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    Super Troll
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    Predefinito Il libro scandalo "i padrini dell'Umbria"

    C’è un libro che sta scalando le classifiche di vendita in Umbria (attualmente è al secondo posto dopo “Zero zero zero” di Roberto Saviano), è l’inchiesta condotta dal giornalista orvietano Claudio Lattanzi e intitolata “I padrini dell’Umbria” (la Casta, i soldi, la Massoneria, le Coop rosse, il sistema di potere che controlla la regione).Un volume di 545 pagine, molto gradevole da leggere e di ottima prosa: per certi versi “scioccante”, considerate le verità che rivela e i tempi che corrono. Tempi di crisi profonda per le famiglie e i lavoratori italiani, e di sfiducia nei confronti della politica e dello Stato. “Che cosa mi ha spinto a scrivere il libro? – spiega l’autore Claudio Lattanzi – E’ la domanda che mi porgono con più frequenza, perché molti credono chissà quale disegno o strategia ci sia dietro questa inchiesta. La verità è che sono un indipendente e volevo capire come funziona il sistema di potere umbro”. “Il sistema politico umbro si basa su due pilastri fondamentali. Il primo è il sistema pubblico, che conta 51 mila dipendenti, 15 ospedali e 4 mila persone che vivono di politica. La Regione costa, mediamente, 88 euro a ogni singolo cittadino umbro. L’Umbria è anche la regione con il più elevato numero di partecipazioni pubbliche nelle aziende municipalizzate, veri e propri ‘stipendifici’ e ‘carrozzoni’ per le assunzioni e la distribuzione degli appalti alle aziende ‘amiche’. Il secondo pilastro è costituito dalle cooperative rosse, basti pensare all’osmosi esistente tra i dirigenti dei partiti e i dirigenti delle cooperative. Nel 2007, ad esempio, la presidente Marini, in virtù del fatto che non era stata rieletta sindaco di Todi, venne nominata presidente della lega delle cooperative. In Umbria la legislazione permette a un Ente di affidare un servizio pubblico alle medesime cooperative anche per 10 o 15 anni di seguito. Le cooperative sono forti nei settori della grande distribuzione e dei servizi sociali. In Umbria Coop e Conad controllano circa il 60% del mercato della distribuzione alimentare (in alcune tipologie di superfici commerciali) mentre la quasi totalità dei servizi sociali sono esternalizzati alle cooperative”. “Come funzionano le cooperative sociali in Umbria?”. “In Italia, ad esempio, la legge stabilisce che certe categorie di persone hanno diritto all’assistenza pubblica. A livello nazionale lo Stato destina una somma alle famiglie delle persone da assistere, che poi decidono liberamente da chi farsi accudire. In Umbria, invece, i soldi dello Stato vengono incassati dai Comuni, che successivamente li ridistribuiscono alle cooperative sociali attraverso apposite convenzioni. Un sistema di controllo, dei servizi sociali, degno del migliore socialismo reale”. “Ci parla della situazione dei rifiuti in Umbria?”. “Comincio col dire che il proprietario della Gesenu è anche il proprietario della discarica di Malagrotta a Roma. A Città di Castello doveva essere costruito un pre-selettore dei rifiuti, che avrebbe notevolmente abbattuto le tariffe sui rifiuti pagate dai cittadini. Il pre-selettore non è stato costruito, perché i politici dell’alta valle del Tevere hanno preferito ‘curare’ gli interessi di Gesenu a discapito di quelli dei cittadini. Questi politici hanno percorso brillanti carriere. In generale, uno dei motivi per i quali la raccolta differenziata è ancora a livelli di grande arretratezza va individuata nel fatto che questo tipo di gestione dei rifiuti è contrario agli interessi di chi gestisce le discariche o intende bruciare i rifiuti negli inceneritori”. “Ci parli ora della lobby dei cementieri”. “I cementieri sono dei colossi internazionali (soprattutto la Colacem), che danno lavoro a migliaia di persone e che controllano il 70% circa dell’informazione regionale. I costruttori, cavatori, cementieri hanno dei grandi interessi in Umbria: basti pensare che la trasformazione della E-45 in autostrada verrà realizzata dal gruppo Caltagirone. “Numerose inchieste giudiziarie hanno riguardato esponenti politici regionali”. “I capi di imputazione a carico del sindaco di Foligno, fatta salva la presunzione di innocenza, fanno emergere un quadro desolante. È come se avessero cercato di ‘piegare’ gli interessi pubblici a quelli privati. Nel caso Goracci, invece, si tentò di occultare le prove. Quella umbra è una società duale: da una parte c’è la società protetta, perché vicina al sistema politico, e dall’altra la società che non gode della ‘protezione’ della politica e dei privilegi che la politica è in grado di assicurare”. Il libro è suddiviso in otto capitoli: “La foresta pietrificata” (sul sistema degenerato e il futuro incerto), “Il potere politico e le sue appendici” (suddiviso nei sotto capitoli “L’apparato del consenso”, “La sanità? Cosa loro”, “La vera macchina da guerra del partito, le cooperative rosse”, “Il sistema di appaltopoli, nel cuore del malaffare”, “Il business della monnezza e sua eccellenza la Gesenu”, “Strade e affari”), “Esempi di Feudi” (“Foligno, lu centru de lu potere e dei magheggi”, “Il sistema Gubbio e il ‘gruppo’ Goracci”, “I padroni di Bastia Umbra”, “I signori del Trasimeno e il sistema che ruota intorno a Crediumbria”, Da Porcacchia alle Orsoline, la cricca di Terni e i rapporti coi politici”, “Stroncone inquinata dalla diossina”, “Morire di cancro per l’inceneritore di Maratta”, “Bettona, quattromila abitanti e settantamila maiali”, “La lobby di Perugia”). “Sinistri figuri. Il virus di Parentopoli. Gli amici degli amici”, “La palude Umbra. L’immobilismo eretto a sistema” (“Grembiulini e compassi. Radiografia della città tra le più massoniche d’Italia”, “Le tre ‘C’ che contano: costruttori, cavatori, cementieri”, “Banche e banchieri”), “Le mani della mala sulla regione”, “Le analisi” (“L’Umbria bloccata da consociativismo e conservatorismo”. “L’Umbria una realtà che tira a campare. La degenerazione della sinistra e la borghesia compradora”, “Il ruolo dei democristiani e l’involuzione del sistema Umbria”, “Quando provarono a farmi entrare nella Massoneria appena eletto presidente del consiglio regionale”, “La battaglia contro il sistema bloccato”, “La spesa pubblica è stata e continua ad essere elemento di garanzia. Il clientelismo? Solo piccole derive”), “Conclusioni”.
    Ultima modifica di C@scista; 20-09-13 alle 23:49

 

 

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