Nel lontano dopoguerra non esisteva una generazione cavia , ragazzi che avevano sofferto la fame e che "nulla "potevano ottenere dai propri genitori .
Ragazzi che piuttosto che far da cavia in massa decidevano di lasciare il Paese ed affrontare nuovi orizzonti : Stati Uniti, Australia, Germania, Belgio, Francia , Inghilterra ecc. dove tutt'oggi coloro che decidono di fare "questo" passo un lavoro lo trovano di sicuro .
Qualcuno obietterà : "ma perchè debbo abbandonare il mio paese , la mia famiglia , ecc ? " . La risposta potrebbe darla chi il passo lo fece 50- 60 anni fa , che neanche si pose tale obiezione .
Qualcosa pare che non funzioni in questa pseudo generazione cavia . Sarà forse per assenza di palle ???
Ultima modifica di orpheus; 04-10-13 alle 12:23
la giustizia dei Robespierre ancora una volta ha collocato il nostro Paese tra il Ruanda ed il Burundi
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Ultima modifica di Juv; 04-10-13 alle 23:41
"Insomma se è in gamba, ti porta l'aereo così basso.. ehehehe...
Lei dovrebbe vederlo, è uno spettacolo: un gigante come il B-52.... BHOOAAAMMM!!!!.. con i gas di scarico t'arrostisce le oche vive!!"
Appartengo a quella generazione.
Ho un sacco di conoscenti che ora sono all'estero. (ci soo stato anch'io prima di trovare un altro lavoro in italiaì)
Le statistiche parlando di emigrazione diffusa di under 35.
Per cui, tu che appartieni al mondo della pensione retributiva, va a cagare.
Ultima modifica di Juv; 04-10-13 alle 23:41
"Insomma se è in gamba, ti porta l'aereo così basso.. ehehehe...
Lei dovrebbe vederlo, è uno spettacolo: un gigante come il B-52.... BHOOAAAMMM!!!!.. con i gas di scarico t'arrostisce le oche vive!!"
Quando io era ggiovane la ggente lavoraveno e nun faceveno le cavie! Oggi ci stanno solo ignoranza e i ggiovani non c'è più rispetto e cultura e palle!
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L'ultimo uomo ad essere entrato in Parlamento con intenzioni oneste.
Non basta negare le idee degli altri per avere il diritto di dire "Io ho un'idea". (G. Guareschi)
Io sono dell'82 e concordo che dagli anni 80 in su siamo delle generazioni veramente sfigate.
Perché a differenza delle generazioni precedenti abbiamo iniziato con il culo pieno, ma purtroppo sappiamo benissimo che nonostante gli sforzi la nostra situazione potrà solamente peggiorare. Le generazioni precedenti avevano prospettive di crescita, i loro sacrifici erano molto più grandi dei nostri ma avevano come scopo costruirsi una casa, una solidità economica. I nostri sacrifici invece hanno come scopo solo la sopravvivenza e perdere il meno possibile. Sacrificarsi senza alcuna prospettiva di crescita è terribile, per questo le nostre generazioni sono considerate senza palle... ma è difficile fare sacrifici sapendo che a causa della situazione macroeconomica non porteranno a nulla se non ad una sopravvivenza neanche tanto dignitosa.
GLOBALIZZAZIONE:
Se non puoi avere schiavi in patria, cercali all'estero, affinché in patria i senza lavoro implorino la schiavitù.
Io conosco moltissimi giovani che si sono recati all'estero dopo essersi diplomati o laureati . Tanti di questi giovani sono sardi ( in Sardegna ci vivo quasi sei mesi all'anno... azz avevo scritto sardegna con la "S" minuscola , subito corretto prima che arrivassero i due deficienti con la penna rossa : Trav51 e Violet ) la maggior parte si è recata in Inghilterra o Irlanda e con il passaparola sono riusciti a sistemarsi nel campo della ristorazione , magari facendo anche dei corsi specializzati in arte della culinaria .
Altri giovani di Roma si sono sistemati tra Germania, Inghilterra, Irlanda, Francia o addirittura Australia , alcuni anche negli Usa .
Ad esempio due giovani architetti ( fidanzati) appena laureati sono stati sfruttati in uno studio di architettura romano , i loro lavori venivano firmati dal responsabile dell'Ufficio . Hanno allora deciso di dare una svolta alla loro vita recandosi a Parigi dove hanno trovato subito lavoro nel campo progettistico di scuole e mercati rionali e vanno alla grande . Cazzo ci vuole a capire che questa è gente con le palle ???
Ultima modifica di orpheus; 09-10-13 alle 18:36
la giustizia dei Robespierre ancora una volta ha collocato il nostro Paese tra il Ruanda ed il Burundi