Risultati da 1 a 8 di 8
  1. #1
    a.k.a. tolomeo
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    Predefinito Chapeau alla Lega un partito con una ideologia

    Chapeau alla Lega un partito con una ideologia

    di Antonio Polito

    per limitarla, imitatela.



    È da denigrare la Lega, certo. Ma anche da ammirare. Non sono molti i partiti in Europa che possono sfoggiare le stessa vitalità e lo stesso radicamento del movimento di Bossi. Da un certo punto di vista, anzi, la Lega riscatta la forma-partito, così in declino dopo l'89, e le restituisce senso e modernità. I suoi concorrenti, a destra e sinistra, dovrebbero imparare a imitarla, se davvero vogliono limitarla.
    La Lega ha due cose che gli avversari non hanno: ha un'ideologia e ha il “patronage”. L' ideologia è stata molto bistrattata dopo la caduta del Muro e dei pensieri politici forti. Ma è impossibile immaginare un partito senza un' idea di società cui aspirare e un conseguente set di valori. Smarrita la tensione liberale nel calderone messo in piedi da Berlusconi, e naufragata la tensione alla giustizia sociale nel guazzabuglio veltroniano, solo la Lega oggi ha un'ideologia.

    Un complesso di valori fortemente di destra, quasi da anni Trenta del Novecento. Ma forte e chiaro. Per questo Umberto Bossi può lanciare un'idea a settimana. E conta poco che quelle proposte, dalle gabbie salariali alla castrazione chimica degli stupratori, poi non si realizzino. Anzi. L'elettorato ne trarrà nuovi motivi di consenso: se la Lega fosse più forte quelle cose si farebbero, dunque facciamola più forte. È questo residuo di utopia che consente al Carroccio di godere dei vantaggi dell'opposizione anche quando è al governo. Si fa presto a dire: tanto è propaganda. Le “culture wars”, le guerre culturali, hanno consegnato alla destra americana l'egemonia dell'agenda politica dai tempi di Richard Nixon fino a Barack Obama. Guai a sottovalutarle. Quando Alessandro Campi ha scritto sul nostro giornale che la Lega ha già vinto una di queste guerre radicando nel Paese il sentimento della disunità nazionale, diceva il vero.
    Che fanno gli avversari per rispondere a questa formidabile offensiva di idee? A che cosa pensano i tanti e costosi think tank dei partiti, mentre la fabbrica del consenso leghista non va in vacanza nemmeno ad agosto e le idee se le fa in casa come le marmellate? Giganteschi apparati, fior di intellettuali e pletore di giornali e reti televisive surclassati da un piccolo gruppo dirigente di leghisti neanche tanto colto. Chapeau.
    Ogni volta che la Lega ne spara una, mi viene da pensare a quanto tempo è passato dall'ultima proposta sociale fatta dal Partito democratico, che pure dell' opposizione dovrebbe fare il suo mestiere. Da quand'è che i dirigenti di quel partito non si siedono a un tavolo per lanciare un'idea sui salari o sulla lotta al crimine capace di fare l'agenda politica del mese? Come passano il loro tempo mentre i leghisti lavorano?
    Il secondo elemento forte della Lega è il “patronage”, e cioè la deliberata capacità di interpretare e proteggere interessi sociali e territoriali definiti. Ammetto che questo lavoro riesce meglio a un partito piccolo e territoriale piuttosto che a uno grande e nazionale. Ma un partito può definirsi corettamente nazionale quando pratica un'idea di nazione. E invece è sorprendente lo smarrimento con cui il Popolo delle libertà insegue i partiti del “patronage”, oggi il nordista domani il sudista, senza essere in grado di definire una sua idea del futuro dell'Italia che non si limiti al cabotaggio tra gli interessi concorrenti. Forse Silvio Berlusconi ha concesso troppo alla Lega, quando le ha dato ministero dell'Interno e ministero del Tesoro, le due chiavi del consenso che la Democrazia cristiana non a caso teneva sempre per sé O forse no. Perché il centrodestra ha bisogno della Lega più di quanto la Lega abbia bisogno del centrodestra. E non solo dal punto di vista dei numeri.

    Lo smarrimento ideale del Partito democratico di fronte all'offensiva leghista ha poi del paradossale. Appena un anno fa invitava Bossi alla sua festa nazionale, cinguettava con lui sul federalismo fiscale, ipotizzava il Pd del nord, sperando di scardinare il centrodestra per mano leghista. Oggi espelle i leghisti dalla sua festa di Genova e cinguetta con Raffaele Lombardo, nell'illusione di compiere la stessa operazione al contrario. E chi a sinistra guidava la carica federalista contro un giustamente scettico Giancarlo Galan, oggi gli si propone come un improbabile alleato, anzi un vassallo, pur di infastidire la Lega. Piccolo cabotaggio anche questo, di un partito che finché non trova niente da dire all'elettorato è costretto a giocare questi giochi di palazzo, confermando così la sua subalternità alla Lega, corteggiandola e demonizzandola ad anni alterni.

    Il Riformista
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  2. #2
    email non funzionante
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    Predefinito Rif: Chapeau alla Lega un partito con una ideologia

    Non solo è deludente e degradante per l'elettorato e per chi auspica una opposizione in grado di prodursi come alternativa, osservare la processione di uomini del pd presso i legaioli, ma soprattutto questo cerimoniale cancella qualsiasi traccia di orgoglio democratico; il rivolgersi alla lega la dice lunga sul loro panorama interno e su una totale mancanza di idee e di proposte, oltreché di uomini e dirigenti. Certo la lega è un parito territoriale, non dovrebbe servire da modello al pd, ma quantomeno questi gurdino e imparino come si parla ai propri sostenitori.
    "La credenza in un'economia di mercato in cui l'acquirente è sovrano è una delle più convincenti forme di truffa" (John Kenneth Galbraith, L'economia della truffa)

  3. #3
    a.k.a. tolomeo
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    Predefinito Rif: Chapeau alla Lega un partito con una ideologia

    Citazione Originariamente Scritto da Aurelianus Visualizza Messaggio
    Non solo è deludente e degradante per l'elettorato e per chi auspica una opposizione in grado di prodursi come alternativa, osservare la processione di uomini del pd presso i legaioli, ma soprattutto questo cerimoniale cancella qualsiasi traccia di orgoglio democratico; il rivolgersi alla lega la dice lunga sul loro panorama interno e su una totale mancanza di idee e di proposte, oltreché di uomini e dirigenti. Certo la lega è un parito territoriale, non dovrebbe servire da modello al pd, ma quantomeno questi gurdino e imparino come si parla ai propri sostenitori.
    figurati se quelli imparano.

    vanno ancora in giro a dire che hanno vinto!
    .

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  4. #4
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    Predefinito Rif: Chapeau alla Lega un partito con una ideologia

    ottima analisi quella di polito. per fortuna che dalle parti dei democrat non sanno leggere o, comunque, non capiscono ciò che leggono.

  5. #5
    a.k.a. tolomeo
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    Predefinito Rif: Chapeau alla Lega un partito con una ideologia

    Citazione Originariamente Scritto da el cuntadin Visualizza Messaggio
    ottima analisi quella di polito. per fortuna che dalle parti dei democrat non sanno leggere o, comunque, non capiscono ciò che leggono.
    poveri riformisti del PD - Polito, Nicola Rossi, Caldarola, ecc. tutta gente rispettabilissima.

    non possono andare a destra, ed e' comprensibile, non possono andare con di pietro - come hanno fatto tantissimi elettori piddini per l'insipienza dei propri dirigenti - perche' lo considerano a ragione pericoloso, non resta loro che restare attaccati a questo bastmento che inesorabilmente affonda.
    .

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  6. #6
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    Predefinito Rif: Chapeau alla Lega un partito con una ideologia

    Citazione Originariamente Scritto da tolomeo Visualizza Messaggio
    Chapeau alla Lega un partito con una ideologia

    di Antonio Polito

    per limitarla, imitatela.



    È da denigrare la Lega, certo. Ma anche da ammirare. Non sono molti i partiti in Europa che possono sfoggiare le stessa vitalità e lo stesso radicamento del movimento di Bossi. Da un certo punto di vista, anzi, la Lega riscatta la forma-partito, così in declino dopo l'89, e le restituisce senso e modernità. I suoi concorrenti, a destra e sinistra, dovrebbero imparare a imitarla, se davvero vogliono limitarla.
    La Lega ha due cose che gli avversari non hanno: ha un'ideologia e ha il “patronage”. L' ideologia è stata molto bistrattata dopo la caduta del Muro e dei pensieri politici forti. Ma è impossibile immaginare un partito senza un' idea di società cui aspirare e un conseguente set di valori. Smarrita la tensione liberale nel calderone messo in piedi da Berlusconi, e naufragata la tensione alla giustizia sociale nel guazzabuglio veltroniano, solo la Lega oggi ha un'ideologia.

    Un complesso di valori fortemente di destra, quasi da anni Trenta del Novecento. Ma forte e chiaro. Per questo Umberto Bossi può lanciare un'idea a settimana. E conta poco che quelle proposte, dalle gabbie salariali alla castrazione chimica degli stupratori, poi non si realizzino. Anzi. L'elettorato ne trarrà nuovi motivi di consenso: se la Lega fosse più forte quelle cose si farebbero, dunque facciamola più forte. È questo residuo di utopia che consente al Carroccio di godere dei vantaggi dell'opposizione anche quando è al governo. Si fa presto a dire: tanto è propaganda. Le “culture wars”, le guerre culturali, hanno consegnato alla destra americana l'egemonia dell'agenda politica dai tempi di Richard Nixon fino a Barack Obama. Guai a sottovalutarle. Quando Alessandro Campi ha scritto sul nostro giornale che la Lega ha già vinto una di queste guerre radicando nel Paese il sentimento della disunità nazionale, diceva il vero.
    Che fanno gli avversari per rispondere a questa formidabile offensiva di idee? A che cosa pensano i tanti e costosi think tank dei partiti, mentre la fabbrica del consenso leghista non va in vacanza nemmeno ad agosto e le idee se le fa in casa come le marmellate? Giganteschi apparati, fior di intellettuali e pletore di giornali e reti televisive surclassati da un piccolo gruppo dirigente di leghisti neanche tanto colto. Chapeau.
    Ogni volta che la Lega ne spara una, mi viene da pensare a quanto tempo è passato dall'ultima proposta sociale fatta dal Partito democratico, che pure dell' opposizione dovrebbe fare il suo mestiere. Da quand'è che i dirigenti di quel partito non si siedono a un tavolo per lanciare un'idea sui salari o sulla lotta al crimine capace di fare l'agenda politica del mese? Come passano il loro tempo mentre i leghisti lavorano?
    Il secondo elemento forte della Lega è il “patronage”, e cioè la deliberata capacità di interpretare e proteggere interessi sociali e territoriali definiti. Ammetto che questo lavoro riesce meglio a un partito piccolo e territoriale piuttosto che a uno grande e nazionale. Ma un partito può definirsi corettamente nazionale quando pratica un'idea di nazione. E invece è sorprendente lo smarrimento con cui il Popolo delle libertà insegue i partiti del “patronage”, oggi il nordista domani il sudista, senza essere in grado di definire una sua idea del futuro dell'Italia che non si limiti al cabotaggio tra gli interessi concorrenti. Forse Silvio Berlusconi ha concesso troppo alla Lega, quando le ha dato ministero dell'Interno e ministero del Tesoro, le due chiavi del consenso che la Democrazia cristiana non a caso teneva sempre per sé O forse no. Perché il centrodestra ha bisogno della Lega più di quanto la Lega abbia bisogno del centrodestra. E non solo dal punto di vista dei numeri.

    Lo smarrimento ideale del Partito democratico di fronte all'offensiva leghista ha poi del paradossale. Appena un anno fa invitava Bossi alla sua festa nazionale, cinguettava con lui sul federalismo fiscale, ipotizzava il Pd del nord, sperando di scardinare il centrodestra per mano leghista. Oggi espelle i leghisti dalla sua festa di Genova e cinguetta con Raffaele Lombardo, nell'illusione di compiere la stessa operazione al contrario. E chi a sinistra guidava la carica federalista contro un giustamente scettico Giancarlo Galan, oggi gli si propone come un improbabile alleato, anzi un vassallo, pur di infastidire la Lega. Piccolo cabotaggio anche questo, di un partito che finché non trova niente da dire all'elettorato è costretto a giocare questi giochi di palazzo, confermando così la sua subalternità alla Lega, corteggiandola e demonizzandola ad anni alterni.

    Il Riformista
    Tolomeo,

    l'ultima occasione che ebbi di pubblicare un post, lo feci tramite articolo di Pansa, che lavora al riformista. subito arrrivarono risposte da veri patorinco, ma superiamo il lego e diciamo che quest'anno sono stato e sono contento di aver votato Lega. Quelli non si perdono in ciance, in tavole rotonde fiume, in estenuanti ore a parlarsi addosso. Loro hanno una sola speranza. Non scomparire definitivamente.

    saluti

  7. #7
    Il fustigatore.
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    Predefinito Rif: Chapeau alla Lega un partito con una ideologia

    Vorrei davvero sapere quale sarebbe l'ideologia leghista.Forse quella populista?

  8. #8
    Uomo d'ordine e valori
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    Predefinito Rif: Chapeau alla Lega un partito con una ideologia

    La Lega è un partito non solo di voti ma di territorio, per questo genera spiriti emulativi negli ex PCI.

 

 

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