Scissione nel PDL. 12 deputati nel gruppo di Cicchitto.

[Nikalte]

Non c'è peggior nemico di chi è stato tuo amico. Sto gruppo sarà più antinano del PD, se Alfano vuole sopravvivere deve sbarazzarsi del nano.

Da quelli di cui più ti fidi possono arrivare i tradimenti; questo "attacco" al supremo nano deve essere credibile e andare in fondo, altrimenti chi ci mette la faccia è al-fano.

Da notare che tutti i ministri fanno parte del gruppo.

Osisa che Berlusconi ha perso ogni sponda nel governo.

Appunto. Leggo alcuni profili facebook di bananas che sono esaltati da questa ennesima capovolta del banana...

Chi ha un minimo di sale in zucca capisce al volo che questa è stata una sconfitta del banana. Anche perchè a differenza di fini (che proveniva da un altro partito e non aveva apprezzato la svolta del predellino del cialtrone di arcore), questa volta il dissenzo arriva dall'interno di fi e per di più da alcuni dei più fidi zerbini.

[brunik]

Amici a sto punto ci sono possibilita' che silvio la sfanghi ncol voto segreto nonostante lo scontato appoggio dei grullini[?

[ConteMax]

Io però sarei prudentesui numeri. Credo che quest adesioni siano state raccolte prima del colpo di scena al Senato.

Ossia è possibile che qualcuno ci ripensi e ritorni al nido.

[Noir]

insomma il pdl o forza italia si divide in due
da una parte i ladri certificati e condannati
dall'altra i ladri meno ladri

[ConteMax]

Come prevedibile il numero sta scendendo.

Internazionale » Popolo della libertà » La ministro De Girolamo smentisce firma per nuovo gruppo

Popolo della libertà. La ministro De Girolamo smentisce firma per nuovo gruppo

• 2 ottobre 2013
• 17.13

Roma, 2 ott. (TMNews) – Nunzia di Girolamo ha smentito di aver messo la propria firma per la creazione di un nuovo gruppo parlamentare alla Camera dei deputati. “Sono e resto nel gruppo parlamentare Pdl”, ha detto il ministro interpellata dai cronisti in Transatlantico. “Oggi non si è mai parlato di nessun nuovo gruppo parlamentare”, ha anche scritto su Twitter.

[ConteMax]

Alla camera nessuna certezza sul gruppo parlamentare popolare degli ex-Pdl | Europa Quotidiano

Francesco Maesano 2 ottobre 2013 STAMPA Alla camera nessuna certezza sul gruppo parlamentare popolare degli ex-Pdl

Prima si è diffusa la voce che 26 deputati fossero pronti a formare un nuovo gruppo, poi i ministri hanno smentito. Per ora la nuova formazione dovrebbe contare 12 parlamentari certi




Il caso del pomeriggio, dopo la clamoroso inversione di rotta di Berlusconi, è la nascita di un nuovo gruppo parlamentare fondato dai deputati dei Pdl ostili all’ex premier. I nomi che circolavano erano quelli del primo firmatario, Fabrizio Cicchitto, e con lui Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Paolo Alli, Maurizio Bernardo, Dorina Bianchi, Antonino Bosco, Raffaele Calabrò, Giuseppe Castiglione, Enrico Costa, Nunzia De Girolamo, Riccardo Gallo, Vincenzo Garofalo, Beatrice Lorenzin, Maurizio Lupi, Dore Misuraca, Antonino Minardo, Alessandro Pagano, Filippo Piccone, Vincenzo Piso, Sergio Pizzolante, Eugenia Roccella, Barbara Saltamartini, Rossana Scopelliti, Paolo Tancredi e Raffaello Vignali.
Girava persino già il nome di Nuova Italia Popolare. Formigoni ha chiesto di chiamarlo semplicemente “i Popolari”. Poi, col passare dei minuti, i contorni della nuova formazione hanno iniziato a sfumarsi. I ministri del governo Letta hanno dichiarato di non aver dato la disponibilità a partecipare a nessun nuovo gruppo mentre l’iniziale numero di 26, è stato chiarito, sarebbe di possibili aderenti, mentre i sicuri sarebbero 12. «Sono e resto nel gruppo parlamentare del Pdl» ha dichiarato Nunzia De Girolamo. Poi l’intervento di Cicchitto: «I ministri? C’è Beatrice Lorenzin. Gli altri ministri sono in stand by perché ne stiamo discutendo».
Piccolo giallo anche sul simbolo: quello del Pdl, da statuto, è nelle disponibilità del segretario. Toccherà a lui decidere cosa farne.
Berlusconi nel frattempo schiuma rabbia. A chi gli ha chiesto se si sia sentito tradito da Alfano: «Non dico nulla su questo». Poi però, alal riunione dei deputati del Pdl, avrebbe detto: «Con Angelino alla segreteria del partito siamo scesi al 12%».

[Enghivuc]

Fiducia a Letta, dietro la resa di Berlusconi. Le lacrime di Denis Verdini: "Silvio, fidati, non farti umiliare". E Angelino non risponde più al Capo

Pubblicato: 02/10/2013 16:42 CEST | Aggiornato: 02/10/2013 165 CEST











È davanti alla resa che Denis Verdini ha gli occhi bagnati di pianto: “Se voti la fiducia – dice a Berlusconi – siamo morti. Silvio, fidati, non farti umiliare”. Il più duro, tre ore di sonno, foglio di carta alla mano con i numeri che non tornano più, è in una stanzetta con Berlusconi. È appena uscito Paolo Romani, il mediatore, che alle 12,30 cammina in Transatlantico rassicurando che il Cavaliere ha di nuovo cambiato idea: “Farà a breve una dichiarazione in Aula lui, per dire che vota la fiducia”.
Sono le parole di Romani che il Cavaliere ripete a Denis: “Rischiamo l’isolamento, a questo punto dobbiamo votare la fiducia”. L’ultima valutazione, sbagliata, del Cavaliere è che votando la fiducia si ferma l’operazione dei gruppi autonomi. E si rallenta la scissione. Esausto, appannato nei pensieri, Berlusconi cambia idea ogni minuto. Perché per la prima volta è iniziata la frana. Alla riunione mattutina, su 90 senatori ce ne sono solo 60. Circola un documento a favore del governo con 23 firme in calce raccolte dall’ex ministro Sacconi.

Verdini, l’uomo delle conte impossibili, l’eroe del 14 dicembre è una maschera di ghiaccio: “Stamattina erano 16 – sbotta – si sono spostati tutti i calabresi”. Via Scopelliti, tradimento imprevisto. Il Sud del Pdl è all’asta: “Se andiamo dritti sulla sfiducia – dicono le colombe a Berlusconi – arrivano a trenta, anche di più”. Sono i siciliani, tutti messi in lista da Renato Schifani a giocare su più tavoli. Il capogruppo assicura al Cavaliere che rimarrà con lui. Ma i suoi sono in uscita. Verdini ha gli occhiali incollati sulla testa. Ha passato la mattinata a “massaggiare” gli indecisi: “Silvio, così è la resa. C’è una maggioranza senza di noi, ma non regge. Se ci accodiamo siamo irrilevanti. Ragiona. Questi il gruppo lo fanno e si portano dietro tutti i ministri. Che ca... votiamo a fare il governo? Come lo spieghiamo al tuo popolo? Perché tu, Silvio un popolo ce l’hai.”Gli occhi di Verdini sono bagnati.
Berlusconi compulsa nervosamente il telefonino. Alfano non risponde. Non lo fa da ore. Ogni tentativo a vuoto è una pugnalata. Nell’ora più difficile si sente solo. Angelino sta tradendo. Con “Casini”, Con i centristi. Per la prima volta sente che gli manca la forza della rabbia. Non accusa. A Maria Rosaria Rossi dice che ha voglia di tornare a Milano per staccare un attimo. Ma attorno sta franando tutto. Quando arriva alla Camera, Cicchitto ha già depositato l’elenco degli scissionisti. Per il nuovo gruppo. Ci sono tutti gli ex ministri. I numeri dicono che alla Camera sono dodici. Al Senato 23. Quando il Cavaliere riunisce i gruppi parlamentari ritrova un sussulto di rabbia: “Con Alfano segretario – dice – siamo arrivati al 12”. Ma la botta fa ancora male. Il voto di fiducia non ha fermato nulla. È stata una resa. La prima, vera resa. Quella che per la prima volta ha fatto piangere il più duro.


Fiducia a Letta, dietro la resa di Berlusconi. Le lacrime di Denis Verdini: "Silvio, fidati, non farti umiliare". E Angelino non risponde più al Capo

[Roberto essenziale]

Fiducia a Letta, dietro la resa di Berlusconi. Le lacrime di Denis Verdini: "Silvio, fidati, non farti umiliare". E Angelino non risponde più al Capo

Pubblicato: 02/10/2013 16:42 CEST | Aggiornato: 02/10/2013 165 CEST










È davanti alla resa che Denis Verdini ha gli occhi bagnati di pianto: “Se voti la fiducia – dice a Berlusconi – siamo morti. Silvio, fidati, non farti umiliare”. Il più duro, tre ore di sonno, foglio di carta alla mano con i numeri che non tornano più, è in una stanzetta con Berlusconi. È appena uscito Paolo Romani, il mediatore, che alle 12,30 cammina in Transatlantico rassicurando che il Cavaliere ha di nuovo cambiato idea: “Farà a breve una dichiarazione in Aula lui, per dire che vota la fiducia”.
Sono le parole di Romani che il Cavaliere ripete a Denis: “Rischiamo l’isolamento, a questo punto dobbiamo votare la fiducia”. L’ultima valutazione, sbagliata, del Cavaliere è che votando la fiducia si ferma l’operazione dei gruppi autonomi. E si rallenta la scissione. Esausto, appannato nei pensieri, Berlusconi cambia idea ogni minuto. Perché per la prima volta è iniziata la frana. Alla riunione mattutina, su 90 senatori ce ne sono solo 60. Circola un documento a favore del governo con 23 firme in calce raccolte dall’ex ministro Sacconi.
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I giorn

Ansa

Verdini, l’uomo delle conte impossibili, l’eroe del 14 dicembre è una maschera di ghiaccio: “Stamattina erano 16 – sbotta – si sono spostati tutti i calabresi”. Via Scopelliti, tradimento imprevisto. Il Sud del Pdl è all’asta: “Se andiamo dritti sulla sfiducia – dicono le colombe a Berlusconi – arrivano a trenta, anche di più”. Sono i siciliani, tutti messi in lista da Renato Schifani a giocare su più tavoli. Il capogruppo assicura al Cavaliere che rimarrà con lui. Ma i suoi sono in uscita. Verdini ha gli occhiali incollati sulla testa. Ha passato la mattinata a “massaggiare” gli indecisi: “Silvio, così è la resa. C’è una maggioranza senza di noi, ma non regge. Se ci accodiamo siamo irrilevanti. Ragiona. Questi il gruppo lo fanno e si portano dietro tutti i ministri. Che ca... votiamo a fare il governo? Come lo spieghiamo al tuo popolo? Perché tu, Silvio un popolo ce l’hai.”Gli occhi di Verdini sono bagnati.
Berlusconi compulsa nervosamente il telefonino. Alfano non risponde. Non lo fa da ore. Ogni tentativo a vuoto è una pugnalata. Nell’ora più difficile si sente solo. Angelino sta tradendo. Con “Casini”, Con i centristi. Per la prima volta sente che gli manca la forza della rabbia. Non accusa. A Maria Rosaria Rossi dice che ha voglia di tornare a Milano per staccare un attimo. Ma attorno sta franando tutto. Quando arriva alla Camera, Cicchitto ha già depositato l’elenco degli scissionisti. Per il nuovo gruppo. Ci sono tutti gli ex ministri. I numeri dicono che alla Camera sono dodici. Al Senato 23. Quando il Cavaliere riunisce i gruppi parlamentari ritrova un sussulto di rabbia: “Con Alfano segretario – dice – siamo arrivati al 12”. Ma la botta fa ancora male. Il voto di fiducia non ha fermato nulla. È stata una resa. La prima, vera resa. Quella che per la prima volta ha fatto piangere il più duro.


Fiducia a Letta, dietro la resa di Berlusconi. Le lacrime di Denis Verdini: "Silvio, fidati, non farti umiliare". E Angelino non risponde più al Capo

penso che sarebbe più saggio piangere sui soldi che Verdini ha prelevato dalla MPS ... per quelli ne risponde lui personalmente, mica il nano di arcore ...

[ConteMax]

Pdl, a Camera nuovo gruppo con Cicchitto. Contromossa berlusconiani

Pdl, a Camera nuovo gruppo con Cicchitto. Contromossa berlusconiani

Raccolta firme per gruppo Pdl-Fi. Formigoni insiste: in Senato nascerà un nuovo gruppo


Roma, 2 ott. (TMNews) - Per ora si tratta più che altro di un gesto simbolico, ma tra i berlusconiani è partita la contromossa rispetto alla nascita del nuovo gruppo alla Camera annunciato da Fabrizio Cicchitto. E' stata infatti avviata una raccolta firme a favore del gruppo Pdl-Fi.

In realtà, la richiesta di modificare la denominazione del gruppo del Popolo delle libertà - hanno spiegato - è già stata formalizzata con una lettera alla presidenza. L'iniziativa è, dunque, soprattutto un modo per andare alla "conta" tra chi sta con Berlusconi e chi invece ha deciso di schierarsi con i cosiddetti dissidenti.

Primo firmatario del nuovo gruppo parlamentare alla Camera è stato Fabrizio Cicchitto. A comporlo per ora sono, insieme a lui, 12 deputati che, è stato assicurato, arriveranno fino a 26. La presidenza ha accolto la richiesta, come già avvenuto, in deroga al regolamento che prevede occorrano 20 deputati per costituire un gruppo, come per Fratelli d'Italia e la componente socialista del gruppo Misto.

Le dichiarazioni di voto sulla fiducia al governo Letta saranno separate in aula alla Camera per Renato Brunetta, che parlerà a nome del Pdl, e per Fabrizio Cicchitto, che avrà a disposizione sette minuti (ben di più di quanto riconosciuto ai sottogruppi del gruppo Misto, poco di meno di quanto riconosciuto ai rappresentanti dei gruppi parlamentari autonomi) e al cui nome non è associato alcuna denominazione di gruppo parlamentare. A chiudere gli interventi in dichiarazione di voto distribuiti alla Camera, sarà invece il Segretario del Pd Guglielmo Epifani.

Intanto, Roberto Formigoni ha insistito, in Senato nascerà un nuovo gruppo. "Ci vedremo stasera e allora - ha detto - sarà presa la decisione formale. Ma il gruppo si fa, siamo i 25 del documento".

[Desmond]

La divisione politica è nei fatti. Gli aspetti formali sono secondari, anche se alla fine è probabile che si formino due gruppi distinti, sia alla Camera che al Senato.