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  1. #1
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    Predefinito Se prendi la multa, accusa il vigile (di Umberto Eco)

    Se prendi la multa, accusa il vigile

    di Umberto EcoSicuramente era invidioso della tua Bmw, per questo ti ha fatto la contravvenzione. Anche se avevi lasciato l'auto in terza fila e bloccavi il traffico. Questo è il ribaltamento a cui assistiamo in Italia. Mica da oggi: da vent'anni
    (16 settembre 2013)Qualcosa del genere lo avevo scritto in una Bustina del 1995, ma non è colpa mia se a distanza di diciotto anni le cose vanno nello stesso modo, almeno in questo paese. D'altra parte in un'altra Bustina avevo scritto di quando "Repubblica", per festeggiare il suo ventennale, aveva inserito nel numero di vent'anni dopo la copia anastatica del numero di vent'anni prima. Io avevo scambiato distrattamente il secondo per il primo, l'avevo letto con grande interesse e solo alla fine, vedendo che si davano solo i programmi di due canali televisivi, mi ero insospettito. Ma per il resto le notizie di vent'anni prima erano le stesse che mi sarei aspettato vent'anni dopo, e non per colpa di "Repubblica" ma dell'Italia.

    Così nel 1995 mi lamentavo di un curioso andazzo di alcuni giornali che parteggiavano per alcuni illustri accusati ma che, invece di sforzarsi di dimostrarne l'innocenza, pubblicavano articoli ambigui e allusivi, quando non deliberatamente accusatori, intesi a delegittimare i giudici.

    Ora, si noti, dimostrare che in un processo l'accusa è prevenuta o sleale, in sé sarebbe una bella dimostrazione di democrazia, e fosse stato possibile fare così in tanti processi messi in scena da dittature di vario colore. Ma questo si deve fare in situazioni eccezionali. Una società in cui, sempre e a priori, non solo l'accusa, ma anche il collegio giudicante siano sistematicamente delegittimati, è una società in cui qualcosa non funziona. O non funziona la giustizia o non funzionano i collegi di difesa.
    Eppure questo è ciò a cui stiamo assistendo da qualche tempo. La prima mossa dell'inquisito non è di provare che le prove di accusa sono inconsistenti, ma di mostrare all'opinione pubblica che l'accusa non è immune da sospetti. Se l'inquisito riesce in questa operazione, l'andamento del processo è secondario. Perché chi decide, in processi ripresi alla televisione, è l'opinione pubblica, che sfiducia l'inquirente e tende a convincere ogni giuria che sarebbe impopolare dargli ragione.



    Quindi il processo non riguarda più un dibattito tra due parti che presentano prove e controprove: riguarda, e prima ancora del processo, un duello massmediatico tra futuri imputati e futuri procuratori e membri del collegio giudicante, a cui l'inquisito contesta il diritto di giudicarlo.

    Se riesci a dimostrare che il tuo accusatore è un adultero, ha commesso peccati, leggerezze o crimini - anche se nulla hanno a che fare con il processo - hai già vinto. E non è necessario dimostrare che il giudice abbia commesso un delitto. Basta (ed è storia) averlo fotografato mentre getta una cicca per terra (cosa che ovviamente non avrebbe dovuto fare, neppure in un momento di distrazione) ma che dico, che (come è accaduto) gira con improbabili calzini celesti, e subito il giudicante diventa giudicabile, perché si insinua che sia essere bizzarro e inaffidabile, affetto da tare che lo rendono inadatto alla sua funzione.
    A quanto pare questo modo di fare, visto che vi si insiste da almeno vent'anni, funziona. E d'altra parte queste insinuazioni solleticano i peggiori istinti della persona media che, se è multata per aver parcheggiato in terza posizione, si lamenta dicendo che quel vigile non era normale, che nutriva sentimenti d'invidia verso chi aveva una Bmw, come accade di solito ai comunisti. In qualsiasi inchiesta tutti si sentono il K di Kafka, innocente di fronte una giustizia insondabilmente paranoica.

    Dunque, dicevo già diciott'anni fa, ricordate, la prossima volta che vi coglieranno con le mani nel sacco, nell'istante in cui date una mazzetta al poliziotto che vi ha sorpreso mentre spaccavate il cranio di vostra nonna a colpi di scure, non preoccupatevi di lavare le tracce di sangue, o di dimostrare che a quell'ora eravate altrove, a colloquio con un cardinale.

    Basta che dimostriate che chi vi ha sorpreso con le mani nel sacco (o sulla scure), dieci anni fa non ha dichiarato al fisco un panettone natalizio ricevuto in regalo da una qualche azienda (e meglio se all'amministratore delegato dell'azienda donante è sospettabile di essere stato legato un tempo da affettuosa amicizia).
    I "sud tirolesi":"Noi non ci sentiamo padani perché abbiamo un patrimonio genetico basato sulla legalità, sulla convivenza, sul rispetto delle diverse tradizioni culturali purché non lesive della libertà altrui..."

  2. #2
    ascpe' mo' vengo!
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    Predefinito Re: Se prendi la multa, accusa il vigile (di Umberto Eco)

    Sfruttano a fini personali l'atavica diffidenza dell'italiano comune nei confronti della giustizia. Come dire: io sono nemico del tuo nemico e quindi sono tuo amico.

  3. #3
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    Predefinito Re: Se prendi la multa, accusa il vigile (di Umberto Eco)

    Citazione Originariamente Scritto da venetoimpenitente Visualizza Messaggio
    Se prendi la multa, accusa il vigile

    di Umberto EcoSicuramente era invidioso della tua Bmw, per questo ti ha fatto la contravvenzione. Anche se avevi lasciato l'auto in terza fila e bloccavi il traffico. Questo è il ribaltamento a cui assistiamo in Italia. Mica da oggi: da vent'anni
    (16 settembre 2013)Qualcosa del genere lo avevo scritto in una Bustina del 1995, ma non è colpa mia se a distanza di diciotto anni le cose vanno nello stesso modo, almeno in questo paese. D'altra parte in un'altra Bustina avevo scritto di quando "Repubblica", per festeggiare il suo ventennale, aveva inserito nel numero di vent'anni dopo la copia anastatica del numero di vent'anni prima. Io avevo scambiato distrattamente il secondo per il primo, l'avevo letto con grande interesse e solo alla fine, vedendo che si davano solo i programmi di due canali televisivi, mi ero insospettito. Ma per il resto le notizie di vent'anni prima erano le stesse che mi sarei aspettato vent'anni dopo, e non per colpa di "Repubblica" ma dell'Italia.

    Così nel 1995 mi lamentavo di un curioso andazzo di alcuni giornali che parteggiavano per alcuni illustri accusati ma che, invece di sforzarsi di dimostrarne l'innocenza, pubblicavano articoli ambigui e allusivi, quando non deliberatamente accusatori, intesi a delegittimare i giudici.

    Ora, si noti, dimostrare che in un processo l'accusa è prevenuta o sleale, in sé sarebbe una bella dimostrazione di democrazia, e fosse stato possibile fare così in tanti processi messi in scena da dittature di vario colore. Ma questo si deve fare in situazioni eccezionali. Una società in cui, sempre e a priori, non solo l'accusa, ma anche il collegio giudicante siano sistematicamente delegittimati, è una società in cui qualcosa non funziona. O non funziona la giustizia o non funzionano i collegi di difesa.
    Eppure questo è ciò a cui stiamo assistendo da qualche tempo. La prima mossa dell'inquisito non è di provare che le prove di accusa sono inconsistenti, ma di mostrare all'opinione pubblica che l'accusa non è immune da sospetti. Se l'inquisito riesce in questa operazione, l'andamento del processo è secondario. Perché chi decide, in processi ripresi alla televisione, è l'opinione pubblica, che sfiducia l'inquirente e tende a convincere ogni giuria che sarebbe impopolare dargli ragione.



    Quindi il processo non riguarda più un dibattito tra due parti che presentano prove e controprove: riguarda, e prima ancora del processo, un duello massmediatico tra futuri imputati e futuri procuratori e membri del collegio giudicante, a cui l'inquisito contesta il diritto di giudicarlo.

    Se riesci a dimostrare che il tuo accusatore è un adultero, ha commesso peccati, leggerezze o crimini - anche se nulla hanno a che fare con il processo - hai già vinto. E non è necessario dimostrare che il giudice abbia commesso un delitto. Basta (ed è storia) averlo fotografato mentre getta una cicca per terra (cosa che ovviamente non avrebbe dovuto fare, neppure in un momento di distrazione) ma che dico, che (come è accaduto) gira con improbabili calzini celesti, e subito il giudicante diventa giudicabile, perché si insinua che sia essere bizzarro e inaffidabile, affetto da tare che lo rendono inadatto alla sua funzione.
    A quanto pare questo modo di fare, visto che vi si insiste da almeno vent'anni, funziona. E d'altra parte queste insinuazioni solleticano i peggiori istinti della persona media che, se è multata per aver parcheggiato in terza posizione, si lamenta dicendo che quel vigile non era normale, che nutriva sentimenti d'invidia verso chi aveva una Bmw, come accade di solito ai comunisti. In qualsiasi inchiesta tutti si sentono il K di Kafka, innocente di fronte una giustizia insondabilmente paranoica.

    Dunque, dicevo già diciott'anni fa, ricordate, la prossima volta che vi coglieranno con le mani nel sacco, nell'istante in cui date una mazzetta al poliziotto che vi ha sorpreso mentre spaccavate il cranio di vostra nonna a colpi di scure, non preoccupatevi di lavare le tracce di sangue, o di dimostrare che a quell'ora eravate altrove, a colloquio con un cardinale.

    Basta che dimostriate che chi vi ha sorpreso con le mani nel sacco (o sulla scure), dieci anni fa non ha dichiarato al fisco un panettone natalizio ricevuto in regalo da una qualche azienda (e meglio se all'amministratore delegato dell'azienda donante è sospettabile di essere stato legato un tempo da affettuosa amicizia).

    NON è COSì LA DESCRIZIONE GIUSTA....



    mettiamola così..

    TE LA CORREGGO IO OK???


    UN GIORNO PASSI DAVANTI AL VIGILE E TI FA LA MULTA (ANDAVI A 55 ) IL LIMITE E è 50 PAGHI LA MULTA E RIPARTI

    LO STESSO VIGILE IL GIORNO DOPO SI VOLTA DA UN ALTRA PARTE MENTRE PASSA UNO A 100 KM (MPS) TU PENSI NON LO HA VISTO?

    IL GIORNO DOPO TI FERMA ANCORA E TI DICE CHE IL TRIANGOLO DEVE ESSERE LEGGERMENTE PIù ROSSO (ANCORA UNA MULTA) PAGHI ED INIZI AD INSOSPETTIRTI)

    IL GIORNO DOPO RIPASSA QUELLO DEL PD SENZA CINTURA (IL VIGILE SI VOLTA DALL ALTRA PARTE) TU PENSI(NON è CHE FA FINTA DI NON VEDERE???


    ripassi di li e il vigile ti dice che hai il lunotto pieno di moscerini(multa di 150 euro)

    COSì PER BEN 50 VOLTE (ALLA FINE TI INCAZZI.....

  4. #4
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    Predefinito Re: Se prendi la multa, accusa il vigile (di Umberto Eco)

    Citazione Originariamente Scritto da Roberto il Guiscardo Visualizza Messaggio
    Sfruttano a fini personali l'atavica diffidenza dell'italiano comune nei confronti della giustizia. Come dire: io sono nemico del tuo nemico e quindi sono tuo amico.
    Si, la giustizia di mettere autovelox a casaccio per rimpinguare le casse dei comuni
    .

  5. #5
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    Predefinito Re: Se prendi la multa, accusa il vigile (di Umberto Eco)

    Per carità, il vigile vigila e ha il dovere di appiopparmi la multa.
    Però posso prendermela un po' con Eco, che si autocelebrava vent'anni fa, si autocelebra oggi per quello che scrisse vent'anni fa, ma poi non fa mai un ragionamento originale?

 

 

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