINCIDENZE Oggi si riprende e il gup Giangamboni, segreto di stato permettendo, deciderà sul rinvio a giudizio dei due imputati e sulla decina di richieste di costituzione di parte civile presentate da alcune delle "vittime" del dossieraggio di Pio Pompa. Fra i quali il sostituto pg della Cassazione Giovanni Salvi e l'ex presidente della Corte d'assise di Bologna (ora in pensione) Libero Mancuso. Entrambi protagonisti di vicende misteriose capitategli proprio in concomitanza con l'attività di dossieraggio condotta da Pio Pompa. Salvi, ad esempio, nel giugno del 2002 in piena corsa per un posto al Csm fu oggetto di una campagna diffamatoria che lo voleva in qualche legato ad un irriducibile delle Br sulla base di una falsa informativa della Digos milanese.
A scrivere quegli articoli Renato Farina, alias "agente Betulla" secondo il suo inquadramento retribuito negli organici del Sismi, che per il suo coinvolgimento nell'affaire Abu Omar ha patteggiato sei mesi di reclusione per favoreggiamento ed è stato radiato dall'ordine dei giornalisti.
Soltanto un caso? Possibile. Come è possibile sia assolutamente casuale che proprio nei mesi in cui Pio Pompa annotava a più riprese il nome di Libero Mancuso nei suoi dossier contro gli avversari del governo Berlusconi («da disarticolare»), l'allora Guardasigilli Roberto Castelli promosse ben quattro azioni disciplinari davanti al Csm (tutte concluse con ampio proscioglimento) e negò per due volte consecutive il proprio parere alla nomina di Mancuso a procuratore capo della Repubblica a Forlì e a Parma. Perché quelle di cui sono accusati Pompa e Pollari, spiega l'avvocato Francesco Paola che assiste Mancuso, «sono condotte che vanno enucleate e poste in collegamento con serie vicende che hanno tentato di delegittimare diversi soggetti».
Un collegamento puramente casuale? «Noi - risponde l'avvocato - ci limitiamo a registrarne la contestualità cronologica».
ROMA msolani@unita.it
I fatto che abbiano pubblicato quel documento in un formato appena intuibile e per niente leggibile è una prova del fatto che sanno di rivolgersi ad un pubblico di semianalfabeti, facilmente manipolabili.
A loro, ovviamente, interessa fare baccano.
GENTAGLIA.
Niente reputazioni ma opere di bene. Grazie.
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Grazia a Berlusconi, il Cavaliere studia la strategia. Coi direttori Mediaset
Il Corriere della Sera e La Stampa raccontano di una cena ad Arcore con avvocati difensori e giornalisti delle testate per discutere le prossime mosse. A gennaio aveva assicurato: "Non mi occupo più delle mie aziende". Intanto, oltre al provvedimento di clemenza di cui ha parlato il capo dello Stato, si apre lo scenario dell'affidamento in prova per ristabilire "l'agibilità politica" dell'ex premier
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 14 agosto 2013
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Ultima modifica di MrBojangles; 15-08-13 alle 09:43
Questo accade quando delinquenti condannati ricevono la grazia, il signor sallusti doveva andare in galera e forse avrebbe smesso di usare questi metodi.
Napolitano impara!!!
Chi sono i filosudici? Quelli che definiscono filoterroristi i difensori dei palestinesi.I fascioleghisti sono quelli che vogliono farvi dire che la meloni è bella e intelligenteIsraele=Paese Terrorista - Ai pazzi si da sempre ragione
[...]
Possiamo considerare quanto sopra l’ennesimo riflesso condizionato derivante dalla monomania da stabilità che si annida proprio tra gli abitanti dei colli più alti? Per cui il bene supremo sarebbe rappresentato dalla sopravvivenza del Governo presieduto dal fidoEnrico Letta. Possibile.
Ma tale interpretazione non libera da un inquietante retropensiero, che accompagna l’intero ventennio di Seconda Repubblica: quali sono le ragioni della generale condiscendenza nei confronti di un ometto buffo, autorizzato a fare il bello e il brutto tempo a proprio insindacabile piacimento?
Non sarà che l’ex ufficiale pagatore di Bettino Craxi, costretto a giocare in proprio dalla catastrofe che colpì il suo mentore, avesse già raccolto sufficienti tibie e scheletri negli armadi della Prima Repubblica da tenere stretta per i gingilli buona parte di quella classe dirigente italiana?
A 360 gradi, visto che le sue interlocuzioni erano assolutamente indiscriminate (alla faccia della successiva drammatizzazione del complotto comunista, da cui bisognava salvare la democrazia in pericolo). Tanto per dire, quando negli anni Ottanta Fininvest si accaparrò l’esclusiva della pubblicità mondiale sulle reti televisive dell’allora Unione Sovietica, in concomitanza con quel successo imprenditoriale (che, come già aveva rivelato l’affare Fiat a Togliattigrad, necessitava di qualche spintarella che partisse dall’Italia, magari dal PCI di allora) sulle riviste dell’area “migliorista” comparvero improvvisamente paginate pubblicitarie sottoscritte dalle aziende del Biscione.
QUI
Non è che vuoi, citando quell'articolo, insinuare che quello che io chiamo il "rinnegato migliorista" possa avere nel suo "armadiuccio" qualche tibia, perone, costola, clavicola, tanto da avere un "occhio di riguardo" per il DELINQUENTE CONDANNATO ?
No, non puoi insinuarlo, non sei "tipo" da fare insinuazioni così infami..........
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La parola "onore" non esiste nel mio lessico,pertanto non rispondo ai "fasci",amanti di quella parola.
PS-Non rispondo alle "carogne" craxiane,agli "anarco-cazzari" e agli "adepti della setta del pluriomicida condannato in via definitiva"