Secondo la Commissione europea l’Italia è messa peggio degli altri Paesi europei. La disoccupazione impazza e non si vedono grandi prospettive di una inversione di marcia. Per frenare tale deriva si deve rendere il lavoro più precario e più flessibile, aumentare la produttività, pagare di meno i dipendenti. Soltanto in tal modo le imprese saranno spinte ad assumere.
Ma non è finita. A sua volta la tenuta del disavanzo sotto il tetto del 3% sul Pil come previsto dal Patto di Stabilità è messo a rischio dall’abolizione dell’Imu sulla prima casa e dal ritardo dell’aumento dell’Iva dal 21% al 22% che lasciano prevedere che, in caso di difficoltà nel rispettarlo, si rendano necessarie nuove tasse. La stessa Service Tax che riunirà tutte le imposte che attualmente pesano sulla casa è tutta da verificare nella sua attuazione. L’Italia è quindi a rischio e resta sotto sorveglianza da parte della Commissione europea. Il commissario all’Economia, Olli Rehn, ha ripetuto il solito copione della tecnocrazia europea. Libero Mercato ora e sempre. La politica dell’austerità, questo è il senso dell’intervento del tecnocrate finlandese, deve continuare anche se i risultati disastrosi della sua applicazione sono sotto gli occhi di tutti.
La Commissione europea ha voluto ribadire ancora una volta che la politica economica italiana viene decisa a Bruxelles. E a Francoforte, dove alla guida della Bce siede l’ex Goldman Sachs, Mario Draghi. Rehn ha ribadito le “preoccupazioni” degli eurocrati che non hanno gradito affatto l’abolizione dell’Imu. Evidentemente a Bruxelles il ceto medio non è molto amato. Al contrario dei banchieri. L’abolizione dell’Imu rappresenta una misura che va in direzione contraria alle “raccomandazioni” e alle minacce di Bruxelles. Verranno infatti meno sostanziose entrate fiscali, ha ripetuto Rehn. Non ce la farete a tenere il disavanzo sotto il 3%. Eppure eravate stati così bravi… Quando Berlusconi cadde nel novembre 2011, o venne fatto cadere, il disavanzo era al 4,2%. Poi, con le tasse, Imu in testa, votate dal governo della Goldman Sachs di Mario Monti, e introdotte e avallate dal voto di PdL e PD, il disavanzo era sceso a fine 2012 al 2,9%. Adesso, anche con la crisi economica in corso, l’Italia rischia di nuovo l’apertura di una procedura di infrazione. E con la Merkel, che dovrebbe essere riconfermata alla Cancelleria, l’Italia non può aspettarsi nessun tipo di sconto, visto che è la Germania la prima fautrice dell’austerità.
Rehn, in vena di metafore, ha paragonato l’Italia alla Ferrari. Avete una tradizione di stile e di capacità tecnica ma è necessario avere un motore potente e competitivo per vincere. Insomma Alonso e Letta non vanno bene perché sono destinati a restare sempre nelle retrovie e a perdere il campionato di Formula 1 e la corsa per lo sviluppo economico. Ci vuole una profonda riforma economica come la Ferrari avrebbe bisogno di un'urgente revisione. Sarebbe stato meglio conservare l’Imu, ha insistito Rehn, non volendo accettare che per moltissime famiglie italiane si tratta di una tassa idiota, odiata, odiosa e insostenibile. Ci vorrebbero tasse che colpissero i patrimoni privati e i consumi, questa è la linea di Bruxelles e che favorissero invece il reddito dipendente e quello delle imprese.
Nell’immediato futuro, tutte le speranze di Bruxelles sono poste sulla Service Tax che dovrebbe accorpare le tasse vere e proprie sulla casa e quelle sui rifiuti. La Commissione europea non intende ancora pronunciarsi in merito e aspetta di vedere le cifre ufficiali delle entrate che ne deriveranno. In caso di introiti insufficienti, ha avvertito Rehn, si renderanno necessarie manovre aggiuntive fatte ovviamente di nuove e più pesanti tasse. Fino a quando, diciamo noi, i cittadini saranno stanchi di pagare per le colpe dei politici e degli speculatori e il governo non saprà più dove andare a raccattare nuovi soldi tramite nuove tasse, senza rischiare rivolte di piazze come quelle che si sono avute in Grecia.
Lavoro più precario e tasse sulle case | Economia | Rinascita.eu - Quotidiano di Sinistra Nazionale