Il quotidiano di via Negri: «Feltri ha vinto». In 10 punti le verità del direttore dimissionario
Boffo dà le dimissioni, Bagnasco le accetta
Non sarà più direttore di «Avvenire». La decisione al termine dei durissimi attacchi da parte del «Giornale»
MILANO - Il direttore di Avvenire Dino Boffo si è dimesso con una lettera inviata al cardinal Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana. Boffo era stato oggetto di duri attacchi da parte de Il Giornale quotidiano edito dal fratello del premier Paolo Berlusconi e proprio oggi aveva pubblicato sul suo quotidiano un dossier con le «dieci verità» che, nelle intenzioni, dovrebbero smontare tutti i punti della campagna avviata contro di lui da Vittorio Feltri.
«LA MIA VITA VIOLENTATA» - «Non posso accettare che sul mio nome si sviluppi ancora per giorni e giorni una guerra di parole che sconvolge la mia famiglia e soprattutto trova sempre più attoniti gli italiani» ha scritto Boffo nella lettera a Bagnasco, presidente della Cei, nella quale presenta le dimissioni «irrevocabili» e «con effetto immediato» sia da Avvenire che dalla tv dei vescovi Tv2000 e da Radio Inblu. «La mia vita e quella della mia famiglia, le mie redazioni, sono state violentate con una volontà dissacratoria che non immaginavo potesse esistere» ha scritto ancora Boffo nella lettera al card. Angelo Bagnasco.
«FEROCIA SMISURATA» - «L'attacco smisurato, capzioso, irritualmente feroce che è stato sferrato contro di me dal quotidiano Il Giornale guidato da Feltri e Sallusti, e subito spalleggiato da Libero e dal Tempo - ha scritto ancora Boffo nella lettera di accompagnamento delle dimissioni -, non ha alcuna plausibile, ragionevole, civile motivazione: un opaco blocco di potere laicista si è mosso contro chi il potere, come loro lo intendono, non ce l'ha oggi e non l'avrà domani». «Se si fa così con i giornalisti indipendenti, onesti e per quanto possibile, nella dialettica del giudizio, collaborativi - ha aggiunto - , quale futuro di libertà e responsabilità ci potrà mai essere per la nostra informazione? Quando si andranno a rileggere i due editoriali firmati da due miei colleghi, il "pro" e "contro" di altri due di essi, e le mie tre risposte ad altrettante lettere che Avvenire ha dedicato durante l'estate alle vicende personali di Silvio Berlusconi, apparirà ancora più chiaramente l'irragionevolezza e l'autolesionismo di questo attacco sconsiderato e barbarico».
«FELTRI HA VINTO» - Le dimissioni sono poi state accettate dal nmumero uno della Cei. Nel dare la notizia delle dimissioni, il Giornale, attraverso il proprio sito web, ha parole di esultanza: : «Vittorio Feltri vince la sua prima "battaglia" da quando ha preso le redini del quotidiano di via Negri», si legge nell'articolo sulle dimissioni di Boffo.
LA CEI: «INQUALIFICABILE ATTACCO» - Dal canto suo, invece, il cardinale Angelo Bagnasco, prende atto, con rammarico delle dimissioni e rinnova a Boffo «l'inalterata stima per la sua persona, oggetto di un inqualificabile attacco mediatico». Il numero uno della Cei - si legge in un comunicato - «nel confermare a Dino Boffo, personalmente e a nome dell'intero episcopato, profonda gratitudine per l'impegno profuso in molti anni con competenza, rigore e passione, nel compimento di un incarico tanto prezioso per la vita della Chiesa e della società italiana, esprime l'inalterata stima per la sua persona, oggetto di un inqualificabile attacco mediatico». «No comment», invece, dalla sala stampa della Santa Sede. Interpellato, padre Federico Lombardi dichiara di non voler fare commenti. Anche la Conferenza episcopale italiana riferisce di non voler aggiungere altro rispetto alla nota diffusa.
03 settembre 2009
Boffo dà le dimissioni, Bagnasco le accetta - Corriere della Sera