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    Predefinito neanche i berluschini erano arrivati a questo livello

    da sx hanno sempre detto che i berluschini non ragionavano con la propria testa,che seguivano solo il capo,che non erano dotati di idee proprie...

    beh vi propongo questo articolo su renzi,definito l'uomo di berlusconi,l'uomo di dx,il berlusconiano fino a pochi mesi fa...quello accolto alla festa dell'unità con grande freddezza solo 12 mesi fa,quello respinto nettamente alle primarie dal popolo del pd

    FONTE REPUBBLICA:è EVIDENTE CHE I PIDDINI DIGERISCONO TUTTO..O IMPROVVISAMENTE RENZI NON è PIù ANDATO A PRANZO ON BERLUSCONI,NON è PIù POPULISTA COME BERLUSCONI,CHE PRIMA FOSSE DI DX ED ORA IMPROVVISAMENTE SIA DIVENTATO DI SX?

    MA COSA DEVE SUCCEDERE PERCHè GLI ELETTORI PD APRANO GLI OCCHI DOPO AVELI CHIUSI PER 20 ANNI NON ACCORGENDOSI DI ESSERE GLI AMICI DEL SILVIO CHE ODIAVANO,E PRIMA DI ESSERE AMICI DI STALIN E CO PADRI DI QUELLA RUSSIA COSì DEMOCRATICA E DOVE IL TENORE DI VITA ERA COSì ALTO?????



    Pd, la mutazione del partito d'Emilia

    RENZI non è più di destra. Anzi, forse non lo è mai stato. Cambiano i dirigenti emiliani, chi più chi meno sempre più vicini a Matteo Renzi, ma cambiano anche i volontari delle feste dell'Unità, nella federazione dodici mesi fa più bersaniana d'Italia. La cosiddetta base, che un anno fa accolse l'allora rottamatore al Parco Nord con scetticismo, ora si prepara a dargli il benvenuto il prossimo 2 settembre con ben altro spirito. Se non con entusiasmo, senz'altro con curiosità, benevolenza, addirittura speranza. «Il clima nei confronti di Renzi è cambiato, anche nella base emiliana del partito, questo senza dubbio» ammettono in coro i segretari di circolo del bolognese.
    C'è voglia di capire, d'ascoltare, d'approvare, persino.
    Dodici mesi, e sembra un altro Pd. Il 10 settembre 2012 Renzi arrivò alla festa bolognese invitato in extremis dopo la gaffe di via Rivani, federazione bersaniana doc, che in un primo tempo non lo aveva nemmeno messo in programma. Attorno al rottamatore solo freddezza e tanti sospetti: «Renzi ci deve spiegare perché è andato a pranzo con Berlusconi» ripetevano scuri in volto i volontari agli stand. Oggi, in tempi di larghe intese, quella dell'incontro ad Arcore con il Cavaliere pare appena un peccato di gioventù, di fronte all'alleanza col Pdl. Forse per questo dopo le conversioni dei dirigenti (a cominciare da Virginio Merola) anche tra i militanti si respira un'aria diversa.
    «Sicuramente non c'è più la chiusura di un anno fa» dice Marianna Mignani, del circolo Pd Barca. «Oggi molti sono curiosi di sentire cos'ha da dire Renzi. C'è voglia di ascoltarlo». Ciò non significa che Bologna abbia dimenticato Bersani: «Molti provano ancora molto affetto per l'ex segretario, ma questo non impedisce d'essere attenti alle proposte di Renzi». «Il punto è che il rottamatore non è più considerato uno "di destra"» spiega anche Maurizio Gaigher, del Savena: «Del resto anche allora quello di dipingerlo così fu un tentativo di screditarlo. Ora i volontari lo riconoscono comunque come un nostro dirigente nazionale». Nessuna «rivoluzione copernicana» dice Francesco Mileno, del circolo del centro storico, «ma certo nessuno lo demonizza più».
    Una mutazione genetica della federazione bolognese che fa il paio con quella imolese. Roccaforte dalemiana fino all'altro giorno, divenuta oggi improvvisamente "Imola entusiasta", dal nome dell'associazione "renziana" pochi giorni fa in pellegrinaggio a Bosco Albergati ad ascoltare il sindaco con striscioni e tifo di dirigenti storici come l'assessore provinciale Graziano Prantoni.
    Massimo Marchignoli, ex parlamentare imolese che un anno fa usò parole ruvidissime nel confronti del rottamatore, definendolo «un balbuziente a confronto del gigante Massimo D'Alema», non vuole nemmeno parlarne: «Imola entusiasta? Chieda alla federazione imolese, io ho lasciato la politica, sono impiegato a Obiettivo Lavoro. Voterò al congresso Pd, ma non voterò per Renzi. Altro non dico».
    Duri e puri come Marchignoli restano in pochi, però. Anche nel granaio rosso emiliano la resistenza al sindaco inizia a sgretolarsi, «se non altro perché è chiaro - ragiona la numero uno del circolo di Prodi in via Orfeo Cecilia Alessandrini, che appoggerà Pippo Civati - che qualcosa nel progetto di Bersani, per quanto giusto sembrasse, non è piaciuto agli elettori». Non è un caso che Renzi, alla Festa bolognese, farà anche il giro negli stand: «Non credo ci saranno problemi - assicura l'organizzatore Lele Roveri - i volontari hanno molto più buon senso dei dirigenti». Avanza, insomma, la tentazione Renzi, acuita pure dal vuoto lasciato dall'area Bersani, incapace per ora d'esprimere una sua candidatura, mentre il dalemiano Gianni Cuperlo miete consensi nella dirigenza ortodossa. Un vuoto che lascia sorpresi pure in via Rivani, da dove nei giorni scorsi sarebbe partito un sms indirizzato a Roma: «Ma non presentate nessun candidato al congresso?». Per risposta solo un laconico: «Vedremo». © RIPRODUZIONE RISERVATA
    SILVIA BIGNAMI20 agosto 2013 7 sez. BOLOGNA





  2. #2
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    Predefinito Re: neanche i berluschini erano arrivati a questo livello

    Scalfari attacca Renzi: "Non lo voto, è di destra" | Controcopertina

    Attacco a sorpresa di Eugenio Scalfari nei confronti di Matteo Renzi. A sorpresa, dicevamo, perché il fondatore di Repubblica è il più accanito fan di Mario Monti. Ma lo stesso vale per Renzi, che più volte ha detto di ammirare il premier e di volere continuare le sue politiche “di rigore” che hanno portato allo sfascio l’economia e peggiorato le condizioni delle fasce più deboli.
    L’attacco di Scalfari al Sindaco di Firenze, candidato alle primarie del Pd, è totale. E parte dal programma: “Si tratta di un’agenda generica che enuncia temi senza svolgerli. I temi sono quelli che campeggiano da mesi sui giornali, le soluzioni però Renzi non le indica. Quindi il suo programma è carta straccia”.
    Secondo il fondatore di Repubblica, Renzi è di destra, perché contro l’uguaglianza: “Non a caso Berlusconi loda Renzi pubblicamente; non a caso i suoi sponsor sono orientati più a destra che a sinistra e non a caso lo stesso Renzi dice che queste parole non hanno più senso. Hanno un senso, eccome. Nell’equilibrio tra i due fondamentali principi di libertà e uguaglianza la sinistra sceglie l’eguaglianza nella libertà e la destra sceglie la libertà senza l’eguaglianza. Questa differenza non è cosa da poco”.
    Al di là delle riflessioni “filosofiche” di Scalfari, che lasciano il tempo che trovano, il vero motivo per cui sembra avercela tanto col Sindaco di Firenze è che con una sua vittoria, il Pd potrebbe frantumarsi: “Renzi sa parlare e richiama molto abilmente l’attenzione sotto l’oculata gestione di Gori, ex dirigente di Fininvest. Renzi piace perchè è giovane. E’ un requisito sufficiente? Politicamente è molto più di centrodestra che di centrosinistra. Se vincerà le primarie – scrive Scalfari – il Pd si sfascerà ma non perché se ne andrà D’Alema o Veltroni o Franceschini, ma perché se ne andranno tutti quelli che fin qui hanno votato Pd come partito riformista di centrosinistra”.
    Eugenio Scalfari, un paradosso vivente. Con Napolitano, Fini e Casini, è il più agguerrito tifoso del governo Monti. Ma anche Renzi è d’accordo con la politica del professore e intende continuare nel suo solco. Stando così le cose, perché Scalfari adora Monti e non sopporta il Sindaco di Firenze? E ancora: come fa uno Scalfari a dire di essere “per l’uguaglianza”, quando da anni non fa altro che difendere le caste che hanno condotto il paese allo sfascio?







    ORA VORRò VEDERE TUTTI GLI ARTICOLI DI REPUBBLICA CHE DA QUI ALLE FUTURE ELEZIONI SOSTERRANNO RENZI,SOPRATTUTTO SE DOVESSE VINCERE LE PRIMARIE E CANDIDARSI A PREMIER...
    E CI SARà DA PIANGERE NEL VEDERE COME GLI ELETTORI SPOSERANNO IN TOTO QUESTE TESI
    D'ALTRO CANTO IL PIDDINO MEDIO E SCALFARI ERONO QUELLI CHE ADORAVANO MONTI
    Ultima modifica di dragone; 22-08-13 alle 14:29

  3. #3
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    Predefinito Re: neanche i berluschini erano arrivati a questo livello

    ma questo è un pio desiderio del giornalista... la gente di renzi ride...
    ma è certo che si di questi articoli ne comaiono molti la gente cominjcia a crederci...
    mica tutti i sinistri sono vaccinati,,, ci sono anche i giovani che ancora non conoscono i trucchi della propaganda del regime.
    su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
    voi nazifascisti di oggi e i vostri servi siete solo gli ayatollah E I TALEBANI dell'occidente..

  4. #4
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    Predefinito Re: neanche i berluschini erano arrivati a questo livello

    Citazione Originariamente Scritto da anton Visualizza Messaggio
    ma questo è un pio desiderio del giornalista... la gente di renzi ride...
    ma è certo che si di questi articoli ne comaiono molti la gente cominjcia a crederci...
    mica tutti i sinistri sono vaccinati,,, ci sono anche i giovani che ancora non conoscono i trucchi della propaganda del regime.
    io mi permetto di correggertiochi sinistri sono vaccinati,gli altri si bevono ancora la propaganda.
    LA GENTE DI RENZI RIDE?io sono pronto a scommettere che la gente pagherà per andarlo a votare alle primarie
    Ultima modifica di dragone; 22-08-13 alle 14:36

  5. #5
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    Predefinito Re: neanche i berluschini erano arrivati a questo livello

    OPS:SCALFARI HA CAMBIATO IL TONO DEI SUOI ARTICOLI...STRANO VERO?E IL GRANDE MONTI...DOV'è? QUELLO AL QUALE VENIVANO DEDICATE PAGINE DI REPUBBLICA PER DESCRIVERE CON QUALE SOBRIETà SI VESTIVA?

    Quando Renzi vincerà, il gran ballo comincerà - Repubblica.it

    CI SAREBBERO oggi molti temi da passare al vaglio; riguardano i mercati, la liquidità, l'accoppiata Iva-Imu, il lavoro, la corruzione. Ma il numero uno dal quale partire riguarda una persona ed un nome. Strano a dirsi: non è Berlusconi, è Matteo Renzi, sindaco di Firenze e probabile candidato alla segreteria del Pd e alla leadership di quel partito. Scioglierà la riserva il primo luglio prossimo ma dall'aria che tira la sua decisione sembra affermativa. E se dirà sì, vincerà perché non ha veri avversari capaci di sbarrargli la strada.

    Renzi propone un partito con "vocazione maggioritaria". Queste due parole significano un partito che combatta da solo per un riformismo radicale con forti venature di liberismo, ma attento anche a non perdere voti a sinistra; sensibile quindi ai temi del lavoro, ad un nuovo "welfare", a incentivi alle imprese, alla diminuzione del cuneo fiscale, ad un ribasso dell'Irpef, al taglio di ogni finanziamento pubblico ai partiti.

    Cercherà di recuperare voti dal grillismo in decadenza e dagli elettori che hanno abbandonato Berlusconi rifugiandosi nell'astensione ma che non voterebbero mai un partito con connotati socialdemocratici. E infine un partito che non metta le dita negli occhi a Berlusconi (Renzi ha dichiarato che voterà contro la sua ineleggibilità perché vuole sconfiggerlo politicamente e non per via giudiziaria).

    Una legge elettorale con premio a chi prenda consensi almeno del 40 per cento dei votanti. Questa è la "vocazione maggioritaria".

    La definizione non l'ha inventata Renzi, la coniò e ne fece la sua bandiera nelle elezioni del 2008 Walter Veltroni. Incassò il 34 per cento dei voti e fu giudicata dall'allora nomenclatura di quel partito (nato pochi mesi prima) una sconfitta, mentre a guardar bene le cose era una vittoria avendo raggiunto la cifra massima che il Pci di Berlinguer aveva toccato a metà degli anni Settanta.

    Veltroni, in pura teoria, dovrebbe dunque essere lui il candidato che incarni la vocazione maggioritaria ma - vedi caso - si è autorottamato sotto la spinta di Matteo e quindi è fuori concorso.

    Dunque Renzi. Tutto bene? Tutti contenti? Parrebbe di sì, con qualche eccezione, ma non stiamo a cincischiare e ad asciugare gli scogli, Renzi vincerà e Berlusconi con i processi e le sentenze se la vedrà per conto proprio. Se decidesse di andarsene in pensione ad Antigua o in qualche altro sito ameno, Matteo gli farà certamente un regalino, un dolcetto, un ricamo, insomma una gentilezza.

    Ma Letta e il suo governo? Questo è il punto. Non pensate male: Matteo ha stima di Letta. Lo lascerà lavorare fino a quando avrà realizzato lo scopo per il quale il governo è stato nominato ed è sostenuto dalla strana maggioranza che conosciamo.

    Lo scopo, ecco il punto. Su questo Matteo ha idee chiarissime: deve fare quelle tre o quattro cose che la gente si aspetta in tempi di vacche magre: un po' più di lavoro ai giovani, un po' di soldi agli esodati, un po' di cantieri per opere pubbliche locali, l'abolizione del patto di stabilità per i Comuni virtuosi, Senato federale senza poteri di fiducia. E poi a casa. Quando? Mica subito. Diciamo che le elezioni si faranno a primavera del 2014. Letta può lavorare tranquillo fino a Natale prossimo, poi a marzo campagna elettorale e Renzi premier nel prossimo maggio. Questo è quanto.

    C'è un punto però: dal prossimo primo luglio, cioè tra una settimana, quando Renzi scioglierà la riserva, tutti gli interessati in Italia e in Europa (e anche in America) sapranno quello che accadrà poi. E comincerà il ballo: sullo "spread", sui tassi di interesse, sulla speculazione contro il nostro debito sovrano, sull'evasione fiscale, sul rigorismo tedesco e via enumerando. Un ballo che durerà almeno un anno, per cui quelle "tre o quattro cose" che Letta dovrebbe fare entro il prossimo marzo finiranno nel pallone. Il fatto che il congresso riguardi soltanto la carica di segretario del partito non cambia le cose perché se Renzi lo diventerà avrà la guida di una gamba del tavolo parlamentare, e che gamba!

    Dunque niente Renzi? A me era antipatico, poi a Firenze, nel corso della nostra "Repubblica delle Idee" l'ho conosciuto e mi è parso simpatico; ma le cose stanno esattamente come ho fin qui esposto. Se si presenta vince, se vince comincia il ballo (al quale anche Berlusconi parteciperà). Allora gli scogli bisognerà asciugarli e francamente non vedo nessuno che ci possa riuscire.
    ***
    Ma i mercati - mi si obietterà - sono agitati anche adesso, da qualche giorno le Borse perdono colpi in Europa, ma anche a Tokyo e anche a New York; lo "spread" italiano (e quello spagnolo) hanno perso terreno, il nostro veleggiava verso i 240 punti e adesso è di poco sotto ai 300; il dollaro è debole rispetto all'euro, la Fed fa intravedere che tra sei mesi potrebbe cessare l'acquisto di titoli di Stato e aumentare il tasso di sconto. Draghi dal canto suo è alle prese con i falchi della Bundesbank, dietro ai quali, secondo i sondaggi, c'è il 48 per cento degli elettori che vorrebbe l'uscita della Germania dall'euro.

    Ebbene sì, i mercati sono allarmati per tutti questi "rumors" ai quali bisogna aggiungere anche la crisi di governo in Grecia, ipotesi tutt'altro che incoraggiante. Ma sono cosucce, pinzellacchere come avrebbe detto Totò. Ci fanno misurare che cosa accadrebbe quando il gran ballo ripartisse avendo l'Italia come epicentro.
    Intanto noi dobbiamo risolvere, entro la settimana che comincia domani, il problema del rinvio dell'Iva per almeno sei mesi, che porta con sé l'abolizione dell'Imu (il problema del rimborso è di fatto archiviato). Per fare queste operazioni ci vogliono, secondo una stima attendibile, otto miliardi che non ci sono. Letta e Alfano hanno deciso di attendere Saccomanni il quale venerdì aveva incassato l'uscita formale dell'Italia dalla procedura di infrazione per eccesso di deficit. Gli effetti concreti di quell'uscita - che valgono una disponibilità di risorse per mezzo punto di Pil, pari a una decina di miliardi - si produrranno a gennaio 2014, ma il tema dell'Iva è invece immediato ed è richiesto con forza dal Pdl, dal Pd, dai commercianti e dagli industriali. Scrivendone domenica scorsa dissi che Saccomanni avrebbe trovato la soluzione. La conosceremo domani o al massimo martedì, ma mi sento di confermare quanto scrissi la settimana scorsa: il ministro del Tesoro, d'intesa con Letta, proporrà il solo rinvio dell'Iva e delle rate Imu all'autunno (ottobre-novembre). Per l'Imu l'imposta sarà abolita e sostituita con un'imposta sugli immobili quale esiste in tutti i paesi dell'Occidente, nel quadro d'una riforma generale del fisco. Per l'Iva si manovreranno le aliquote per scelte merceologiche secondo criteri di equità. Nel frattempo, entro le prossime quarantott'ore, ci vogliono dai 3 ai 4 miliardi per rinviare l'Iva di sei mesi e indennizzare i Comuni per il rinvio dell'Imu. Non avendo "tesoretti" da mettere sul tavolo, ci vorranno nuove imposte o tagli equivalenti. Una soluzione sarebbe di colpire le rendite, un'altra di alienare o cartolarizzare beni pubblici di facile spendibilità: sarebbe un taglio "una tantum" ma anche il rinvio Iva è un "una tantum".

    Credo che sarà questa la strada. Si tratta di una scelta di forza maggiore e anche Alfano - dopo aver schiarito l'ugola con qualche colpo di tosse - dovrà rassegnarsi e digerire il rospetto. È molto piccolo rispetto a quanto può arrivare.
    ***
    Aggiungo, per chiuderla qui, che se le politiche economiche hanno un senso, all'eventualità di una politica meno espansiva della Federal di Bernanke (o del suo successore) la Bce dovrebbe agire in senso opposto. Se Bernanke chiude il rubinetto perché spera che l'America stia superando la crisi, Draghi deve mantenerlo aperto affinché i mercati non sentano la stretta. E se il cambio euro-dollaro vedesse un indebolimento controllato della moneta europea, per esempio attorno a 1.20 dollari per un euro, sarebbe un fenomeno positivo per le nostre esportazioni e una politica anticiclica come è compito della Banca centrale.

    Ci vuole una ferma e prestigiosa pressione di Letta e di Hollande (con l'appoggio di Obama e di Cameron) nei confronti di Merkel e di Schäuble, e della Corte di Lussemburgo nei confronti di quella di Karlsruhe. Insomma un'azione politica di lungo raggio che è la condizione permanente per consentire a Letta di fare quelle "tre o quattro cosucce" delle quali c'è estremo bisogno.

    Post scriptum. La notizia sulla quale richiamo l'attenzione dei lettori è la decisione di Mediobanca di metter fine alla politica dei patti di sindacato che, per oltre mezzo secolo, hanno ingessato il capitalismo italiano in una situazione di oligopolio finanziario e industriale.

    Mediobanca uscirà gradualmente ma senza ripensamenti da quasi tutti i patti di sindacato o alleggerirà molto la sua presenza. I sindacati dei quali si tratta sono la Telecom (Telco), la Rizzoli, la Pirelli, l'Italmobiliare. Nelle Generali scenderà del 3 per cento restando azionista col 10.

    Si tratta d'una novità assai importante che aumenterà la concorrenza e attirerà fondi di investimento e investitori istituzionali esteri. Dopo mezzo secolo Mediobanca toglie le bende a un sistema che era ormai mummificato, si tratta di un evento positivo che come tale va valutato.

    (23 giugno 2013)© RIPRODUZIONE RISERVATA
    Ultima modifica di dragone; 22-08-13 alle 14:35

  6. #6
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    Predefinito Re: neanche i berluschini erano arrivati a questo livello

    Quattro interventi per dire le stesse cose.
    E' la tecnica della pubblicità martellante.
    Ripeti la stessa cosa mille volte ed anche se è una emerita cazzata tutti gli stupidi ci crederanno.
    E considerando che sono la maggioranza ed hanno lo stesso diritto di voto di chi gli è superiore il risultato è garantito.
    "I carnefici hanno bisogno di urlare per imporre le proprie menzogne!
    Alle vittime basta il silenzio perchè ad esse apprtiene la verità!"

  7. #7
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    Predefinito Re: neanche i berluschini erano arrivati a questo livello

    Citazione Originariamente Scritto da fiume sand creek Visualizza Messaggio
    Quattro interventi per dire le stesse cose.
    E' la tecnica della pubblicità martellante.
    Ripeti la stessa cosa mille volte ed anche se è una emerita cazzata tutti gli stupidi ci crederanno.
    E considerando che sono la maggioranza ed hanno lo stesso diritto di voto di chi gli è superiore il risultato è garantito.
    dici che avranno più effetto martellante i miei 4 post o tutti i talk in tv/articoli su repubblica/articoli dell'espresso ecc?
    ps:in ogni caso dopo aver letto i suoi articoli...scalfari mi ha convinto:voto Monti ;)
    Ultima modifica di dragone; 22-08-13 alle 14:55

  8. #8
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    Predefinito Re: neanche i berluschini erano arrivati a questo livello

    ma quante volte Renzi è andato a mangiare da Berlusconi? E Bossi?
    Liberate vos ex inferis

  9. #9
    Forumista
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    Predefinito Re: neanche i berluschini erano arrivati a questo livello

    roba appassionante, proprio da Repubblichella 2000..renzi di destra o di sinistra?

  10. #10
    Arrabbiato
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    Predefinito Re: neanche i berluschini erano arrivati a questo livello

    Perchè, quando facevano gli articoli su Monti il Salvatore chiamandolo "nonno Mario"?
    Li prendevano pure per culo per radio

    Ma loro sono i bianchi cavalieri jedi che combattono contro il lato oscuro della forza per cui non ci fanno troppo caso a queste cose

 

 
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