Originariamente Scritto da
Juv
Carta europea delle lingue regionali o minoritarie
(STE n° 148)
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Aperta alla firma degli Stati membri del Consiglio d’Europa, a Strasburgo, il 5 novembre 1992.
Entrata in vigore : 1° marzo 1998.
Riassunto
Tale trattato prevede la protezione e la promozione delle lingue storiche regionali e di minoranza. La sua elaborazione è dovuta, da un lato, alla conservazione ed allo sviluppo delle tradizioni e del patrimonio culturale europeo,
d’altra parte, al rispetto del diritto imprescrittibile e universalmente riconosciuto di usare una lingua regionale o di una minoranza nella vita privata e pubblica.
Innanzitutto, essa indica degli obiettivi e dei principi che le Parti si impegnano a applicare a
tutte le lingue regionali o di minoranza esistenti sul loro territorio: rispetto dell’aria geografica di ognuna di queste lingue, necessità di promozione, facilità ed/o incoraggiamento del loro uso scritto ed orale nella vita pubblica e privata (attraverso adeguati mezzi di insegnamento e di studio, attraverso scambi transnazionali per quelle lingue che sono praticate in forme ientiche o similari in altri Stati).
In seguito, la Carta indica una serie di misure che devono essere prese per agevolare l’uso delle lingue regionali o di minoranza nella vita pubblica. Tali misure coprono i seguenti campi: l’insegnamento, la giustizia, le autorità amministrative ed i servizi pubblici, i media, le attività e le strutture culturali, la vita economica e sociali e gli scambi transfrontalieri. Ogni Parte si impegna ad applicare al meno 35 paragrafi o sottoparagrafi scelti tra queste misure, di cui un numero deve essere scelto da un « nocciolo duro ». Ancora, ogni Parte deve specificare nel suo strumento di ratifica a quale lingua regionale o di minoranza parlata in tutto o in una parte del suo territorio si applicano le disposizioni scelte.
L'applicazione della Carta è controllata da u Comitato di esperti che è incaricato di esaminare i rapporti periodici presentati dalle Parti.
Consiglio d'Europa - Riassunto - STCE no. 148
Questo trattato deve essere ancora ratificato, ma è stato firmato in ogni caso nel 2000.
Chiaramente siamo in italia, ed allora chi di dovere decise di inserirci solo le lingue veramnte "minoritarie" come l'Occitano e l'albanese , tenedo fuori lingue parlate da centinaia di migliaia di persone, come il Veneto, il Ligure, il piemontese, il Lombardo, il Romagnolo, il Napoletano il Siciliano ed altre.
(e non si capisce perchè gli occitani si, ed i napoletani no :mmm
A questo punto, non so quali scuse potrebbero essere trovate. Nel pieno spirito di questa Carta, le nostre lingue regionali, dalla Valtellina alla Sicilia, dovranno essere tutelate. In barba a chi pensa che le culture e le lingu locali, siano fonte di ignoranza e razzismo.