ANCORA SHOPPING PER LA RIMINESE CELLI
Il Gruppo Celli di San Giovanni in Marignano (Rimini, leader globale nel settore degli impianti e accessori per la spillatura di bevande, ha finalizzato, attraverso la controllata inglese ADS2, l’acquisizione del 100% del capitale di Angram, azienda inglese specializzata nella produzione di sistemi per la spillatura tradizionale a pompa delle birre cask ale.
Celli, informa una nota, attraverso questa acquisizione rafforza ulteriormente la propria posizione di leadership nel mercato inglese e prevede di raggiungere, a livello consolidato, la soglia dei 100 milioni di euro di fatturato nel 2017. Secondo quanto si apprende, Celli ha acquisito Angram per un controvalore di oltre 15 milioni. “L’acquisizione di Angram – dichiara Mauro Gallavotti, Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Celli – rafforza la nostra posizione nel piu’ grande mercato a livello mondiale per consumi di birra alla spina e per diffusione dell’arte della spillatura, completando la nostra offerta con un prodotto di altissimo valore proveniente dalla tradizione della birra artigianale e permettendo al Gruppo Celli di raggiungere la soglia di fatturato dei 100 milioni di Euro”.
ANCORA SHOPPING PER LA RIMINESE CELLI - viaEmilianet
La Refrion installa i propri raffreddatori negli stadi russi
Si tratta di due degli stadi in fase di realizzazione per i prossimi mondiali di calcio di giugno 2018 in Russia. La commessa proietta l’azienda verso i 25 milioni di fatturato
UDINE - La friulana Refrion conferma la sua vocazione internazionale chiudendo una nuova importante commessa estera: le sue unità refrigeranti, infatti, sono state scelte per firmare l’hospitality di ben due dei dodici stadi in fase di realizzazione per lo svolgimento del prossimo Campionato Mondiale di Calcio, atteso a giungo 2018 in Russia.
Si tratta degli impianti di Volgograd (Leningrado) e di Ninij Novgorod, due opere importanti ed avveniristiche sulle quali verranno installate otto unità Refrion. Una commessa che permetterà al Gruppo di ambire ad un fatturato 2017 a quota 25 milioni di Euro.
“Investire in ricerca ed innovazione ci ha permesso di mantenere un alto livello di competitività negli anni e di introdurre sul mercato soluzioni di grande potenza che, garantendo altissimi livelli di efficienza, sono perfette per applicazioni industriali.” - dichiara Daniele Stolfo, Ceo di Refrion, che prosegue – “Una prerogativa per il Gruppo che oggi ci premia e ci rende orgogliosi, in quanto ci permette di portare alta la bandiera del Made in Italy anche in un settore cosi' specializzato quale quello della produzione di unità per il raffreddamento, la refrigerazione e il condizionamento.”
Un mercato, quello estero, con il quale Refrion realizza l’80% del fatturato relativo agli apparecchi ventilati e verso cui nutre sempre maggiori ambizioni; tra i prossimi obiettivi, infatti, c’è l’introduzione commerciale in America centro settentrionale.
Refrion prosegue il suo cammino di crescita ottenendo buone risposte anche dall’Europa. I liquid cooler dell’azienda friulana sono stati scelti anche per la nuova sede
della multinazionale Trivago a Dusseldorf e, in passato, erano già stati utilizzati anche per lo stadio di Berna in occasione del campionato Europeo di Calcio e, nel 2012, per lo stadio di Varsavia in cui si è svolta una delle finali degli Europei di calcio di Polonia e Ucraina.
La Refrion installa i propri raffreddatori negli stadi russi - Focus - Il Mattino di Padova
Barilla investe 50 milioni nello stabilimento storico di Pedrignano
Emanuele Scarci
Barilla rilancia sugli investimenti nello stabilimento di Pedrignano, alle porte di Parma. Cinquanta milioni di euro in dieci anni per ampliare il magazzino e migliorare la logistica. Lo stabilimento storico di Pedrignano è il più grande impianto di produzione di pasta secca al mondo, dove quest’anno si raggiungerà una produzione di 330mila tonnellate di prodotto finito, l’equivalente di 4 miliardi di piatti di pasta l’anno. Nel 2013 erano stati investiti 15 milioni per un grande magazzino automatizzato.
A raccontare quello che accadrà nel polo emiliano, nato 50 anni fa e ora in fase di completa ristrutturazione, il direttore, Alessandro Spadini: «I prossimi investimenti riguarderanno la parte logistica, a valle della produzione, per evitare colli di bottiglia. Portero' un primo investimento da 32 milioni di euro in consiglio di amministrazione a luglio», ha spiegato il direttore durante una visita agli impianti, organizzata in occasione dei 140 anni di attività di Barilla.
Nello stabilimento di Pedrignano oggi lavorano 450 persone su 19 linee di produzione, a cui si aggiungerà una ventesima in fase di realizzazione: da qui escono 104 tipi di pasta, per 387 item, il 65% dei quali finisce all’estero.
Da forno a industria
I 140 anni di attività sono stati l’occasione per la multinazionale del food per ricordare le radici di questa azienda, nata come un forno nel cuore di Parma e diventata leader mondiale nella produzione di pasta, con una attenzione particolare alla sostenibilità per l’ambiente, i propri dipendenti e i propri consumatori. A tal proposito nell’ultimo anno Barilla ha investito 40 milioni di euro per migliorare il profilo nutrizionale di tutti i suoi prodotti: oltre la metà di questi 40 milioni sono stati utilizzati per eliminare completamente l’olio di palma dalle proprie referenze, sostituito da quello di girasole.
«La ragione - ha detto Victoria Spadaro - non è l’olio di palma in sé, ma il suo contenuto di grassi saturi. Questo è un percorso iniziato nel 2010 volto a ridurre il contenuto di questa tipologia di grassi . Solo nel 2016 ne abbiamo eliminate 4.350 tonnellate da 150 ricette».
Tempi moderni
«Gli investimenti fatti sono quelli destinati da ogni azienda alla ricerca - ha spiegato Paolo Barilla, vicepresidente dell’azienda - solo che sono indirizzati su una strada molto precisa, per cui oggi ogni prodotto, sia quelli storici che quelli nuovi, devono avere un’attenzione che include cose che non c’erano in passato, solo perchè non era il momento o non se ne sentiva l’esigenza. Oggi, invece, quello che vogliamo dai prodotti che compriamo sono un’agricoltura, un gusto, una nutrizione migliori».
Nel 2016 il fatturato consolidato del gruppo Barilla è stato di 3,41 miliardi, +2% al netto dell’effetto cambio. Il 2016 è stato un anno di crescita, in particolare, per il mercato europeo: il gigante emiliano ha incrementato i volumi del 4% e le vendite del 3% (a tassi di cambio costanti). A trainare sono stati principalmente pasta e sughi.
Barilla investe 50 milioni nello stabilimento storico di Pedrignano - Il Sole 24 ORE
Ecco perché i porti di Genova e Venezia surclassano quelli siciliani
FABIO BONASERA
Attorno ai porti di Genova e Venezia, il top delle infrastrutture. Attorno a quelli siciliani, il nulla.
Per capire la portata di queste due grandi realtà dei mari Tirreno e Adriatico è sufficiente riferirsi ai numeri. La nuova Autorità di sistema ligure, comprendente pure Savona, ha recentemente presentato il proprio potenziale alla fiera Transport Logistic di Monaco di Baviera. Il presidente, Paolo Emilio Signorini, non ha esitato a parlare di “porta d’Italia nell’alto Tirreno per l’accesso ai mercati della Pianura Padana ma soprattutto della Svizzera e della parte meridionale della Germania“. “Serviamo in maniera efficace – ha proseguito – i mercati nazionali, attraverso la ferrovia raggiungiamo 12 destinazioni del nord Italia, abbiamo sul corridoio di Rivalta Scrivia la possibilità di sdoganare velocemente attraverso i fast corridor, facciamo treni verso l’hinterland che raggiungono i 475 metri. Ma già nel 2019 su ferro saremo in grado di fare shuttles dal porto ai terminal logistici sul corridoio Genova-Rotterdam, da dove con treni lunghi 750 metri dai porti potremo portare le merci alle destinazioni europee. Tra meno di sei anni, completato il Terzo valico in concomitanza con il tunnel del Ceneri in Svizzera e gli interventi sul nodo di Genova, i nostri scali saranno veramente in grado di essere il naturale competitor dei porti del Nord Europa, Rotterdam compreso, grazie a servizi ferroviari diretti su standard europeo, veloci ed economicamente vantaggiosi, verso Svizzera e Germania”.
Senza tralasciare il progetto intermodale Vamp up (Vado multimodal platform intermodal connections optimization and upgrading), finanziato con il bando comunitario Cef 2015, che potenzierà l’offerta dello scalo di Vado Ligure, nodo core della rete Ten-T e pezzo integrante del Corridoio Reno-Alpi, dove è in fase di costruzione la nuova infrastruttura multipurpose (ovvero polivalente) che verrà gestita da Apm Maersk, Cosco China Shipping e dal porto di Qingdao. Qui è in atto la costruzione di un terminal container “deep sea” da 800mila Teus. In programma anche la realizzazione di un sistema ferroviario efficiente e ben integrato con i corridoi Reno Alpino e Mediterraneo.
Non se la passano male nemmeno sulla sponda adriatica, dove l’Interporto di Venezia, nel cuore della zona industriale di Porto Marghera, all’interno di due corridoi europei fondamentali, il numero 8 Berlino-Palermo e il 5 Lisbona-Kiev, come si apprende dal sito istituzionale, ospita operatori anche internazionali che garantiscono magazzini doganali, depositi fiscali e recinti doganali; operazioni di carico/scarico navi, vagoni, autotreni; operazioni di insacco merci alla rinfusa; piazzali per smistamento e deposito merci. Si tratta di una moderna cittadella intermodale, sviluppata su un’area in espansione di 240.000 metri quadrati.
La banchina attrezzata è lunga 500 metri lineari con 30 piedi di pescaggio, a breve 32, che garantisce la possibilità di scaricare la merce direttamente da nave, anche su treno, mediante lo sfruttamento di un anello ferroviario interno di tremila metri lineari (presto saranno cinquemila), collegato alla vicina stazione di Venezia Mestre. Oltre che alla statale Romea commerciale, direzione Chioggia – Ravenna. Dista solamente un chilometro dagli snodi autostradali per la A4 (Torino – Trieste), A13 (Padova – Bologna), A23 (Palmanova – Tarvisio), A27 (Venezia – Belluno) e A28 (Portogruaro – Pordenone). L’Aeroporto Internazionale di Venezia, terzo d’Italia, si trova a 15 chilometri.
L’interporto conta su 92mila metri quadri di superficie coperta, 47mila metri quadri di magazzini, 9.500 di uffici, 60mila metri cubi di silos di stoccaggio. Riesce a movimentare due milioni di tonnellate l’anno di merce e, sul fronte strada, sdoganare 30mila camion. Vi attraccano 350 navi l’anno, per circa quattromila tonnellate l’anno per metro quadro.
Il magazzino logistica per la media e grande distribuzione possiede una superficie di 16mila metri quadrati, con altezza utile di 12 metri. La movimentazione dei prodotti ha una potenzialità di 300mila tonnellate l’anno, oltre mille al giorno. Il carico dei materiali sui mezzi è consentito dalle 22 baie di carico esistenti.
Il Magazzino del Freddo, anche questo tecnologicamente avanzato, assicura “una catena sicura e continuata” nello stoccaggio di prodotti ittici, di carni e alimenti congelati in genere. A disposizione, seimila metri quadrati attrezzati con 50mila metri cubi di celle frigorifere a meno 33 gradi di temperatura e una zona anti-cella a temperatura controllata compresa tra i 5 ed i 7 gradi per la movimentazione delle merci in arrivo e partenza, per la pesatura, l’etichettatura o l’eventuale riconfezionamento prima dell’introduzione dei prodotti nelle celle. In aggiunta, altri seimila metri quadrati di magazzino a disposizione per il futuro sviluppo di ulteriori 50mila metri cubi di celle frigorifere, attualmente utilizzati per lo stoccaggio di prodotti non deperibili.
https://www.lecodelsud.it/perche-por...sano-siciliani