Perfetto...come sempre
E così Berlusconi avrebbe davvero pronto il "video deflagrante", da trasmettere domenica su Mediaset, il giorno prima del (non) voto in Giunta. Un video "durissimo" contro giudici e magistratura, che suggellerebbe la pre-rottura con il governicchio Letta.
Pensateci: in un paese normale, di fronte alla minaccia del video di un pregiudicato condannato, si metterebbero tutti a ridere. Guarderebbero il video come si guarda un vecchietto involontariamente ridicolo e lo prenderebbero in giro per i (non) capelli tinti con l'Uni-Posca, per la parlata da cummenda, per i tacchi. Per la calza nella telecamera, per i testi ridicoli, per la postura ridicola.
Lo guarderebbero come si guarda una macchietta. Proverebbero quasi pena per lui. E - continuando a cenare - direbbero ai commensali: "Ma davvero 'sto frodatore, verosimilmente corruttore e cento - o quasi altri reati pensa che qualcuno creda alle sue cazzate?".
In un paese normale, o anche solo minimamente adulto democraticamente, andrebbe così. In Italia, invece, il "video" assurge a minaccia-atomica. E' stato così tante volte, anche nel '94. E milioni di elettori continueranno o ricominceranno a crederci.
Anche questa è l'Italia. Un paese in cui un video cancella una sentenza, un acquisto (o riacquisto) di Balotelli o Kakà sposta voti. E milioni di cittadini credono, o addirittura si affascinano, alle caricature chapliniane. Senza però esser Chaplin.
Andrea Scanzi