Salerno, donna aggredita in casa da un topo di fogna: post su Fb
Una donna è stata aggredita da un topo di fogna nella propria abitazione a Salerno: «Non mi sento di vivere nel 2017 ma nel 1350 quando la peste si diffondeva proprio per la presenza dei topi». Questo è quanto ha scritto Veronica Nigro, in un post pubblicato su Facebook.
La donna, che vive a Salerno, precisamente nel quartiere Brignano, si mostra in fotografia con una vistosa medicazione. «Nel quartiere di Brignano siamo infestati dai topi, io stessa ne ho visti a decine – scrive la donna – tra sporcizia e fogliame che intasano i tombini e causano allagamenti quando piove, i topi ci stanno come le ciliege sulle torte». Nessuno, pero', poteva immaginarsi che i roditori potessero spingersi ad aggredire una persona: «Io ora sono combinata cosi' perché un roditore delle fogne mi è entrato in casa e saltato in faccia – spiega la salernitana - mi sento violata, mi sento come se da un momento all'altro dovessimo ammalarci, sento che la mia casa non è sicura né per me né per i miei figli». Un vero e proprio grido di allarme, che la donna rivolge a tutti i cittadini salernitani, chiedendo di condividere la propria storia.
Salerno, donna aggredita in casa da un topo di fogna: post su Fb | Il Mattino
Napoli, l'ultima frontiera dei parcheggiatori abusivi: basta un Whatsapp
di Paolo Barbuto
Hai bisogno di lasciare l'auto per andare a divertirti in una serata di festa? Basta un Whatsapp e al tuo arrivo ci sarà un parcheggio riservato per te. Il servizio è garantito in qualsiasi momento, pure nei giorni di festa, l'accoglienza sarà sempre cordiale. C'è un solo dettaglio: l'iniziativa è a cura dei parcheggiatori abusivi che sono a tutti gli effetti estorsori e che acquisiscono con prepotenza e violenza la proprietà di ogni strada della città. Sappiamo bene che una porzione della città, leggendo le prime righe di questo articolo, avrà sorriso in maniera ironica: sono quelli che il servizio di prenotazione online lo utilizzano ormai da tempo, sono le persone che hanno rapporti stretti con gli abusivi perché trovano comodo stare dalla loro parte. Sono persone che, con superficialità, contribuiscono a foraggiare l'illegalità, la camorra che gestisce il grande mercato del parcheggio abusivo. Il fenomeno sarebbe concentrato soprattutto nella zona di Chiaia ma si cerca di capire quanto è diffuso anche nelle altre aree della città. Per adesso la polizia municipale, che sta indagando alla ricerca di prove per dare una svolta all'indagine, rileva un'impennata di richieste di parcheggio «online» nei fine settimana quando c'è l'assalto della movida. In via informale sono stati già acquisiti molti dettagli.
E'accaduto per caso quando un parcheggiatore abusivo ha perduto il telefono e i vigili, per capire a chi andava restituito, hanno aperto la rubrica scoprendo una lista lunghissima di nomi della «Napoli bene». Tanti professionisti, molti commercianti, altre personalità delle quali nemmeno la professione puo' essere comunicata ufficialmente perché diventerebbero facilmente riconoscibili. E quando il legittimo proprietario dello smartphone è stato rintracciato, e s'è scoperto che era un parcheggiatore abusivo, lui ha spiegato che tutte quelle persone importanti erano suoi amici: «Ma perché non posso essere amico di Tizio e Caio?», s'è voltato in maniera arrogante l'abusivo facendo due nomi altisonanti della città di Napoli. Del resto, spiega chi sta cercando di inserire questa vicenda in un quadro normativo che consenta di individuare precisi reati, «il messaggino al parcheggiatore per avere un posto riservato lo manda solo chi ha tanto denaro. Gli altri, le persone normali sono costrette a cercarsi disperatamente un posto auto sgomitando nel traffico, perché non possono permettersi di versare anche quindici euro per lasciare l'auto a un parcheggiatore abusivo».
L'ultima frontiera dei parcheggiatori: basta un Whatsapp all'amico abusivo | Il Mattino
Donna incinta si presenta con le doglie all'ospedale, i medici la mandano via e la bimba nasce nel parcheggio
di Enzo Schiavano
Una scena da film nel nosocomio di Casarano, in Puglia, dove questa mattina alle 6 una donna incinta all'ottavo mese e mezzo si è presentata nella struttura con le doglie in corso. Vista l'imminente chiusura del punto nascita, la donna è stata mandata via e dirottata all'ospedale di Tricase giudicando il suo stato non urgente.
Ma il bambino non ne ha voluto sapere di aspettare il trasferimento e ha deciso di nascere proprio là: nel parcheggio della struttura. Ad aiutare la neo mamma è stato un vigilante che, vista la situazione d'emergenza, si è dovuto inventare sul momento ostetrico. Così è nata una bambina che fortunatamente - nonostante la maniera riocambolesca in cui è venuta al mondo - sta bene così come sua madre.
Ha le doglie, la bimba nasce nel parcheggio | Il Mattino
Napoli, Poggioreale cimitero della vergogna: moto che sfrecciano tra le tombe
Parcheggiatori abusivi, scooter che sfrecciano tra le cappelle e auto in sosta, anche davanti a tombe e monumenti funebri: è il report, «della vergogna», sul cimitero di Napoli Poggioreale che la IV Municipalità ha inviato al Comune per chiedere soluzioni urgenti. Il dossier è stato spedito all'assessore Alessandra Sardo dal presidente della IV Municipalità, Giampiero Perrella, e dall'assessore all'ambiente Armando Simeone, dopo le lamentele dei cittadini.
«Gli abusi si verificano tutti i giorni feriali e in particolar modo in quelli festivi; i cancelli sono aperti, incustoditi e non vi è alcun controllo degli accessi», viene sottolineato da Perrella e Simeone che hanno anche eseguito dei sopralluoghi. «La presa in carico della problematica cimiteriale, - concludono - significa garantire ai fedeli 'Rispetto e Silenzio' come enuncia la targa all'ingresso del camposanto, salvaguardare l'incolumità pubblica e combattere l'illegalità che prolifica con la gestione abusiva dei parcheggi».
Poggioreale cimitero della vergogna: le moto sfrecciano tra le tombe | Il Mattino
Certificato alterato per favorire l'opificio del nipote del consigliere
Avrebbe alterato il certificato di agibilità per tenere aperto l'opificio del nipote consigliere comunale. E'quanto ipotizzato a carico del responsabile dell'ufficio tecnico del Comune di Grumo Nevano, cui oggi gli agenti della Polizia Metropolitana di Napoli hanno notificato un'ordinanza del Gip di Napoli Nord che lo sospende per tre mesi dalla funzione.
L'inchiesta è partita nel marzo scorso in seguito al sequestro di un opificio tessile a Grumo, il cui gestore fu identificato come nipote del funzionario comunale nonché componente del Consiglio; l'attività, emerse nell'immediatezza, non era stata in alcun modo autorizzata né erano stati rispettati i requisiti tecnici per la tenuta dei locali dove avveniva la produzione; il certificato di agibilità fu addirittura consegnato in copia alla polizia giudiziaria. La Procura di Napoli Nord guidata da Francesco Greco ha voluto vederci chiaro, scoprendo che il certificato alterato era riprodotto su carta proveniente dagli uffici comunali, con regolare timbro del Comune di Grumo Nevano, ma i dati contenuti erano totalmente falsi, riferibili anche ad altre pratiche comunali; la firma era dell'ex responsabile dell'Ufficio Tecnico comunale che pero' l'ha disconosciuta. Per gli inquirenti dunque il certificato sarebbe stato dato «in bianco», nel senso che sarebbe uscito dal Comune con timbri e firme legittime ma sarebbe stato riempito all'esterno con dati falsi relativi all'opificio del nipote del funzionario.
Certificato alterato per favorire l'opificio del nipote del consigliere | Il Mattino
Uccise il fratello nel forno, arrestato a casa della fidanzata dopo 25 anni
E' stato arrestato nella casa bresciana della storica compagna dalla quale più volte è tornato durante i sette anni di latitanza Claudio Cominelli, l'uomo condannato a 24 anni di carcere nel 2010 per l'omicidio del fratello Walter buttato nel dicembre del 1992 nel forno di un'azienda di Caionvico nel Bresciano. Nei sette anni di latitanza Cominelli è stato all'estero e poi per un lungo periodo ad Ancona.
Uccise il fratello nel forno arrestato in casa fidanzata | Il Mattino
Racket delle nozze
Così immigrati diventano italiani
Claudio Cartaldo
Una vera e propria agenzia matrimoniale per immigrati. E truffatori. Rubano l'identità di ignari cittadini che si ritrovano così sposati a loro insaputa con un cittadino straniero che non hanno mai visto né sentito. E che gli sta rovinando la vita.
Si parla di circa 92 casi nella Quarta Municipalità di Napoli, periferia di Gianturco. In sostanza pagando circa 5mila euro un immigrato può sposarsi con una donna, anche questa complice, che però utilizza una carta di identità contraffatta utilizzando tutti i dati (nome, cognome, residenza ecc) di un'altra persona a cui sono state rubate le credenziali.
Racket delle nozze a sua insaputa Così immigrati diventano italiani
Sottoli, 15mila passate di pomodoro, salumi e vino pericolosi sequestrati in Campania
I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli hanno sequestrato, nel comune di Giugliano in Campania, all'interno di un'azienda, un ingente quantitativo di prodotti alimentari, stoccati in pessime condizioni di conservazione e pronti per essere immessi nel circuito commerciale.
Le Fiamme Gialle hanno individuato un'impresa, completamente sconosciuta al fisco dedita all'attività conserviera di prodotti ortofrutticoli, alimentari ed imbottigliamento del vino, operante senza alcuna autorizzazione sia commerciale che sanitaria. All'interno dei locali aziendali sono, altresi', state trovate intente a lavorare tre persone non regolarmente assunte.
Sono state poste sotto sequestro l'intera azienda, l'area di circa 350 metri quadrati, le attrezzature necessarie per la produzione industriale, tra le quali: pentole industriali in alluminio, bollitori in ferro, vasche in plastica, silos, impastatrici, insaccatrici per salumi, materie prime e prodotti finiti, oltre a circa 15.000 bottiglie contenenti passata di pomodoro, salumi ed insaccati e circa 100 bottiglie di vino pronte per essere inserite nella filiera alimentare. Il responsabile è stato segnalato all'autorità giudiziaria competente.
Sottoli, 15mila passate di pomodoro, salumi e vino pericolosi sequestrati | Il Mattino
L’Austria contro gli italiani: “Siete la mafia dei funghi”
L’accusa: razziate i nostri boschi senza rispettare le regole
WALTER RAUHE
BERLINO
A lanciare l’allarme è stato il quotidiano austriaco “Tiroler Tageszeitung” che in prima pagina scrive addirittura della “Mafia dei funghi”. L’articolo affronta la piaga del crescente numero di raccoglitori di funghi che saccheggiano in modo industriale i boschi del Tirolo nord-orientale infischiandosene dei limiti massimi di raccolta prescritti dalle normative forestali e lasciando una scia di devastazione nelle zone naturali protette. Mafia, perché i protagonisti sono in massima parte italiani.
Nel caso specifico descritto dal “Tiroler Tageszeitung” si tratta di gruppi organizzati di raccoglitori di funghi professionisti provenienti dall’Italia muniti non solo d’innocui cestelli di vimini, ma di grandi recipienti, essiccatori e macchine per il confezionamento sottovuoto degli alimenti. Nel mirino di queste bande di fungaioli professionisti figurano soprattutto porcini e gallinacci che, una volta raccolti, vengono direttamente essiccati e confezionati in piccole porzioni pronte alla vendita. Questo avviene in piccoli laboratori abusivi allestiti dalle bande di raccoglitori all’interno di appartamenti e case vacanze appositamente affittate sul posto. Le zone maggiormente colpite da questo fenomeno sono quelle del Wipptal, sul versante austriaco dell’Alta Valle Isarco tra il valico del Brennero e la città di Innsbruck e il distretto di Lienz nella regione del Tirolo orientale.
«Le regole vigenti in materia prescrivono un limite massimo di raccolta di due chili di funghi al giorno per persona», spiega la responsabile della Guardia forestale del Tirolo settentrionale Gabi Pfurtscheller. Vietato è inoltre anche l’utilizzo di attrezzi meccanici come rastrelli o rampini che danneggiano in modo spesso irreparabile lo strato di humus del sottobosco. I gruppi di raccoglitori di funghi provenienti dall’Italia non sembrano però dar molto peso alle normative locali. L’anno scorso abbiamo fermato un automobilista italiano con a bordo ben 26 chili di porcini», si ricorda Gabi Pfurtscheller.
I contravventori scovati con quantità leggermente superiori ai due chili consentiti rischiano una multa di 35 euro. Un’ammenda che poi può salire fino a 180 euro se il bottino sequestrato oltrepassa i cinque chili a persona. Quando i metodi di raccolta risultano illegali e sistematici i fermati rischiano anche una denuncia e un procedimento penale che prevede sanzioni fino a 25 mila euro.
Grazie ai prezzi elevati per i porcini in Italia i guadagni per i raccoglitori illegali restano notevoli. Una confezione da 20 grammi di quelli secchi può costare dai 5 ai 9 euro garantendo alle bande organizzate introiti di 200-250 euro al chilo. La probabilità di venir scovati inoltre sono piuttosto ridotte. «Quest’anno non siamo riusciti finora a cogliere sul fatto nemmeno un fungaiolo», ammette rassegnata Gabi Pfurtscheller. La “mafia dei funghi” agisce in modo molto professionale. I gruppi agiscono alle prime luci dell’alba, in zone sempre diverse e spariscono dopo poche ore.
La Guardia forestale austriaca dovrebbe forse imparare dai suoi colleghi in Lettonia. Qui le autorità hanno da poco chiesto l’aiuto ai soldati dell’esercito che ora pattugliano le foreste a nord della capitale di Riga per respingere i tanti raccoglitori di funghi che si addentravano all’interno di una zona militare dove si svolgono regolarmente le esercitazioni dei reparti della Nato stazionati nella regione.
L?Austria contro gli italiani ?Siete la mafia dei funghi? - La Stampa
Sesso, droga e falso a Napoli: «Ogni etnia ha il suo mercato, tutti fanno capo alla camorra»
Man mano che i dati vengono raccolti e la mappa si riempie, cresce lo sconforto: c’è una porzione della città che non appartiene più alla città, è interamente nelle mani degli stranieri, quelli dediti al malaffare ovviamente, che svolgono ogni tipo di attività illecita.
Eccola la mappa del territorio della Ferrovia e delle zone circostanti, la vedete voi stessi, vi rendete conto della vastità dell’area e dell’immensità del malaffare. Quel che non si vede nella mappa è, pero', la lunga mano della malavita locale. Sappiate che ogni stranieri intenzionato a dedicarsi alla delinquenza ha l’obbligo di presentarsi al clan che gestisce ogni quartiere per ottenere il permesso di intraprendere la propria attività illegale e garantire un introito alla camorra. Insomma, ogni porzione della mappa e ogni attività che vedete rappresentata, produce anche denaro per le casse della delinquenza organizzata napoletana.
Come ogni investigatore sa bene, le attività malavitose sono suddivise, con certosina precisione in base al Paese di provenienza degli stranieri, c’è una sola eccezione, la prostituzione: quel «mercato» viene gestito in maniera trasversale da tutti, anche in questo caso suddiviso in zone. C’è solo una fetta del mondo della prostituzione che non rientra nel controllo degli stranieri: i maschi che vendono il loro corpo ad altri maschi e che gravitano attorno e dentro la stazione ferroviaria, i quali sono per la quasi totalità italiani con qualche innesto di etnia rom; e le trans che hanno specifiche zone di lavoro, non centrali, e sono per lo più sudamericane con qualche presenza locale italiana.
I delinquenti da strada, quelli che fanno scippi, borseggi e anche rapine violente, sono prevalentemente nordafricani, con qualche sporadica presenza di uomini dell’Est. Si tratta della frazione meno organizzata e anche maltollerata dagli altri stranieri-delinquenti. Le loro azioni, spesso violente, attirano l’attenzione delle forze dell’ordine che accende i fari e mette in crisi anche gli altri «mondi», che sono estremamente più redditizi.
Ovviamente in cima alla lista c’è il mercato della droga che, storicamente, viene gestito dai gambiani: sono considerati affidabili e poco propensi alla violenza, le figure adatte per smerciare stupefacenti. Le centrali sono nelle strade circostanti la stazione, il mercato è esteso a larga parte della città con particolare attenzione alle zone di piazza Bellini e del centro Storico. A proposito, dicono che i pusher provenienti dal Gambia siano anche molto «graditi» dalle signore in cerca di emozioni, per cui si sta generando una nuova fetta del mercato della prostituzione, stavolta dedicato ai soli gigolo' gambiani.
Prepotente il giro della contraffazione di abiti, borse e scarpe. In questo caso a governarlo sono gli stranieri di provenienza centroafricana in generale: oggi sono loro che gestiscono gli ordini alle fabbriche (molto spesso di Napoli e provincia) segnalando la merce da falsificare e i modelli più graditi ai clienti. Sono gli stessi extracomunitari a costruirsi l’esercito di venditori che poi andrà in ogni parte di Napoli e d’Italia a smerciare quei prodotti fasulli.
L’altro mercato che produce poderosi introiti è quello dei documenti falsi per stranieri, che vede Napoli regina d’Europa nel settore e viene gestito esclusivamente da pakistani: sono di stanza dal «lato mare» del corso Umberto, e hanno le loro basi generalmente all’interno dei negozi di barbiere.
Sesso, droga e falso a Napoli: suk per etnie gestito dalla camorra | Il Mattino