ROMA - Altro che «valorizzare l’arte di strada». I live amplificati fino all’una di notte dei menestrelli multietnici del terzo millennio, «benedetti» dalla proposta di delibera del consigliere comunale di Sel Gianluca Peciola, proprio non piacciono ai residenti del centro storico.
All’indomani dell’annuncio delle nuove regole avanzate dal consigliere per «liberalizzare» le esibizioni degli artisti di strada, i vari comitati di abitanti insorgono. E manca poco che non arrivino alla «barricate». Ieri, in tanti, si sono dati appuntamento nelle rispettive sedi delle associazioni per discutere le nuove linee guida che fanno leva, in sintesi, sull’apertura a esibizione nei giorni festivi e prefestivi fino all’una di notte, senza limiti per il numero di persone che possono suonare e all’uso di percussioni e amplificatori. Si dice completamente contrario il Coordinamento residenti città storica, pronto dalle prossime ore ad inviare una dura lettera di appello al sindaco Ignazio Marino e a sollecitare incontri con le commissioni competenti in materia, a partire dalla Commissione Cultura: «Abbiamo convocato una riunione stasera (ieri per chi legge ndr.), e abbiamo deciso di redigere subito una lettera al sindaco perché siamo convinti che non si difende così la città - dichiara il portavoce del Coordinamento Paolo Gelsomini - E chiederemo un incontro con le commissione competenti perché questa proposta di delibera è sconcertante. Sembra proprio una botta propagandistica di fine estate». Se dai vertici di Sel, ieri, rilanciavano che la proposta «ha il merito di considerare gli artisti di strada un patrimonio comune», il Coordinamento la boccia «come dilettantesca».
IL BLUFF DEI DECIBEL
«Questa non è una liberalizzazione, ma una deregulation sui rumori, sulle emissioni acustiche, autorizzando un uso indiscriminato degli amplificatori - incalza Gelsomini - Dice che non si può suonare vicino alle biblioetche, ma si sono dimenticati degli ospedali. Io l’ho letto bene e mi pare sia difficilmente controllabile la normativa contenuta nella proposta di delibera, perché è macchinosa». Niente da ridire sull’arte di strada. «Non sono contrario agli artisti di strada - dice Gelsomini - Mi affascinarono quando li vidi a Parigi ventenne. Oggi quella visione romantica non c’è più, c’è la malavita alle loro spalle e i fachiri truffaldini. E poi c’è la questione dei decibel: perché serve l’amplificazione? che siamo all’auditorium?»
Riunione fino a tardi, ieri, anche per l’associazione Abitanti centro storico che rispedisce al mittente la proposta: «Bisogna smetterla di giocare con il centro storico di Roma a scopi propagandistici - tuona la presidente Viviana Di Capua - Voglio ricordare che anche noi cittadini abbiamo partecipato ai tanti tavoli pur di partorire la delibera sulle regole delle esibizioni degli artisti di strada che desse respiro all’abitato e agli stessi operatori. Una delibera approvata che è stata studiata nei minimi dettagli in modo che rispettasse un centro storico che, ricordiamolo sempre, è patrimonio Unesco e non terra di circensi. Smettiamola di smantellare ciò che di buono si è fatto nelle amministrazioni precedenti».
Di sicuro, ribadiscono a gran voce i residenti, non è una priorità per Roma: «Non credo che sia un atto importante per Roma ora che ha bisogno di tanti altri interventi - insiste la Di Capua - I temi in gioco qui sono il disturbo della quiete pubblica, la salute, sicurezza e buon vivere civile. Vogliamo pensare agli artisti di strada? allora facciamo come nelle altre capitali europee, portiamoli nelle ville e nei giardini con regole e controlli. Ci appelliamo al buon senso di chi governa - conclude la Di Capua - Se dovesse passare la proposta saremo costretti a rivolgerci agli aspetti legali. Ma non sono minacce quelle che possono venire dall’associazione, noi cerchiamo di tutelare l’ambiente».
Roma, artisti di strada: residenti in rivolta «Servono regole, pronti alle barricate» - Il Messaggero