La Grecia nella morsa di tempestivi ?opposti estremismi? | Attualità | Rinascita.eu - Quotidiano di Sinistra Nazionale
Si è molto parlato del nostro dopoguerra. Una nazione occupata (militarmente, politicamente, culturalmente) da quella parte di vincitori cui era stato attribuito il controllo dell’Europa occidentale.
Fabrizio Fiorini
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Ma c’erano, forti e determinate, delle voci contrarie. Una gioventù, e non solo, che ardeva di passione politica, che denunciava con tutte le sue forze questo status quo o che, nella peggiore delle ipotesi, aveva già smaltito la sbornia delle promesse “democratiche”. Era una forza che cresceva quotidianamente in quanto a forza, spregiudicatezza, volontà politica.
Non poteva certamente essere tollerata. E il resto è cosa nota. La nascita della teoria degli opposti estremismi, la strategia della tensione, i morti, i feriti, le bombe, gli agguati, le sparatorie. E mentre nelle piazze si giocava alla brigata Garibaldi contro le Brigate Nere, il manovratori restavano indisturbati.
Privato (due piccioni con una fava!) dei suoi nemici naturali, poté, il potere, consolidare il proprio ordine politico sulle macerie di un ordine pubblico che creava allarme, tensione, necessità di stabilità e di sicurezza. Gli illusi, le vittime, quelle di sempre: i militanti dell’estrema sinistra, che anziché preoccuparsi degli occupanti a stelle e strisce e della classe politicante a loro servile continuavano a sentirsi “in montagna” coi partigiani, e quel “neofascismo” che spesso , in un paese calpestato e violentato dagli americani, vedeva il nemico solo ed esclusivamente attraverso le maglie del reticolato di confine di Gorizia.
I risultati li abbiamo sotto gli occhi. Oggi, invece, la Grecia. Una nazione alla fame, alla fame fuor di metafora. Una nazione che riempie quotidianamente le piazze con una determinazione non comune nei restanti Paesi della cosiddetta “Unione Europea”. Una piazza fortissima, che grida a piena voce contro la morte della società civile imposta dall’usura bancaria, dagli gnomi di Francoforte, da una classe politica serva, inetta e parassitaria. Una nazione, la Grecia, in cui le pulsioni ideali sono tutt’altro che sopite, dove le formazioni politiche (quantomeno dichiaratamente) antisistema riscuotono un successo crescente, capaci come sono state di non chiudersi nei “covi” e di ascoltare il popolo.
Come altrove, come sempre, anche quanto accade ad Atene deve cessare. Solo una settimana fa, le pagine dei giornali erano piene di notizie che neanche la stampa allineata poteva più celare: un paese era in rivolta, stanco di essere “suicidato” dalla disperazione. Le notizie di oggi sono diverse. Oggi gli usurai internazionali non sono più un problema: un “neonazista”, infatti, ha ucciso un uomo, un cantante riconducibile all’ambiente culturale della sinistra radicale.
Bene: forse domani stesso altri centomila Greci saranno senza pensione o senza stipendio. Forse fallirà un altro Ente pubblico, forse altri dieci uomini preferiranno la corda al collo o il lancio dal balcone all’umiliazione del non poter nutrire i propri figli. Ma non è un problema. Potranno divertirsi con la caccia al fascista. Poi con quella all’anarchico. E poi con le vendette e le contro-vendette. Vietato, però, disturbare il conducente.
Attenzione: accadrà anche da noi. Estote parati.
Articolo letto: 1 volte (20 Settembre 2013)